RACCONTO E ASCOLTO

Fallimenti


Lui aspetta  all’ingresso del Tribunale. Lei arriva di corsa.E’  la prima volta che lui aspetta,  per una vita è sempre  toccato  a lei. E’  una giornata , fresca, di quelle autunnali che ti stuzzicano la pelle e il naso per il vento che ha sentore d’ inverno.Lei si sente  gelare  ma non fa  trasparire la sua agitazione, il suo nervosismo. Lui è  serio con l’anulare che ha il solco della fede tenuta per tanti anni e finalmente tolta. Entrano, un foglio compilato con i dati anagrafici, un paio di certificati, una statistica per l’istat.Con amarezza lei pensa che sarebbero entrati in quel gioco di numeri che sempre più vedono coppie di una vita che rompono la coppia.  L’attesa dal giudice dopo 15 giorni, stessa trafila, lui sempre in anticipo, lei sempre in ritardo.Entrano insieme.Parlano del tempo, del freddo.C’è una fila di coppie, in silenzio, con il documento di riconoscimento in mano che aspettano. Lei guarda e pensa, chissà se anche lui pensa….Lei guarda, sono giovani, pallidi, uno di questi è sulla sedia a rotelle, lei in  gli siede vicino. Chissà quali drammi, quali sofferenze si nascondono…Lei pensa che è fortunata. I figli sono grandi, ma ha una gelo dentro.Aveva sogni…sognava una vecchiaia insieme, sognava  una passeggiata in due verso il tramonto. Ma i sogni cosa sono?  Entrano, il giudice è una donna bionda, bella, raffinata. Legge velocemente…ecco, firmate qua… Salutano. Si ritrovano al sole, con il freddo nelle ossa.Prendiamo un caffe...ti accompagno? No, vado a piedi. Quanto zucchero?Lei lo guarda…è una vita che lo prendo amaro risponde…E pensa…di me non sa neanche che prendo il caffe senza zucchero…