L’alba mi accoglie fredda e trasparente. La luna accompagnata da una danza di veli argentati illumina il cielo blu cobalto in attesa che colori soffusi salutino la giornata luminosa. Il mio cagnolino mi guarda stupito per questa mia voglia di camminare prima del giorno. Ho bisogno di respirare, ho bisogno che i miei pensieri vaghino nel silenzio dell’alba fredda e silenziosa e arrivino attraverso le strade del cielo in un altro paese, in una terra lontana vivi tu figlio mio… Dio come sei lontano, da quando sei partito i miei ritmi si sono adattati al fuso oraio…di notte dormo poco perché so che tu sei sveglio e vorrei sentirti, vorrei che tu mi raccontassi…ma sei lontano…. Non accompagnarmi all’aereoporto mamma…potrebbe essere pesante per entrambi. Ti ho ascoltato e con il cuore straziato ti ho accompagnato in piazza, col cane al guinzaglio ad aspettare tuo padre che ti avrebbe portato Venezia. Ho visto i tuoi occhi verdissimi diventare rossi quando la nonna piccola piccola, è salita sul gradino per abbracciarti “ torna, voglio vederti ancora prima di morire” Da quando sei partito una parte di me si è staccata, una parte del mio cuore, della mia mente, è laggiù…è come se questo nostro cordone ombelicare si stesse tendendo al massimo della sua lunghezza…è una sensazione quasi fisica la mia, difficile da far capire ma che io sto vivendo. Qando chiamo sento i “pit” del satellite, poi basta…a volte provo, riprovo…Dio che ore sono laggiù? In cucina ho due orologi…ora di qui e ora di là… Ma tu sei tu…io sono stata il mezzo per metterti al mondo…la vita è tua…giocala bene, figlio mio…giocala bene sapendo che noi siamo orgogliosi di te, del tuo coraggio, della tua indipendenza, della tua voglia di sperimentare mondi nuovi…giocala con rispetto, con la saggezza che ti contraddistingue da quando avevi 16 e lavoravi nei week end per la tua autonomia, non per necessità. Giocala…e le lacrime di tua madre si asciugano nella mattinata gelida di dicembre e sorridono a quella luna bianca mentre il cielo da blu cobalto sfuma verso colori tenui e si accende di luce….sorridono, sapendo che tu stai bene e giri in infradito e pantaloni corti.
A mio figlio
L’alba mi accoglie fredda e trasparente. La luna accompagnata da una danza di veli argentati illumina il cielo blu cobalto in attesa che colori soffusi salutino la giornata luminosa. Il mio cagnolino mi guarda stupito per questa mia voglia di camminare prima del giorno. Ho bisogno di respirare, ho bisogno che i miei pensieri vaghino nel silenzio dell’alba fredda e silenziosa e arrivino attraverso le strade del cielo in un altro paese, in una terra lontana vivi tu figlio mio… Dio come sei lontano, da quando sei partito i miei ritmi si sono adattati al fuso oraio…di notte dormo poco perché so che tu sei sveglio e vorrei sentirti, vorrei che tu mi raccontassi…ma sei lontano…. Non accompagnarmi all’aereoporto mamma…potrebbe essere pesante per entrambi. Ti ho ascoltato e con il cuore straziato ti ho accompagnato in piazza, col cane al guinzaglio ad aspettare tuo padre che ti avrebbe portato Venezia. Ho visto i tuoi occhi verdissimi diventare rossi quando la nonna piccola piccola, è salita sul gradino per abbracciarti “ torna, voglio vederti ancora prima di morire” Da quando sei partito una parte di me si è staccata, una parte del mio cuore, della mia mente, è laggiù…è come se questo nostro cordone ombelicare si stesse tendendo al massimo della sua lunghezza…è una sensazione quasi fisica la mia, difficile da far capire ma che io sto vivendo. Qando chiamo sento i “pit” del satellite, poi basta…a volte provo, riprovo…Dio che ore sono laggiù? In cucina ho due orologi…ora di qui e ora di là… Ma tu sei tu…io sono stata il mezzo per metterti al mondo…la vita è tua…giocala bene, figlio mio…giocala bene sapendo che noi siamo orgogliosi di te, del tuo coraggio, della tua indipendenza, della tua voglia di sperimentare mondi nuovi…giocala con rispetto, con la saggezza che ti contraddistingue da quando avevi 16 e lavoravi nei week end per la tua autonomia, non per necessità. Giocala…e le lacrime di tua madre si asciugano nella mattinata gelida di dicembre e sorridono a quella luna bianca mentre il cielo da blu cobalto sfuma verso colori tenui e si accende di luce….sorridono, sapendo che tu stai bene e giri in infradito e pantaloni corti.