RACCONTO E ASCOLTO

San Valentino


Era una mattinata grigia e ventosa, come solo  nel nord est sanno essere le mattinate grigie e ventose. Lei era seduta sulla panchina della stazione fumando una sigaretta dietro l’altra…era agitata, impaurita, nervosa… Lui arrivò puntuale, col suo solito cappellino in testa, con gli occhi neri che brillavano come braci, con la sigaretta accesa… I biglietti erano fatto, il treno partiva  dal binario 6... Scesero le scale separati, ognuno per la propria strada…poi stesso scompartimento, stesso sedile… Lei aveva freddo. Lui scaldava la sua mano, lei sorrideva…lo scompartimento si popolò di ragazzi in gita scolastica…risate di gioventù, profumo di spensieratezza, di una giornata rubata alle mura grigie di un edificio scolastico. Erano in silenzio, guardavano la scena assaporando la gioia di essere insieme, di sentire l’uno il calore dell’altro…la ragazza seduta di fronte li guardava, li scrutava…poi rideva. Passava l’ombretto alla sua amica che le allungava il fard, l’altra le allungava il rossetto…era bellissima…aveva la giovinezza dentro…rideva, ad ogni colore che accendeva il suo  viso, probabilmente uscito immacolato da casa per poi trasformarsi come quella modella vista sul giornale…si scattavano   foto col cellulare, guardavano e poi ridevano e ancora ridevano per una sbavatura, una ciglia fuori posto, una ciocca fuggita al gel…erano belli, erano giovani… Il treno arrivò in orario a Venezia. Passavano zaini che ti sfioravano, odori di profumi, di cioccolata, di sedici anni… La ragazza si alzò, guardo i due ancora seduti che non avevano fretta di scendere…”Buon San Valentino  piccioncini”