Ikaros

Teniamoli per mano...


Carlotta ha cinque anni. L’età in cui tutto è gioco, sogno, scoperte, fantasia.Perdersi in una nuvola dalle buffe forme, seguire il volo di un palloncino finchè il cielo non se lo inghiotte, lo scodinzolare di un cagnolino, l’abbraccio protettivo della mamma.Spensieratezza ed apprendimento. In nessun’altra età vanno a braccetto come ora. Per tutti quanti i bambini. Per quasi tutti i bambini. Non per quelli come Carlotta.Lo sguardo spento, il domani che sa di nero, di sogni e spensieratezze poi nemmeno a parlarne.Dall’età di tre anni, dal suo ingresso nell’anticamera del mondo adulto col suo andare alla scuola materna, per lei solo brutti momenti. Dolore. Sevizie. Aberrazioni così grandi che qua non ci stanno. Troppo il male. L’orrore.La piccola per mesi ha subito abusi sessuali da chi doveva educarla. Veniva legata, spesso narcotizzata. E le violenze che le toglievano di dosso la parola infanzia, fotografate e filmate, ad uso e consumo di migliaia di orchi sparsi per il pianeta.In Italia un sito pedopornografico permette un guadagno giornaliero di euro 90mila. La richiesta oggi è che le immagini siano sempre più forti, facendo quindi aumentare le sevizie a cui i bambini, vengono sottoposti. Il 67% dei pedofili accertati, resta comunque in libertà e va ad occupare mansioni che lo lasciano a contatto con i bambini (scuola, oratorio, mondo sportivo, etc.).La storia di Carlotta, insieme a tante altre, sta racchiusa dentro ad un libro, Predatori di Bambini, firmato da Massimiliano Frassi, edito da Macro edizioni.
Un grido forte, accorato, doloroso. Mai di presunzione, sempre di dolore. Una richiesta d’aiuto che si fa denuncia sociale e senza alcuna via di mezzo sceglie la strada più difficile, sofferta, ma necessaria: quella del cuore. Raccontando per la prima volta nel nostro paese, la pedofilia del terzo millennio. Organizzata in reti, gruppi di auto aiuto, celebrata dalla giornata dell’orgoglio pedofilo, con i viaggi organizzati del turismo sessuale, dove la vita di un bambino vale meno di niente.Sempre a caccia. Di nuove prede. Piccole. Piccolissime.Di un’età media che oggi va da zero a cinque anni. Le storie di questi bimbi sono finite dentro a questo libro. Dando voce a chi è obbligato al silenzio.Silenziosi i pianti, silenzioso il dolore, laddove chiedere aiuto è un lusso da non potersi permettere. Ecco: nella giornata mondiale dedicata all'infanzia, trasformo le mie riflessioni nell'invito a leggerlo.Io l’ho fatto. L’ho fatto ed ho pianto. Tanto. Una notte intera. E nel mio piccolo, nel mio piccolissimo, ho cercato di fare qualcosa. "Spero vogliate raccogliere la sfida, asciugare anche solo una di quelle lacrime" – scrive Massimiliano, del quale mi onoro di essere amica. Ecco: anche solo parlarne può servire. Sarà come tenere fra le proprie, le mani di uno di quei bambini. Troppo piccoli per difendersi da soli da adulti che spesso fanno…branco. Confinandoli nell’angolo della "non credibilità". Che diventa il loro alibi. Ecco: se siete arrivati fin qui, avete già raccolto quella manina… Tenetela stretta. Forte, più forte ancora… Ecco, così… Pare di vederli scappare gli orchi… Non vi sembra?