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Ultimi Commenti

MagoGandalf2006
MagoGandalf2006 il 11/12/08 alle 12:16 via WEB
Caro ElAlamein42,
Ebbi a scrivere, subito dopo i fatti, sul forum di DifendiamoMaterazzi.it:
"Merci Monsieur Zidane" si sente gridare forte e chiaro d'oltralpe: dovremmo essere noi a dirlo ed invece -bontà loro-, i francesi (io non ho cugini...), ci sollevano dall'incombenza più antipatica.
Tenetevelo stretto il vostro eroe: un caprone, non nuovo ad imprese del genere, che si produce in un raptus di follia omicida nel momento peggiore (o migliore: dipende dal punto di vista...) possibile.
Materazzi? La storia non lo ricorderà come un grande calciatore ma come colui che fece vincere all'Italia il titolo mondiale numero 4. Perchè piaccia o no, nello sport, si vince anche così.
Alla faccia di chi ci vuol male l'italica arte di arrangiarsi trionfa su 2 dei suoi massimi detrattori, Germania e Francia, per una delle più grandi soddisfazioni -non solo sportive- che potessimo ricevere.
DifendiamoMaterazzi quindi, ma difendiamolo ovunque: in ogni forum, in ogni lingua, in ogni sede da tutti gli attacchi che gli verranno portati e specialmente da quelli interni con cui si regoleranno i conti in campionato e di moggiopoli previo arruolamento sotto il tricolore in banda bleu.
Fui facilissimo profeta...
Un caro saluto
 
elalamein42
elalamein42 il 10/12/08 alle 13:15 via WEB
Questo post, mirabilmente scritto peraltro, non mi ha fatto bene alla bile ... E mi conferma nell'opinione che l'imprimatur definitivo al massacro mediatico di Materazzi, in seguito ad un incidente dove fino a prova contraria è stato vittima, è venuto dalla federazione, dalla stampa e dai tifosi italiani. D'accordo: tutto il mondo tifava Francia; non occorre essere "vittimisti" (come ipocritamente ci definiscono i nostri "amici" europei) per rendersene conto. Tutto il mondo era disponibile a cercare il pelo nell'uovo pur di non riconoscere la vittoria agli italiani; ma questo fa parte del gioco. Non siamo simpatici, punto. Ma questa volta avremmo dovuto far quadrato. Perchè è un'indecenza, un'ipocrisia rivoltante, quella messa in scena da Blatter, da quel tacchino ripieno di Chirac, dai media di mezza europa. Una montatura clamorosa, grottesca. Materazzi lo marca duro, come da suo onesto mestiere; Zidane lo provoca verbalmente per smontarlo; Materazzi gli risponde a tono ("dalla a tua sorella la tua maglietta"). Il maghrebino ritiene la frase un'offesa enorme, tanto da perdere il lume della ragione e colpire l'avversario con una testata !!! Una testata ! Un fucile a portata di mano non ce l'aveva, la mannaia nemmeno. Per inciso: non è la prima volta che il maghrebino colpisce a testate gli avversari sul campo ... Bene: la versione ufficiale che sarà tramandata ai posteri è che Materazzi ha crudelmente e sapientemente provocato Zidane (nota a piè di pagina: da buon italiano ...) e quindi manipolato l'esito (scontato, ovvio, avrebbe vinto la Francia !... ) di una competizione sportiva. La federazione italiana di calcio, alle pesanti provocazioni di Blatter e all'incredibile squalifica di Materazzi non ha detto a. I giornalisti italiani hanno subito in silenzio le offese gratuite e i teoremi farneticanti provenienti dall'universa Europa; la nostra stampa si è indignata in coro solo quando San Siro ha risposto a tono al veleno dei francesi. Stendiamo poi un velo pietoso sui tifosi. Gli juventini solidarizzavano coi francesi, per dare addosso all'odiato interista ... Ahi, serva Italia ... Un caro saluto da elalamein !!!
 
ventididestra
ventididestra il 10/11/08 alle 23:06 via WEB
bell'articolo, chiaro ed incisivo. complimenti! ciao!
 
ventididestra
ventididestra il 23/10/08 alle 20:05 via WEB
Bellissima la frase finale, ma completo e chiaro il post. Purtroppo in occidente si tende sempre più a "monetizzare" tutto. ciao!
 
MagoGandalf2006
MagoGandalf2006 il 13/10/08 alle 15:56 via WEB
Caro A_Tiv,
In primo luogo volevo ringraziarti per l'occasione che mi offri per quel confronto fra tesi diverse che, purtroppo, è mancato sui media.
La pulizia etnica è inaccettabile, punto. E’ inaccettabile sotto qualsiasi parallelo o meridiano. Non quella dei serbi in Kosovo, differentemente da quella dei serbo-bosniaci in Bosnia o dei georgiani in Ossezia o dei cinesi nel Tibet o dei titini negli ex territori italiani della Dalmazia, dell’Istria e della Venezia Giulia.
E' un'enunciazione di principio teorica che, ahimè, non trova riscontro alcuno nella realtà pratica.
Che ci sia pulizia e pulizia è un dato di fatto: vere ed inventate, accettabili ed inaccettabili.
Così come ci sono integrità territoriali da rispettare ed altre da infrangere od anche sovranità da calpestare ed altre da tutelare.
Devo fare i nomi? Sono sempre quelli...
Così il tuo incipit finisce per suonare come quegli slogan vuoti e fini a sé stessi con cui i capataz della sinistra convocano i loro adepti per le scampagnate d'occasione: "Noallaguerrasenzaseesenzama" etc etc
In parlamento, poi, la guerra diviene ingerenza umanitaria e da loro votata a ranghi compatti, per l'appunto, senza se e senza ma.
Il senso freudiano di quell'inaccettabile esce rafforzato dalla successiva lettura del tuo elenco di pulizie etniche random: serbi vs kosovari, serbi vs bosgnacchi, cinesi vs tibetani...
Sei un po'come il paziente che disegna sulla lavagna ciò che gli passa per la mente durante una seduta di psicanalisi: guardacaso non c'è il genocidio per definizione ovvero quello degli americani ai danni dei nativi pellerossa... avresti potuto elencare tutti i genocidi della storia ma non quello.
L'unico genocidio in quota a stelle e strisce, pertanto, è quello di uno scagnozzo che, qualche riga sotto, viene da te qualificato come "uno sprovveduto", aggettivo più adatto a descrivere un incauto che si è fatto beccare col sorcio in bocca piuttosto che un presidente che abbia ordinato al suo esercito un attacco genocida.

Non sono esperto della politica dei Balcani e non conosco la complessità di tutte le controversie ma....
Absit iniuria verbis, leggendo il tuo primo commento era davvero chiaro.
Io, consentimi il peccato di presunzione, sì.
Peraltro non sei certo il primo che, "senza essere esperto della politica dei Balcani", distribuisce patenti genocide a senso unico a ciò portatatovi dall'approccio tenuto dai media.

I croati non sono stati da meno?
C’era una fazione kosovara violenta?
Sono d’accordo ma ciò non giustifica nessuna reciprocità

I croati, parlo per esperienza diretta, non sono da meno di nessuno.
Ho conosciuto, de visu, non già il nazionalismo ma piuttosto direi il feroce tribalismo croato.
Non devo essere il solo a pensarla così se i serbi, che non sono tipi facilmente impressionabili, abbandonarono tutto: case, bestiame, financo il pasto caldo servito in tavola per scappare quando la radio annunciò la notizia dell'inizio dell'attacco in Krajina.
In 350.000 fuggirono con ogni mezzo nella vicina Vojvodina o nella BosnaHercegovina fra l'indifferenza del mondo intero.
Non c'è, questa pulizia etnica, nel tuo elenco.
E' inaccettabile anche questa?
A me, invece, sembra che sia stata accettata e senza alcun tipo di problema.
C'era una fazione kosovara violenta?
Ebbene sì, ti do questa notizia, c'era; eccome se c'era.
Pare si chiamasse UCK, che fosse foraggiata dalla CIA, che nelle sue fila si trovasse il fior fiore di quell'integralismo islamico -a cominciare dai mujaheddin che avevano combattuto in BosnaHercegovina- che gli americani dicono di combattere in altre zone del mondo.
"Ciò non giustifica reciprocità" Ergo i croati e i kosovari possono fare ciò che vogliono e i serbi devono stare a guardare senza reagire.
Fantastico.
Qui siamo al surreale.
No Comment.

C’era anche una fazione, quella di Rugova, non violenta.
Con questa fazione kosovara, Milosevic, trattò fino all'ultimo.
Ibrahm Rugova, infatti, ebbe i suoi peggiori nemici nella leadership UCK e non certo in quella di Belgrado.
L'UCK lo isolò politicamente radicalizzando i metodi di lotta e presentando all'opinione pubblica kosovara come inefficace la sua strategia e fallimentari i risultati ottenuti.
L'amministrazione Clinton, fece il resto: appoggiando l'UCK tolse a Rugova la sua ultima carta, ovvero quella dell'appoggio internazionale.

La Serbia di Milosevic nel 1989 revocò l’autonomia del Kosovo e con questa fu revocata anche l’ufficialità della doppia lingua albanese–kosovaro e serbo-croato, oltre ad essere sostituiti insegnanti e pubblici funzionari con personale serbo o ritenuto affidabile dalle autorità serbe Anche questo è falso: non fu la Serbia di Milosevic ma il governo federale jugoslavo che si espresse in materia con voto unanime.
Comunque è già un passo avanti rispetto al primo commento in cui il Kosovo era, a tuo dire, "una provincia autonoma".
La prossima volta, magari, saprai anche quali furono i gravissimi motivi che spinsero il governo federale ad adottare un provvedimento del genere.

Dico semplicemente che la questione del Kosovo e della Ossezia è differente. E lo è per le ragioni che ho già detto
Se le ragioni sono quelle scritte nel tuo primo commento (Dalla quinta riga: Ma il confronto tra il Kosovo e l’Ossezia non regge....fino alla quintultima: Come se una colonia di un paese straniero insediatosi in una zona dell’Italia possa rivendicarne l’autonomia) a queste ho già risposto nella mia precedente replica.
E la sprovvedutezza di Saakasvili non può giustificare la reazione russa
Certo che no ci mancherebbe altro...
Lo sprovveduto, in fondo, cos'avrà mai fatto?
Un genocidiuzzo?
Una pulizia etnica inaccettabile (a parole, ma accettabilissima nei fatti se fosse riuscita)?

Mi scuso per la citazione dell’ONU per l’intervento armato,
Prego, ma non mi hai detto se l'hai letta da qualche parte o se hai scritto currenti calamo.
anche se sappiamo che non vi fu una risoluzione solo per il veto di Russia e Cina..
Qui secondo me vale la pena spendere qualche parola in più.
Il veto minacciato da Russia e Cina sulla questione spinse gli interventisti a stelle e strisce a bypassare il consiglio di sicurezza ed ad agire senza un mandato.
Fu una decisione dirompente della cui gravità in pochi si accorsero a suo tempo.
Era la prima volta che ciò accadeva ed io non posso fare altro che riscrivere oggi quanto andavo dicendo e scrivendo allora: dribblando il probabile (diciamo pure sicuro) veto russo-cinese la NATO, da alleanza militare, diveniva, sic et simpliciter, organo politico autoreferenziale che si sarebbe ritagliato un ruolo di arbitro nelle contese regionali a venire che avessero rivestito un qualche interesse strategico per la nazione guida.
Gli Stati Uniti, inoltre, avrebbero deciso, da lì in avanti, se e quando ascoltare il parere dei russi e dei cinesi in sede di consiglio di sicurezza.
Nascevano lì le esportazioni di democrazia&libertà (oltre che di fosforo bianco&uranio impoverito) che avrebbero tenuto banco nel decennio successivo.
La carta straccia della risoluzione 1244 ne è la più ovvia delle conseguenze.

Si può affermare, per la storia, che Milosovic condusse il suo braccio di ferro convinto di poter negoziare la divisione del territorio kosovaro e che l’amministrazione Clinton invece spingeva per la resa di Milosevic e della Serbia
Questa fa il paio con quella della Serbia che avanzava rivendicazioni sul Kosovo.
Dunque stavolta, accantonate le rivendicazioni su una provincia già propria, il piano di Sloba diventa quello di una spartizione della provincia kosovara.
Anche qua, inutile dirlo, siamo molto lontani.
Sloba ebbe un piano di spartizione, ma questo riguardava semmai la BosnaHercegovina.
A questo scopo si incontrò spesso, segretamente, con Franjo Tudjman e, fra i loro uffici di Zagabria e Belgrado, venne installata una linea telefonica diretta simile a quella che collegava Washington e Mosca durante la guerra fredda.
Ma sul Kosovo le cose stavano in tutt'altra maniera: Sloba, archiviate le guerre, aveva un piccolo problema, mercé delle pulizie etniche accettate (cioè quelle in danno dei serbi).
Centinaia di migliaia di profughi che provenivano dalle zone di guerra della BosnaHercegovina e della Krajina (che i croati rioccuparono con un colpo di mano che tanto sarebbe piaciuto portare a termine allo sprovveduto caucasico) erano divenuti una vera emergenza nazionale.
L'unico posto in cui potevano essere ospitati era il Kosovo, dove, fra l'altro, avrebbero riequilibrato la situazione demografica, pesantemente sbilanciata a favore dell'etnia albanese.
L'UCK vide, in questa mossa di Belgrado, lo scacco matto alle sue ambizioni indipendentiste.
Per reagire la leadership kosovara aveva un'unica possibilità: quella di provocare l'esercito serbo internazionalizzando la crisi, sulla falsariga di quanto accaduto in BosnaHercegovina, onde far intervenire -tramite l'emergenzaumanitaria mediatica che si sarebbe creata- qualche potenza che facesse pendere la bilancia militare dalla parte kosovara.
Quella potenza non potevano che essere gli USA che, già in Croazia, avevano raddrizzato una situazione disperata per conto di Zagabria.
L'UCK pertanto, armato fino ai denti dalla CIA, cominciò a provocare sanguinosi incidenti mordi e fuggi ben nascosto fra la popolazione civile.
Cosa avrebbe dovuto fare Belgrado?
Accettare la presenza di una organizzazione armata dichiaratamente secessionista in una sua provincia?
Assistere alla cacciata ed al massacro dei suoi cittadini?
Le inevitabili uccisioni di civili che ne seguirono, in quel di Pristina e dintorni, vennero presentate come genocidio mentre, a Baghdad ed a Kabul, sono ridivenute danni collaterali, con una comprensione mediatica per l'operato dei contractor a stelle e strisce che non vi fu per quello dei chetnik.

Veniamo ai paralleli - "Non erano, forse, stati sovrani l'Irak e l'Afghanistan che il presidente U.S.A. occupò nei suoi primi anni di presidenza?" - tra azioni criminali e azioni di ripristino di diritti umani e dei principi di democrazia e libertà
Qui usciamo dalla politica ed entriamo in àmbito metafisico: i criminali come Sloba o Putin vs la democrazia&libertà di San Giorgio che, se nella versione originale si limitava ad ammazzare il drago, qui ammazza i cattivi.
Quelli piccoli però.
Erano, ergo, stati sovrani anche Irak e Afghanistan, ma Bush può i criminali no: cosi è (se vi pare).
Se le cose stessero come dici tu l'inquilino della Casa Bianca avrebbe comunque toppato risposta in quanto ha sottolineato, nel suo primo commento ai fatti, l'aggressione ad uno stato sovrano che tu, bontà tua, non neghi essere avvenuta ad opera sua durante i suoi primi anni presidenziali.
Seguendo il tuo approccio, infatti, avrebbe dovuto dire, apertis verbis: "Qui, le guerre, le faccio solo io".
Senz'altro sarebbe stato più onesto intellettualmente e meno ipocrita politicamente da parte sua.

Si dice che la filosofia va letta con la storia e che tragga da questa le spiegazioni dei flussi di pensiero.
Nulla è mai del tutto immanente!
La libertà è un bene trascendentale che non è configurabile nella pratica.
E quando il movimento di pensiero che si associa allo stato di sua privazione prende corpo, cioè quando esiste l’oppressione e la negazione della libertà allora emerge il suo bisogno

What's?
La Tags è politica e per la filosofia ci sono senz'altro occasioni migliori

E’ capitato così anche nella seconda guerra mondiale quando le forze alleate sono intervenute a difendere il principio, consapevoli che, se fosse stato sottovalutato, la macchia di sangue si sarebbe allargata fino alle loro città.
E' capitato spesso anche dopo.
Direi che il rischio di sottovalutare un pericolo non lo hanno corso quasi mai e possono confermarlo, per esperienza diretta: Korea (1950), Guatemala (1954-1960), Indonesia (1958), Cuba (1959-1960), Vietnam (1961), Congo (1964), Laos (1964), Cambogia (1969), El Salvador (1980), Nicaragua (1980), Granada (1983), Libano (1984), Libya (1986), Panama (1989), Iraq (1991-1999-2003), Somalia (1993), Sudan (1998), Jugoslavija (1999), Afghanistan (2001).....ne avrò lasciato per strada più di uno.
Tutte, o quasi, guerre inevitabili, combattute contro il nuovo Hitler di turno che minacciava, direttamente o indirettamente, la pace nel mondo.
Dura la vita dei paladini del bene, non possono mai riposarsi sugli allori: la loro agenda è sempre fitta e presto toccherà a Russia, Iran, Pakistan...
E' un mestiere duro ma l'hanno scelto loro, per dirla con un fortunato slogan pubblicitario.
Io, per quel che mi riguarda, stimo molto Putin, statista in grado di risollevare le sorti di una nazione data per morta ed ho provato, e provo, grande ammirazione per Milosevic, leader di grande statura politica, ma mi guardo bene dal considerarli angeli, più o meno vendicatori, che guerreggiano perchè il bene -il loro- trionfi nei 4 angoli della terra.

Lo stesso vale per il timore di ciò che può accadere in Medio Oriente, dove si sa che incombe un pericolo da non sottovalutare
Le vicende mediorientali mi appassionano assai meno rispetto a quelle balcaniche o caucasiche.
Ne consegue che non sono esperto della politica mediorentale e non conosco la complessità di tutte le controversie, pertanto, banalmente, non ne scrivo.

Gli Usa che si sono serviti di Saddam per contrastare Khomeini, o che hanno deposto Saddam in Iraq, ovvero che sono intervenuti in Afghanistan per lottare contro i talebani presso cui Bin Laden formava i gruppi terroristici da diffondere nel pianeta, questi USA sono gli stessi che qualora non ci fossero stati avrebbero consentito al nazismo di dominare il mondo o alla Russia comunista di allargarsi in Europa o al fondamentalismo islamico di anticipare l’attacco finale per combattere il "male" ed annientare gli "infedeli"
Sì di guerre o, per meglio dire, di azioni di ripristino di diritti umani e dei principi di democrazia e libertà ne hanno fatte un bel po': sempre, ça va sans dire, contro i cattivi della situazione.
Maanche qui il tuo elenco è, comprensibilmente, incompleto.
Di guerre, infatti, ne hanno combattuto anche altre: in Europa, per esempio, hanno creato 2 stati fantoccio mai visti su nessuna cartina di qualsiasi epoca storica e che hanno l'integralismo islamico nel loro codice genetico, lo stesso integralismo islamico che dicono di combattere in quel Baghdad od in quel di Kabul.
Bin Laden, infatti, i suoi terroristi non li spediva nel pianeta (Polo Nord? Antartide?) ma, più banalmente, in BosnaHercegovina e Kosovo, dove gli americani li aveva al suo fianco, a ripulire, accettabilissimamente, i cattivacci serbi.

Si commettono errori e si arriva persino a cambiare le carte sul tavolo come è accaduto per l’amministrazione "pacifista" di Clinton che si incrocia con quella altrettanto "pacifista" di D’Alema ma la sostanza delle cose ci conduce a considerazioni che non è possibile omettere, neanche se , come tu dici, l’argomento sta a cuore
Se ho ben interpretato la tua frase io avrei omesso considerazioni scomode perchè l'argomento mi sta a cuore proteggendo, con il silenzio, la parte per la quale ho preso posizione.
Mi sembra che le cose stiano all'esatto contrario.
Ad omettere argomenti scomodi (scegliendo quale punto sviluppare e quale tralasciare), a scrivere strafalcioni storici, inesattezze evidenti e quant'altro possa indurre fuori strada, volontariamente o meno, i lettori sia stato tu non e io.
Quando dico che la materia mi sta a cuore intendo banalmente dire che non posso lasciare senza replica le enormità che ho letto sull'argomento che, invece, non ho problemi ad accettare quando riguardano altre questioni: sai bene che, solitamente, quando ricevo un commento mi limito a prenderne atto senza replicare al commentatore.
Qui non me la sento di rimanere in silenzio ma, rispondendo su tutto, finisco, inevitabilmente, per dilungarmi: scusandomi di ciò, spiego che l'argomento mi sta a cuore.

Senza l’intervento Nato in Kosovo nei balcani avremmo avuto un regime Milosevic, o chi per lui, ed in Kosovo la cosiddetta "normalizzazione" fatta di ingiustizie, repressione, discriminazioni e con sacche di guerriglia e di attentati di irredentisti kosovaro-albanesi
Un'ipotesi.
O, per meglio dire, un'ipotesi assai improbabile e suggerita dal quadro descritto dai media occidentali che, per usare un eufemismo, definirei deformato.
Invece, con l’intervento NATO, abbiamo uno stato fantoccio secondo produttore planetario di oppio (il primo è l'Afghanistan...), che campa esclusivamente di malaffare (ha praticamente raggiunto la "piena disoccupazione"...) trafficando in prostitute ed immigrazione illegale.
Il cui primo ministro è un criminale di guerra conclamato e dove la minoranza serba è stata azzerata dall'unica vera pulizia etnica portata a termine (accettabile o inaccettabile che sia) ed i monasteri serbi, costruiti 800 anni fà, interamente distrutti: complimenti, un vero capolavoro.
E questa, purtroppo, non è un'ipotesi ma un incubo divenuto realtà grazie agli apprendisti stregoni della lotta al terrorismo.

 
a_tiv
a_tiv il 04/09/08 alle 14:24 via WEB
Caro Mago la pulizia etnica è inaccettabile, punto. E’ inaccettabile sotto qualsiasi parallelo o meridiano. Non quella dei serbi in Kosovo, differentemente da quella dei serbo-bosniaci in Bosnia o dei georgiani in Ossezia o dei cinesi nel Tibet o dei titini negli ex territori italiani della Dalmazia, dell’Istria e della Venezia Giulia. Non sono esperto della politica dei Balcani e non conosco la complessità di tutte le controversie ma non posso ignorare che in quei territori si sono realizzati comportamenti indecenti ed inaccettabili. I croati non sono stati da meno? C’era una fazione kosovara violenta? Sono d’accordo ma ciò non giustifica nessuna reciprocità. C’era anche una fazione, quella di Rugova, non violenta. La Serbia di Milosevic nel 1989 revocò l’autonomia del Kosovo e con questa fu revocata anche l’ufficialità della doppia lingua albanese – kosovaro e serbo-croato, oltre ad essere sostituiti insegnanti e pubblici funzionari con personale serbo o ritenuto affidabile dalle autorità serbe. Con questo non prendo posizioni perché anche i kosovari si sono resi responsabili di efferatezze. Dico semplicemente che la questione del Kosovo e della Ossezia è differente. E lo è per le ragioni che ho già detto. E la sprovvedutezza di Saakasvili non può giustificare la reazione russa. Mi scuso per la citazione dell’ONU per l’intervento armato, anche se sappiamo che non vi fu una risoluzione solo per il veto di Russia e Cina.. L’ONU intervenne però dopo la resa serba. Si può affermare, per la storia, che Milosovic condusse il suo braccio di ferro convinto di poter negoziare la divisione del territorio kosovaro e che l’amministrazione Clinton invece spingeva per la resa di Milosevic e della Serbia. Veniamo ai paralleli - "Non erano, forse, stati sovrani l'Irak e l'Afghanistan che il presidente U.S.A. occupò nei suoi primi anni di presidenza?" - tra azioni criminali e azioni di ripristino di diritti umani e dei principi di democrazia e libertà. Si dice che la filosofia va letta con la storia e che tragga da questa le spiegazioni dei flussi di pensiero. Nulla è mai del tutto immanente! La libertà è un bene trascendentale che non è configurabile nella pratica. E quando il movimento di pensiero che si associa allo stato di sua privazione prende corpo, cioè quando esiste l’oppressione e la negazione della libertà allora emerge il suo bisogno. E’ capitato così anche nella seconda guerra mondiale quando le forze alleate sono intervenute a difendere il principio, consapevoli che, se fosse stato sottovalutato, la macchia di sangue si sarebbe allargata fino alle loro città. Lo stesso vale per il timore di ciò che può accadere in Medio Oriente, dove si sa che incombe un pericolo da non sottovalutare. Gli Usa che si sono serviti di Saddam per contrastare Khomeini, o che hanno deposto Saddam in Iraq, ovvero che sono intervenuti in Afghanistan per lottare contro i talebani presso cui Bin Laden formava i gruppi terroristici da diffondere nel pianeta, questi USA sono gli stessi che qualora non ci fossero stati avrebbero consentito al nazismo di dominare il mondo o alla Russia comunista di allargarsi in Europa o al fondamentalismo islamico di anticipare l’attacco finale per combattere il "male" ed annientare gli "infedeli". Si commettono errori e si arriva persino a cambiare le carte sul tavolo come è accaduto per l’amministrazione "pacifista" di Clinton che si incrocia con quella altrettanto "pacifista" di D’Alema ma la sostanza delle cose ci conduce a considerazioni che non è possibile omettere, neanche se , come tu dici, l’argomento sta a cuore. Senza l’intervento Nato in Kosovo nei balcani avremmo avuto un regime Milosevic, o chi per lui, ed in Kosovo la cosiddetta "normalizzazione" fatta di ingiustizie, repressione, discriminazioni e con sacche di guerriglia e di attentati di irredentisti kosovaro-albanesi. Ciao! Vito
 
MagoGandalf2006
MagoGandalf2006 il 31/08/08 alle 14:56 via WEB
Caro A_Tiv,
Ti ringrazio per il tuo stimolante commento, a cui proverò a rispondere punto per punto.
Comicio, se permetti, dalla fine:
Mi piacerebbe che i pacifisti in questa occasione davvero al limite della sopportabilità facessero sentire la loro voce ma, purtroppo, sono distratti, attenti come sono a seguire ora Bush, ora Berlusconi per riempirli di ingiurie.
Sui pacifisti e le loro marce ho ben poco da dire: sono dei militanti di sinistra, più o meno estrema, che criticano certe guerre e fanno orecchie da mercante sulle altre.
Chi li porta in piazza (i vari Pecoraro Scanio, Diliberto, Bertinotti, Rizzo...) lo fa per speculare, per ragioni di bottega elettorale, sui conflitti in corso di cui peraltro, i manifestanti, non saprebbero nemmeno indicarne, sulla cartina geografica, gli stati coinvolti.
Inutile dire che, esattamente come su tutto il resto, una volta al governo i politici di sinistra fanno l'esatto contrario di quanto spergiurato nelle piazze: fu il camerata D'Alema, per chi non lo ricordasse, ad oliare le ruote dei bombardieri in decollo dalle basi NATO italiane ed il compagno Fini non avrebbe saputo far meglio.
Dato alla sinistra ciò che è della sinistra, bisogna comunque aggiungere che, i pacifisti, non sono i soli per i quali la coerenza politica sia il più superfluo degli optional.

E come infine interpretare la Russia di Putin che si batte per l’indipendenza di un paese e di un popolo?
E’ forse credibile?

La posizione moscovita la interpreterei come dettata dai suoi interessi: sensibile alle richieste autonomiste dei sudosseti, meno -molto meno- a quelle dei ceceni.
La posizione di Washington invece pure: dopo aver calpestato integrità e sovranità di alcuni stati, oggi ne difende -chissà fino a che punto- quella georgiana.
Quanto alla credibilità di Putin sull'indipendenza di una provincia secessionista o sul diritto all'autodeterminazione di un popolo non mi sembra sia molto minore di quella di un Bush che parla di aggressione ai danni di uno stato sovrano.
Non erano, forse, stati sovrani l'Irak e l'Afghanistan che il presidente U.S.A. occupò nei suoi primi anni di presidenza?
Il resto è fuffa propagandistica che, occorre dirlo, si è ritagliata un ruolo sempre più importante: chi va in giro a portare la libertà e la democrazia, chi il socialismo e l'eguaglianza con contorno di genocidi veri e presunti, missioni di pace (spesso eterna) e tutte le altre soavi innovazioni linguistiche degli ultimi anni.


Esaurito il preambolo, tornerei all'inizio del tuo commento dove si trova l'argomento che mi interessa maggiormente trovando anche una prova concreta dell'efficacia delle succitate tecniche di comunicazione:

Nel Kosovo i serbi stavano attuando una pulizia etnica inaccettabile
Significa, absit iniuria verbis, che ci sono anche pulizie etniche accettabili: dipende da chi maneggia la ramazza ed il nome scelto dal presidentissimo georgiano per la sua reconquista è tutto un programma ("Operazione Piazza Pulita": non puzza di pulizia etnica? Accettabile, s'intende).
Per la pulizia etnica in danno, per esempio, dei serbi della Krajina (ad opera dell'esercito croato nell'estate 1995) nessuno, fra coloro che poi si stracceranno le vesti per la successiva pulizia etnica (quella inaccettabile) in Kosovo, si premurò di versare almeno una lacrimuccia fossanco di coccodrillo.
Ma la frase è, altresì, rivelatrice di quanto Goebbels avesse ragione e di quanti proseliti abbia fatto nel mondo della comunicazione attuale.
Sì, perchè il genocidio dei kosovari, in realtà, è esistito solo sui media occidentali: montature e/o messinscene tutte smascherate anni dopo, a babbomorto.
Accadde persino, ricorderai, una cosa che, da sola, dà la misura più d'ogni altra: Emilio Fede che, sul TG4, giunse a togliere spazio a Silvio per dare udienza a tale Antonio Russo, corrispondente per RadioRadicale.
Costui trasmetteva (diceva lui) da una cantina in quel di Pristina: parlava di fucilazioni di massa, di stupri collettivi, di centinaia di migliaia di morti...
Il tutto ad opera dei serbi ed il tutto senza fornire uno straccio di prova.
Nel frattempo, sulle pagine dei giornali, i morti crescevano esponenzialmente: ancora poche settimane e Sloba avrebbe minacciato il sessantennale record detenuto dalla premiata ditta Adolfo&Peppone.
Qualche anno dopo, al mitico tribunale dell'Aja, i morti per le operazioni in Kosovo per cui venne chiesto conto a Milosevic scesero drasticamente ad un più realistico 4.000.
Un bilancio che, vista la cifra, si avvicina più ad un'operazione anti-terrorismo di disarmo delle milizie UCK durata mesi che al genocidio di cui si era sempre parlato.
Nessuno fra i media che avevano in precedenza dato cifre gonfiate sentì il dovere di rettificare.
Oggi siamo daccapo: Qui troverai le inconfutabili prove, targate Reuters, del genocidio russo contro i georgiani.

Il Kosovo alla pari delle altre popolazioni dell’ex federazione slava godeva di una propria autonomia sancita dalla Costituzione del 1974.
Con lo scioglimento della Federazione Slava, la Serbia avanzò rivendicazioni storiche sul Kosovo, motivando così la resistenza dei Kosovari

Le cose, molto semplicemente, non stanno in questo modo.
Il Kosovo non era più autonomo dal 1989, anno in cui, su proposta di Milosevic (al suo ritorno da una lunga permanenza in quella provincia su incarico dell'allora presidente serbo Ivan Stambolic) e con voto unanime dei rappresentanti delle repubbliche federate, gli venne revocata.
La frase "La Serbia avanzò rivendicazioni storiche sul Kosovo" poi, equivale a dire "L'Italia avanzò rivendicazioni su Roma" o "La Grecia avanzò rivendicazioni su Atene" non in quanto capitale politica ma in quanto nucleo fondante da dove partì la storia di quel popolo.
Ma, a parte questa doverosa precisazione, semplicemente non è vero: il Kosovo era parte integrante della repubblica federata di Serbia e non c'era motivo per rivendicare una propria provincia; semmai, le rivendicazioni serbe riguardarono la Krajina (regione croata a maggioranza serba) e mezza BosnaHercegovina.

Anche la consistenza numerica della popolazione dell’Ossezia del sud (appena 70.000 abitanti) la dice lunga su una richiesta di indipendenza seguita e motivata dagli interessi della Russia.
Esiste, a mia insaputa, un numero legale minimo di abitanti per cui si possa, o non si possa, costituire uno stato? E allora: Andorra, Liechtenstein, SanMarino, Lussemburgo, Isole Far Oer...
In Kosovo l’intervento della Nato, su mandato dell’ONU, era stato preceduto da pressanti azioni diplomatiche su Milosevic . C’è stato un modo più ragionato e meditato di intervenire e solo dinanzi al diniego di Belgrado di porre fine alle azioni di violenza c’è infine stato l’intervento delle forze della nato
Non ci fu, salvo lacune della mia memoria, alcun mandato ONU (Dove l'hai letta questa?) ad autorizzare l'intervento NATO in Kosovo.
In compenso me ne ricordo un'altra di risoluzione ONU: la 1244 in cui veniva ribadito che il Kosovo avrebbe continuato a far parte della Jugoslavija; non è dato sapere che fine abbia fatto.
Quanto alle pressanti azioni diplomatiche su Milosevic, faccio mie le parole di Henry Kissinger che, a proposito della conferenza di Rambouillet, definì, in un'intervista, la proposta statunitense irricevibile, un'autentica provocazione, una scusa per cominciare i bombardamenti e così via (l'accordo prevedeva l'occupazione del territorio dell'allora Jugoslavija ad opera di forze NATO e, come se non bastasse, Madaleine Albright aveva promesso la piena indipendenza nel giro di pochi anni alla delegazione kosovara).

Vorrei ricordarti, inoltre, che la Nato non è solo Bush ma anche una moltitudine di paesi tra cui anche l’Italia.
E' come se io ti ricordassi che Vladimir Putin non è il presidente russo ma il primo ministro (che in Russia conta meno di un allenatore di Zamparini): certo che vi sono altri stati -pardon, paesi-, ma non è la prima alleanza in cui c'è chi dà gli ordini e chi li esegue.
Oppure pensi che Estonia o Slovenija abbiano peso analogo a quello statunitense in tema decisionale?
O che sia Frattini a dettare la linea a Condoleeza?

L’Ossezia del sud ai tempi dell’Urss non era una repubblica sovietica ed il suo territorio era parte integrante di quello georgiano, ed anche la sua popolazione aveva per lo più passaporto russo
Qui sta il punto: finchè georgiani, osseti e russi hanno tutti avuto lo stesso passaporto (sovietico non russo) i confini fra Georgia, Russia e le altre repubbliche avevano valore amministrativo e non c'erano motivi per ribellarsi per essersi trovati un po' più in qua o un po' più in là di un confine interno.
Dopo la dissoluzione dell'ex-U.R.S.S., però, non si potevano certo costringere gli osseti (etnia che parla una lingua russofona) che da sempre abitano quelle terre a vivere con i georgiani (che parlano una lingua non slava e che usano un alfabeto tutto loro) perchè così hanno deciso Stalin (che quei confini tracciò 80 anni fà), o il suo compatriota Saaksvili.

Come se una colonia di un paese straniero insediatosi in una zona dell’Italia possa rivendicarne l’autonomia
Questo, semmai, è uno scenario da riferire al caso kosovaro e non a quello osseto: gli osseti hanno, da sempre, abitato nei territori oggi contesi; mentre il Kosovo era, fino a pochi decenni fà, abitato in prevalenza da serbi.
Questi ultimi divennero minoranza per gli stessi motivi per cui lo saranno a breve gli italiani: differente tasso demografico unito ad un massiccio afflusso migratorio che ribaltarono, nel giro di poco tempo, i rapporti demografici iniziali.
Usarono la forza dei numeri nello stesso modo in cui la vedremo usare domani contro di noi da parte delle altre comunità: avallare l'atteggiamento tenuto dai kosovari contro i serbi ieri, ma non quello che terranno altri contro gli italiani domani?
A questo proposito mi vengono in mente le parole del saggio: Siamo tutti omosessuali, col deretano altrui.

E , senza prenderci in giro, sappiamo già che si tratta di annessione al territorio russo
E' una prospettiva così inquietante?
Sorvoliamo bellamente sul fatto che, nel cuore dell'Europa, si siano formati stati sovrani che sono diretta emanazione dell'integralismo islamico terrorista come BosnaHercegovina e Kosovo, e sul fatto che il secondo sia divenuto il porto franco dei più turpi traffici (prostituzione, droga, immigrazione illegale...) mondiali proprio di fronte a te; per poi inquietarci di fronte a quanto accade in casa d'altri?


Sul resto (la credibilità di Putin e sui pacifisti) ho già risposto all'inizio; non mi resta che ringraziare per l'attenzione e chiedere scusa per essermi dilungato oltremisura ma quest'argomento, si sarà capito, mi sta particolarmente a cuore.
Un caro saluto
 
MagoGandalf2006
MagoGandalf2006 il 31/08/08 alle 11:05 via WEB
Ciao DocGull,
Non sarebbe male, sulla falsariga di ciò che si fece a suo tempo per il Kosovo, bombardare Mosca per dare libertà, democrazia, etc etc ad Abkazia e Sud Ossetia e magari anche Beijing per dare le stesse cose al Tibet: peccato che George dabliu non possa più ricandidarsi, altrimenti avremmo visto un terzo mandato vivace ed interessante.
Io invece temo, purtroppo, che si sia solo all'inizio: il Caucaso è certamente fra le regioni più turbolente dell'ex-U.R.S.S., maanche altrove sono presenti focolai di tensione etnica.
Nel tranquillo Baltico, ad esempio, è presente una corposa minoranza russa, frutto avvelenato del rimescolamento di carte etnico messo in atto in epoca staliniana, molto malvista dai locali abitanti.
I 3 stati baltici sono anch'essi in orbita statunitense ma, a differenza della Georgia, sono già membri della NATO: ne consegue che se, quanto accaduto ad inizio mese, fosse successo sulle sponde del Mar Baltico invece che su quelle del Mar Nero noi oggi saremmo -statuto NATO alla mano- in guerra contro la Russia.
Altra situazione difficile è quella presente in Moldova dove, nella regione della TransNistria, è presente una corposa (ed armatissima) minoranza russa che ha già provveduto da tempo a dichiararsi indipendente.
Il suo status ricalca alla perfezione quello sud-osseto: stato non riconosciuto internazionalmente ma, de facto, indipendente dal potere centrale di Kishinev e sotto la tutela (e la protezione) russa.
Sullo sfondo incombe un altro membro NATO, la Romania, che, sull'intera Moldova, ha sempre avuto tentazioni (anche se, per il momento, rinviate a tempi migliori) annessioniste.
Anche lì circolano, già da tempo, le solite voci preparatorie di un intervento armato (per alcune restrizioni al bilinguismo si parlò di genocidio culturale, tra un po' passeremo a quello tout-court: ormai un genocidio non si nega a nessuno).
Teniamo conto che, se il presidente moldavo la ragionasse come Saaksvili, sarebbe anche peggio di quanto accaduto in Caucaso: le truppe russe sarebbero costrette ad attraversare l'ostile territorio ucraino per intervenire.
Ma la situazione più pericolosa resta quella dell'Ucraina stessa dove tutti i temi sono in gioco: ragioni storiche, economiche, militari, etniche, demografiche già si intrecciarono nel braccio di ferro che oppose per diverso tempo il presidentissimo Juscenko al suo primo ministro Janukovyc e che portò Kiev ad un passo dalla guerra civile.
Spero di sbagliare ma, secondo me, abbiamo appena cominciato.
Un caro saluto.
 
MagoGandalf2006
MagoGandalf2006 il 31/08/08 alle 10:34 via WEB
Cara Tasa,
Il piacere è tutto mio e su questo non ci piove.
Avresti voluto commentare in serbo? Puoi farlo tranquillamente.
Io un po' ne mastico, anche se, quando intervengo nei forum serbi/croati riscopro anch'io il dono della sintesi che non ho quando scrivo nel mio Blog.
Ad ogni buon conto, quello che non riesco a capire, mi permetterò di chiedertelo privatamente.
Un caro saluto.
 
a_tiv
a_tiv il 27/08/08 alle 20:26 via WEB
Caro Mago...io penso che sia stata furba ed interessata la posizione di Mosca per il Kosovo. L’atteggiamento di Mosca mi è sembrato simile a quello dell’orco che dice ai bambini indifesi che è pericoloso passeggiare nel bosco. Chi toglie il sospetto di un recondito pensiero per approfittarne non appena possibile? Ma il confronto tra il Kosovo e l’Ossezia non regge. Nel Kosovo i serbi stavano attuando una pulizia etnica inaccettabile, tanto più che il Kosovo alla pari delle altre popolazioni dell’ex federazione slava godeva di una propria autonomia sancita dalla Costituzione del 1974. Con lo scioglimento della Federazione Slava, la Serbia avanzò rivendicazioni storiche sul Kosovo, motivando così la resistenza dei Kosovari. Anche la consistenza numerica della popolazione dell’Ossezia del sud (appena 70.000 abitanti) la dice lunga su una richiesta di indipendenza seguita e motivata dagli interessi della Russia. Forse ci saranno responsabilità di Tiblisi per l’irresponsabilità di un intervento diretto a reprimere la richiesta di autonomia ma sembra proprio che l’orco stesse in agguato a incoraggiare ogni provocazione. In Kosovo l’intervento della Nato, su mandato dell’ONU, era stato preceduto da pressanti azioni diplomatiche su Milosevic . C’è stato un modo più ragionato e meditato di intervenire e solo dinanzi al diniego di Belgrado di porre fine alle azioni di violenza c’è infine stato l’intervento delle forze della nato. Non è stato così per la recente crisi caucasica! Vorrei ricordarti, inoltre, che la Nato non è solo Bush ma anche una moltitudine di paesi tra cui anche l’Italia. L’Ossezia del sud ai tempi dell’Urss non era una repubblica sovietica ed il suo territorio era parte integrante di quello georgiano, ed anche la sua popolazione aveva per lo più passaporto russo. Come se una colonia di un paese straniero insediatosi in una zona dell’Italia possa rivendicarne l’autonomia. E , senza prenderci in giro, sappiamo già che si tratta di annessione al territorio russo. E come infine interpretare la Russia di Putin che si batte per l’indipendenza di un paese e di un popolo? E’ forse credibile? Mi piacerebbe che i pacifisti in questa occasione davvero al limite della sopportabilità facessero sentire la loro voce ma, purtroppo, sono distratti, attenti come sono a seguire ora Bush, ora Berlusconi per riempirli di ingiurie. Ciao ed a presto, Vito
 
 
 

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