Il Caffè di Lughe

Spazi, Modi Donna!


Le parole sono tante, una in fila all'altra per raccontare eventi ed iniziative per un giorno che nostro non è più.Tante da perdersi sui fogli virtuali che si susseguono eppure una colpisce più delle altre come uno scoglio illuminato dal sole al tramonto che il mare accarezza piano.Riprendiamoci l'8 Marzo spunta così e, così semplicemente,  ferma l'attenzione per quel desiderio a lungo accarezzato e lentamente strappato da modi che non ci appartengono.Una concessione purchè nei restanti giorni dell'anno si facesse silenzio o non si disturbasse troppo lo scorrere controcorrente di una società che ci tollera, ma non ci accetta; che ci lusinga ma non ci rispetta; che ci vende una libertà fatta di sbarre e mancanza di dignità; che ci sberleffa, ma pretende lavoro sottopagato.Abbiamo chiesto poco, ma era troppo per chi ha tutto da sempre così hanno strumentalizzato richieste vendendoci una libertà fatta di lustrini e tette al vento, di vetrine scintillanti senza rispetto e di un modello che toglie anche il diritto di replica nell'omologazione che annienta e spezza.Riprendiamoci l'8 Marzo ed anche il giusto spazio che ci spetta in questa società che si mantiene sul nostro lavoro mal retribuito e sul lavoro di cura che altrimenti nessuno farebbe.Non tutti sanno che il 60% dei laureati sono Donne, ma solo il 46% lavorano.Il 42% dei Magistrati, il 32% dei Medici, il 42% degli Avvocati, il 30% degli Imprenditori sono Donne, ma guadagnano in media il 20% in meno dei loro pari uomini.Le Donne lavorano di più degli uomini tra professione e lavoro di cura peccato che i loro contratti siano a part-time o a contratto determinato più di quelli degli uomini e più degli uomini sono precarie.La pari dignità a parità di impegno, professione non è ancora raggiunta e il rispetto è stato cancellato dallo sgretolamento sociale della corsa al progresso che fornisce modelli non nostri, modi non nostri. Un modello di donna per il piacere della parte maschile della società.Rivendicare diritti sacrosanti a parità di responsabilità è un obbligo sociale non una concessione, non un benificio univoco da togliere a piacimento.Le donne non scelgono più di diventare madri.Nessuno si è chiesto perchè?Eppure la risposta è semplice.Come pensare di generare una nuova vita dovendo garantigli il minimo quando non si è in grado di garantirlo neanche a se stessi.Perchè le Donne con contratti temporanei non hanno diritto ai benifici previsti dalla legge sulla tutela della maternità.Eppure nonostante questa realtà ad ogni richiesta apparentemente nuova, ma vecchia di cent'anni, ci si stupisce convinti dell'incontentabilità delle Donne.Quel riprendiamo l'8 Marzo è solo uno dei tanti modi che abbiamo per ridare forza e valore a ciò che siamo, a ciò che facciamo quotidianamente e che questa società da troppo tempo da per scontato.Il peso più grande è sulle spalle delle Donne non si vuole ribaltare i ruoli semplicemente ridare voce al quotidiano scuotendo anche quella parte sana di uomini che con le Donne dividono gioie e dolori nel vita di tutti i giorni.Così ci riprendiamo ciò che è nostro: un posto accanto in questa società e cominciamo da domani.Non con scorribande o lustrini, ma con un presidio "critical mass" sull'attuale condizione femminile a Milano in p.zza Mercanti alle ore 18.La mia sciarpa bianca è già in bella mostra e domani sarà un momento di condivisione e sorellanza perchè chi meglio di una Donna può capire un'altra Donna?Io mi riprendo l'8 Marzo perchè "Se non ora quanto?"