Il Caos Regna

L'amore ai tempi della crisi


Sono chiusa, di carattere.Sembro solare, aperta, perché sono brava a parlare con le persone. Ma dentro sono chiusa. E parlare con le persone non sempre vuol dire aprirsi, con loro.Sono brava a parlare, si, è vero, E a volte dò anche l'impressione di dire molte cose di me, anche intime. Ma non è vero. Come ognuno di noi fa, anche io ho una parte di me, e della mia vita, che non espongo agli altri. E mostro sempre e solo ciò che ho deciso di mostrare.Questo avviene anche qui. In questo posto virtuale che, pur essendo popolato da sconosciuti, e quindi più aperto all'esposizione di sé, in realtà è comunque popolato anche da chi mi conosce, e sa bene chi sono, e quindi subisce inevitabilmente una censura.E così va a finire che si, vi parlo di me, ma difficilmente vi racconto le difficoltà di una vita quotidiana, le preoccupazioni, piccole o grandi, delle mie giornate, o le liti con Blue e molte altre cose. Insomma, evito tutto quello che reputo debba stare sotto la categoria "lavare i panni sporchi". Cosa che, secondo me, si fa a casa propria.Non voglio nemmeno però che qui finiscano solo le cose belle, o quelle che apparentemente sembrano dare l'idea di una vita tutta rose, fiori e un po' di disordine.Qui è difficile, e mica poco.Un anno fa sono rimasta senza lavoro. Mesi a lavorare gratis perché la ditta era in cattive acque e alla fine il licenziamento. E l'indennità di disoccupazione, almeno quella.A 40 anni. Con due figli. Senza specifiche conoscenze. Con un diploma di liceo scientifico, senza laurea, non so tenere la contabilità, non so fare una busta paga. Non sono nemmeno in mobilità. E sicuramente non ho l'età per l'apprendistato. Insomma, tecnicamente non valgo nulla. E non sono un cv appetibile.Per la prima volta nella mia vita mando cv e non vego chiamata ai colloqui. Sono ufficialmente vecchia, sorpassata, per il mercato del lavoro. Ma troppo giovane, e senza la possibilità economica per permettermi di non lavorare.Ed è stato allora che ho deciso di "saltare", di usare parte della mia indennità per pagarmi i corsi di formazione e inventarmi insegnante di Pilates, di yoga, con tutto quello che nel frattempo vi ho raccontato. Per darmi una possibilità. Per non trovarmi, quando l'indennità fosse finita a non avere nulla. Senza speranza. Senza futuro per me, e per i miei figli. E sta fnzionando. Adesso. Un passo alla volta. Ma l'indennità è finita molto prima che la mia scommessa cominciasse a funzionare, e in mezzo ci sono stati mesi in cui perdere la speranza sembrava l'unica cosa da fare.In mezzo ci sono stati mesi a vivere in quattro con uno stipendio solo. E la casa in affitto. E la cresima di mia figlia. E il suo compleanno. E pasqua. E le bollette. E tutto quello che rende le notti lunghe e spaventose e i giorni nemici da affrontare con lancia e scudo.Abbiamo fatto miracoli, io e Blue. Abbiamo ridotto la nostra spesa settimanale dai 130-140 euro agli 80, a volte 60 di ora. Abbiamo scoperto che sprecavamo un sacco di soldi, prima, e che l'indispensabile ha il suo fascino.Non si esce più a cena, non ci si compra più niente. Quando ti permetti una pizza a casa è già una festa.Ma siamo stati bravi, e fino a qui ce l'abbiamo fatta. Non è stato facile, ma nemmeno così difficile come credevo. Ho imparato a pulire casa, abiti, e piatti senza praticamente usare detersivi, a distinguere le verdure di stagione, che costano meno e fanno meglio, a non sprecare insomma.E tutto quello che c'era è andato ai ragazzi. Perché a loro non deve mancare nulla.Ma, a volte, qualcosa mi manca.Mi manca la serenità di comprare un paio di scarpe senza fare i conti, e poi dover decidere di non prenderle.Mi manca uscire a cena.Mi manca la leggerezza nelle piccole cose.Ma non è periodo di leggerezza, per noi come per tanti altri, e lo sappiamo bene. Ma io e Blue siamo bravi, a ritagliarci attimi e piccoli spazi in cui tirare il fiato, in cui alzare la testa e respirare. E non smetteremo di farlo oggi.Perché alla fine la cosa più importante, anche nei momenti più difficili, e non prendere la vita troppo sul serio.