Il Caos Regna

Notte prima degli esami


Non ci sono riuscita, a scrivere, fino ad ora.E' da ieri sera che ho questo post sulla punta delle dita, ma non voleva uscire. Non era pronto. Non ero pronta.Ieri era la "Notte prima degli esami". La TUA "notte prima degli esami". Lo so, è banale, l'hai detto anche tu. Ma a me le banalità mi hanno sempre fatto emozionare.Piango solo per quelle. Piango mentre guardo i film, se ascolto una canzone triste. Anche i telefilm, a volte i cartoni animati, riescono a farmi piangere. Le cose serie no. Davanti a quelle mi chiudo, metto su mura spesse e altissime, in modo che i sentimenti non riescano a vedere fuori, in modo da lasciarli lì, al buio, senza aria.E infatti, non ero emozionata, fino a ieri. Lo sapevo, che avevi la maturità, e che tua sorella aveva l'esame di terza media. Lo sapevo al punto che ci facevo anche su dello spirito, sulla tensione che aleggiava in casa, in questo ultimo mese.Non ero emozionata al punto che stavo per partire, proprio in questi giorni. Che avevo programmato una mia piccola fuga ad Alessandria (annullata, ovviamente), a partire da domani, fino a domenica, completamente dimentica del periodo che sarebbe stato. Ma poi, ieri sera, su twitter, ho letto le parole "notte prima degli esami".E' stato uno tsunami. Di colpo tutta l'emozione mi è arrivata addosso. E in un attimo avevo il magone, preda di un'onda di sentimenti contrastanti, inaspettati e travolgenti.Intanto, le lacrime in tasca. Da ieri sera non posso leggere, o sentire, nulla che riguardi la maturità, che mi ritrovo con gli occhi lucidi, ad ascoltare il cuore che trema. Il solo pensiero di te, lì, a leggere le tracce dei temi, a scrivere, seduto in quel banco, mi manda l'anima in pezzi, facendola crollare.Perché sono in apprensione. Per te, per l'inevitabile (e sana, anche) ansia che sicuramente ti sta salendo, per l'esame in sé, per tutto ciò che sarà dopo.Perché di colpo ti rivedo davanti a me, bambino, col tuo grembiule nero, il primo giorno di elementari. E mi sembra ieri. E invece sono passati quasi 13 anni, da quel primo giorno, e io mi chiedo dove li ho messi, dove li ho appoggiati, che non li trovo più, tutti quegli anni..Perchè inevitabilmente sale il ricordo di me, a 20 anni, al mio esame di maturità. E si mischiano tra di loro il sapore dolceamaro del ricordo, e di ciò che mi aspettavo e mi immaginavo dalla mia vita allora, e quello più pungente della speranza, ma anche della preoccupazione per quella che sarà la tua strada. E sento insieme la nostalgia, e la voglia di guardare avanti. Il ricordo, e la speranza. L'istinto e il desiderio di proteggerti, e la consapevolezza di doverti lasciare andare.E' come se ti vedessi lì, sul ciglo di un precipizio. In bilico tra paura, e voglia di saltare.E vorrei dirti di restare lì, di non saltare, di non rischiare, che la vita fa male, comunque e sempre.  Ma so che non lo farò, e so che tu salterai.E io starò lì a guardarti spiegare le tue grandi e forti ali, e spiccare il volo.