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Conoscenza filosofica e conoscenza tradizionale - XII -

Post n°19 pubblicato il 08 Luglio 2015 da laura.foggiato
 

Tale convincimento, però, risulta essere incompatibile con la paura del dissolvimento e dell'annientamento.

L'umana conoscenza, relativa all'anima, viene contraddistinta dalla limitazione.

L'oggetto d'indagine è di natura tale da risultare parzialmente estraneo nella complessità alla comprensione umana, tale da alimentare congetture, e, sulla base di tali congetture, credenze e convinzioni.

L'indagine conoscitiva risulta difficile, pare, anzi, impossibile, nell'impossibilità di riscontrare effettiva conferma o smentita al supposto, verifica, e, in ciò, comprensione.

Una possibilità di coglimento del vero viene data dalla divinazione, dalla condizione umana di poter oltrepassare gli umani limiti, inoltrandosi, nella dimensione spirituale, in comunicazione con il divino, raggiungendo una comprensione, esprimibile nel vaticinio, nella capacità di vedere ciò che è caratterizzato come oltre, di averne conoscenza dimostrabile per via argomentativa, di cui è possibile renderne discorsivamente conto.

D'altra parte, è necessario che l'uomo abbia una conoscenza logica e possa, nel ragionamento, riuscire a raggiungerla, dando fondamento alla persuasione.

In questo è necessario che il discorso venga messo alla prova, affinché ne venga vagliata la validità, la capacità di resistenza, per non dover riporre, in un vagheggiare di desideri, che verrebbe a coincidere con un vaneggiamento, la ragionata convinzione come ultima adesione.

Parafrasando il passo 85e-86d del Fedone, diciamo che ciò che viene detto dell'anima, come se in tal modo se ne potesse avere garanzia, può essere predicato anche d'altro, assimilabile, ne discorso, all'anima, ma, materialmente riscontrabile come deperibile; di qui, dalla possibilità di assimilazione, nella dimostrabilità di uno dei due termini, s'insinuerebbe il sospetto della totale uguaglianza dei due predicati e del loro comune destino

L'anima potrebbe essere paragonata ad un'armonia, che, in una lira ben accordata, risulta essere qualcosa di invisibile, incorporeo, bellissimo e divino; la lira stessa, sarebbe assimilabile, per riscontro, a ciò che è corporeo, deperibile, e, di qui, il rimando all'uomo ed alla sua condizione.

Simile anche il discorso sulla possibilità che, venuto meno il corpo,cioè la lira, l'armonia possa, d'altra parte, per il fatto di essere affine al divino, continuare ad esistere.

Ma sulla credenza che l'anima sia mescolanza ed armonia di elementi quali caldo, freddo, secco e umido, si basa la considerazione che l'anima armonia, per quanto divina, venga a perire nei mali del corpo, rimanendo il corpo, al contrario, e, mantenendosi a lungo; inoltre,itenendo l'anima una mescolanza armonica degli elementi caratterizzanti il corpo, danneggiato il corpo, essa sarebbe la prima vittima della distruzione.

D'altra parte, il discorso giunge a dimostrare l'esistenza dell'anima prima dell'incarnazione, ma è insoddisfacente l'argomentazione circa la possibile esistenza dell'anima dopo la morte dell'uomo.

 

Per quanto sia ragionevole credere che l'anima abbia una natura più forte rispetto a quella del corpo, si dovrebbe, per ciò stesso, convenire sulla possibilità dell'esistenza dell'anima dopo la morte, dato che è possibile constatare che la parte dell'uomo ritenuta la più debole, il corpo, dopo la morte, si mantiene per un certo tempo, da qui deducendo che, a ragione dunque, la parte più forte, l'anima, dovrebbe avere capacità di resistenza. Ciò risulta, nel passo 86d-88b del Fedone, - che parafrasiamo -, dove viene citato ad esempio un vecchio tessitore, morto, ipotizzabile, invece, in base all'argomento su svolto, come vivo, da qualche parte, citando, per avvalorare tale ipotesi, a testimonianza, l'ultima veste indossata da costui, visibilmente intatta, esente da consunzione, e, assumendo a prova di ciò, la superiorità della natura dell'uomo rispetto alla natura della veste: non essendo, quindi, distrutta la veste, a maggior ragione dev'essere intatto l'uomo; ma questo ragionamento manca di valore.

 
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