ILDOMINIOPERDUTO

MAGGIO PAZZERELLO


 Mai affermato di essere una persona normale. Nemmeno lontanamente. Anzi, Dio o chi per Lui me ne liberi. Niente di grave quindi se durante questo 'ponticello', oltre a sbirciare le evoluzioni ragguardevoli di un tempo che sembra intenzionato a dimostrarci il concetto di eterogeneità con l'ausilio di esempi concreti, mi sono asserragliato nella mia confortevole cripta per ca@@#ggiare, adempiere al vecchio vizio conosciuto e verboso e recuperare il tempo smarrito nei patemi abitualmente feriali tramite pratiche ben più idonee. Per i profani, quindi, leggendo scrivendo, suonacchiando. Risparmio al lettore la quantità di voli pindarici della fantasia, per cui rimando, nella migliore delle ipotesi, ad incontri cartacei e non volatili come quelli messi attualmente a mia disposizione. Risparmio anche la quantità di pensieri non perfettamente onorevoli a cui mi sono abbandonato, che ho la benevolenza di autocensurare, ma si sa, l’età tra le altre cose provoca una diminuzione del livello di tolleranza, quindi perdonatemi sulla fiducia. Fatto sta che insieme ai nuovi amici (tipo Llloyd Jones, Il libro della gloria, edizioni Einaudi, che consiglio anche ai non rugbyfili [lo so, come neologismo è orrendo, ma in fondo il blog è mio e ci scrivo QUELLO CHE PARE A ME!!!!...:-D]) ne ho reincontrati di vecchi, come l’Alessandro Piperno nazionale, che ho trovato ancora una volta splendido. Meraviglioso. Perché per una volta sotto la forma regale, inarrivabile, della sua prosa c’è ANCHE LA SOSTANZA, diciamolo. Eh sì, se non si fosse capito mi ci voglio gettare dentro di nuovo, a corpo morto, nella polemica, perché a me certe cose, come si sarà capito, proprio non vanno giù. Cut. Noi abbiamo necessità di una falange di scrittori armati di penne acuminate, che guardino la Vita in faccia e cerchino di indovinarne la combinazione, tentino di forgiare le chiavi per dischiuderla. Ci siamo stancati della mancanza di idee, del pressapochismo, della non-sostanza, della leziosità formale di chi nella vita non fa altro che strisciare e oltre a questo ha anche la pretesa di trasformare la modestia in un prodotto inutile, che va ad appesantire le già traboccanti scansie delle librerie. In Italia abbiamo avuto scrittori grandi. E’ indubbio. Non semplicemente Dante o Petrarca, che ormai sono miti incartapecoriti in un passato troppo lontano. Anche altri, che ci invidia tutto il mondo. Altri che cercavano. O quanto meno tentavano. Ed un pensiero che non mi esce dalla testa è che quando abbiamo avuto scrittori grandi eravamo migliori anche noi. Ne sono certo. Rimbocchiamoci le maniche, quindi, ognuno a modo suo. Smettiamola di trovare scuse. Il periodo forse è il migliore per ritornare alle Piccole Cose Buone. Fidatevi di me. E a voi, miei diletti, appuntamento al solito, alla prossima. R.