ILDOMINIOPERDUTO

LA STANZA CHIUSA


  Allora, immaginate il naufragio più tremendo che la storia possa ricordare. Shakespeare potrebbe avere scritto qualcosa di interessante sull'argomento. O magari visualizzate una tromba d'aria che faccia scervellare i vertici della Protezione Civile per reperirne negli annali una analoga. Vi guardate intorno, guardate quella che un tempo era la vostra casa, e tutto ciò che è rimasto in piedi sono 4 mura orgogliose e testarde, un brandello di cucina utile per prepararsi il tè delle cinque del pomeriggio, la poltrona delle ore d'ozio e qualche libro, sparso sul pavimento, sopravvissuto al crollo della libreria.Chiaro, potrebbe non essermi successo niente del genere. Semplicemente potrei essere compresso in quella che Montale chiamerebbe "cellula di miele", la mia stanza, cercando di difendermi meglio che posso dal caldo soffocante che anche per questa estate non si farà mancare, annoiato, in pantaloncini corti e maglietta, avendo a mia disposizione tutto il tempo libero del mondo, una libreria affollata come i viali di circonvallazione alle sei del pomeriggio (o alle tre di mattina) e ricordi tangibili come vecchi amici seduti attorno ad un tavolo. Potrei essere intento a diluire le ore del pomeriggio leggendo un libro, oppure ricordando qualche passaggio dei miei preferiti. Del resto era il Jim Morrison scrittore che diceva che l'unica cosa che potrebbe sopravvivere ad una distruzione completa del mondo sono le poesie, perché soltanto i versi si possono imparare a memoria, e quindi conservare, e quindi ancora continuare a nutrire, a dare energia e a rivelare anche quando tutto intorno è crollato. Unite alle poesie non tanto, quel centinaio di libri che nella mia vita mi hanno lasciato completamente disarmato, senza parole, oppure mi hanno mostrato la realtà sotto una luce completamente diversa e realistica, shakerate e otterrete la mia opinione in proposito.Sono sempre stato circondato dai libri. Non so perché. Forse perché ognuno di noi ha la sua modalità per (se lo desidera) "sfrondare il mistero", come diceva un poeta contemporaneo. La mia prediletta è sempre stata quella della lettura. Certo mi piacciono tutte le forme d'arte. L'arte è da sempre il mio nutrimento spirituale. Non potrei farne a meno. Datemi qualcosa da guardare o da ascoltare e potrei anche accontentarmi di vivere in una grotta. Ma la lettura è il mio tramite con la conoscenza, non saprei spiegarne la motivazione ma è una delle poche cose di cui mi senta certo. Lettore, quindi, anzi, meglio, "rilettore", visto che una delle mie consuetudini è quella di affezionarmi a parole, atmosfere e "clima" dei libri che mi hanno maggiormente colpito, tanto da non riuscirli ad abbandonare, a lasciarli vagare per il mondo da soli. Li devo tenere con me, nel mio scrigno, continuare a curarli, e loro a curare me, scoprendo magari alla decima rilettura aspetti che non avevo notato alla seconda, e rallegrandomi di questo.Vi renderete conto anche voi che soltanto i libri migliori possono resistere alla prova del tempo. Nel mio piccolo, è il test cui sottopongo tutto quello che mi capita di incontrare nei miei pellegrinaggi. L'unico a mio avviso affidabile.Proprio per questo, per questa particolarità che ogni lettore consapevole si porta dietro, quello che vi proporrei sarebbe di vederci qui, di tanto in tanto, nella mia stanza, e confrontarsi, curarsi, utilizzando i libri come tramite. Potrebbe essere interessante, credo. Certo non vi aspettate di trovare in questa sede la recensione dell'ultimo best seller del momento. Del resto sarete così indulgenti da non pretendere da un naufrago di essere del tutto aggiornato sulle novità. Diciamo che l'idea potrebbe essere quella di unire il presente al passato in una dimensione senza tempo, scandita soltanto dalle letture che ci scatenano, che ci hanno scatenato dentro vera passione. Io vi illustrerò le mie, ma non è detto che sia l'unico a condurre il gioco. Accetterò quindi suggerimenti e consigli anche da qui, dalla mia stanza di profugo, e lo stesso farà la mia libreria, che sto ricostruendo con pazienza, pezzo per pezzo. Potremo parlare un po', insomma. Dialogare. Per scongiurare la noia, il caldo e cercare di nutrirci in una maniera che ha poco a vedere con fast-food e pizzerie. Del resto è tutto quello che ci è rimasto. Tutto questo. Niente altro. Alla prossima, dunque. E un buon sonno, seguito da un ottimo risveglio, a tutti voi. R.