ILDOMINIOPERDUTO

L'ALBA DISEGNATA DAI SOGNI


Sì, lo so. Lo so. Nonostante i proclami di indipendenza sono arrivato al ventunesimo giorno consecutivo di lavoro (!) e a questo punto comincio a pensare che ce la siamo scelta davvero; ho festeggiato in maniera trascurata e trascurabile il mio compleanno, ma non è nemmeno quello il problema. Ho ripreso ad andare in "loop" su una canzone, in questo caso questa vagamente bretone "Gold" tratta dalla OST di "Once", film che mi ha spezzato il cuore. Credo sia al repeat numero 20, 21, ok, ho perso il conto. Non è nemmeno questo il problema. Era solo per dire che basta poco, davvero poco, un bicchiere di vino, un odore, una nota captata per sbaglio dal mio balcone affacciato sulla città, per portarmi via da qui, senza democrazia, asportarmi da questa scrivania sudata (anche visto il caldo) e faticosa e condurmi in uno strano territorio intermedio dove le speranze dei viventi si intrecciano con quelle dei trascorrenti (sì, io ormai li chiamo così) e dove tutto, come qualcuno scrisse, in tempi andati, "nel ricordo può risorgere glorioso". Meglio di quello che è. Ok. Lo ammetto. Non realistico. Adornato. Ma qui guido io. Qui comando io. E l'ottimismo si alimenta, per noi laicamente abituati ai fatti della Vita, con piccoli artifizi. Alcuni più innocui di altri. Quindi questa sera, questa notte, sono in Bretagna. Francia. Non chiedetemi perchè, nè per come. Sto mangiando pesce e carne cucinata in maniera onesta e magistrale, da una vecchia nonna la cui sapienza pare indietreggiare nei secoli, e sorbendomi un rosato che resusciterebbe un morto. Fuori, la temperatura ideale per chi non sopporta un clima troppo invasivo. E sono felice. Sì. Non l'avevo detto? Sì. Felice. Ho quasi paura a scriverlo. Note che sanno di una parentela con le faccende essenziali dell'esistere, la terra, la foresta, dèi di un tempo primigenio, mi risuonano dentro. E non ho bisogno di altro. Tranne che continuare a crederci. E lo farò. Almeno fino alla fine della notte. Stenterò ad addormentarmi, per prolungare il sortilegio. E vi immaginerò, piccole anime, qui. Qui con me. Felici come me. Siamo figli, tutti figli. E schiavi. Dell'amore che doniamo, che trasmettiamo. Un giorno lo capirete anche voi. Che nonostante tutto saremo sempre gli uni per gli altri. L'unica risorsa.Ma ora silenzio.Shhhhht.Ora silenzio.E....Devoti elettiAlla prossimaR.