Il Mio Elfo

Per par condicio inserisco questa triste recensione. Romeo e Giulietta


Nella foto Nicola Russo, il bravo e giovane attore dell'Elfo da La Stampa.it Per Romeo e Giulietta amore e morte in un loft Federica Castellini e Nicola Russo nel finale della tragedia di Shakespeare. MASOLINO D'AMICO Il primo festival shakespeariano al Teatro Romano di Verona si aprì sessant’anni fa, ovviamente con un Romeo e Giulietta; un nuovo Romeo e Giulietta ha celebrato la ricorrenza. E, forse in carattere con l’occasione, questo offerto dall’Elfo è un Romeo e Giulietta che si può definire tradizionale, discordante dallo stile amarognolo-sardonico-postespressionista tipico dello storico gruppo milanese, che peraltro anche di recente ha proposto un classico, Il giardino dei ciliegi, in analoga chiave poco avventurosa. In entrambi i casi il risultato è stato assai gradito dal pubblico, meno dalla critica. Ricevendo in apertura di serata il premio Renato Simoni per la fedeltà al teatro, la meravigliosa Rossella Falk ha ricordato una sua lontana Dodicesima notte in chiave romantica su questo stesso palcoscenico: sarebbe ammiratissima ancora oggi, erano tempi creativi. Non per nulla in quello stesso anno 1961 si vide a Londra la prima edizione di un Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli, le cui innovazioni da allora in poi sembra siano diventate canoniche: attori ostentatamente giovani per le parti principali, grande dinamismo, tenzone comica di Mercuzio con Tebaldo e subito dopo, tenzone brutale di Romeo con lo stesso... La regia di Ferdinando Bruni, che veste i personaggi in abiti cinquecenteschi (ma i ragazzacci di Verona, sempre impegnati a prendersi a spintoni, sono tutti omologati con i jeans di allora, pantaloni neri e camicie bianche molto scollate), le accoglie senza discutere, comprese certe piccole gag come il fazzoletto sulla faccia di Mercuzio, il parasole che il servo regge sulla testa della balia. La linea è collaudata, quando la si abbandona si rischia. Una nutrice elegante e che non fa ridere (Ida Marinelli), un Mercuzio risolutamente antipatico (Edoardo Ribalto) magari non saranno stati intenzionali; ma l’abolizione delle previste spade in favore di pugnali rende assurdi i duelli, non è mica Cavalleria rusticana e il fatto che Giulietta (la graziosa, energica Federica Castellini) si cali dal balcone, qui una specie di pulpito (veramente Shakespeare dice finestra, ma nessuno gli ha mai dato retta) e quindi abbracci il suo capriccioso, querulo Romeo (Nicola Russo), provoca goffaggini contraddicendo un testo che qui gioca sulla separazione fisica dei due ragazzi. In tre ore abbondanti ci viene comunque fatto ascoltare quasi tutto, il taglio più vistoso essendo la sparizione del frate (Luca Toracca) dal sepolcro di Giulietta, il che facilita la riduzione a macchietta di un personaggio altrimenti piuttosto ambiguo. Diffidando dei pur potenti microfoni di cui è dotata, la compagnia urla continuamente come i contadini di una volta quando parlavano al telefono. Infine, la scena di Andrea Taddei, ampio ambiente di legno bianco con molte finestre asimmetriche, una scala laterale e possibilità di introdurre elementi mobili (anche un muro con cime di cipressi), è commendevolmente unica, ma non si adatta a tutte le situazioni, sottolineando con la sua vastità la mancanza di figuranti nelle scene di massa e risultando particolarmente inadeguata nel finale, quando il letto su cui Giulietta ha simulato la morte deve fungere da catafalco e la stanzona, più che una cripta, ricorda un loft. Shakespeare, «Romeo e Giulietta» Teatro Romano di Verona ----------------------------------------- Cazzarola ( si può dire?) è il Masolino d'Amico, mica ciccia. Ma forse la ciccia l'aveva sui suoi occhietti belli quando ha visto lo spettacolo: sotto forma di fette di salame e preconcetti...Magari gli Elfi non sono a servizio della stampa e della critica, magari volano alto, troppo alto per queste beghe. Magari semplicemente lui, il Masolino aveva mangiato pesante. Ma com'è che gli altri ne parlano bene? com'è che Erica (che c'era) mi ha raccontato che Mercuzio faceva ululare il pubblico tanto che era bravo? e poi: io Nicola lo conosco. Non è Querulo, ma bravo, ha avuto un buon maestro. Ida so come recita, lo so benissimo, ed anche Giancarlo Previati. Attori giovanissimi? ma è Romeo e Giulietta!, e chi ci doveva mettere? In più concordiamo che Ferdi sarebbe stato un meraviglioso Romeo. Ma ha ragione lui, largo ai giovanissimi che devono trovare un'occasione per emergere. Non toccate Luca (Torracca) poi. E' grande, il preferito perfino di mio marito che è sopra le parti. Le regie di Ferdinando poi son qualcosa di magico. Raffinate, mai sopra le righe, evocatrici. Ma poi penso anche che se avesse messo in scena una cosa trita, cupa e ritrita l'avrebbero definito piatto. Ed i figuranti costano, caro Masolino. Per chi, come loro, soldi non ne ha poi così tanti. Non è la scala, Non è l'Aida. E' teatro, e nel teatro, a volte, si immagina quello che non si vede. Ma se Masulin parla male anche del Giardino, allora, penso abbia grandi preconcetti. Si sa, la critica ama chi la ama, la vezzeggia e la lusinga. ma va????? A volte sembran prostitute. Senza offesa alla categoria (delle prostitute) Ragazzi, che pena. Il Masolino no, vi prego. Mi crolla un mito. Ho consunto i suoi libri a furia di studiarli all'Università. Va beh, meno male che da altrove mi arivano buone nuove..... ciao