Il Mio Elfo

BLASTED ALL'ELFO


ELFO 21 ottobre - 16 novembre 08 BLASTED di Sarah Kane traduzione di Barbara Nativi regia Elio De Capitani scene e costumi di Carlo Sala con Elena Russo Arman (Cate), Paolo Pierobon (Ian), Andrea Capaldi (soldato) luci di Nando Frigerio suono di Giuseppe Marzoli produzione Teatridithalia/Asti Teatro novità  Elio De Capitani mette in scena Blasted, il testo d’esordio di Sarah Kane, scritto quando la drammaturga inglese aveva appena ventitre anni. Il 2009 è il decennale dalla morte dell’autrice che, dopo avere scritto cinque testi memorabili, rappresentati e discussi in tutto il mondo, nel pieno di una forte crisi depressiva, si suicidò. Non una scadenza commemorativa ma un tempo organico di riflessione, che nulla toglie all’incandescenza del testo. Il celebre debutto nel gennaio del ‘95 al Royal Court vide Blasted e la Kane sommersi da un’ondata di scandalo, di critiche sdegnate e feroci. Altrettanto decise si alzarono le voci di segno opposto, tra cui quelle di Edward Bond e del Premio Nobel Harold Pinter, che per primi riconobbero la forza visionaria della sua scrittura, collocandola tra gli autori più innovativi del ventesimo secolo. De Capitani medita da tempo sul teatro della Kane, già potentemente immaginifico in questa sua opera prima che impone al regista, agli interpreti e agli spettatori un’esperienza di grande intensità e autenticità anche etica: «non c’è nulla di gratuito nella crudezza della Kane, nulla è osceno, tutto ha il segno del sacro che fa paura, della soglia che temiamo di avvicinare, ma alla quale osiamo guardare per scoprire l’orrore che altrimenti potremmo sperimentare sulla nostra pelle. Quante letture abbiamo fatto che ci hanno lasciato lo stesso segno profondo! Ma quando il teatro incarna la parola, il segno è ancora più inciso e l’esperienza ha un’evidenza lacerante, almeno nei casi felici in cui la messa in scena dà corpo all’immaginario dell’autore, al testo profondo e non solo alle parole». Blasted ha un avvio realistico, all’interno di una stanza di albergo, dove Ian, un giornalista sui quarant’anni, razzista e arrogante, ha portato Cate, sua giovane ex amante. La ragazza accetta di seguirlo, sentendolo disperato. In quel luogo, Ian le confessa di essere condannato a morte da un cancro e braccato da misteriosi nemici. Non ha più nulla da perdere e vuole disperatamente il suo amore, e proprio mentre queste richieste svelano la sua fragilità, la violenza ha il sopravvento: Cate viene aggredita verbalmente e fisicamente. E stuprata. È da questo punto che la Kane, fortemente impressionata dalla tragedia che si stava consumando in Bosnia, imprime una forte virata all’opera. Non tanto nell’intreccio - che vede un soldato irrompere nella stanza e replicare su Ian gli abusi prima inflitti a Cate, rievocando gli orrori della guerra in un crescendo di violenza - quanto nel passaggio dal realismo socio-psicologico a una forma molto più innovativa, definita da molti surreale, espressionista e allucinata. Una cifra originale che supera definizioni e paragoni. La struttura di Blasted viene scardinata in senso letterale, fisico e metaforico, dall’esplosione di una bomba: la devastazione della guerra penetra all’interno del “rifugio” di Ian e Cate, fino a confondere come in un incubo l’intimità dei personaggi e la realtà esterna. Il triangolo di sopraffazione e violenza tra la coppia e il Soldato diventa specchio del disfacimento nostro e dell’Occidente, che rischia di implodere o sprofondare su se stesso un’ennesima volta. Lo spettacolo, debuttato al Festival Asti Teatro il 30 giugno 2008, ha per protagonisti Paolo Pierobon e Elena Russo Arman, attori legati da tempo all’attività del Teatro dell’Elfo, ai quali De Capitani ha pensato appena ha iniziato a meditare su questo testo, attendendo a lungo per poterli coinvolgere. Per il Soldato ha scelto invece un giovane attore alla sua prima collaborazione con la compagnia, Andrea Capaldi.