Il Mio Elfo

Andrea Capaldi all'OUT OFF: "Che Tragedia!"


No, no no non è una tragedia se Andrea (Capaldi) è in scena a Milano. Anzi: è una benedizione!Cioè, a dirla tutta, un po' tragedia è, perchè il teatro OUT OFF è a casa "de diòs"! Una tragedia arrivarci ma, soprattutto, una tragedia tornare a casa per chi abita in provincia come me. Devo organizzarmi. Il fatto è che ho troppa voglia di vedere recitare Andrea in panni diversi da quelli del "Soldato"...è troppo bravo...Si perde nella notte dei tempi il giorno in cui sono andata a vedere uno spettacolo teatrale lontana dall'Elfo e dal Leonardo. Uno spettacolo di "altri". Paolo Rossi, qualche anno fa. Ma Paolo Rossi è pur sempre un Elfo.Ed anche Andrea, dopo Blasted, è un ELFO a tutti gli effetti. Per cui andremo alla ricerca di questa via Mac Mahon e vedremo di fare il miracolo di non passare la notte in giro alla ricerca di un mezzo diretto alla campagna quasi brianzola.Riporto una recensione tratta dal sito dell'OUT OFF e da quello del teatro Stabile di Calabria produttore dello spettacolo.-------------------------------------18 -  21 dicembre CHE TRAGEDIA!  Un progetto di Lorenzo Gleijeses ed Egumteatrotratto dai testi greci tradotti da Edoardo Sanguineti con Lorenzo Gleijeses , Andrea Capaldi, Armando Iovino, Davide Pini Carenzi regia Annalisa Bianco e Virginio Liberti Prodotto dal Teatro Stabile di Calabria in  collaborazione con  Festival Della Magnagrecia Appunti per uno spettacolo Premessa La Tragedia Greca è morta e seppellita con la cultura greca. Quando Aristotele scrive la sua Arte Poetica, scrive il primo libro sulla storia del teatro. Gli autori citati dal filosofo sono morti e i testi studiati già da tempo sono diventati memoria storica. Aristotele non ha mai visto i debutti dei testi di Eschilo, di Sofocle o di Euripide. Ne ha sentito parlare. Si fida delle descrizioni di altri, coglie il senso di quel gesto artistico e dà vita al primo libro di semiotica teatrale. Nei secoli successivi molti grandi autori teatrali, innumerevoli scrittori, filosofi e pittori, si sono lasciati influenzare dall’antico “canto del capro” e hanno coltivato il desiderio, l’ambizione e l’utopia di ridare vita allo spettacolo della tragedia greca.  Per noi, le parole scritte più di duemila anni fa restano lontane e incomprensibili. Non abbiamo l’illusione di poter fare un viaggio nel tempo a ritroso e nemmeno vogliamo cercare una  forzata attualità. Le parole tragiche scelte sono quelle nella traduzione del poeta Edoardo Sanguineti. L’arte poetica tragica di Sanguineti si presenta ai nostri occhi come emozione musicale, come ineffabile umanità e come stravolgente appello ai sensi del corpo umano. Detto così tutto può sembrare teoria, invece per noi, esiste una violenta concretezza nelle frasi del poeta Sanguineti. Emozione, Ineffabile, Stravolgimento e Concretezza sono per noi le linee guida per una nostra futura riflessione pratica sulle possibilità del Tragico ai nostri giorni. Non ci interessa tanto il racconto delle disgrazie di Antigone o di Edipo. Ci interessa la discesa negli abissi della sofferenza umana senza nome, senza storia come i quotidiani morti del Darfur, delle strade in Iraq o nei massacri successi in Rwanda. La violenza dei nostri giorni è anonima e le vittime sono corpi senza nome, senza passato, quasi sempre senza una identificazione. Ci accorgiamo della loro esistenza solo quando una bomba li ha uccisi e ha fatto a pezzi i loro corpi. Insomma, i testi tragici non sono un fatto culturale ma un  preciso racconto di orrori.  Vogliamo entrare nel labirinto dei testi greci per restarci, per perderci senza cercare una illusoria via d’uscita. Il Tragico come un conflitto senza soluzione. Il Tragico come una macchina di sterminio per l’astuzia della ragione. Il Tragico come antidoto all’indifferenza del dolore altrui.     Gli attori  La nostra avventura nel labirinto tragico è vissuta da giovani attori. Nessun pregiudizio anagrafico. Sappiamo che l’aspettativa di vita nell’antica Grecia era di 40 anni. Aldilà della filologia anagrafica, quello che ci interessava era formare un piccolo gruppo di lavoro composto da giovani e realizzare una formazione attoriale come si faceva un tempo, cioè, attraverso la realizzazione di spettacoli. Noi abbiamo avuto una formazione nelle scuole di teatro italiane ma crediamo che un attore debba studiare e contemporaneamente dormire, mangiare, bere, respirare  e sognare e soffrire su un palcoscenico, come un pilota che ha bisogno di ore di volo o di un marinaio tanto bisognoso di tempeste e forti venti. Detestiamo le immagini retoriche per parlare di cose concrete e la poetica dell’attore è l’arte concreta di far apparire (poiesis) i morti mai dimenticati perché eternamente ricordarti nelle e dalle parole di un vivo per altri vivi. Ecco, forse questo è il principio che ci ha guidato nel labirinto tragico: resuscitare i morti per scoprirci vivi. Mah…come vedete non è così originale, questo era il canto del capro.    Annalisa Bianco e Virginio Liberti (EGUMTEATRO)    Estratti dalle critiche   … un gruppo guida come EGUMTEATRO da sempre dedito al teatro moderno decide di misurarsi con l’antichità e lo fa in modo del tutto insolito, titolando con ironia Che tragedia! una serie di traduzioni classiche firmate da Edoardo Sanguineti, puntando esclusivamente su brani dei cori e dei messaggeri. A esprimerli con occhi sbarrati e precisi movimenti corporei, precisi fino alle vibrazioni, ci sono quattro ragazzi tra il 24 e i 30 anni… e anche se si sussurra del Dioniso, delle Baccanti, o si grida di Andromaca divenuta schiava, non si smette di parlare di noi, di questa umanità che galleggia nei secoli, grazie ad una comunicazione che scavalca il suono per trasmetterci vibrazioni sensitive. Gran serata con prove da brivido di Lorenzo Gleijeses , Armando Iovino, Andrea Capaldi, Davide Pini Carenzi. Franco Quadri – La Repubblica … lode ai due intrepidi registi e, in specie, ai loro quattro attori, tutti bravissimi nella scansione ritmica del testo. Essi sono Lorenzo Gleijeses , Armando Iovino, Andrea Capaldi, Davide Pini Carenzi.                                                                                              Franco Cordelli – Corriere della Sera… in Che tragedia! di EGUMTEATRO (in collaborazione con lo Stabile di Calabria), c’è un sottotesto non dichiarato che arriva dall’antica Grecia al Romanticismo… la fisicità dell’attore ( Lorenzo Gleijeses per primo), il linguaggio del suo corpo, è il vero linguaggio del teatro… la bellissima scena dell’acqua con due attori che vi si agitano fino ad immergervisi completamente, mentre Gleijeses/Dioniso rievoca compiaciuto il modo in cui ha “violentemente confuso” Penteo (Baccanti). Renato Nicolini – L’Unità Davvero una gran bella prova artistica questa, e coraggiosa, da parte di un gruppo giovane e agguerrito come Egumteatro…. I quattro attori corrono, , si affannano, declamano in una prova che a  momenti si fa atletica (Fino all’apnea, con momenti di brivido, con risalite dove lo sforzo del raccontare è commovente, appassionante). Come la scena del coro che, in una corsa simultanea, da fermi, restituisce un crescendo ritmico e sonoro dove non conta più tanto la narrazione quanto lo spasmo nervoso, febbrile, parossistico dei coreuti, la corporeità al servizio della parola a dilatarne il senso, a spostare , come a teatro si deve fare, il limite tra senso e suono.  E’ raro godere di un tale e assoluto livello di spettacolarità teatrale, che unisce raffinatezza di traduzione, novità di ideazione della regia competenza e generosità attoriale.                                                                                                                                Renzia D’inca - Hystrio Biglietti:  16,00 Euro  - costo prevendita e prenotazione 1,50 /1,00 EuroOrari spettacoli: da martedì a sabato ore 20.45, domenica ore 16 Trasporti pubblici: tram 12/14     Teatro OUT OFF  v. Mac Mahon , 16 - 20155 Milano  Telefono  02.34532140   Fax.  02. 34532105 E-Mail: info@teatrooutoff.it; www.teatrooutoff.it Dai Andrea che veniamo a vederti!firmatoil tuo Fan Club.MA FORSE IL  "12" PASSA DA LANZA!!!!!!!!!!!!!!!!! allora sono a cavallo! a cavallo del re!