Il Mio Elfo

I miei "Libri da Ardere"


Una bella serata, la mia serata. Avete presente Cenerentola? Bene, quella era sicuramente più carina, è vero, ma io mi son sentita felice come lei, quando va al party alla reggia del Principe.E' iniziato tutto molto presto e molto bene, con un giro di valzer in Rinascente insieme ad Erica. Saldi squisiti, dal 50 al 70%, pochissima gente, cappotti di Caractère a 130 euro...ho comprato un braccialetto, beddo beddo, cosa che faccio sempre quando si preannuncia una serata da ricordare. Una di quelle serate da raccontare ai nipotini, davanti al caminetto quando e se sarò vecchietta.Un braccialetto da guardare quando sarò un po' triste.Mi ricordo che da ragazzina andavo con le amiche al "burghy" sotto la Galleria. E lì avevamo appuntamento con i ragazzini amici. Quante risate, e quante risate ieri, come allora, con Erica, proprio lì, davanti alle stesse vetrine del fast food che ora ha un altro nome.  Non siamo cambiate, in fondo.Un passaggio da Piazza della Scala, l'appuntamento con un amico meraviglioso. Che dire, solo vederlo dall'altro lato della strada, alto e bellissimo, mentre ci saluta è stata un'emozione. Una bella serata ai tavolini di un bar, conoscendoci di più, parlando di noi. E poi abbracci affettuosi, parole tenere. Non siamo cambiate, in fondo. Proprio no.  E certe belle persone un po' ti fan tornare ragazza. E scopri che ragazza ci sei sempre stata, solo un po' distratta dalla vita e dalle incombenze quotidiane.L'allegra leggerezza, che non è superficialità, la voglia di gioire degli attimi, di quel meraviglioso piccolo miracolo che è l'amicizia, l'affetto, il voler bene. E scoprire che ti si allarga proprio il cuore, dalla felicità, quando scopri un'intesa grande, quando senti proprio dal profondo il bene che vuoi a chi ti sta vicino. E scoprire di essere in pace nei suoi abbracci d'amico.Poi, in teatro. Lo spettacolo: mi intimoriva molto. E mi attraeva allo stesso modo. Solo chi mi conosce bene sa quanto mi son sempre rifiutata di vederlo. Un po' di pendenze quà e là, mai definitivamente chiuse, mi rendevano un personaggio piuttosto difficile da sopportare. Invece non è stato così, perchè il personaggio in questione nulla aveva da spartire con il mio ricordo.Meno male, meno male. Ero un po' distratta, un po' accaldata. Sul palco i personaggi morivano dal freddo, noi, in platea, morivamo dal caldo. Un peccato, davvero, la differenza di temperatura rendeva difficile l'immedesimazione. Vedere sul palco gente semi assiderata e tremante mentre stai fondendo sulla poltroncina, insieme ad un odore di gomma bruciata che aleggiava nell'aria è un po' incongruente.Bravi gli attori, ma vah? ma chi se lo aspettava eh? Elio, prof! Un cerchio che si chiude, per me. Il personaggio di Elio mi è sembrato molto difficile e faticoso, sempre in bilico tra cinismo, boriosità accademica (uuh, la conosco, il "so tutto io, ora ti insegno") e sentimento. Un uomo meschino e saggio nello stesso tempo. Un uomo di Università, attempato, attratto dalla giovane donna, di cui si approfitta usando la stessa autorità despota di chi è abituato a comandare, ad essere adulato, temuto, esaltato dai propri studenti. E se per lei è sopravvivenza, per lui è dominio. Almeno credo, ma la mia impressione è distorta, sicuramente, da alcuni pregiudizi.Elena - Marina - io l'adoro. Sempre alle prese con personaggi complessi, difficili, stremati. Elena dolcissima, elena accattivante, Elena rassegnata, Elena attaccata al suo libro del cuore, per non perdersi nella barbarie, per avere qualcosa in cui sperare, qualcosa che possa mantenerla umana nell'orrore del gelo e della guerra.E l'assistente: un uomo che scopre di essere innamorato della sua amante. Ma non lo so, Non conoscevo l'attore e non ho capito bene il personaggio. Non abbastanza coraggioso da correre a cercare Marina quando bombardano l'università, non abbastanza coraggioso da capire la ricerca di calore ( umano?) di Marina. Lei era sempre sola. Lui andava a scaldarsi all'università. mah.ed il quarto personaggio: i libri della biblioteca personale dell'accademico. I libri parlano in "libri da Ardere" e, se a volte si sorride, è solo per pietà. I libri parlano, dicono tante cose a partire dai i titoli citati, per finire all'l'ultimo libro sacrificato per pura bestialità.Bella la regia di Cristina Crippa.  Bella la scena finale della neve, che ho d'istinto associato con la fine dei Dubliners di Joyce, la neve che cade e copre tutto, vincitori e vinti, nell'immobilità totale delle cose. Wow, non so se sono visionaria o no...E così ho superato la prova-spettacolo e ne sono uscita non solo INDENNE ma proprio felice. Già liberarsi dagli "spettri" del passato è cosa buona. Ed ora ne ho la felice conferma. Non descrivo i saluti finali con gli amici, (ancora una volta non sono riuscita a salutare Elio, cacchio). Non li descrivo perchè voglio possano restare una cosa personale ed intima. Sono stata felice, non me ne sarei mai andata da li. Avrei passato ore ed ore. Ed invece, proprio come le migliori cenerentole mi son sciolta dal caro ed avvolgente abbraccio e son corsa a casa! in taxi, of course, moderna carrozza scarrozzante.WOW. il fatto è che nella vita ho deciso di non dar più niente per scontato, di dire "ti voglio bene" quando è VERO, di vivere ogni momento, di dire quello che sento e, soprattutto, di abbracciare forte forte!E questa volta non ho sentito l'esigenza di cercare quella porta da spalancare con un calcio...