Il Mio Elfo

Romeo e Giulietta.


Capitano delle cose, a volte, che proprio non ti aspetti. E vivi delle giornate che sembrano irreali, tanto sono diverse, complete, bellissime. Capita raramente, dipende dall’atmosfera, da chi ti circonda e sta con te, da quello che vedi intorno a te.E se lo sfondo è il Teatro dell’Elfo, se l’oggetto è Romeo e Giulietta, e se i soggetti siamo io e delle persone speciali e care, ecco, tutto diventa semplice, spontaneo,chiaro, naturale, magico.E ti senti vivere, VIVERE, senza perdere un attimo, un solo momento bellissimo. Romeo e Giulietta. Romeo e la sua Giulietta. Ferdinando Bruni come regista della tragedia dell’amore, dell’onore, della passione totale, pura, indifesa e vulnerabile. Della crudeltà dell’odio, della freschezza e della giovinezza degli amanti, separati, lontani, persi. Ferdinando che vive, respira in tutto: negli attori, nei dialoghi della sua traduzione, nei suoi costumi, nelle luci, nelle espressioni, nello spazio riempito dagli attori.Lo riconosco Ferdinando, lo respiro in tutta l’opera. Lo sento nei dialoghi d’amore e di guerra. Lo ritrovo, come in un eco, nel suo Edoardo II, così ugualmente appassionato.Ritrovo la fedeltà al testo scritto, mischiata ad attimi di allegra modernità; penso al bellissimo momento del ballo in maschera, o all’irriverenza spavalda di Mercuzio (fantastico Edoardo Ribatto). Penso alla  fresca modernità di Giulietta (Federica Castellini).Forte e temeraria Giulietta. Tenera Giulietta, Coraggiosa nelle sue richieste e nel suo esprimere l’amore a Romeo. Nel suo lottare per l’amore, contro il padre, la madre, la morte: una Giulietta che non si spaventa, ma l’accoglie con tutta se’stessa.E Romeo (Nicola Russo), un ragazzo bello, giovane, appassionato, un giovane uomo irruento ed assoluto nei suoi sentimenti, nella sua passione. Un attimo, un solo istante ed è perduto d’amore per la sua nemica. Inutile raccontare la trama, meglio vivere di sensazioni, quelle che mi sono rimaste addosso. Quelle che dovrò approfondire rivedendo presto lo spettacolo.Prima fra tutte la scena d’amore fisico tra i due amanti, svelata appena dalla leggera tenda,  liberata nel tenero abbraccio d’amore. Bellissima, intensa. Mi ha inchiodata alla poltrona, ed avrei voluto qualsiasi cosa in quel momento.Ed anche l’incontro dei due ragazzi: l’innamoramento improvviso, totale, lo scambio di parole d’amore dolci ed assolute.Poi la scena della morte del bravo Paride (Silvio Laviano). Emozionante. Paride è un bellissimo personaggio, un po’ evanescente all’inizio nelle sue veloci apparizioni ma che si rivela pienamente nel sepolcro. Emozionante, la sorpresa e l’orrore di veder la sua Giulietta morta. E le sue parole, bellissimo, vero, da lacrima, da lacrima.La balia. La balia è Ida Marinelli, la dolcissima e meravigliosa Ida Marinelli. Una balia che ci fa ridere di gusto, diretta, irriverente, logorroica, affettuosa, materna. E che ci fa piangere. La scoperta del cadavere di Giulietta, l’urlo straziante. Raggela. Mani fredde, piedi freddi, cappotto sulle gambe stretto con forza. Una lacrima nascosta per non mostrarla al mio vicino di poltrona.E Frate Lorenzo (Luca Toracca), così umano, un uomo che oltreché essere frate ha sicuramente vissuto, vissuto l’amore e quindi comprende, senza mai giudicare chi ama così tanto e paternamente aiuta i due amanti come sa, come può, diventando mano inconsapevole della loro morte. La balia ed il frate, padre e madre simbolicamente ed affettivamente contrapposti ai veri genitori di Giulietta. Genitori naturali ma freddi, misurati, dignitosi e, come spesso accade, conformisti.Guai a chi si ribella, disonore sulla famiglia. Vie e percorsi già previsti, decisioni prese senza sentimento.Ancora la ragione che si oppone all’istinto ed alla naturalezza dei sentimenti. Ancora le convenzioni e l’onore che uccidono la spontaneità degli affetti. Valeva allora, vale oggi. La voglia disperata di vita, la purezza ed istintività dei sentimenti scandalizza e crea malumori diffusi, invidia e rabbia. Così, nel gelo della tomba di famiglia, nel buio della notte, insieme ai resti degli avi, si consuma la tragedia di Romeo e Giulietta e Paride. Si ama, si muore, si riuniscono le famiglie. Come se solo un atto estremo e definitivo – la morte – possa placare gli animi. L’accordo nel dolore, che finalmente riesce a sopraffare i desolati ed increduli genitori.Sono bravissimi tutti, ma proprio TUTTI i generosi ed appassionati attori. Un bello spettacolo per me e per l’intero pubblico che ha applaudito tantissimo. Ed è stato molto bello osservare i numerosi giovani in sala, ragazzi e ragazze delle scuole che hanno seguito senza fiatare, rapiti, a dispetto della giovane età che porta naturalmente alla distrazione. Io ho sofferto, come sempre. Ed ho ricordato “Blasted”, come sempre. senza cercare il Soldato, questa volta. E poi ero distratta, molto distratta dal mio vicino di poltrona! Dal mio compagno di spettacolo. Che ad un certo punto ha borbottato la scena madre, tra se’ e se’ e mi ha fatto sorridere.  Quello che è successo dopo non voglio raccontarlo. E’stata una bellissima serata, insieme ad amici carissimi. Ho conosciuto due persone fantastiche, Tommaso e la sua dolcissima compagna. Ho finalmente passato del bel tempo con Silvio, una bellissima persona, un amico.Ho rafforzato un’amicizia forte forte con una persona a me tanto tanto cara. E ne sono felice.Quindi grazie, grazie, grazie. Ancora una volta Grazie.