Il Mio Elfo

Ancora il "Sentiero"


Seconda tappa della Tournée...dal 18 al 22 marzo a Trieste, Teatro Rossetti Sala Bartoli -------------------------------------------Spulciando qua e là.......... 
Il sentiero dei passi pericolosiNotizia inserita il 16/03/2009"Il canadese Michel Marc Bouchard, fra i più rilevanti autori contemporanei, costruisce ne Il sentiero dei passi pericolosi una storia realistica e metaforica: una tragedia familiare moderna, che Tommaso Tuzzoli mette in scena con straordinaria forza assecondato dagli interpreti Andrea Capaldi, Andrea Manzalini e Silvio Laviano. In cartellone alla Sala Bartoli, per altripercorsi, da mercoledì 18 a domenica 22 marzo. " È uno degli appuntamenti portanti del cartellone altripercorsi dedicato alle nuove istanze del teatro contemporaneo, Il sentiero dei passi pericolosi di Michel Marc Bouchard che sarà in scena da mercoledì 18 a domenica 22 marzo alla Sala Bartoli dello Stabile regionale.Prodotto dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, lo spettacolo si avvale della regia da Tommaso Tuzzoli, regista poco più che trentenne, talentuoso ed emergente, assolutamente incisivo ed essenziale nel linguaggio scenico.Scritto nel 1998, il dramma è concepito come una tragedia classica, scritta però secondo la sensibilità moderna, secondo lo stile di Bouchard, un drammaturgo fra i più noti e nitidi del nostro tempo: «Perché scrivere un'opera triste? Perché scrivere della morte?» sostiene «Perché non esiste pensiero più lucido del pensiero spogliato dagli scudi-bugie della vita; il pensiero di chi è baciato dalla morte, di chi non ha più nulla da perdere ma una cosa sola da guadagnare, la franchezza. Perché osare scrivere? Per osare vivere!» e sintetizza in queste righe il proprio manifesto poetico affidandoci la chiave per comprendere il suo Il sentiero dei passi pericolosi.Bouchard usa un linguaggio alto, ricco, per disegnare la realtà segreta ed esistenziale dei tre protagonisti, rivelata attraverso tagli di luce impervi, violenti, disincantati, anche cattivi, ma mai privi di emozione. Ad incentivare quest'intensità è una regia adamantina, che disegna lo spettacolo nell'efficacia di una scena spoglia e sapientemente illuminata, e oppone alla preziosità della drammaturgia una recitazione fisica, che "scolpisce" le battute e gli stati d'animo sul corpo degli attori.I tesi confronti verbali fra Victor, Ambroise e Carl - i fratelli al centro dell'opera di Bouchard - si traducono infatti in scontri fisici nella koinée recitativa a cui Andrea Capaldi, Andrea Manzalini, Silvio Laviano - questi i nomi dei tre interpreti - sono giunti attraverso una preparazione intensa, che è passata tramite un attento lavoro sull'improvvisazione e addirittura un training di boxe.L'assunto dell'autore, secondo cui il passaggio dalla vita alla morte è il momento estremo in cui poter guardare la verità dentro e fuori di noi, senza mistificazioni o filtri di sorta, si sostanzia in una messinscena costruita sul sottile confine fra morte e vita: la dimensione è infatti misteriosa al punto che i tre fratelli potrebbero essere già morti, e rivivere episodi del loro passato attraverso déjà-vu chiarificatori.La trama de Il sentiero dei passi pericolosi (che porta come sottotitolo Una tragedia stradale) vuole che essi si riuniscano per compiere un viaggio: uno di loro sta infatti andando a sposarsi. La vita reale li attende, ma invano: incorrono infatti in un incidente automobilistico e restano prigionieri per sempre d'una foresta, nello stesso punto "pericoloso" dove quindici anni prima erano stati testimoni (volutamente inerti?) della morte per annegamento del loro padre. Un padre artista, poeta, ebbro... presenza ingombrante e ossessiva di cui hanno avuto la tentazione di liberarsi, ma che rappresentava per loro - lo capiranno troppo tardi, dopo averlo abbandonato ai flutti e aver vissuto anni nel senso di colpa - l'unica via di fuga dall'omologazione.E davanti al loro "ultimo sentiero" ecco i tre fratelli dialogare, finalmente senza veli, in merito a questo misfatto condiviso e ad altre dolorose ombre dei loro profili e dei loro rapporti.Carl - che avrebbe dovuto sposarsi - è il più giovane e quello che ha maggiori ambizioni a inserirsi in un ambito piccoloborghese: è commesso in una grande centro, "paradiso" del consumismo del Québec. Ambroise, gallerista ed esteta, è omosessuale e in passato ha avuto un'insana attrazione per il fratello piccolo: nelle sue battute dissacranti è da cercare il punto di vista dell'autore. Infine Victor, il maggiore, apparentemente un semplice taglialegna, ma in realtà il personaggio più misterioso e complesso, a cui è affidato il compito d'innescare il meccanismo drammatico delle rivelazioni.Andrea Capaldi (Victor), Andrea Manzalini (Ambroise), Silvio Laviano (Carl) sono stati diretti da Tommaso Tuzzoli. Il disegno luci è di Simone De Angelis, il suono di Franco Visioli.Lo spettacolo va in scena allo Stabile regionale dal 18 al 22 febbraio. Tutte le sere la recita è alle ore 21, tranne domenica 22 quando la replica è esclusivamente pomeridiana. Sabato 21 doppia recita sia alle 17 che alle 21.Michel Marc BouchardMichel Marc Bouchard (1958) è uno degli autori canadesi più noti al mondo e docente universitario. Inizia la sua attività nei primissimi anni Ottanta, segnalandosi al National Arts Centre con La Contre-nature de Chrysippe Tanguy, écologiste (1983), ma il successo arriva alcuni anni più tardi con Le feluettes - in italiano Le mammole - prova o ripetizione di un dramma romantico (1988), tradotto in inglese (Lilies), e trasposto in film per la regia di John Greyson, presentato in Italia al festival a tematiche omosessuali "Da Sodoma a Gomorra" di Torino. Nello stesso anno compone Le muse orfane, testo rappresentato in vari paesi, Storia dell'oca (1991), Il viaggio dell'incoronazione (1995), Pierre et Marie... et le Demon (1997), Il sentiero dei passi pericolosi (1998), Sous le regard des mouches (2000), I manoscritti del diluvio (2003) e Occhi di vetro (2007).Ha scritto appositamente per Intercity Festival Il pittore di madonne. Nascita di un quadro (2003), durante una sua permanenza in Italia. Ha ricevuto molti riconoscimenti fra i quali il Premio Chalmer, il Dora Moore, il premio dell'Associazione Critici Teatrali del Québec, il premio del Journal de Montréal, il premio del Centre National des Arts du Canada e il premio Candoni.Tommaso TuzzoliNasce a Napoli il 9 ottobre 1977.Nel 2001 inizia la sua intensa attività di aiuto regia con lo spettacolo Edoardo II per la regia di Pierpaolo Sepe e Penultimi (2002) per la regia di Antonello Cossia, Raffaele Di Florio, Riccardo Veno.Lavora come regista assistente di Antonio Latella per gli spettacoli: I Negri (2001), Querelle (2002), Porcile (2003), La Tempesta (2003), La bisbetica domata (2003), Bestia da stile (2004), Edoardo II (2004), La cena delle ceneri (2005), Aspettando Godot (2007).Nel 2005 debutta con la sua prima regia per lo spettacolo I re di Julio Cortàzar e nel 2007 cura la regia de Il sentiero dei passi pericolosi di Bouchard, entrambi prodotti dal Nuovo Teatro Nuovo.http://www.trieste.com/-----------------------------------------------------------------