Il Mio ElfoIl Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia. |
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IL TEATRO DELL'ELFO
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Post n°183 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da erica_teatri
ELFO | 4 dicembre 08 - 4 gennaio 09 [dal 4 al 21 dicembre - dal 26 al 31 dicembre - dal 2 al 4 gennaio] 26 dicembre - replica speciale ore 16.00 31 dicembre - replica speciale ore 20.00 Ida Marinelli, Elio De Capitani, Ferdinando Bruni IL GIARDINO DEI CILIEGI di Anton Čechov italiano di Ferdinando Bruni supervisione di Rosa Molteni Grieco uno spettacolo di Ferdinando Bruni con Elena Russo Arman, Angelica Leo, Luca Toracca, Cristian Maria Giammarini, Cristina Crippa, Nicola Stravalaci, Corinna Agustoni, Fabiano Fantini, Edoardo Ribatto musiche di Filippo Del Corno eseguite da Sentieri Selvaggi luci di Nando Frigerio suono di Jean-Christophe Potvin durata 150' produzione Teatridithalia in collaborazione con Teatro La Nuova Fenice/Comune di Osimo e Amat Un’enorme tenuta che va alla malora, un frutteto che una volta all’anno, nel mese di maggio, si copre di fiori bianchi e diventa “giardino”, simbolo di rimpianti, speranze e sogni. Ogni anno il ciclo delle stagioni si compie, e ogni anno il giardino ritorna giovane, ricomincia la sua vita. A contemplare questo miracolo per l’ultima volta, riuniti nella grande casa dell’infanzia, i personaggi della commedia non possono che scorgere su di sé, ognuno nell’altro, i segni del tempo che passa, il miracolo che su di loro non si compie, l’approssimarsi di una resa dei conti col proprio destino. Così, nell’arco di un’ultima estate, si consuma una vicenda fatta di nulla, ma che attraverso il chiacchiericcio inconsistente che copre la disperazione, attraverso pause da riempire subito di risate o di lacrime, lascia intravedere le ferite della vita che se ne va “senza averla vissuta”. Debuttato nel 2006 con successo, vede in scena dodici attori, tra cui tutti i soci storici dell'Elfo: sotto l’attenta direzione di Bruni mettono in gioco la coralità, la sensibilità e la maturità del gruppo e delle sue singole personalità, nell’allestimento di questa commedia rarefatta, buffa e disperata che ha per protagonista il tempo e il suo trascorrere nella vita degli individui e del mondo. Non a caso, Gianfranco Capitta su Il Manifesto ha sottolineato che «si potrebbe definire quasi una “lettura di famiglia” del capolavoro cechoviano, dentro quel salone chiuso di una casa in decadenza, destinata a implodere e venire distrutta come il Giardino del titolo». Ferdinando Bruni, per questo spettacolo, è stato da poco insignito di due Premi Persefone 08 (Miglior scenografia e Miglior attore coprotagonista), riconoscimenti riservati ai protagonisti del teatro distintisi negli spettacoli trasmessi da Rai Due “Palcoscenico” e da Mediaset Premium. DALLA RASSEGNA STAMPA: Una compagnia della seconda generazione come quella di Teatridithalia ci sforna un’edizione del Giardino dei ciliegi del tutto degna degli antichi livelli ma capace di leggere nel grande testo un’atmosfera non di riporto, senza i compiacimenti di ieri, calata nella durezza senza sotterfugi di scomposte solitudini di oggi, senza idealizzare queste figure divorate dalle loro piccole meschinità nel grigio trascorrere dei giorni, in un ligneo spazio chiuso che le incatena da un atto all’altro senza uno sbocco esterno […] Franco Quadri, La Repubblica [edizione 06/07] L'ascolto della voce di Čechov è possibile fino allo spasimo, fino a cogliere, nei suoi silenzi, il respiro, e, di essi, il ritmo. Come accade tutto ciò? È Čechov a offrirne l'evenienza non con un trucco ma, ancora una volta, con l'ascolto [della vita]: «Improvvisamente risuona un rumore lontano, che sembra venire dal cielo, simile alla vibrazione d'una corda troppo tesa che si spezza. Il suono muore lentamente». Davvero mirabile l'interpretazione di Ida Marinelli, un'attrice piuttosto sottovalutata. Ma è svagato, bravissimo anche Elio De Capitani e, con lui, ricordo Elena Russo Arman, Angelica Leo, Fabiano Fantini, Vittorio Attene e Corinna Agustoni. Franco Cordelli, Corriere della Sera [edizione 06/07] |
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