Il Mio ElfoIl Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia. |
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IL TEATRO DELL'ELFO
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Verità svelate
Una mattina, nel parcheggio di un pronto soccorso, Franz viene trovato morto sul sedile della sua automobile. Paolo intanto lo aspetta alla palestra dove sono soliti incontrarsi per tirare di scherma. Siamo nella ricca provincia del Nord Est, fatta di case belle costruite con i soldi. Paolo scoprirà che l'amico appena scomparso non era la persona che lui credeva, scoprirà lo spietato mondo delle concerie, e scoprirà come ascoltare un bambino autistico...
Un film pensato nel 2001, concluso nel 2004 e nelle sale a febbraio del 2007
E' uscito nelle sale italiane, un pò per miracolo, un ottimo esordio cinematografico: Apnea. Roberto Dordit esordisce al lungometraggio con uno strano giallo sociale ambientato nel profondo nord est, fra le contraddizioni d'una realtà imprenditoriale afflitta da esasperate pressioni del mercato internazionale. La storia produttiva del film è illuminante sullo stato dell'arte cinematografica nel nostro paese: dichiarato nel 2004 di interesse culturale e nazionale dal Ministero per i Beni Culturali, ha avuto accesso ai fondi destinati alle opere prime e seconde (art. 8), consistente in un contributo di 250 mila euro come aiuto alla distribuzione, contributo però tagliato dal celeberrimo Decreto Urbani. Un film pensato nel 2001, concluso nel 2004 e nelle sale a febbraio del 2007.
Morti bianche
In un'intervista, Dordit ha dichiarato di aver sentito parlare per la prima volta dei frequenti incidenti che accadono nelle concerie venete nel bel Schei di Gian Antonio Stella. “Schei” significa soldi. “Schei” significa, applicato all'industria, che ogni cosa ha un prezzo e che il potere è nelle mani di chi possiede più “schei”, e che tutto il resto sono solo chiacchere. In Italia la questione delle morti bianche registra cifre preoccupanti, costantemente richiamate dalle istituzioni incapaci di porre rimedio a una realtà produttiva che produce – appunto – poco più di tre incidenti mortali al giorno sul posto di lavoro. Spesso le vittime sono stranieri. Gli extracomunitari che lavorano silenziosi senza mai aprir bocca, disposti a sopportare qualsiasi umiliazione pur di ottenere quei due soldi necessari alla propria dignità, sono esseri invisibili in questi nostri paesi ospitanti, che di ospitale non hanno nemmeno più la fantasia. Loro fanno quei lavori che oggi nessuno più vorrebbe fare. Gli “ospiti” sono persone a metà, costrette in condizioni dove non è nemmeno prevista la possibilità di avere una prole, sotto-proletari ai quali sono negati i diritti di cittadinanza più elementari. Esseri umani la cui vita vale meno di niente. Lo sfruttamento della manodopera a basso costo, fuori da ogni legge ed al di là d'ogni principio legato alla sicurezza è la chiave attorno alla quale è costruito il freddo giallo sociale allestito da Roberto Dordit. Le concerie sono luoghi pericolosi dove lavorare. Le vasche all'interno delle quali la pelle subisce i trattamenti per la colorazione sono contenitori di gas letali per l'organismo e la loro pulizia è un'operazione rischiosa perchè da svolgersi in completa apnea. Se si respira quell'aria si muore, si muore intossicati nel giro di pochi minuti. Questo tipo di lavoro è una delle classiche mansioni che gli italiani non vogliono fare più, perchè troppo pericolose e troppo mal pagate. Il Nord Est d'Italia è zona geografica specializzata in questo tipo di attività commerciale, le sue concerie sono fra le più rinomate ma la concorrenza derivata dal costo irrisorio della manodopera nei paesi del terzo mondo sta velocemente mettendo in crisi un intero settore. Per stare al passo con tale concorrenza, magari uno avanti, bisogna ridurre al massimo i costi, e ciò significa produttività oltre ogni legge. Straordinari e sicurezza sono le due variabili che in maniera inversamente proporzionale vengono maggiormente chiamate in causa dalla produzione. Si oltrepassano le ore massime di straordinario e si chiude un occhio sul rispetto rigoroso delle norme di sicurezza.
Lavorare in apnea per non morire
Questo è ciò che viene richiesto ai lavoratori nelle concerie italiane. I metodi di lavorazione della concia delle pelli appaiono assolutamente inumani, e qui risiede la forza della pellicola, non a caso patrocinata dalla CGIL. La macchina da presa segue i personaggi che si muovo nelle fabbriche: ne vediamo di moderne, di abbandonate, seguiamo il procedimento industriale, vediamo cosa fanno gli operai. Un catalogo di immagini che può darci qualche elemento per comprendere davvero cosa possa essere una fabbrica degli anni 2000. I luoghi di lavoro sono territori estromessi dai media, raramente vediamo in cosa si concretizzano quelle professioni ai limiti della legalità spesso fondamentali per il ciclo produttivo.
Paolo è interpretato da un sornione Claudio Santamaria, giovane giornalista sportivo d'una pubblicazione di provincia, che lentamente inizia a scavare sotto le apparenze del tragico infarto che ha stroncato l'amico conducendo un'indagine che lo porterà a scoprire gli scheletri che affollano l'apparente rispettabilità del capitalismo veneto. Un eccellente Elio De Capitani da corpo e voce al magnate locale (sarà proprio grazie a questa interpretazione che giungerà a Il Caimano di Moretti), vero paradigma attorno al quale costruire il polo negativo della narrazione. Vorrei segnalare a chi non lo sapesse che Elio De Capitani ha realizzato, pur essendo fra i migliori attori in circolazione nel nostro paese, solamente quattro pellicole, due delle quali negli ultimissimi anni e con ruoli piuttosto vicini per caratterizzazione del personaggio (se sia più di “fantasia” Berlusconi o questo imprenditore del Nord Est è difficile dire): Il Caimano (Nanni Moretti, 2006), Apnea (Roberto Dorit, 2004), Veleno (Bruno Bigoni, 1993) e Sogno di una notte d'estate (Gabriele Salvatores, 1983). Compongono il cast Giuseppe Battiston, nome spesso presente nei film a sfondo sociale del nostro cinema (Pane e Tulipani, La meglio gioventù, La tigre e la neve, La bestia nel cuore, A casa nostra); l'attrice italo-australiana Michela Noonan, che presta la sua fastidiosissima parlata anglo-italiana alla figlia dell'industriale/caimano; Fabrizia Sacchi - nel ruolo moglie dell'amico scomparso - che da un'intesa prova per un personaggio non completamente risolto e decisamente problematico; e infine il piccolo Daniele Mauro, che interpreta il figlio autistico dell'industriale De Capitani e presta la propria collaborazione per il carattere più controverso dell'intero film. Questo ragazzino, afflitto dal problema dell'autismo, sarà "proppianamente" l'aiutante dell'eroe (Santamaria), che risolverà il caso proprio riuscendo a entrare in contatto con quella parte nascosta che il bambino chiude autocentricamente dentro di sé. Risultano però piuttosto slegati dal resto della narrazione i momenti dedicati all'esplorazione del mondo interiore del piccolo Leo, e solamente accennati i motivi per cui Paolo riesca in qualche modo a comunicare con lui. Forse è solamente la sua capacità di ascoltare che li avvicina; forse solamente più amore può “curare” questo male oscuro.
Girato in digitale e fotografato con colori desaturati e sovraesposti, il film restituisce la sensazione di oscurità dell'intera vicenda e di un intero territorio all'interno del quale istinti utilitaristici brulicano e si concretizzano lontano da occhi indiscreti, lontano da animi che non potrebbero accettare la cinica etica con la quale il denaro viene prodotto. Un'ultimissima notazione su una colonna sonora di pregevole livello per gli amanti dell'elettronica, contenente i Koop e, udite udite, Matthew Herbert con la sua big band.
Intanto al botteghino, durante il primo week-end di programmazione, il film ha incassato 14.681 euro, con media-copia di 2.936 euro su 5 copie censite da cinetel. Un ottimo risultato per un film che ha trovato con così tanta difficoltà la sua strada. Dato incoraggiante, seppur minuscolo.
Alessio Galbiati - www.spaziofilm.it
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