Il Mio ElfoIl Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia. |
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IL TEATRO DELL'ELFO
« Gabriella e La Dodicesima Notte. | Libri da Ardere: una recensione. » |
Da domani sera fino al 18 gennaio, al Teatro Filodrammatici di Milano, è in scena Libri da Ardere.E' un bel po' di tempo che desidero vedere lo spettacolo ma, per motivi famigliari, gli scorsi anni non mi è stato possibile. Domani ci sarò, tra il pubblico, ad applaudire i miei cari Elfi.
Elena Russo Arman, per prima.
Cristina Crippa, alla regia, affronta temi a me cari, che evocano ricordi impossibili da dimenticare, perchè certe presenze nella mia vita non possono essere cancellate semplicemente con la volontà. E così, un personaggio, può avere per me un significato enorme ed essere un peso sul cuore.
Ecco, domani sera sarà una serata piacevole ma impegnativa, su vari livelli e per vari motivi. Una serata che cerco da tempo ma che un po' temo.
Tra le varie cose, diciamo un po' più mondane e frivole, sarà una serata di un caro incontro. Tanto atteso e desiderato. Si sa, ritengo sia più facile mostrarmi per iscritto che di persona, dove vale di più "il contenitore del contenuto" ed il coraggio delle frasi dette lì per lì, minimizzando le banalità. Scripta manent, e quindi per me "scripta" sono più importanti, ma i giudizi - spesso - nascono dai "verba". Seguirò il consiglio del mio amico Mau, sarò come sono. E' sufficiente. L'importante è poi non tornare a casa piena di frasi pensate e non dette, per timidezza, ripetendomi come un mantra "come sono stata scema, come sono stata scema". Ecco, tutto qui. Mi aspetto una bellissima ed emozionante serata!
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traduzione di Alessandro Grilli
edizioni Robin-Biblioteca del Vascello
regia di Cristina Crippa
luci di Nando Frigerio
suono di Jean-Christophe Potvin
Una città, forse di un paese dell’est europeo, in un gelido inverno di guerra è stretta nella morsa finale di un assedio. Un tempo ha avuto una rinomata università e una brillante vita culturale, ormai è semidistrutta dai bombardamenti e ridotta alla fame. Ancora in piedi, la casa di un illustre professore di letteratura ospita, oltre al padrone di casa, Daniel, il suo assistente, e una giovane allieva, amante di turno di Daniel. La situazione d’emergenza altera brutalmente questo microcosmo: a poco a poco i normali punti di riferimento, non solo le convenzioni formali, ma anche quelle più solide su cui si basava l’esistenza precedente crollano, travolti dal puro desiderio di sopravvivenza, che inverte e modifica ogni rapporto, intellettuale, affettivo, di potere, e stravolge il senso intimo di ogni gesto, di ogni abitudine.
Il freddo domina la scena, con la sua capacità di paralizzare, di annullare ogni desiderio che non sia legato a un pur minimo innalzamento della propria temperatura corporea. È Marina, fragile sotto l’apparente spregiudicatezza, a soffrirne di più, e a proporre per prima l’utilizzo della fornita biblioteca del professore come combustibile.
All’inizio si tratta quasi di un gioco un po’ intellettuale, un complicato “distinguo” tra buona e cattiva letteratura. Ma alla fine, giunti all’ultimo romanzo sopravvissuto, non sono più le qualità letterarie ad avere importanza. E il libro rivela tutta la sua valenza simbolica: rappresenta ciò che più identifichiamo con l’umano: il linguaggio, la comunicazione, la capacità di raccontare e ricordare, la voglia di sognare e immaginare insieme ad altri esseri umani. E allora, dopo l’ultima fiammata, non resta che la grande piazza coperta di neve e bersagliata dalle bombe, per aspettare la morte.
La vicenda è quella di un professore di letteratura, interpretato dal bravissimo Elio De Capitani, perfetto nei panni del suo cinico, colto, tromboneggiante e vile personaggio, del suo assistente Daniel, idealista ma non troppo, Corrado Accordino, della giovane allieva Marina, iconoclasta, anoressica, attanagliata da gelo, la prima a ”soccombere” alla barbarie della guerra, cui dà vita con bel temperamento Elena Russo Arman, ... Ma la domanda che il testo sollecita non è se in guerra la vita sia più importante della letteratura, bensì: l’uomo privato della ragione, dell’arte, del suo godere per una parola, un quadro, un tramonto, che uomo è?
Sotto i bombardamenti e gli incendi di una guerra simile a quelle appena passate o prossima ventura, a dominare la scena spoglia è il corposo e solido (e infaticabile) Elio De Capitani. Libri da ardere sono quelli che gradualmente alimentano la stufa in un inverno freddissimo. Anche se il freddo maggiore sarà ovviamente quello interiore dei rapporti tra i protagonisti. Un altro periscopio crudele puntato sulla crudeltà di oggi.
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