Il Mio ElfoIl Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia. |
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IL TEATRO DELL'ELFO
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Debutterà a Napoli, martedì 13 gennaio 2009 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 18) al Nuovo Teatro Nuovo, Che tragedia!, progetto teatrale di Lorenzo Gleijeses ed Egumteatro tratto dai testi greci tradotti da Edoardo Sanguineti, per la regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Calabria, in collaborazione con Festival Magna Grecia Teatro 2007, si avvale della presenza, in scena, di Lorenzo Gleijeses, Andrea Capaldi, Armando Iovino, Davide Pini Carenzi. Le scene e i costumi sono a cura di Rita Bucchi, il suono di Otto Rankerlott.
Intitolando, con ironia, Che tragedia! questa loro ultima messa in scena, i due registi di Egumteatro incontrano il teatro classico, dopo aver indagato le drammaturgie contemporanee di Copi, Koltès, Müller e Fassbinder.
Brani dei cori e dei messaggi da Le Baccanti, I Sette contro Tebe, Fedra, Le Troiane, sono interpretati da quattro giovani attori, Le parole tragiche, nella poetica traduzione di Sanguineti, danno vita ad un’intensa emozione musicale, che accompagna il pubblico nella discesa degli abissi della sofferenza umana: senza nome, senza passato, come i morti del Darfur, dell’Iraq e del Rwanda.
Liberti e Bianco non hanno scelto una ‘tragedia’, ma la riflessione sul senso del tragico, quello del passato e quello di oggi.
“La violenza dei nostri giorni – sottolineano i due registi – è anonima e le vittime sono corpi senza nome, senza passato, quasi sempre senza una identificazione. Ci accorgiamo della loro esistenza solo quando una bomba li ha uccisi e ha fatto a pezzi i loro corpi. Insomma, i testi tragici non sono un fatto culturale ma un preciso racconto di orrori. Vogliamo entrare nel labirinto dei testi greci per restarci, per perderci senza cercare un'illusoria via d’uscita. Il Tragico come un conflitto senza soluzione. Il Tragico come una macchina di sterminio per l’astuzia della ragione. Il Tragico come antidoto all’indifferenza del dolore altrui”.
In una biblioteca comunale, con tavoli, sedie e ovviamente libri, entra uno studente. Cerca un libro, lo trova e si siede. Inizia a leggere parole lontane, parole quasi incomprensibili. Lo studente alza il volume della voce e si avvicina un secondo studente, che guarda e ascolta le frasi tragiche. Ascolta, sorride, piange e inizia, anche lui, a leggere, a dire frasi tragiche di 2500 anni fa. Dallo zaino il secondo studente tira fuori un velo, una spada e, in una semplice biblioteca comunale, appare l’eroe lontano e sconosciuto, letterario e mitologico. Diviene l’eroe tragico, come un tempo, quando dal rito del Ditirambo un sacerdote era uscito dal cerchio sacro per parlare in prima persona, per diventare un attore, per ripetere parole di un morto, di uno sconosciuto, dire le parole di qualcuno che non si conosce come se fossero nostre.
“Inizia proprio così – concludono i registi - il nostro spettacolo sulla tragedia greca. Forse questo è il principio che ci guiderà nel labirinto tragico: risuscitare i morti per scoprirci vivi”.
Che tragedia!, un progetto di Lorenzo Gleijeses e Egumteatro
Napoli, Nuovo Teatro Nuovo – dal 13 al 18 gennaio 2009
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@nuovoteatronuovo.it
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