Il Mio Elfo

Il Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia.

 

TRA DIRE E FARE -GIORGIA.

 

DARREN HAYES - LOST WITHOUT YOU

 

THE ONLY ONE - DARREN HAYES

 

GULLIVER-MIGUEL BOSè-

 

meravigliosa! meraviglioso!

 

RENATO

 

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IL TEATRO DELL'ELFO

Dall'enciclopedia ENCARTA.... fondata a Milano nel 1972, la compagnia dell’Elfo si ritagliò fin dai suoi esordi uno spazio originale all’interno del panorama teatrale degli anni Settanta anche grazie all’allestimento di spettacoli come "1789: scene dalla rivoluzione francese, Pinocchio Bazaar, Le mille e una notte". Nel 1978, con l’acquisizione di una sala teatrale, la compagnia diede inizio a un nuovo corso, segnato dal grande successo di Sogno di una notte d’estate (1981), un’inedita versione musical-rock del testo di Shakespeare. Lo spettacolo costituì l’apice della crescita della compagnia, esperienza collettiva di un gruppo di registi e attori che vide in Gabriele Salvatores uno degli esponenti di maggior spicco. Negli anni successivi si affermarono nuove personalità registiche, come Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, mentre il gruppo si dedicò alla scoperta dei migliori autori contemporanei; nacquero così Nemico di classe di Nigel Williams e Visi noti, sentimenti confusi di Botho Strauss, per la regia di De Capitani; Comedians di Trevor Griffiths, per la regia di Salvatores; Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder, diretto da Bruni e De Capitani. Nel 1992 l’unione del Teatro dell’Elfo con il Teatro di Porta Romana diede vita a Teatridithalia. Portando al successo alcuni attori di primo piano della scena teatrale italiana, tra cui Paolo Rossi e Silvio Orlando, la compagnia proseguì la ricerca sulla drammaturgia contemporanea con gli allestimenti di testi di Brad Fraser, Steven Berkoff, Bernard-Marie Koltès, Yukio Mishima, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori e Mark Ravenhill. In tempi più recenti, il rinnovato incontro con Shakespeare ha dato vita a una versione violentemente espressionista di Amleto, a una nuova edizione del Sogno (1997) e a una brillante rivisitazione del Mercante di Venezia (2003).
 

 

Un omaggio alla mia amica

Post n°178 pubblicato il 29 Novembre 2008 da Cesonia00
 

L'ho detto, mi devo consolare in qualche maniera. e Marco pare essere una bella consolazione. dico "pare" perchè io x ora l'ho visto solo in tv. Mica come certe amiche che....va beh, lasciamo perdere.....la mia è solo invidia. E poi, io, per parlar di cinema e di amici, preferisco il Paolo, si è capito?

Ed a proposito di abbracci......che dire...

 
 
 

Come l'Ombra ( di Marina Spada )

Post n°177 pubblicato il 29 Novembre 2008 da Cesonia00
 

Devo tirarmi su il morale. E cosa c'è di meglio del Paolo (Pierobon, si si sempre lui) Che fa il prof di Russo? Ma l'avete mai visto un prof così. Ahhhhh! imparerei il russo in men che non si dica! Ma è meraviglioso, ha fascino da vendere ed è un gran bell'uomo perfino con la pancetta e con la barba.

Posso anche dire che abbraccia alla grande! (eheheh. invidiatemi!  ;-9) ma, scherzi a parte, quell'abbraccio è stato lungo, caldo, tenero e meraviglioso ed ha cancellato di colpo 10 anni di mia ignoranza.

Guardatelo qua di fianco nel promo di Blasted......com'è oggi....

ok, il Dvd. Domani lo cerco!!

 
 
 

Una lettera ad una persona cara

Post n°175 pubblicato il 29 Novembre 2008 da Cesonia00
 

Capitano a volte cose strane. Telefonate strane, impreviste, inaspettate. Magari le hai aspettate per anni, e nemmeno ci speravi più. Ma quando arrivano, non so, ti lasciano tanta amarezza.

In questi giorni mi è arrivata la telefonata che attendevo, di cui qualche volta ho fatto menzione perfino nel blog.

Ma la telefonata non è stata quello che pensavo.

A volte ti rendi conto di non essere compresa fino in fondo e che, mentre stai parlando, non ti escono esattamente le parole che vorresti dire. La testa va da una parte, il cuore dall’altra e tutto l’apparato fonatorio da un’altra ancora. Non so il perché non so se è stata la rabbia, la delusione degli ultimi due anni, l’incongruità delle tue parole. Il tuo essere così violentemente fuori tempo. Ma non l’ho capito. E mi sono anche profondamente arrabbiata.

Sentirmi dire una cosa: “hai gestito malissimo il nostro incontro” – e stiamo parlando di una passeggiata e di una sosta al bar – mi ha messa a disagio. Ovvero: mi vergognavo per conto tuo. Come puoi dire ad una persona una cosa così. Cosa volevi dirmi?

L’abitudine ad esaminare le cose e la gente che ti sta di fronte è talmente radicata in te che pensi che una persona come me possa gestire un momento. Io vivo, non gestisco niente. E non premedito le mie azioni, i miei sorrisi, le mie parole. Nemmeno i miei affetti, i tempi, le azioni come probabilmente fai tu.

E poi, scusa, ma tu dov’eri? Ero io a gestire? Che cosa?.

Sei grande nel sollevar dubbi e domande. Sei una persona molto sicura di te, e del ruolo di “insegnante” che sai di avere con me.

Ma io ti vedo in modo diverso.

Probabilmente avevo ragione io quando ti dicevo che anziché analizzare e ragionare avresti dovuto abbracciarmi quel giorno. Un abbraccio in silenzio può dare molto di più, e dire molto di più di ciò che pensi.

Può fare bene, può farci sentire uniti al di la delle parole, spiegazioni, risentimenti.

Non analizzarmi sempre. Se ti mando un messaggio è scritto di getto, pensandoti. Non è ragionato. Studiato “gestito”. Sapere che li hai conservati tutti mi ha fatto un piacere immenso. Sapere che son li, che ci hai pensato, nel bene e nel male. Perché alla fine dici cose che poi smentisci con i fatti. E credimi, hai avuto un “ruolo”  più complice di quanto dici.

Non vale nascondersi, sparire, non dire.
Io non so come spiegarti quello che sento. Quello che sento va oltre tutto, oltre la realtà delle cose, oltre il vissuto. E’ un bene che starà con te per sempre e che è slegato dal rapporto che non abbiamo mai avuto e non avremo mai.

E’ un bene per quello che sei, perchè – anche nell’assenza e nel silenzio – io ti sento presente. E so che sei presente.

Io ti voglio bene in un modo che va oltre l’amore.

E non riesco a perdonare il tuo silenzio forzato. E non riesco a capire il tuo improvviso ritorno.

E so per certo che tu non riesci a capirlo. Ed a capirmi.

E so per certo che non voglio nemmeno spiegartelo.

Dani.

.

ti scrivo in questo spazio perchè non so dove altro scriverti. ti dedico con tutto il mio cuore la canzone qua a fianco "cercami" di renato Zero,ascoltane bene le parole, tutte, una per una, ascoltale profondamente e con attenzione. Con la meticolosità e lo spirito d'analisi che hai. Perchè da sempre mi ha fatto pensare a te. perchè è così che siamo. E perchè si,

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si, si, si in realtà vorrei incontrarti. Ma non per rivangare il passato ed analizzarlo.

.

e si, Io ti voglio bene in un modo che va oltre l’amore.

.

x Laura. Non importa se mi riferisco ad un uomo o ad una donna. E' la stessa cosa. Mi riferisco ad una persona cara, importante per me e per tutta la mia vita. Una persona che non riesce veramente a capire quanto è iindispensabile. o forse si, ma per vari motivi non riusciamo ad essere sulla stessa lunghezza d'onda. Continuo a pensare che un sano e sentito abbraccio risolverebbe tutto. Ma questa mia convinzione è stata forse fraintesa. o non capita.

 Ho sofferto anni fa. Laura. Ora molto meno.  Grazie però. ti voglio bene anche io..

 
 
 

Devo tirarmi su il morale con Joe.....

Post n°174 pubblicato il 28 Novembre 2008 da Cesonia00
 

bellissimo omaggio ai La Crus....

Adatto all'umore di questa sera quando tutti i miei sforzi traballano.

Grazie Mauro, sei sempre così profondo ed immenso. Ed una voce nella prima parte (Natale a Milano) mi dice molto!!!eheh! Feeeerdi!

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Parte Secnda

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Terza parte

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Quarta parte

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Quinta parte: i video di Francesco!!! (Frongia), Ferdinando Biondooooooo! la bella voce della dolce Ida (Marinelli).

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Sesta parte

SmacK!! a te Joe.

Grazie.

Dani

 
 
 

Cos'ho trovato: Autoritratti dell'attore da giovane.

Post n°173 pubblicato il 27 Novembre 2008 da Cesonia00
 

Autoritratti dell'attore da giovane
Un piccolo questionario


2. Paolo Pierobon

Nell'editoriale di "ateatro 33" parlavamo di una nuova generazione d'attori e lanciavamo l'idea di un piccolo questionario. Le prime risposte sono arrivate da Michela Cescon (vedi "ateatro34"). Ora tocca a Paolo Pierobon.

Caro Oliviero,
ringraziandoti prima di tutto per la considerazione, proverò a rispondere ai tuoi quesiti di qualche editoriale fa:

:: I :: Perché ho scelto il teatro
Ho scelto di fare l'attore perché convinto che ciò volesse dire "vivere molte altre vite"! Figurati com'ero messo... Ero molto romantico, ma ero ragazzino, 17/18 anni. Ora è passato qualche annetto e sto capendo che fare l'attore o, meglio, essere attore significa (almeno per me) "togliersi la vita" per sostituirla con un'altra, ma sempre tua, ridotta all'osso, più autentica, bella o brutta poco importa.
E questo comporta un confronto costante con se' stessi, e una certa indispensabile urgenza di dire, di fare.
Ma non sempre è così. In alcuni spettacoli la routine (bastarda) la fa' da padrona. E hai voglia a chiamare l'urgenza. Lì "urge" smettere...ma poi? Chi paga?
All'inizio pensavo che questo mestiere mi consentisse di dimenticare la mia vita per viverne un'altra; ora, invece, sono obbligato a ricordarla, usarla, smascherarla per restituirla degna di un qualche interesse al gentile pubblico.
Ho la netta sensazione di fare questo mestiere per il motivo esattamente opposto a quello per cui avevo deciso di iniziare.

:: II :: Il mio percorso di formazione
Sono entrato alla "Paolo Grassi" relativamente tardi, avevo 23 anni ma facevo teatro già da quattro/cinque anni e mi pagavano pure.
A 18 anni ero entrato nella compagnia "Teatro Studio 75", di Milano, formato da una formidabile coppia di gay napoletani già avanti con gli anni, un'attrice-danzatrice che aveva lavorato nel MacBeth di Glauco Mauri (lo ripeteva ogni mattina in camerino) e l'ultimo acquisto, il sottoscritto, attor giovine, addetto ai pupazzi, al mixer (la fonica e le luci erano in quinta perchè la presenza di un tecnico avrebbe sforato il budget), nonché interprete di una indimenticata Fata Turchina in un Pinocchio delirante per le scuole dell'hinterland milanese.
Avrebbero dovuto vietarlo ai minori. il tutto per 50.000 al dì. Ma si lavorava al mattino e quindi al pomeriggio facevo la statua vivente o quello che capitava per tirar su un po' di soldini.
Alla sera ero attore al Teatro dei Chiostri in Via Pontaccio (Brera) per la fresca regia di Enrico D'Alessandro, ex aiuto-regista di Anton Giulio Bragaglia! (E lo ripeteva ogni sera in camerino..!).
Quattro anni di "teatraccio" a tempo pieno.
Questo era il mio background prima di entrare in "Paolo Grassi".
I seminari e i laboratori teatrali non sapevo proprio cosa fossero e neanche adesso, devo dire....

:: III :: Gli incontri professionali che mi hanno segnato
Alla "Paolo Grassi" la cosa buona era che si allestivano spettacoli per un pubblico esterno. La sede era ancora in Corso Magenta.
Il 3° anno, l'ultimo, ci trasferirono in via Salasso, ma io non c'ero mai perché lo Stato mi aveva precettato a Como a svolgere il servizio civile come lettighiere in Croce Rossa! Un anno terrificante: passavo da un infartato da soccorrere a un sonetto di Shakespeare da mandare a memoria. Andavo a scuola solo il giovedì, il venerdì e il sabato.
Se non fosse stato per Massimo Navone e Giampiero Solari che si impuntarono per non farmi bocciare a quest'ora non avrei neanche uno straccio di diploma.
A scuola ho avuto come insegnanti Massimo Navone, Marco Paolini, Andrea Novicov, Roman Shiwulak, Giampiero Solari, Kuniaki Ida e Maura Molteni, tutti bravissimi.

:: V :: Gli esempi che ho seguito
Tra le altre, conservo nel cuore le seguenti folgoranti performance:
a - Dario Fo in una Storia della Tigre all'Arco della Pace tanti anni fa.
b - Eduardo De Filippo in Filumena Marturano.
c - Carmelo Bene nel film Nostra signora dei turchi (bello anche il romanzo!)
d - Cesco Baseggio nei Rusteghi.
e - Carlo Cecchi Ritter Dene Voss.
f - Leo De Berardinis Totò, principe di Danimarca.
g - Franco Branciaroli In Exitu, Sfaust,
ma potrei elencarne tante altre soprattutto cinematografiche.

:: VI :: Il rapporto con la nuova drammaturgia made in Italy
Finalmente questa estate affronto un testo di un drammaturgo italiano (vivente!): Edoardo Erba

tratto da: a teatro. oliviero Ponte di Pino. editoriale 23/05/02

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Paoloooo! dove sei????? ( ci auguriamo in vacanza, o su un set)ci manchi! ci manchi! come si fa senza internet?! Paoloooooooooooooooo!

 
 
 

Bella foto del Giardino...

Post n°172 pubblicato il 26 Novembre 2008 da Cesonia00

Una bella foto del Giardino.

Una bella foto di Ida (Marinelli)

Il nostro Ferdinando

Tutte le foto sono tratte dal sito www.elfo.org e sono di Tommaso Le Pera

 
 
 

Il Giardino dei Ciliegi: inizia la Tournée

Post n°171 pubblicato il 26 Novembre 2008 da Cesonia00
 

Ecco le Date:

Teatro Storchi, Modena 27-30 novembre 2008

Teatro Nuovo, Mirandola 1 dicembre 2008
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...e poi sarà all'Elfo...........dal 4 dicembre al 4 gennaio.
Bello, bello. Ricordo a tutti che è l'unica occasione di vedere Ferdinando in scena quest'anno.........ad intenditor poche parole.
 
 
 

\Intervista a Joe.

Post n°170 pubblicato il 22 Novembre 2008 da Cesonia00
 

                  1'parte

                  2'parte

                 3'parte

"Ricordare", intervista di Emiliano Colasanti. da You tube

Pensiero Stupendo; cosa non è Joe in questa canzone!!!! Lo ammetto: a me Joe, quando si struscia sui capelli della Patty, fa IMPAZZIRE. e' sensualissimo. Lo so che susciterò qualche gelosia.........

Ed anche Manuel Agnelli è very HOT!

grazie per il dolcissimo messaggio su myspace, Joe.

 
 
 

Ancora Carmen

Post n°169 pubblicato il 22 Novembre 2008 da Cesonia00
 

Carmen

dramma lirico in quattro atti di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, tratto dalla novella omonima di Prosper Mérimée
musica di Georges Bizet
prima rappresentazione: Parigi, Opéra-Comique, 3 marzo 1875
L’opera viene rappresentata in lingua originale con sopratitoli in italiano

Personaggi e Interpreti

Carmen Nora Sourouzian
Micaela Davinia Rodriguez
Frasquita Eleonora Cilli
Mercedes Annunziata Vestri
Don José José Balestrini / Mickael Spadacini
Escamillo Claudio Sgura
Il Dancairo Enrico Maria Marabelli
Il Remendado Camillo Facchino
Zuniga Ugo Guagliardo
Morales Marcello Rosiello
con la partecipazione di Dario Cantarellinel ruolo di Pastia
Ufficiali, dragoni, monelli, sigaraie, zingari, contrabbandieri

direttore Riccardo Frizza
regia, scene e costumi Ferdinando Bruni
coreografie Adriana Borriello
video e assistente alla regia Francesco Frongia
assistente alle scene e ai costumi Andrea Serafino
CORO DELLE VOCI BIANCHE DELLA CIVICA SCUOLA DI MUSICA C.MONTEVERDI" DI CREMONA
diretto da Raul Dominguez
nuovo allestimento

CORO DEL CIRCUITO LIRICO LOMBARDO
maestro del coro Antonio Greco

ORCHESTRA LIRICA I POMERIGGI MUSICALI

Carmen
LA TRAMA
Atto primo
Una piazza di Siviglia. Soldati, aggruppati innanzi al corpo di guardia, passanti, ragazzi, bighellonano nella piazza, attendendo l’uscita delle sigaraie. Entra Micaela, una ragazza di paese, che cerca timidamente di don Josè, suo compaesano; per il momento il brigadiere non c’è, ma – le viene detto – non tarderà molto. Infatti, appena Micaela s’è allontanata, Josè entra, in tempo per assistere all’uscita delle sigaraie, fra le quali è Carmen. Acclamata da un gruppetto di spasimanti, Carmen dedica la sua attenzione al brigadiere, di cui s’è invaghita, e gli lancia sfrontatamente un mazzolino di gaggia.
Ritorna Micaela, e incontra finalmente Josè a cui dà notizia della madre lontana. Egli si propone di sposare la virtuosa fanciulla, e dimenticare la gitana che lo ha turbato.
Proprio allora, scoppia una rissa fra Carmen e una compagna, che viene ferita. Carmen è arrestata, e Josè dovrebbe condurla alla prigione, ma la ragazza lo prega di liberarla, e gli dà un appuntamento alla taverna di Lillas Pastia, promettendogli amore. Josè, irretito, obbedisce e finge la fuga della prigioniera.
Atto secondo
L’osteria di Lillas Pastia. Carmen danza con le amiche Mercedes e Frasquita. Subito dopo entra, acclamato dagli aficionados, il torero Escamillo, che rivolge qualche frase galante alla bella sigaraia. Il Remendado e il Dancairo, contrabbandieri compagni di Carmen, stanno preparando un grosso colpo, ma Carmen dice di non poter partire con loro, perché innamorata: è sicura che Josè verrà a raggiungerla, uscendo dalla prigione ove è stato rinchiuso per averla lasciata fuggire. Arriva Josè, e dichiara alla fanciulla il suo amore. Ma al richiamo della tromba che suona la ritirata Josè vorrebbe ritornare in caserma.
Carmen lo invita a fuggire con lei, sulla montagna, dove tutto è libertà. Nel frattempo entra Zuniga, capitano dei Dragoni, e una lite sorge fra i due uomini per Carmen; stanno per battersi, quando sono divisi dal Dancairo e dal Remendado, che inducono Josè, quasi suo malgrado, ad accettare la proposta di Carmen e a fuggire.
Atto terzo
In montagna. Josè è turbato dal rimorso, dalla mancata promessa verso la madre. Carmen comincia ad annoiarsi di un compagno che non par fatto per quella vita di libertà assoluta e sgombra di ogni imposizione. Con le amiche, consulta le carte da gioco: ne ha il primo avviso, il presagio di morte. Micaela sopraggiunge, alla disperata ricerca dell’uomo che si è prefissa di salvare. Ma arriva anche Escamillo, e in breve fra i due uomini s’accende una disputa, scatenata da allusioni a Carmen. La zingara riesce a stento ad arrestare un colpo di Josè salvando la vita al torero. Micaela induce Josè a seguirla, in un tentativo estremo di strapparlo al fascino distruttivo della “libertà” di Carmen.
Atto quarto
Una piazza di Siviglia, davanti all’arena. Si attende l’arrivo del corteo del torero Escamillo.
Questi giunge con Carmen, che è ora la sua amica. A Carmen Frasquita dà un ultimo consiglio, fuggire: don Josè infatti la cerca. Ma Carmen non ha paura, e attende l’antico amante. Alle sue reiterate suppliche di tornare con lui, di seguirlo, essa oppone un diniego fermo e sprezzante. Quando la zingara getta via l’anello che Josè le aveva donato, egli si precipita su lei, pugnalandola; infine, disperato, si lascia arrestare invocando il dolce nome di Carmen.

 
 
 

E'tempo di parlare della Carmen!

Post n°168 pubblicato il 22 Novembre 2008 da Cesonia00
 

Siamo agli sgoccioli: sta per debuttare la Carmen al Ponchielli di cremona.....

So che sarà bellissimo, so che è tutto esaurito, so che ci sono altre date.......e confido in Erica, nel teletrasporto e nella salute dei miei bimbi per poterla vedere............i sogni son desideri, di felicitàààààà....se la zucca si trasformasse in carrozza potrei andare a Cremona, Bergamo, Brescia e tornare in serata....ma le zucche son zucche ed io, scema, non ho la patente....

Il "cantiere" per la messa in scena di Carmen ormai in piena attività la popolare opera di Bizet debutterà al Teatro A. Ponchielli, nell'ambito della tradizionale stagione lirica, il 26 novembre, con repliche il 28 e 30, e poi si trasferir negli altri teatri del Circuito Lirico Lombardo: a Brescia il 4 e 6 dicembre, a Pavia il 9 e l'11, a Como il 14 e 16 e infine a Bergamo il 19 e 21.

La direzione dell'opera stata affidata a Riccardo Frizza, mentre la regia di Ferdinando Bruni, che firma anche scene e costumi, con i video realizzati da Francesco Frongia e le luci disegnate da Nando Frigerio.

Il Coro del Circuito Lirico Lombardo affidato alle cure di Antonio Greco, mentre l'Orchestra quella dei Pomeriggi Musicali.

Le voci bianche provengono dall'Istituto Pareggiato "Monteverdi" di Cremona, e sono istruite da Ral Dominguez.

Importante il cast dei solisti. Il ruolo del titolo affidato al mezzosoprano canadese Nora Sourouzian, che l'ha gi debuttato con grande successo in alcune piazze internazionali. Al suo fianco, nel ruolo di Don Jos, il tenore venezuelano (ma oggi stabilmente residente in Spagna) Jos Balestrini, che ha gi colto importanti successi nei principali ruoli di tenore spinto: oltre a Don Jos, gi stato Cavaradossi in Tosca, Calaf in Turandot, Radam in Aida, Canio nei Pagliacci.
Con Balestrini si alterner Mickael Spadacini, che ha appena terminato le recite di Nabucco (Ismaele) a Reggio Emilia.
Torna al Ponchielli per vestire i panni di Escamillo il baritono Claudio Sgura, che nella passata stagione stato un'autentica rivelazione, offrendo un'interpretazione nobile e intensa del Macbeth verdiano.

Quindi i tre ruoli femminili: in quello di Micaela la giovanissima Davinia Rodriguez, originaria di Las Palmas di Gran Canaria, in quello di Frasquita Eleonora Cilli, in quello di Mercedes Annunziata Vestri.

Infine gli uomini: il Dancairo è Enrico Maria Marabelli, Zuniga Ugo Guagliardo, Morales Marcello Rosiello.
prevista anche la partecipazione dell'attore Dario Cantarelli nel ruolo di Pastia.

Informazioni e prenotazioni alla biglietteria del Teatro, aperta tutti i giorni feriali dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16.30  alle 19.30 (tel. 0372.022001 e 0372.022002).

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14/11/2008
La nostra Carmen anni '50 di Roberto Codazzi


Dopo l’abbinata La Medium e Gianni Schicchi che ha inaugurato la stagione, Carmen di Bizet è il secondo nuovo allestimento del cartellone operistico del Circuito Lirico Lombardo che debutta al Ponchielli di Cremona. In questi giorni fervono i preparativi in vista della prima del 26 novembre e tra una prova e l’altra abbiamo fatto un’intervista doppia, come va di moda oggi, al direttore Riccardo Frizza e al regista e scenografo Ferdinando Bruni.

Maestro, lei che è bresciano doc sta lavorando in tutto il mondo ma è al debutto sul podio dei teatri del Circuito Lombardo: come vive questa vigilia?
Frizza. «Sono originario di Bagnolo Mella, posso dire di essere nato sulla 45 bis, la strada che collega Brescia e Cremona. Mi sento legato a questa terra. Penso sia tipico della città di provincia il fatto che uno trovi il successo prima fuori, ma prima o poi arriva, anzi ritorna. Certo non c’è cosa più bella di poter dormire a casa dopo le prove».

Lei ha lavorato con le più grandi star della lirica in teatri come il Metropolitan di New York e la Deutsche Oper di Berlino. Come si trova con il cast di questa Carmen?
F. «È un ottimo cast che risponde molto bene. C’è una Carmen madrelingua, Nora Sourouzian (l’opera viene rappresentata in francese, ndr), che si trova molto a suo agio anche con i recitativi, ma anche nelle parti secondarie ci sono interpreti di prim’ordine, e questo posso assicurare che è un privilegio che non si trova spesso nemmeno negli enti lirici».

Come si trova a lavorare con il regista Bruni?
F. «Siamo molto in sintonia. Bruni ha concepito una scena moderna ma che ha un grosso impatto con la tradizione. Vuole far capire come la Spagna fino agli anni ’80 del ’900 sia rimasta molto indietro, suo piano storico e culturale. Poi ha recuperato e oggi è più avanti dell’Italia, ma questo è un altro discorso».

Non ci resta che chiedere lumi sulla regia a Ferdinando Bruni. Bruni.
«Ho ambientato questa Carmen in un dopoguerra spagnolo degli anni ’40-’50 per spogliarla di un po’ di folklore, anche perché dalla Spagna dell’800 a quella del dopoguerra è cambiato ben poco. I costumi sgargianti e folkloristici salteranno fuori nel IV atto, perché lì c’è la festa».

Pensa che il pubblico dei teatri di provincia della Lombardia accetti questa traslazione storica?
B. «L’esperienza che ho io, avendo lavorando al Ponchielli lo scorso anno con Il giro di vite di Britten, è molto positiva. Oltretutto questa non la si può definire una regia trasgressiva».

Per restare in tema, cosa ne pensa della polemica sulle regie trasgressive innescate l’estate scorsa da Maazel?
B. «Non vorrei sembrare banale, ma credo sia una questione di misura, da tutte due le parti. Talvolta i registi continuano in lambiccamenti fini a se stessi, dall’altra non ci si può limitare a collocare i cantanti in piena luce in proscenio a emettere degli acuti: l’opera è uno spettacolo teatrale, non bisogna dimenticarlo».

Come mai avete deciso di ripristinare l’edizione originale dell’opera, quella realizzata per l’Opéra Comique nel 1875 con i recitativi parlati?
B. «È quella più autentica e sono convinto sia molto vicina al pubblico di oggi che ama il musical. L’opéra comique è infatti una sorta di forma altissima di musical. Anche perché dopo i recitativi parlati la musica torna con maggiore slancio».

 

 
 
 

La mia Cuba (1)

Post n°166 pubblicato il 21 Novembre 2008 da Cesonia00
 

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IL mio cayo

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Il nostro tormentone

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La Cuba dei miei occhi - Salvatore Raiola

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LA MIA CANZONE! indimenticabile.

Juan Luis Guerra.

 
 
 

Ai miei bimbi

Post n°164 pubblicato il 18 Novembre 2008 da Cesonia00
 

A William che domani compie 6 anni.  Buon compleanno piccolo mio. Ed alla mia fatina Marina.

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Blasted a MODENA

Post n°163 pubblicato il 17 Novembre 2008 da Cesonia00
 

Ehi, mi raccomando la tournée.  Voi dell'Emilia Romagna, siete caldissimamente invitati.!

dal 20/nov/2008 21:00
al 22/nov/2008 21:00,
il 23/nov/2008 17:00

Modena Teatro delle Passioni

Viale Carlo Sigonio, 382 41100 Modena Tel. 059- 301880 - biglietteria solo nelle sere di spettacolo a partire dalle ore 19.30

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Oggi ( 21/11/08) dedico la bella canzone di Francesco renga (in alto  a sinistra)  "dove finisce il mare" ai ragazzi di Blasted, in quei di Modena!

un abbraccio da noi affezionati!

Dani & Co.

 
 
 

Come Ogni Volta

Post n°162 pubblicato il 17 Novembre 2008 da Cesonia00
 
Tag: Joe, La Crus

La mia preferita......

Ma Com'è che Joe legge le poesie così bene? Chissà chi è il suo maestro?!.

Mi spiace che La Crus non saranno più. Hanno accompagnato anni, lunghi anni, con le loro belle canzoni.

 
 
 

IL 18 A ROMA ANCORA 1 VOLTA LA CRUS IN CONCERTO

Post n°161 pubblicato il 17 Novembre 2008 da erica_teatri
 
Foto di Cesonia00

18 novembre 2008
Auditorium sala Sinopoli , Roma

A Milano non fa freddo
La Crus e le ragioni del cuore

“I La Crus chiudono perché gli amori finiscono, e quelli che sono stati veri e grandi non si trascinano, non meritano mediocrità”.
Mauro Ermanno Giovanardi

I La Crus, una delle realtà più originali e suggestive del panorama italiano, chiu-dono la loro importantissima storia, fatta di dischi seminali, innovativi e pluripre-miati, tracciata da un percorso ricco di intuizioni, rivelazioni e collaborazioni.



Chiudono la loro storia con un ultimo tour intenso ed emozionante e il 18 di novembre, all'Auditorium, si esibiranno per l'ultima volta a Roma. Un appuntamen-to imperdibile, uno spettacolo che ne abbraccia tutto il mondo poetico e che porterà il pubblico a ripercorrere la loro avventura musicale in compagnia di amici con i quali in questi anni hanno incrociato le strade, con cui hanno collaborato e condiviso palchi, o che sono stati muse ispiratrici per il loro universo.



Carmen Consoli, Syria, Riccardo Sinigallia, Pino Marino ed altri a sorpresa, saranno gli ospiti presenti sulla prestigiosa ribalta capitolina.



Una serata che si annuncia intensa e ricca di sorprese in linea con la cifra stilistica della band milanese. Canzone italiana d'autore, elettronica, pop e teatro, il tutto diretto dalla delicata regia di Francesco Frongia, che già in passato ha lavorato con i La Crus per diversi spettacoli (“Tutti i giorni sono notti”, “Mentre le ombre si allungano” e “La Costruzione di un amore”).



La scelta della scaletta cadrà sulle "canzoni più importanti, le più struggenti,
quellle più delicate e introspettive" sottolinea M.E. Giovanardi. Quelle che hanno fatto la storia del gruppo e "Quelle che più di altre raccontano e raccolgono il nostro immaginario.



Sul palco insieme a Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti saliranno i musi-cisti di sempre - Paolo Milanesi (tromba e Fender Rhodes), Leziero Rescigno (batteria) e il nuovo arrivato Marcello Testa (contrabbasso) – accompagnati dall’ottetto d’archi dell'Ensemble MusicaMorfosi diretto da Feyzi Brera, che permetterà di riproporre dal vivo l'atmosfera dell'ultimo album "Io non credevo che questa sera" uscito il 1° febbraio 2008 per Warner Music Italia.



“L'idea di rappresentare il nostro viaggio con un ultimo giro di concerti fatti in questo modo nasce dal fatto che, di tutte le esperienze trasversali fatte in que-sti anni, l'incontro con l'orchestra è stata quella più emozionante e significativa. Non ci si immagina cosa sia sentire la potenza degli archi che pompano alle tue spalle. In queste versioni i pezzi diventano più imponenti, quelli cupi ancora più scuri e quelli già melodici, miele che cola". M.E.

a seguire: il 27 novembre al teatro Petrella di Longiano (Fc),

 il 28 novembre al teatro Masini di Faenza

 
 
 
 
 

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Un blog di: Cesonia00
Data di creazione: 19/04/2008
 

 

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GLI ELFI NELLA MITOLOGIA

I mitologi della scuola germanica sostengono che gli Elfi non siano altro che le raffigurazioni simboliche degli elementi naturali del fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra. Sembra che gli elfi siano in grado di trarre la loro essenza da questi quattro elementi (sidifferenziano morfologicamente secondo l'appartenenza ai quattro elementi naturali).Dal gran numero di racconti popolari sono stati narrati come esseri socialmente organizzati, considerati come un popolo vero e proprio che viveva e agiva grazie alle proprietà degli elementi naturali. Gli elfi sono amici del genere umano, di indole indipendente e molto fiera, tra le loro caratteristiche vi è quella di indossare una cintura magica che consentirebbe di diventare invisibile, oggetto di alto valore simbolico nelle credenze non solo popolari ma anche colte delle genti europee dell'antichità. La razza della luce per eccellenza, sono ottimi arcieri e buoni maghi.
 

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