Il Mio Elfo

Il Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia.

 

TRA DIRE E FARE -GIORGIA.

 

DARREN HAYES - LOST WITHOUT YOU

 

THE ONLY ONE - DARREN HAYES

 

GULLIVER-MIGUEL BOSè-

 

meravigliosa! meraviglioso!

 

RENATO

 

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IL TEATRO DELL'ELFO

Dall'enciclopedia ENCARTA.... fondata a Milano nel 1972, la compagnia dell’Elfo si ritagliò fin dai suoi esordi uno spazio originale all’interno del panorama teatrale degli anni Settanta anche grazie all’allestimento di spettacoli come "1789: scene dalla rivoluzione francese, Pinocchio Bazaar, Le mille e una notte". Nel 1978, con l’acquisizione di una sala teatrale, la compagnia diede inizio a un nuovo corso, segnato dal grande successo di Sogno di una notte d’estate (1981), un’inedita versione musical-rock del testo di Shakespeare. Lo spettacolo costituì l’apice della crescita della compagnia, esperienza collettiva di un gruppo di registi e attori che vide in Gabriele Salvatores uno degli esponenti di maggior spicco. Negli anni successivi si affermarono nuove personalità registiche, come Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, mentre il gruppo si dedicò alla scoperta dei migliori autori contemporanei; nacquero così Nemico di classe di Nigel Williams e Visi noti, sentimenti confusi di Botho Strauss, per la regia di De Capitani; Comedians di Trevor Griffiths, per la regia di Salvatores; Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder, diretto da Bruni e De Capitani. Nel 1992 l’unione del Teatro dell’Elfo con il Teatro di Porta Romana diede vita a Teatridithalia. Portando al successo alcuni attori di primo piano della scena teatrale italiana, tra cui Paolo Rossi e Silvio Orlando, la compagnia proseguì la ricerca sulla drammaturgia contemporanea con gli allestimenti di testi di Brad Fraser, Steven Berkoff, Bernard-Marie Koltès, Yukio Mishima, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori e Mark Ravenhill. In tempi più recenti, il rinnovato incontro con Shakespeare ha dato vita a una versione violentemente espressionista di Amleto, a una nuova edizione del Sogno (1997) e a una brillante rivisitazione del Mercante di Venezia (2003).
 

 

CHICAGO SNAKES REUNION

Post n°160 pubblicato il 14 Novembre 2008 da Cesonia00
Foto di Cesonia00

LEONARDO | 11 - 23 novembre 08
Filarmonica Clown
CHICAGO SNAKES REUNION
tratto dalla pièce di Bolek Polivka
regia di Bolek Polivka
con Valerio Bongiorno, Bano Ferrari,
Piero Lenardon, Carlo Rossi
Scene e Costumi di Alessandro Aresu, Mirella Salvischiani, Almea Cerri - in collaborazione con NABA
Luci di Matteo Crespi
produzione Teatro de Gli Incamminati
novità

 Nato dall’estro poliedrico e anticonformista dell’attore-drammaturgo ceco Bolek Polivka, Chicago Snakes Reunion è uno spettacolo che ha lasciato il segno nelle produzioni di teatro comico degli ultimi vent’anni, diventando un classico del teatro popolare d’arte. Bolek Polivka, al secolo Boleslav Polivka, è nato il 31 luglio del 1949 a Vizovice, in Moravia. Da giovane ha studiato recitazione presso l’Accademia del Teatro di Brno, per poi esibirsi molto presto nel teatro “Na Provazku”, attratto dalla pantomima. Nel 1976 ha dato avvio alla sua carriera cinematografica e televisiva, con la partecipazione alla commedia TV “Traja Chrobaci” (Davvero Carina). Ha recitato in ruoli da protagonista in più di 30 film e produzioni televisive europee, principalmente in Repubblica Ceca, molte delle quali sono in realtà adattamenti dei suoi scritti teatrali. Polivka ha raggiunto la popolarità negli anni ’80 per le sue performance comiche e clowneristiche negli spettacoli televisivi intitolati “Mane Bolka Polivky” (Il menage di Bolek Poliva), che lo vedono impegnato in continue e fruttuose collaborazioni con l’acclamata regista ceca Vera Chytilovà. Polivka ha ricevuto premi e nomination in diversi festival cinematografici europei, venendo premiato anche per i suoi lavori teatrali. E’ proprietario e direttore artistico del teatro Divadlo Bolka Polivky (Il teatro di Bolek Polivka) di Brno ed ha collaborato con alcuni dei migliori attori comici del ventesimo secolo, come Vyacheslav Polunin e Django Edwards.

La Filarmonica Clown, gruppo che ha radici lontane nel teatro di gruppo milanese e nel repertorio nazionale della commedia dell’arte, ha tratto dal testo uno spettacolo esilarante e poetico, all’insegna del gioco e dell’ibridazione dei generi: dalla commedia farsesca alla clownerie moderna, passando per il cabaret e l’avanspettacolo.
Su un palcoscenico attraversato da sciabolate di luce e fumi lattiginosi, la pittoresca band americana dei Chicago Snakes si esibisce in uno scatenato concerto rock ricco di tutti gli ingredienti classici del genere: decibel altissimi, saltelli isterici, abbigliamento vistoso e pose demenziali. Ma un inconveniente tecnico inceppa improvvisamente l’intero meccanismo, rivelando l’inganno di una performance in playback, nella quale ogni gesto, ogni parola, ogni atteggiamento sembra congeniato per celare la vera identità dei musicisti: non artisti d’oltreoceano, ma poveri diavoli della bergamasca che viaggiano in 500 e bevono “mica male”. Superato l’iniziale stordimento, i quattro “serpenti di Chicago” reagiscono alla vergogna, ribaltando la situazione di sopravvenuta inferiorità e diventando ancora protagonisti dello spettacolo, attraverso un divertentissimo e vorticoso gioco di gag e invenzioni stravaganti. La scena conclusiva è tutta da scoprire, se è vero che il comico che impregna tutto lo spettacolo, come ha scritto Giuseppe Piacentino su Il Giornale, “finisce per confinare col tragico, lasciando che tutti questi frutti dell’immaginazione saltino per aria in un nulla atmosferico, fluttuando tra le nebbie di un ordigno fumogeno”.
«Uno spettacolo di puro piacere del gioco, con una progressione di risate». (Modesto Panizza, Il Cittadino)

da www.elfo.org

 
 
 
 
 

Buon Compleanno Erica!!!

Post n°158 pubblicato il 11 Novembre 2008 da Cesonia00

TANTI, TAANTI, TAAANTISSIMI AUGURI DI BUON

 COMPLEANNO AD ERICA DA PARTE DI TUTTI NOI!

GRAZIE PER L'AIUTO CHE MI DAI CON IL BLOG,

GRAZIE PERCHE' CI PORTI A TEATRO,

GRAZIE PERCHE' SEI PIU' CHE UN'AMICA

PIU' DI UNA ZIA

PIU' DI UNA SORELLA

PIU' DI UNA GEMELLA.....

 Dani, Max, Wil e Mari

 
 
 

Paolo Pierobon

Post n°157 pubblicato il 08 Novembre 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Paolo, ieri sera ti ho detto che il tuo personaggio è, a mio avviso, il più bello e complesso della letteratura contemporanea: bello e dannato, affascinante, complicato, umano, violento e tenero nello stesso tempo. Avrei invece voluto dirti che tu sei una bellissima persona, ma non ne ho avuto il coraggio.

La paura è quella di sembrarti stupida. O di essere fraintesa.

Anzi, dalla cretina che sono ti ho pure specificato che mi riferivo al personaggio che interpreti e non a te. Balle, Paolo. Balle. Mi – ci – piaci moltissimo ed ieri sera ci hai conquistate tutte e tre con la tua gentilezza, simpatia, tenerezza.

Non mi aspettavo un incontro così bello, avvincente ed avvolgente. Grazie Paolo. Che bello sei!

Le ragazze han detto di te “un uomo di altri tempi”. Un uomo come ce ne sono pochi.

Che bello, Paolo, che bella serata.

Sul palco era difficile staccare gli  occhi da te e partecipare ad ogni tua espressione. Il dolore, la paura. La solitudine di Ian. La sua ricerca ed i suoi fantasmi, la mano tesa, il pianto, la rassegnazione. Che voglia di saltar sul palco quando l’abbracci e gridi “io ho paura di morire Cate!” , meraviglioso momento.

Che bravo sei, Paolo. Che meraviglioso interprete sei. E sei un uomo gentile, simpatico, sorridente, affascinante, bello.

Uau, sono senza ritegno ma so che non fraintenderai mai le mie parole. Sono di vera stima, affetto ed amicizia. Spesso non si ha il coraggio di dire quello che si pensa e si tengono le parole nel cuore. Io te le voglio dire perché sono importanti. “Ti seguiremo dovunque andrai” e non è una minaccia ma una promessa. Grazie, Grazie, Grazie, Grazie.

Daniela

Ps. Il fiore è già stato fotografato e finito come sfondo del cellulare……..(smack!)

PsPs. Sto già pensando: come facciamo a resistere tanto tempo senza vederti in teatro? Dacci notizie! Fammi sapere i tuoi progetti. Noi ci saremo.

 Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

(simone cristicchi)

 
 
 

Andrea Capaldi

Post n°156 pubblicato il 08 Novembre 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Il “mio” Soldato che ora non è più solamente il “Soldato”. Ora è un ragazzo dagli occhi dolci, dalle parole gentili, dall’aria forte ed insieme tenera.

Finalmente ti ho conosciuto, Andrea. E ne sono felice. Abbiamo avuto poco tempo per parlare, ma è stato un bellissimo tempo.

Non so nemmeno se sei di Milano, ma se vuoi un giorno ti offriamo un caffè in centro, così ci parli di te e dei tuoi spettacoli. ci parli del soldato.

Come ti ho detto non ti perderò mai più di vista, seguiremo il tuo lavoro anche in altri teatri (e guarda che per me è una vera eccezione. Vedo solo Elfo, purtroppo, perché i miei piccoli mi reclamano la sera).

Ieri sera ero seduta un po’ più lontano dal palco ma posso dirti che l’intensità del Soldato si vedeva benissimo. Pur non scorgendo i dettagli delle espressioni del viso ( che sono intense dalle prime file) mi sono concentrata sulla figura intera. Meno sul volto, quindi. Più sull’insieme della figura. È un personaggio molto fisico, che muta dal manifestare forza e prevaricazione all’involuzione in se’stesso. Mi ha dato l’idea di un bambino Un ritorno all’essere bambino, spaventato dai fantasmi, che piange disperato per le cose brutte subite e le violenze.

Bello Andrea, molto bello e più ci penso più mi vengono idee. Penserai che son matta. O che non ho altro di meglio da fare…..

Diciamo che l’amore del teatro è la mia consolazione per una vita – lavorativa – piuttosto arida e lontana mille miglia dalle mie passioni. Per questo mi ci tuffo con la testa ed il cuore…..

Ricambio il tuo abbraccio con tutta la mia amicizia.

 

 

 
 
 

Elena Russo Arman

Post n°155 pubblicato il 08 Novembre 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Elena! Elenaaaa! Ti ho vista in ogni modo ed in ogni parte, Ti ho vista allegra e fanciullesca, tenera ed appassionata, timida ed impacciata, romantica e sognatrice, dolente ed infinita. Il Sogno, Il Giardino, Lo zoo, Petra, I rifiuti, Amleto, il Mercante….sono passati undici anni!

Ti  voglio bene Elena e sei per noi una meraviglia.

Sei così brava, così gentile e dolce, così grande che non so come dirlo.

Grazie per ieri sera, grazie per la meravigliosa scena finale. Hai un personaggio bellissimo – te l’ho già detto. Cate è così difficile: all’inizio pensi non si possa contare su di lei: ride, provoca Ian, è emotivamente instabile. Si capisce che è buona e che vuole bene a Ian ma lo provoca in continuazione, gli dice in faccia che non lo ama, lo attira e lo respinge, lo riattira e poi allontana. Pensi che non ce la farà. Ma Cate è forte e non abbandona Ian. Al contrario. Lei si sacrifica per lui e c’è fino alla fine e, come una madonna dolente, rimane li, in una disperata veglia funebre. Una meravigliosa scena finale.

Bellissimo Elena.

Ci rivedremo per il Giardino e tutto il resto. Non mi perdo niente quest’anno.

Elena bella, sei gentile, e stai benissimo con i capelli ricci!

Dani.

 
 
 

LOLA CHE DILATI LA CAMICIA: 4 DATE IN SARDEGNA

Post n°154 pubblicato il 08 Novembre 2008 da erica_teatri
 
Foto di Cesonia00

LOLA CHE DILATI LA CAMICIA
dall’autobiografia di Adalgisa Conti
a cura di Luciano Della Mea
drammaturgia Marco Baliani, Cristina Crippa e Alessandra Ghiglione
regia Marco Baliani
con Cristina Crippa e Patricia Savastano
scene e costumi di Carlo Sala
luci di Nando Frigerio
suono di Renato Rinaldi
produzione Teatridithalia

 

“Gentilissimo sig. Dottore, questa è la mia vita”. Con queste parole, che testimoniano da subito un’intenzione sincera e penetrante, Adalgisa Conti, internata in manicomio a ventisei anni nel 1914, indirizza una lettera al proprio medico nella speranza che riconsideri il provvedimento di ricovero.
Con esplicito candore e concretezza d’immagini, Adalgisa rivela richieste d’amore deluse, una sessualità insoddisfatta, troppi desideri avviliti. C’è nelle sue parole il riaffiorare prepotente dell’infanzia, dei brevi giochi, dei sogni di una bambina e di una ragazza che scopre il proprio corpo, bello vivo sensibile. C’è il capriccio, c’è la malinconia e, poco dopo, c’è l’infrangersi dei sogni in un matrimonio senza gioia, l’impossibilità di comunicare con il marito Probo, che presto la colpevolizza, imponendole di soffocare desideri e pulsioni, fino a giudicarla pazza e volersene liberare affidandola al manicomio.
Non ricevendo risposte, dopo questa lettera Adalgisa tace; diventa, realmente, una paziente del reparto agitate, ‘sudicia, erotica, impulsiva’, e, per quasi settant’anni, ‘invariata’. Abbandonata a se stessa, senza più una famiglia, è destinata a rimanere in manicomio fino alla fine dei suoi giorni, ormai novantenne.

Questa storia, tornata alla luce grazie a Luciano Della Mea che aveva pubblicato nel 1978 la lettera e altre testimonianze (ristampate da Jaca Book nel 2000), ha appassionato Cristina Crippa che, con Marco Baliani, Alessandra Ghiglione e Patricia Savastano, nella primavera del 1996 ne ha tratto una versione teatrale.
Lo spettacolo diretto da Marco Baliani, Lola che dilati la camicia, dà nuovamente voce ad Adalgisa coinvolgendo gli spettatori in una sorta di intenso rito della memoria: Cristina Crippa è una protagonista intensa e commovente che ripercorre tra afasie e illuminazioni improvvise, parole smarrite e ritrovate, il labirinto della memoria di Adalgisa, destinato a sfociare in una disperata follia. Patricia Savastano è la sua infermiera-guardiana, ma anche sua sorella e custode, quasi ossessivo doppio delle visioni dell’altra.

Teatro Comunale, Dorgali (NU) 6 novembre 2008
Teatro Eliseo, Nuoro 7 novembre 2008
Teatro La Vetreria, Cagliari 8 novembre 2008
Teatro Comunale, San Gavino Monreale (CA) 9 novembre 2008

 
 
 

Visto che ci piace il Pierobon......

Post n°153 pubblicato il 06 Novembre 2008 da Cesonia00
 

Camera cafè, il genitore ideale.

Lievi crepe sul mmuro di cinta di Federico Rizzo

 
 
 

Una mail per far capire come la penso.

Post n°152 pubblicato il 05 Novembre 2008 da Cesonia00

Tu stai a vedere sempre le lauree. ma non è quello l'essenziale!  Quella è apparenza, son pezzi di carta che non fanno l'intelligenza della persona.
Vladimir Luxuria non fa la donna; lei é una donna. E se sulla carta di identità sta scritto uomo che importa. Anche sulla mia c'è scritto che sono alta 1.64, ma non è proprio così.
"L'essenziale è invisibile agli occhi, Non si vede bene che col cuore" Non farti ingannare dalle apparenze e dalle frasi in latino.
Conta il sale in zucca, Luxy non si butta via. Parla ai giovani, insegna la tolleranza, la diversità che è uguaglianza, la saggezza. L'intelligenza è ironia e - specialmente -autoironia. luxy è ironica, giocosa, gioiosa. Eppure quante ne deve aver subite. Quanti sfottò, quanti dubbi, quanti dolori nel dirlo alla famiglia. ma ci pensi? non etichettarla come buffona, per piacere. fammi questa carità: porta rispetto per la lacerazione che deve aver sentito dentro e di come ne ha reagito, vistosamente, si ma anche pacatamente ed intelligentemente.
 X quanto riguarda quel forum: Su quel forum c'è la fiera delle vanità. Son più bravo io, no son più brava io. io ho il marito avvocato, io sindaco io dottore io presidente della repubblica...
Le vere stupidità son state due: dirti "poveri bambini" da parte di una mentecatta che non sa che i poveri bambini son quelli che muoiono di fame e di malattia, quelli abbandonati nei cassonetti e nei cartoni, quelli vittime di incidenti, quelli picchiati ed abusati, quelli vessati, rifiutati e minacciati. Non i tuoi, non quelli voluti ed amati, coccolati e liberi.
E per quanto riguarda la storia delle "pagnottelle" che ha suscitato cotanta indignazione, io avrei risposto molto ironicamente dicendo che si, in effetti sforni pagnottelle a tutta birra, ma il tuo pane è caldo e dorato. Invece il forno di colei che insulta è spento da un po'.
Sul fatto che dovresti aver ben altro da fare ha pienamente ragione: anche io, del resto, sono svergognata. Ho pigne di roba da lavare e stirare, cene da preparare e me ne sto qua a scrivere e scuriosare di qua e di la. Meraviglia della tecnologia. Ti prende e ti porta via.

La seconda vergogna è che avete tutti ignorato i due messaggi sulla bimba polacca morta in un incidente. Tutti presi ad urlarvi addosso non avete capito cosa vi si voleva dire: l'evocazione del funerale con tutti i bimbi (italiani) intorno a salutare l'amichetta di classe per l'ultima volta (una bella bambina da classe speciale, no?) insegna che i bimbi accettano meglio di noi, accomodano meglio di noi, non vedono le differenze che noi vediamo, non pensano "io sto su, tu stai giù", magari si prendono in giro ma si vogliono bene. Insegna che l'unione di una classe deve comprendere anche gli elementi più deboli e trarne vantaggio, lezione.
Non l'avete considerato quel messaggio, che non conteneva insulti o faziosità. 
E poi, perchè ti definisci "razzista"nei confronti dell' ignoranza?  ignorare vuol semplicemente dire non conoscere. Meglio essere razzisti contro la stupidità, l'insipidità, la mediocrità, l'arroganza, l'emarginazione del diverso.

E, concludo il polpettone dicendo che, per quanto riguarda il maestro unico, la pensiamo in modo differente. Approvo l'unicità del maestro solo nelle classi con meno di 15 alunni. E solamente - dico solamente - per una questione economica.
X le classi speciali ci sono vari problemi: i bambini stranieri non appartengono ad un'unica etnia, lingua e religione. Che maestro mettiamo? poliglotta?
Non è meglio dividerli e permettergli di arricchire una classe con la loro presenza? certo, se nella scuola c'è una netta maggioranza di stranieri allora la classe speciale (ma di italiani) ci sta. In fondo siamo in Italia.
Ma mi dici che problema c'è se Dennis, Joseph, Sarah Lih, Tea, Jonathan, Gabriella Vui dividono la classe con Wil?
Scusa, dov'è il problema? non lo capisco.
Attenta: casa mia accoglie gli amichetti vietnamiti, filippini, egiziani, cinesi di Wil. E questi bambini sono una risorsa incredibile per tutti noi.

Ecco. Questo avrei scritto su quel forum. Ma non lo faccio perchè son mica matta. lo dico a te che so benissimo resterai attaccata alle tue convinzioni (come è giusto che sia) Spero solo insegnerai ai tuoi bimbi che "diverso" è una bruttissima parola, il diverso non esiste. Anzi, si, ognuno di noi è bello perchè è essere unico ed irripetibile.

intanto: W Obama. ( un diverso, appunto, nella migliore accezione del termine)
ecchissenefrega delle lauree, del latino, della grammatica, della spocchiosità verbale.
Molto meglio essere noi stessi.

'azzo, mi sento Luxuria in questo momento, con i suoi polpettoni pseudo-filosofici!
baci
Dani

quasi quasi 'sta polpetta la metto sul mio blog.

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ecco, l'ho fatto. Sei più di una sorella anche per me ed ora mi tirerai insulti; ma siccome quello che ho scritto riassume bene quello che penso della vita e siccome nessuno può capire a chi sto scrivendo...mi pare costruttivo. Poi, se vorranno la polemica, che la facciano qua. Almeno movimentiamo 'sto blog triste che tutti leggono ma nessuno favella, pardon, commenta.

 
 
 

Anche il SOLE 24 ORE ne parla!

Post n°151 pubblicato il 04 Novembre 2008 da Cesonia00
 
Tag: Blasted
Foto di Cesonia00

Ecco un'altra bella recensione. E quel che è meglio non scopiazzata e nemmeno rimaneggiata.....

Blasted, un visionario De Capitani al teatro dell'Elfo

di Elisabetta Dente

La stanza, una camera d'albergo, è confortevole, l'atmosfera rassicurante, l'arredamento, sul tono del giallo oro scaldato dalla luce, dovrebbe convincere attori e spettatori della serenità iniziale. Ma non è così. Bastano poche battute perché quel dolore che divora Ian, giornalista-spia quarantenne, e Cate, una ventenne ritardata, sua ex amante, diventi anche il nostro in tutta la sua ferocia e con la crudezza che appartiene soprattutto al terzo personaggio, il soldato (Andrea Capaldi), di cui è intrisa la messinscena di Elio De Capitani.

L'autrice, l'inglese Sarah Kane, era già stata in grado, a soli 23 anni, di confezionare un testo scandaloso, violento, di un realismo rivoltante. Laureata con lode in Drammaturgia, la Kane introduce subito in Blasted quello che sarà il tema della sua intera produzione, l'assoluto negativo, cui danno corpo qui il sopruso e la tortura ambientati nello scenario di un conflitto. Alla solitudine e alla disperazione dell'anima l'autrice sovrappone – siamo nel 1995 – gli orrori della guerra in Bosnia. Sulla ricerca d'amore, sulla tenerezza, espresse in un'intonazione, in un gesto, in un velo azzurro che fa somigliare la ragazza a una Mater dolorosa prendono il sopravvento altri sentimenti, altre dimensioni temporali, fisiche, psicologiche che trasformano l'incontro dei due straordinari protagonisti – Paolo Pierobon ed Elena Russo Arman – in un gioco al massacro.

La scenografia di Carlo Sala sottolinea la teatralizzazione della vicenda nell'allestimento visionario di Elio De Capitani: all'escalation di brutalità corrisponde il degradarsi della scena che, dopo l'improvvisa esplosione di una bomba, si accartoccia lentamente su se tessa, in un'implosione smarrita, indifesa di fronte a Ian e Cate che alla fine, dopo il suicidio del soldato, non sono più nemmeno in grado di opporre alla realtà la speranza di una carezza, il riscatto del senso di colpa. Più che una ferita dilatata sull'Occidente, Blasted, questo testo forte del Novecento, è un artiglio nel cuore di ciascuno di noi.

«Blasted», di Sarah Kane, regia di Elio De Capitani, al Teatro dell'Elfo di Milano, fino al 16 novembre; al Teatro delle Passioni di Modena, dal 20 al 23 novembre.

 
 
 

Blasted

Post n°150 pubblicato il 03 Novembre 2008 da Cesonia00
 
Tag: Blasted

Venerdì torniamo a Vedere BLASTED!

AAAh che bella emozione, che bell'attesa.  Sto aspettando la recensione di Daniele e di chi vuol scrivere qualcosa.......

 
 
 

L'unico telefilm che rivedrei volentieri....

Post n°149 pubblicato il 03 Novembre 2008 da Cesonia00
 

Ecco, lui per me è veramente, irrevocabilmente, assolutamente bello. Un giusto mix di bellezza e scontrosità. Oh, lo so che piace a tutte giovani, vecchie, belle e brutte.....ma non bisogna essere per forza sempre alternative, no?

Il Capitano.

peccato la canzone x me orrenda.

 
 
 

A Te...

Post n°148 pubblicato il 03 Novembre 2008 da Cesonia00
 

Jovanotti - A te-

 
 
 

Post N° 147

Post n°147 pubblicato il 02 Novembre 2008 da Cesonia00

Pianin pianino inizio ad andare ai vecchi post ed inserire video e foto decenti!!

Si fa quel che si Può!!

 
 
 

3 novembre: Due appuntamenti .

Post n°146 pubblicato il 02 Novembre 2008 da Cesonia00
 

3 novembre ore 18

Librerie Feltrinelli di C.so Buenos Aires 33
Elio De Capitani, la compagnia di Blasted e Nicoletta Vallorani
(Università degli Studi di Milano) incontrano il pubblico. Conduce
Sara Chiappori (giornalista)

Stagione di Musica Contemporanea 2008
Elfo 3 novembre ore 21, Ritratto di Ivan Fedele, Ensemble Sentieri
selvaggi, direzione Carlo Boccadoro

 
 
 
 
 

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Un blog di: Cesonia00
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GLI ELFI NELLA MITOLOGIA

I mitologi della scuola germanica sostengono che gli Elfi non siano altro che le raffigurazioni simboliche degli elementi naturali del fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra. Sembra che gli elfi siano in grado di trarre la loro essenza da questi quattro elementi (sidifferenziano morfologicamente secondo l'appartenenza ai quattro elementi naturali).Dal gran numero di racconti popolari sono stati narrati come esseri socialmente organizzati, considerati come un popolo vero e proprio che viveva e agiva grazie alle proprietà degli elementi naturali. Gli elfi sono amici del genere umano, di indole indipendente e molto fiera, tra le loro caratteristiche vi è quella di indossare una cintura magica che consentirebbe di diventare invisibile, oggetto di alto valore simbolico nelle credenze non solo popolari ma anche colte delle genti europee dell'antichità. La razza della luce per eccellenza, sono ottimi arcieri e buoni maghi.
 

TEMPESTA

 

BLASTED

 

IL SENTIERO DEI PASSI PERICOLOSI

 

ILMIOCIRCO

Il circo è vita, il circo è gioia, il circo è FANTASIA, IL CIRCO e' ALEGRIA!

 

Royal Circus- Giovanna Carchia

 

 
 

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