Il Mio Elfo

Il Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia.

 

TRA DIRE E FARE -GIORGIA.

 

DARREN HAYES - LOST WITHOUT YOU

 

THE ONLY ONE - DARREN HAYES

 

GULLIVER-MIGUEL BOSè-

 

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IL TEATRO DELL'ELFO

Dall'enciclopedia ENCARTA.... fondata a Milano nel 1972, la compagnia dell’Elfo si ritagliò fin dai suoi esordi uno spazio originale all’interno del panorama teatrale degli anni Settanta anche grazie all’allestimento di spettacoli come "1789: scene dalla rivoluzione francese, Pinocchio Bazaar, Le mille e una notte". Nel 1978, con l’acquisizione di una sala teatrale, la compagnia diede inizio a un nuovo corso, segnato dal grande successo di Sogno di una notte d’estate (1981), un’inedita versione musical-rock del testo di Shakespeare. Lo spettacolo costituì l’apice della crescita della compagnia, esperienza collettiva di un gruppo di registi e attori che vide in Gabriele Salvatores uno degli esponenti di maggior spicco. Negli anni successivi si affermarono nuove personalità registiche, come Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, mentre il gruppo si dedicò alla scoperta dei migliori autori contemporanei; nacquero così Nemico di classe di Nigel Williams e Visi noti, sentimenti confusi di Botho Strauss, per la regia di De Capitani; Comedians di Trevor Griffiths, per la regia di Salvatores; Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder, diretto da Bruni e De Capitani. Nel 1992 l’unione del Teatro dell’Elfo con il Teatro di Porta Romana diede vita a Teatridithalia. Portando al successo alcuni attori di primo piano della scena teatrale italiana, tra cui Paolo Rossi e Silvio Orlando, la compagnia proseguì la ricerca sulla drammaturgia contemporanea con gli allestimenti di testi di Brad Fraser, Steven Berkoff, Bernard-Marie Koltès, Yukio Mishima, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori e Mark Ravenhill. In tempi più recenti, il rinnovato incontro con Shakespeare ha dato vita a una versione violentemente espressionista di Amleto, a una nuova edizione del Sogno (1997) e a una brillante rivisitazione del Mercante di Venezia (2003).
 

 

Testimonianza di Erica: Romeo e Giulietta.

Post n°80 pubblicato il 06 Agosto 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Erica l' ha scritta come commento ad un post...ma mi sembra il caso di darle l'importanza che si merita!


Inviato da erica_teatri il 05/08/08 @ 23:39 via WEB

che cos'è il 'Romeo e Giulietta' di Ferdinando Bruni ... è risse e pestaggi come dalle cronache veronesi di inizio maggio, morti compresi ... è un mondo degli adulti che credono nel tutto a posto, anche le nozze senza amore, anche le spose adolescenti già madri ... è un amore segreto che solo la Balia può comprendere, coccolare e rimpiangere ... è una scenografia bianca molto mobile che occhieggia agli antichi marmi romani utilizzati nelle abitazioni tardo medievali ... è lo studio del frate che pare uscito dal legni intarsiati dello studiolo di federico da montefetro ... sono magnifici costumi (forse un poco torturanti x gli attori) ... ho visto r&g al teatro romano di VR, luogo eccezionale e suggestivo, da sempre nella mia memoria affezionata, ricco delle calde gradinate a uno sguardo dal tramonto, nel silenzio della sera tarda la corrente dell'Adige era come una musica. credo ke il sig. regista gradisca sempre i teatri antichi (coefore, come dimenticare?? la prima volta che ci venne voglia d andare a vederli fuori milano) anche se poi mi dice ‘al chiuso sarà meglio’. la messinscena mi ha colpito e commosso in particolare per il richiamo alle vicende note dei pestaggi ed accoltellamenti mortali. gli attori simpatici e bravi, noti e novità, alla pari come capacità e bravura (diciamo che bruni riesce a tirar fuori il meglio da tutti, pubblico compreso…) le giovinette del pubblico hanno lungamente applaudito e ululato x Romeo e Mercuzio, il mio 'brava!' va alla balia d Ida, se non l'avesse fatta lei se la sarebbe accollata il regista, ce n'est pas? e ci sono stati pure i complimenti per la traduzione e l’adattamento del testo! attendiamo ora il gennaio 2009 x la conferma d questo umile parere. grazie, Elfi, vedervi mi fa sempre stare bene. e.

Foto di Luca Piva

 
 
 

Ricercato...speciale

Post n°79 pubblicato il 05 Agosto 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Ho l'abitudine di curiosare tra i blog ed i profili di chi entra nel mio...a proposito, qualcuno entra spesso...perchè non lasciate un messaggio??....Oggi ho scoperto questa simpatica cosa nel blog http://blog.libero.it/ekkekkazzo/ di Giovanni Maiolo......la "rubacchio" e la riscrivo qua!!
Simpaticoblog! grazie!

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Grande sorpresa per gli investigatori al momento dell’arresto di Karadzic: il ricercato era un tranquillo cittadino che da tredici anni faceva il medico.

Ma questo è nulla in confronto alla sorpresa che avranno gli investigatori italiani quando scopriranno che il maggiore ricercato del Paese da 14 anni sta in parlamento e ora è per la quarta volta presidente del consiglio.

Speriamo non lo trovino mai, se no sai come ci rimangono di merda?

P.s. Il Lodo Alfano prevede l'immunità per le alte cariche. Ora però devono dimostrare che Silvio è alto.
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Baci da Verona

Post n°78 pubblicato il 05 Agosto 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Ho ricevuto una cartolina bellissima!!!! Grazie Erica, e grazie Ferdi !!!!
Spero che Verona vi porti fortuna ed amore.
BUone Vacanze!!!!

 
 
 

Mary

Post n°77 pubblicato il 02 Agosto 2008 da Cesonia00
 
Tag: Marina
Foto di Cesonia00

...E che bella principessa, Marina. Tutta la mamma!

 
 
 

William

Post n°76 pubblicato il 02 Agosto 2008 da Cesonia00
 
Tag: William
Foto di Cesonia00

VA che bell'ometto ho fatto! Anzi...abbiamo fatto, c'era anche Max....

 
 
 

Troppo belli!

Post n°75 pubblicato il 02 Agosto 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Sono troppo belli per non pubblicare la loro foto! non so se sono amici o se stanno insieme, ma son carinissimi comunque. Io che li ho visti al lavoro poi, so quanto son bravi e magici.Lei, Vanessa ha un numero bellissimo di contorsionismo da "sirenetta" prima con una cangiante coda, poi senza, dentro ad una conchiglia aperta. Lui...beh, già l'ho detto. Aljosha è il mio artista preferito.
Ho rubato letteralmente la foto da una pagina di una community dove i ragazzi scrivono. Ma son foto pubbliche e quindi ho preso. Non ho potuto chiederlo a Vanessa perchè il mio vecchio browser non riesce a farmi scrivere messaggi sulla community in questione. Mi scuso con lei qua.
E, comunque, son così belli.
Lei ha i capelli come li avevo io alla sua giovanissima età!

Wilcirco!!

Laura, ti ricordi quando eravamo così belle, giovani, spensierate anche noi al mare? Ti ricordi Milano Marittima? il bagnino? la discoteca? i bomboloni caldi? Bruno l'imitatore bel ragazzo?
hai ancora "quelle" foto? ne hai qualcuna sul pc? se me la mandi....la pubblico! Le sirene della Romagna!..

 
 
 

Per par condicio inserisco questa triste recensione. Romeo e Giulietta

Post n°74 pubblicato il 31 Luglio 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Nella foto Nicola Russo, il bravo e giovane attore dell'Elfo


da La Stampa.it

Per Romeo e Giulietta
amore e morte in un loft

Federica Castellini e Nicola Russo nel finale della tragedia di Shakespeare.

MASOLINO D'AMICO
Il primo festival shakespeariano al Teatro Romano di Verona si aprì sessant’anni fa, ovviamente con un Romeo e Giulietta; un nuovo Romeo e Giulietta ha celebrato la ricorrenza. E, forse in carattere con l’occasione, questo offerto dall’Elfo è un Romeo e Giulietta che si può definire tradizionale, discordante dallo stile amarognolo-sardonico-postespressionista tipico dello storico gruppo milanese, che peraltro anche di recente ha proposto un classico, Il giardino dei ciliegi, in analoga chiave poco avventurosa. In entrambi i casi il risultato è stato assai gradito dal pubblico, meno dalla critica. Ricevendo in apertura di serata il premio Renato Simoni per la fedeltà al teatro, la meravigliosa Rossella Falk ha ricordato una sua lontana Dodicesima notte in chiave romantica su questo stesso palcoscenico: sarebbe ammiratissima ancora oggi, erano tempi creativi. Non per nulla in quello stesso anno 1961 si vide a Londra la prima edizione di un Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli, le cui innovazioni da allora in poi sembra siano diventate canoniche: attori ostentatamente giovani per le parti principali, grande dinamismo, tenzone comica di Mercuzio con Tebaldo e subito dopo, tenzone brutale di Romeo con lo stesso...

La regia di Ferdinando Bruni, che veste i personaggi in abiti cinquecenteschi (ma i ragazzacci di Verona, sempre impegnati a prendersi a spintoni, sono tutti omologati con i jeans di allora, pantaloni neri e camicie bianche molto scollate), le accoglie senza discutere, comprese certe piccole gag come il fazzoletto sulla faccia di Mercuzio, il parasole che il servo regge sulla testa della balia. La linea è collaudata, quando la si abbandona si rischia. Una nutrice elegante e che non fa ridere (Ida Marinelli), un Mercuzio risolutamente antipatico (Edoardo Ribalto) magari non saranno stati intenzionali; ma l’abolizione delle previste spade in favore di pugnali rende assurdi i duelli, non è mica Cavalleria rusticana e il fatto che Giulietta (la graziosa, energica Federica Castellini) si cali dal balcone, qui una specie di pulpito (veramente Shakespeare dice finestra, ma nessuno gli ha mai dato retta) e quindi abbracci il suo capriccioso, querulo Romeo (Nicola Russo), provoca goffaggini contraddicendo un testo che qui gioca sulla separazione fisica dei due ragazzi.

In tre ore abbondanti ci viene comunque fatto ascoltare quasi tutto, il taglio più vistoso essendo la sparizione del frate (Luca Toracca) dal sepolcro di Giulietta, il che facilita la riduzione a macchietta di un personaggio altrimenti piuttosto ambiguo. Diffidando dei pur potenti microfoni di cui è dotata, la compagnia urla continuamente come i contadini di una volta quando parlavano al telefono. Infine, la scena di Andrea Taddei, ampio ambiente di legno bianco con molte finestre asimmetriche, una scala laterale e possibilità di introdurre elementi mobili (anche un muro con cime di cipressi), è commendevolmente unica, ma non si adatta a tutte le situazioni, sottolineando con la sua vastità la mancanza di figuranti nelle scene di massa e risultando particolarmente inadeguata nel finale, quando il letto su cui Giulietta ha simulato la morte deve fungere da catafalco e la stanzona, più che una cripta, ricorda un loft.

Shakespeare, «Romeo e Giulietta»
Teatro Romano di Verona
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Cazzarola ( si può dire?) è il Masolino d'Amico, mica ciccia. Ma forse la ciccia l'aveva sui suoi occhietti belli quando ha visto lo spettacolo: sotto forma di fette di salame e preconcetti...Magari gli Elfi non sono a servizio della stampa e della critica, magari volano alto, troppo alto per queste beghe. Magari semplicemente lui, il Masolino aveva mangiato pesante.
Ma com'è che gli altri ne parlano bene? com'è che Erica (che c'era) mi ha raccontato che Mercuzio faceva ululare il pubblico tanto che era bravo? e poi: io Nicola lo conosco. Non è Querulo, ma bravo, ha avuto un buon maestro.
Ida so come recita, lo so benissimo, ed anche Giancarlo Previati.
Attori giovanissimi? ma è Romeo e Giulietta!, e chi ci doveva mettere? In più concordiamo che Ferdi sarebbe stato un meraviglioso Romeo. Ma ha ragione lui, largo ai giovanissimi che devono trovare un'occasione per emergere.
Non toccate Luca (Torracca) poi. E' grande, il preferito perfino di mio marito che è sopra le parti.
Le regie di Ferdinando poi son qualcosa di magico. Raffinate, mai sopra le righe, evocatrici. Ma poi penso anche che se avesse messo in scena una cosa trita, cupa e ritrita l'avrebbero definito piatto. Ed i figuranti costano, caro Masolino. Per chi, come loro, soldi non ne ha poi così tanti. Non è la scala, Non è l'Aida. E' teatro, e nel teatro, a volte, si immagina quello che non si vede.
Ma se Masulin parla male anche del Giardino, allora, penso abbia grandi preconcetti. Si sa, la critica ama chi la ama, la vezzeggia e la lusinga. ma va????? A volte sembran prostitute. Senza offesa alla categoria (delle prostitute)
Ragazzi, che pena. Il Masolino no, vi prego. Mi crolla un mito. Ho consunto i suoi libri a furia di studiarli all'Università.
Va beh, meno male che da altrove mi arivano buone nuove.....
ciao

 
 
 

Ragionare

Post n°73 pubblicato il 31 Luglio 2008 da Cesonia00
 
Tag: amici
Foto di Cesonia00

Capita che una persona conosciuta da poco, magari "virtualmente" conosciuta ti faccia ragionare con solo 2 parole. Capita ai più fortunati, lo so.
Magari sei lì lì per fare una cavolata e ti fermi all'improvviso.
Ecco, meno male che ci sono questi amici, alle volte.

Se una cosa mi piace e mi coinvolge io parto in quarta e difficilmente mi fermo. Sono un'istintiva.
Ma oggi mi hai insegnato che "in punta di piedi" è meglio. Ne farò tesoro per il tempo a venire.

Grazie

dani.

 
 
 

Buon Compleanno ad un Elfo

Post n°72 pubblicato il 29 Luglio 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

"Tanti auguri a teee
Tanti auguri a teeee
Tanti giorni felici
Tanti auguri a Teeeeeee"

Buon compleanno caro Elfo! Giorni felici da parte di tutti noi. Ti voglio bene.

Dani, Max, Wil e Mary.

 
 
 

FINE DI UN'AMICIZIA?

Post n°71 pubblicato il 29 Luglio 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

A volte amori ed amicizie finiscono, anche le più belle e durature. Spero non sia questo il caso, ma temo di si. Sicuramente ci vuole coraggio anche a far finire un'amicizia, coraggio a dirlo. O semplicemente onestà, coerenza, dignità. Sparire d'un tratto è vigliacco, ipocrita. Solo gli struzzi mettono la testa sotto la sabbia per non vedere e sentire. Ultimamente, invece, sono circondata da persone care che passano d'un tratto dall'amicizia al silenzio.

tiziano Ferro, "mio amico"

Una è troppo poco...due sono tante Quante principesse nel castello mi hai nascosto TI VOGLIO BENE...te lo dicevo anche se non spesso TI VOGLIO BENE...me ne accorgevo prima più di adesso Tre sono poche..quattro sono troppe Quante quelle cose che hai rinchiuso nel castello e ancora... TI VOGLIO BENE...e nonostante tutte le attenzioni TI VOGLIO BENE...dall'altro ieri, invece da domani non lo so Vorrei ringraziarti vorrei stringerti alla gola Sono quello che ascoltavi, quello che sempre consola Sono quello che chiamavi se piangevi ogni sera Sono quello che un po' odi e che ora un po' ti fa paura Vorrei ricordarti che ti son stato vicino Anche quella sera quando ti sentivi strano E ho sopportato Però adesso non rivoglio indietro niente Perché ormai secondo te ho tutto quello che mi serve Un applauso forte sotto le mie note Una copertina ed anche un video forte Fidanzate tante quante se piovesse Anche se poi le paure son le stesse Ora che ho sempre tantissimo da fare Dici che non ho più tempo per parlare Ma se solo bisbigliando te lo chiedo Tu sarcastico ti tiri sempre indietro E quindi... Una è troppo poco...due sono tante Quante principesse nel castello mi hai nascosto TI VOGLIO BENE...te lo dicevo anche se non spesso TI VOGLIO BENE...me ne accorgevo prima più di adesso Tre sono poche..quattro sono troppe Quante quelle cose che hai rinchiuso nel castello e ancora... TI VOGLIO BENE...e nonostante tutte le attenzioni TI VOGLIO BENE...dall'altro ieri invece da domani non lo so Un altro viaggio e poco tempo per decidere Chi ha caldo a volte non si fermerebbe mai È troppo presto per ricominciare a ridere Sicuramente il momento arriverà Sono passati lentamente venti giorni Sono trascorsi rimpiangendo i miei sogni E in quanto a te so solo che se ti vedessi Sarei più stronzo di ciò che ti aspettassi È terminata l'amicizia da due ore Ho seppellito l'incoscienza del mio cuore In 4/4 ti racconto Disilluso e non contento L'allegria e la magia che hai rovinato Ti ho visto camminare mezzo metro sopra al suolo Dire in giro "sono amico di Tiziano" E rassicurarmi di starmi vicino Poi chiacchierare al telefono da solo Dietro l'ombra di sorrisi e gesti accorti Sono passati faticando i nostri giorni E per quanto non sopporti più il tuo odore Mi fa male dedicarti il mio rancore E quindi... Una è troppo poco...due sono tante Quante principesse nel castello mi hai nascosto TI VOGLIO BENE...te lo dicevo anche se non spesso TI VOGLIO BENE...me ne accorgevo prima più di adesso Tre sono poche..quattro sono troppe Quante quelle cose che hai rinchiuso nel castello TI VOGLIO BENE...e nonostante tutte le attenzioni TI VOGLIO BENE...dall'altro ieri Invece da domani non lo so E' che ti sono debitore di emozioni E' che al mondo non ci sono solo buoni Magari questo lo sapevo ma è diverso Viverlo sulla tua pelle come ho fatto io con te E fu Latina a farci unire e poi pagare Una canzone può anche non parlar d'amore E ancora con tutto il cuore te lo dico Anche se da due settimane non sei più Mio amico..

Te la dedico, è tutta tua.

 
 
 

Paolo: un amico del Circo.

Post n°70 pubblicato il 28 Luglio 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

In questi giorni ho "virtualmente" conosciuto Paolo; un nuovo amico dal Web. (Non che io abbia molte conoscenze "virtuali", ma ricordo che Daniele, Riccardo, Gabriella,miei grandissimi amici, li ho conosciuti proprio grazie al web, il mitico "elforum" Solo in seguito ci siamo conosciuti di persona, ed è stato bellissimo).
Spero Paolo diventerà mio amico.
Paolo ama il circo, conosce il circo, vive il circo in prima persona. E mi sta raccontando tante cose.
Come me, da bambino sognava tendoni e carovane, clowns e trapezi. Solo che lui la passione l'ha saputa coltivare. io no. Io l'ho persa chissà dove e solo ora l'ho ritrovata. Alla grande.

Paolo mi ha dato qualche notizia del "mio" Aljosha:

allora...mi ha scritto all'incirca così:

gentile daniela (....) mi fa piacere condividere con altri la mia passione per il circo, (...) Aliojsha l'ho conosciuto 6 anni fa all’ happycirco, con i genitori la mamma Giorgia Medini e il papà Maurizio Coatti Tebas, tutti delle bravissime e gentilissime persone.
(...)L''ho visto quest'anno al circo Oscar Orfei di Armando Orfei.... è bravissimo nei suoi due numeri di fasce ed del palo cinese ....il suo numero l' avevo visto in video mostrati nella roulotte dei suoi genitori da lui quando l'ho incontrato al circo Jarz.
Ti ribadisco che Aliojsha e un bravissimo ed educatissimo ragazzo.....
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Grazie per le informazioni, Paolo. Se vorrai segnalarmi notizie circa il tuo lavoro fatto al circo, il laboratorio ed i circhi in Lombardia sarò contentissima di pubblicarle sul blog.
Grazie per aver risposto alla mia invadente mail, grazie per le informazioni che mi hai dato e che mi darai e per la tua testimonianza da "vicino" sul mondo circense.
Daniela.

 
 
 

Il Circo

Post n°69 pubblicato il 28 Luglio 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Grande il Renatone! Mito della mia gioventù, poeta dei miei giorni. Come mi piace.....

Il Circo

Viene il tempo di fermarsi di bagnarsi di poesia di sentirsi parte di una sinfonia si raccolgono le stelle e una luna che non sai e la notte si fa bella, come mai un momento di infinito che si scomoda per te perché un uomo che ha vissuto ha più di un mondo dentro sé... Se si svegliano i ricordi vedi sciogliersi i ghiacciai col pensiero le montagne, muoverai. Sono lacrime d'amore, perle rare quei perché se un sorriso avrai strappato, beato te... Se non senti più dolore, e non c'è vita dopo te se hai istruito bene il cuore niente può ferirti ormai. Un circo, ormai deserto, gli abiti da clown. Di un uomo, stanne certo non si riderà la vita si diverte crudele a volte lei ingannala se puoi fatti trovare vivo e qui. Di timori e d’incertezze ci si muore e tu lo sai dai, spalanca la finestra respira il sogno più che puoi. Fuori maghi, giocolieri, domatori e nani via metti in pista la tua nuda verità... E l'applauso di stasera è uno solo, quello tuo che ti piaci e ti diverti soddisfatto come un Dio. Il circo, la tua arena, buffo e goffo ma... Chi ti ha deriso questa sera capirà. Né talco, né rossetto non usarli più pagliaccio ieri sì ma sotto quella luce lì... Immenso sei... immenso sei... sei

Renato Zero Amore Dopo Amore Tour Dopo Tour (1999)

 
 
 

ROMEO E GIULIETTA: RECENSIONI!

Foto di Cesonia00

Teatro Romano: Romeo e Giulietta dai toni classici

Qual è il modo migliore per rappresentare Shakespeare? Abbandonarsi al testo, sottomettervisi, lasciare che la parola scorra, nuda e cruda, scevra di orpelli e infingimenti, lontana da riletture e innovazioni, affidata invece al rassicurante solco della tradizione. In questa direzione di totale fedeltà al testo, di assoluto rispetto filologico, si orienta il regista Ferdinando Bruni nel raccontare la tormentata storia dei due innamorati realizzando con il Teatro dell’Elfo un allestimento pulito, lineare, rigoroso, ortodosso. Una scelta, questa, che la sera della "prima" è stata ampiamente apprezzata dal numeroso pubblico accorso al Romano. (…) questo Romeo e Giulietta è ineccepibile: una messinscena classica, di austera eleganza, senza sbavature né sussulti in cui i giovani attori sono visibilmente impegnati a dare il meglio di sé; una regia che incalza gli avvenimenti con rapidità sottolineandoli con le belle musiche originali di Fabio Barovero. Uno Shakespeare, insomma, in puro stile Shakespeare.
Betty Zanotelli, L’Arena, 25 luglio 2008

La sensazione che l’odio tra Montecchi e Capuleti sia oggi ancora papabile (…) Ecco il regalo che «Romeo e Giulietta» del teatro dell’Elfo, per la regia di Ferdinando Bruni, fanno al pubblico al Teatro Romano. (…) Sin dall’inizio l’impronta di Bruni sembra puntare sulla forza della parola e su recitazione marcata che nel lingo fa emergere la bravura di Edorardo Ribatto – Mercuzio e della veronese Federica Castellini nel ruolo, pur difficile, di Giulietta. Plauso anche alla balia Ida Marinelli, anche lei veronese, e LucaToracca un frate Lorenzo degno di De Filippo.
Tiziana Cavallo, Corriere di Verona, 25 luglio

 
 
 

Non so che farci

Post n°67 pubblicato il 25 Luglio 2008 da Cesonia00
 
Tag: Aljosha
Foto di Cesonia00

Ci penso, non so che farci.
Quando uno è bravo è bravo e se sa trasmettere tutta la poesia del circo, allora fa rinascere antiche passioni e ricordi. Dall'interesse nasce la passione...e quando c'è passione c'è vita.
Ecco Aljosha rappresenta la vita, la giovinezza, l'agilità, la forza, l'equilibrio perfetto, la dolcezza, il fuoco, la bellezza.

La prossima volta che andiamo al circo Niuman cercheremo di conoscerlo, così glielo diremo di persona.....

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Il mondo da quassù, sapessi com'è bello da quassù
Sembra una grande palla che un bambino ci può giocare
E il vento da quassù, sapessi come corre da quassù
E crea onde grandi, sopra l'erba, che sembra un mare
E il tuo viso da quassù, quegli occhi così intensi da quassù, che cercano una stella, la più bella, con cui parlare...
Ah e il cielo da quassù, sapessi quanto è immenso da quassù
Che ti vien voglia di volare
Ed oltre questa sera, lo vedi il vuoto non mi fa paura
Profondo e naturale il suo silenzio e non fa male
E sopra questo filo in equilibrio tra la terra e il cielo,
per ogni stella un sogno, un desiderio da realizzare Risuona l'infinito come una cattedrale, un canto amico
E tutto è così vero, così intenso, così leale
E insieme nella mente, nel cuore che ci unisce intensamente, ci ritroviamo a volare
Risplende l'universo, che tutto esiste e niente si era perso
Per ogni tuo sorriso un'altra stella vorrà brillare
Il cielo da quassù, sapessi quato è immenso da quassù
Ed è così vicino che un bambino lo può toccare
Ora stringi la mia mano, chiudi gli occhi e vai lontano
Sono qui, sono qui, sono qui

Rossana Casale
Album: Circo Immaginario
Titolo: Micol Sul Filo

 
 
 

Romeo e Giulietta

Post n°66 pubblicato il 24 Luglio 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Teatro Romano di Verona, 23-26 luglio 2008

ROMEO E GIULIETTA
di William Shakespeare
regia e traduzione di Ferdinando Bruni
scene di Andrea Taddei
costumi di Ferdinando Bruni
con Nicola Russo (Romeo), Federica Castellini (Giulietta) Ida Marinelli (Balia), Luca Toracca (Frate Lorenzo), Edoardo Ribatto (Mercuzio) Giancarlo Previati (Capuleti), Alessandra Antinori (Donna Capuleti) Fabiano Fantini (Principe/cugino/speziale), Alessandro Rugnone (Benvolio) Andrea Fugaro (Tebaldo/Padre Giovanni), Nicola Stravalaci (Montecchi/Pietro) Silvio Laviano (Paride), Jacopo Fracasso (Baldassarre)
luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
duelli e risse a cura di Beniamino Caldiero
maschere di Giovanni De Francesco
una produzione Teatridithalia in collaborazione con Estate Teatrale Veronese e AMAT
prima nazionale

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Al Teatro Romano di Verona hanno debuttato negli anni passati due successi del repertorio di Teatridithalia: Il sogno di una notte di mezza estate (1997) e Il mercante di Venezia (2003), spettacoli diretti da Elio De Capitani e interpretati dall’ensemble dell’Elfo. Quest’anno la compagnia rinnova la collaborazione con l’Estate Teatrale Veronese per produrre un nuovo titolo, Romeo e Giulietta, affidandolo questa volta a Ferdinando Bruni, qui alla sua seconda regia shakespeariana dopo la personale rivisitazione della Tempesta per attori, fantocci, figure animate e musica, ma già interprete dei più importanti ruoli del repertorio elisabettiano: è stato un Amleto ottimamente recensito dal Finacial Times, Edoardo II, Puck e Shylock. Bruni guiderà un cast di giovani attori, selezionati tra più di trecento candidati e affiancati da due nomi storici dell’Elfo, l’attrice veronese Ida Marinelli e Luca Toracca. Protagonisti nei ruoli di Giulietta e Romeo saranno Federica Castellini, attrice venticinquenne, anche lei veronese ma formatasi alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, già apprezzata interprete del Ventaglio diretto da Ronconi, e Nicola Russo, attivo nelle produzioni Teatridithalia sia come interprete (Sogno di una notte di mezza estate, Resti umani non identificati, Lo zoo di vetro, Come gocce su pietre roventi, Bottega del Caffè) che come regista (Le muse orfane e La storia dell’oca di Michel Marc Bouchard). Lo spettacolo andrà in scena a Milano dal 13 gennaio al 15 febbraio.

Note rileggendo Romeo e Giulietta:

Brucia fino in fondo la tua vita e muori giovane. Questo motto che nel corso degli ultimi decenni del secolo scorso ha avuto tanta influenza sulla cultura (e sulla sottocultura) giovanile, alimentato dai miti delle vite spericolate e delle morti premature delle icone del cinema e della musica, da James Dean a Jim Morrison, racchiude in sé due possibili opposti significati: da una parte la fiducia nell’eroismo di una fine sfolgorante, nel pieno del vigore e della bellezza, che allontani per sempre lo spettro noioso della maturità e l’orrore della vecchiaia, dall’altro un avvertimento catastrofico che mette in guardia contro i pericoli di una vita che non vuole compromessi. Uno sguardo giovane quindi che sfida il buon senso in nome della passione e uno sguardo maturo che osserva questa sfida con la trepidazione del disincanto.

Anche in Romeo e Giulietta questo doppio sguardo sembra convivere: da una parte un inno alla giovinezza, alla passione, alla velocità, al pericolo, dall’altra un presagio di rovina, un memento mori. E contrasti e contraddizioni abbondano ad ogni livello in questo testo che forse proprio perché mitico è in fondo poco conosciuto nella sua struttura. Contrasti nel tema (eros-morte), nei personaggi (giovani–vecchi), nel linguaggio (poetico- quotidiano), persino nella spiegazione che si vuole dare della catastrofe finale (destino-incidente). Tutta l’opera riverbera di contrasti, fra buio e luce, notte e giorno, gioia e lutto, balli e funerali, ma quello portante, che coinvolge chi assiste fosse anche all’ennesima rappresentazione di Romeo e Giulietta e che la rende sempre tragicamente attuale, è quello tra un amore assoluto, di una purezza che proprio la sua brevità e il suo destino di morte rendono totale, e un odio altrettanto assoluto, in quanto cieco, in quanto ormai immemore delle ragioni della sua nascita.

Una lunga scia di sangue frutto di faide, di lotte faziose, di scontri politici o religiosi, perseguiti con l’ottusa bestialità delle risse fra tifoserie, collega la storia tragica dei due amanti di Verona con le vicende sanguinose della nostra epoca, e non ci sarà bisogno di ambientare la vicenda in Kossovo o in Israele, in Irlanda o nei Paesi Baschi, perché le parole di Shakespeare e la tragica fine dei suoi personaggi non risuonino in noi, perché le lotte fra Capuleti e Montecchi non richiamino alla mente altre lotte più vicine nel tempo e nello spazio.

Quindi scena del nostro spettacolo sarà una Verona cupa, stremata da queste lotte, percorsa dai bagliore delle fiaccole delle ronde, risuonante dei clamori delle risse, dal clangore delle armi, ma anche capace di feste, di balli, di scherzi e risate. Una Verona anche sanguigna, che sa ancora ridere dell’amore e dei suoi tormenti attraverso l’umorismo non certo lieve della Balia, uno dei personaggi femminili più potenti del teatro shakespeariano, e attraverso i lazzi osceni e poetici di Mercuzio, “l’esibizionista più famigerato”, la cui morte, ancora una volta assurda e futile, segna il punto di passaggio fra l’andamento leggero, quasi da commedia della vicenda e il suo precipitare verso la tragedia. Una Verona evocata da uno spazio elisabettiano essenziale e duttile dove le luci, le musiche, i suoni facciano vivere ambienti e situazioni senza rallentare il famoso “Two hours’ traffic of our stage”, senza togliere centralità al ruolo dell’attore, al gioco fra i personaggi, alla loro fisicità, che qui più che mai è chiamata in causa dal ribollire giovanile del sangue, da un tumulto degli ormoni che, se non trova sfogo nei baci, si placa nelle risse e nei duelli.

Al centro dello spazio, nel cuore della battaglia, in un luogo di silenzio, di allodole, di usignoli, di raggi di luna, dimentichi di tutto se non di loro stessi, Romeo e Giulietta vivono “la passione più cristallina, più sana e più positiva regalataci dalla letteratura occidentale” (Bloom), proprio perché tutta costruita sull’attesa del piacere, su piaceri non vissuti.

La grandezza e la straordinarietà del personaggio di Giulietta sta proprio nel suo essere ‘umana’ e non idealizzata, quindi non esente dal desiderio, anche sessuale, e nel suo essere al tempo stesso una quattordicenne che si apre alla vita. Così come Romeo, con le sue depressioni teatrali, le sue ostentate complicazioni di linguaggio, il suo repentino cambiare oggetto d’amore, i suoi slanci e le sue goffaggini è il ritratto fedele di ogni ‘giovane uomo’ a cavallo fra adolescenza e maturità dal 1595 ai giorni nostri. E la simpatia che è praticamente inevitabile provare per loro deriva proprio dal fatto che li riconosciamo come veri, che li abbiamo già incontrati, che il loro amore assoluto e semplice ci ricorda gli entusiasmi e le paure, le passioni categoriche e le delusioni violentissime del nostro apprendistato alla vita.

Mentre scrivo queste prime note e ripercorro ancora una volta il testo di Shakespeare, mi accorgo che uno dei motivi per cui la sua opera riesce a parlarci ogni volta come fosse la prima è una sua quasi magica capacità di muoversi insieme a noi attraverso le epoche della nostra vita. Così forse, proprio perché ormai sono definitivamente lontano dalla giovinezza, (anche da quella grottesca giovinezza prolungata tipica dei nostri tempi), mi accorgo di provare una pena e una tenerezza mai provate fino ad ora per Giulietta, per Romeo, per Paride, per Tebaldo, per Mercuzio, come se in qualche modo la loro vicenda ci raccontasse la vicenda di tutte le giovani vittime innocenti e inconsapevoli di un potere ‘adulto’ e cinico, stolido e crudele.

E penso che forse davvero “Non ci fu mai storia più triste di quella di Giulietta e del suo Romeo”.
Ferdinando Bruni

tratto da www.elfo.org

x le foto bellissime di Luca Piva

http://www.flickr.com/photos/lucapiva/sets/72157606300153105/

 
 
 
 
 

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