Il Mio Elfo

Il Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia.

 

TRA DIRE E FARE -GIORGIA.

 

DARREN HAYES - LOST WITHOUT YOU

 

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IL TEATRO DELL'ELFO

Dall'enciclopedia ENCARTA.... fondata a Milano nel 1972, la compagnia dell’Elfo si ritagliò fin dai suoi esordi uno spazio originale all’interno del panorama teatrale degli anni Settanta anche grazie all’allestimento di spettacoli come "1789: scene dalla rivoluzione francese, Pinocchio Bazaar, Le mille e una notte". Nel 1978, con l’acquisizione di una sala teatrale, la compagnia diede inizio a un nuovo corso, segnato dal grande successo di Sogno di una notte d’estate (1981), un’inedita versione musical-rock del testo di Shakespeare. Lo spettacolo costituì l’apice della crescita della compagnia, esperienza collettiva di un gruppo di registi e attori che vide in Gabriele Salvatores uno degli esponenti di maggior spicco. Negli anni successivi si affermarono nuove personalità registiche, come Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, mentre il gruppo si dedicò alla scoperta dei migliori autori contemporanei; nacquero così Nemico di classe di Nigel Williams e Visi noti, sentimenti confusi di Botho Strauss, per la regia di De Capitani; Comedians di Trevor Griffiths, per la regia di Salvatores; Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder, diretto da Bruni e De Capitani. Nel 1992 l’unione del Teatro dell’Elfo con il Teatro di Porta Romana diede vita a Teatridithalia. Portando al successo alcuni attori di primo piano della scena teatrale italiana, tra cui Paolo Rossi e Silvio Orlando, la compagnia proseguì la ricerca sulla drammaturgia contemporanea con gli allestimenti di testi di Brad Fraser, Steven Berkoff, Bernard-Marie Koltès, Yukio Mishima, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori e Mark Ravenhill. In tempi più recenti, il rinnovato incontro con Shakespeare ha dato vita a una versione violentemente espressionista di Amleto, a una nuova edizione del Sogno (1997) e a una brillante rivisitazione del Mercante di Venezia (2003).
 

 

ANCORA IL TRISTE PRENCE

Post n°50 pubblicato il 01 Luglio 2008 da erica_teatri
 
Foto di Cesonia00

L'attore apre il primo luglio al Teatro Romano di Verona il festival shakespeariano
ed è il protagonista del corto "L'alchimia del gusto" in onda su Sky

Alessandro Preziosi: il mio Amleto attuale come un intellettuale in crisi

di RITA CELI 

Dai dubbi amletici agli incubi di uno chef smemorato in una notte napoletana. Alessandro Preziosi dimostra ancora una volta la sua versatilità e passa dal piccolo schermo, protagonista di un cortometraggio, L'alchimia del gusto, in onda da lunedì 30 giugno su Sky, al palcoscenico del Teatro Romano di Verona dove debutta nei panni di Amleto e apre, martedì 1 luglio, le celebrazioni del 60esimo anniversario del festival shakespeariano.
L'interpretazione del cortometraggio è stata una breve parentesi in un periodo in cui Preziosi ha scelto di dedicarsi interamente al teatro. Un breve film di sette minuti diretto da Edo Tagliavini (giovane regista già vincitore lo scorso anno del Globo d'Oro, il premio assegnato dalla stampa estera, per No Smoking Company), prodotto da Fox Italia con pasta Garofalo. Il corto è stato interamente girato utilizzando la tecnica del "green screen": l'attore ha quindi interpretato il suo personaggio muovendosi su un fondale verde. Solo in seguito sono state inserite le immagini dello sfondo, ambientando in una Napoli cupa e futuristica la vicenda di uno chef vittima di una amnesia che gli impedisce di ricordare il suo passato.

"E' stato molto divertente" racconta l'attore che deve la sua popolarità a diverse serie tv, da Elisa di Rivombrosa al Capitano o il Commissario De Luca. "Uno strano esperimento, ho lavorato soprattutto con il regista, usando tutta l'immaginazione necessaria. E' stato un piacere, anche se non ho ancora visto il risultato". Completamente diverso l'impegno richiesto per il ruolo del principe di Danimarca, protagonista di una delle tragedie shakespeariane più rappresentate al mondo, con adattamento e regia di Armando Pugliese. In scena al suo fianco Franco Branciaroli nel ruolo dello zio Claudio, Silvio Orlando in quelli di Polonio mentre Carla Cassola è la madre Gertrude.

"Attraverso Amleto vogliamo parlare del contemporaneo per riportare il teatro classico e l'arte al loro ruolo fondamentale: ovvero essere lo specchio del mondo in cui viviamo" spiega Preziosi. "Amleto è un intellettuale in crisi e diventa attuale perché oggi la figura dell'intellettuale ha perso forza, è incapace di 'sentire' e quindi di provocare a sua volta una reazione nei suoi interlocutori".

Rispetto alle interpretazioni più classiche, questo nuovo allestimento intende offrire una lettura diversa. "C'è un gap culturale e intellettuale all'origine della confusione e dei dubbi che assillano Amleto fino a farlo sprofondare in una solitudine che lo allontana dagli amici e gli impedisce di capire chi possa aiutarlo" racconta ancora l'interprete.

Un modo anche per "recuperare la dimensione politica e metaforica del testo di Shakespeare in tutta la sua attualità", aggiunge, sottolineando la mancanza di maturità del suo Amleto, impreparato ad affrontare gli intrighi di corte e ossessionato tra la necessità di vendetta o giustizia.

La scelta non è stata casuale per Alessandro Preziosi che esordì a teatro, venticinquenne, interpretando la tragedia shakespeariana però nel ruolo di Laerte con la regia di Antonio Calenda. E torna protagonista a Verona, al Teatro Romano dove nel 2004 aveva interpretato Edmund in Re Lear, sempre diretto da Calenda. "Non lo considero un traguardo, ma un passaggio perché in questi dieci anni ho trovato Amleto in molti dei personaggi che ho affrontato portando in scena Pessoa, sant'Agostino, Cristoforo Colombo e anche nei panni dell'operaio che lavora al ponte dello Stretto consapevole della morte che lo aspetta". Un monologo, accompagnato da Stefano Di Battista Jazz Quartet, che ha interpretato una sola volta finora, ma che intende riportare in scena prima di dedicarsi nuovamente al principe di Danimarca che lo impegnerà nella prossima stagione teatrale.

L'Amleto - prodotto da Khora, la società di produzione dell'attore con cui ha finanziato i suoi spettacoli teatrali - rimarrà in scena a Verona fino al 5 luglio, si sposterà il 7 a Cremona, il 9 ad Alessandria, l'11 a Pietrasanta, il 14 luglio a Capena, il 19 e il 20 luglio a Taormina. Quindi proseguirà la tournée nelle maggiori città italiane da ottobre 2008 ad aprile 2009.

(29 giugno 2008 - repubblica.it)
 
 
 

PREMIO HYSTRIO 2008 A ELIO DE CAPITANI E FERDINANDO BRUNI

Post n°49 pubblicato il 29 Giugno 2008 da erica_teatri
 

Premio Hystrio 2008 a Luigi Lo Cascio, Alessandro Bergonzoni, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni

E’ uno dei premi teatrali più prestigiosi in Italia e compie 10 anni. E' il Premio Hystrio alla Vocazione. Da giovedì 26 a sabato 28 giugno 2008 presso il Teatro Franco Parenti di Milano.

In realtà c’è un doppio compleanno in casa Hystrio: sono passati 10 anni dalla prima edizione milanese del Premio Hystrio alla Vocazione e 20 dalla fondazione dell’omonima rivista che lo promuove. Rivolto a giovani attori dai 18 ai 30 anni, che si fronteggiano a colpi di monologo in audizioni pubbliche davanti a una giuria di addetti ai lavori, il premio ha l’obiettivo di scoprire nuovi talenti della scena e di premiarli con borse di studio utili ad approfondirne il percorso artistico. Grazie alla nuova collaborazione con il Circuito Teatri Possibili, le pre-selezioni, destinati ai giovani aspiranti attori autodidatti o provenienti da scuole istituzionali, hanno toccato quest’anno 5 città: oltre alla consueta Milano, le audizioni si sono svolte a Roma, Genova, Firenze e L’Aquila. Per i migliori ha avuto luogo anche una semi-finale a Pieve Ligure.

La serata-spettacolo delle premiazioni (28 giugno, ore 21) sarà l’occasione per consegnare, insieme alle borse di studio per i giovani attori vincitori del concorso, anche i premi (targhe realizzate per l’occasione dagli artisti di Arteca) che la rivista Hystrio consegna ogni anno ad artisti e realtà del panorama teatrale italiano e che per l’edizione 2008 sono stati così attribuiti:

Premio Hystrio all’interpretazione a Luigi Lo Cascio
Luigi Lo Cascio: formatosi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, Lo Cascio lavora in teatro con alcuni dei maggiori registi italiani, da Ronconi a Patroni Griffi, da Tiezzi a Cecchi riscuotendo grandi consensi in diversi spettacoli tra cui “La Caccia” e “Il Silenzio degli innocenti”. Al cinema ha girato “I cento passi” con la regia di Marco Tullio Giordana, , “Il più bel giorno della mia vita” con Cristina Comencini, “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana, “Buon giorno buona notte” di Marco Bellocchio e “Mio cognato” di Alessandro Piva.

Premio Hystrio-Teatro Festival Mantova a Alessandro Bergonzoni
Alessandro Bergonzoni: nasce a Bologna nel 1958. A 24 anni dopo l’Accademia Antoniana e la laurea in giurisprudenza inizia a lavorare nel teatro e da allora il successo lo accompagna tra spettacoli, libri, collaborazioni con testate e programmi radiofonici e cinema. Per citare solo alcuni dei suoi fortunati lavori ricordiamo “Non è morto nè Flic nè Floc”, “Anghingò”, “La cucina del frattempo”, “Al Bergo Bergonzoni”, “Grili, cicalle ed altri erorri”, “Predisporsi al micidiale”, fino all’ultima fatica “Nel”.

Premio Hystrio alla regia a Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani
Ferdinando Bruni: Dal 1973, quando fondò il Teatro dell’Elfo, lavora a tutto campo nelle produzioni della compagnia come attore, spesso in ruoli di protagonista, regista, scenografo e occasionalmente anche traduttore. È responsabile con Elio De Capitani della direzione artistica di Teatridithalia (Elfo e Portaromana Associati) e, a quattro mani insieme
a lui, ha firmato molte degli spettacoli che hanno segnato lo stile e la storia del gruppo: dalla trilogia di Fassbinder - Le amare lacrime di Petra Von Kant, La bottega del caffè, I rifiuti, la città e la morte (che Bruni in seguito ha arricchito dirigendo e interpretando Come gocce su pietre roventi) - fino alla commedia di Dario Fo Morte accidentale di un anarchico, nella quale ha anche affrontato il difficile ruolo comico del protagonista.
Elio De Capitani: regista attore e direttore artistico dell'Elfo, ha firmato la sua prima regia nel 1982 con Nemico di classe di Nigel Williams che lanciava i giovanissimi Paolo Rossi e Claudio Bisio. Si devono a lui spettacoli cruciali nelle stagioni di Teatridithalia come I Turcs tal Friul di Pasolini, la trilogia shakespeariana, composta dal Sogno di una notte di mezza estate, Amleto e Mercante
di Venezia, e il ciclo ancora incompiuto dell'Orestiade pasoliniana. In 25 anni più di trenta regie, soprattutto di drammaturgia contemporanea, prediligendo autori come Heiner Müller, Bernard-Marie Koltès, Copi, Biljana Srbljanovic, Marc Ravenhill, Giovanni Testori e ha portato per la prima volta sulla scena italiana Botho Strauss, Athol Fugard e Steven Berkoff.
Nell’ultima stagione teatrale Bruni e De Capitani firmano la regia di Angels in America di Tony Kusher.

Premio Hystrio alla drammaturgia a Renato Gabrielli
Drammaturgo, scrittore, regista e autore di sceneggiature televisive, Renato Gabrielli firma numerosi testi rappresentati con successo, tra cui Lettere alla fidanzata (1989), regia di Mauricio Paroni de Castro, produzione C.R.T. Milano, Marta e Maria (1992), regia di Silvio Castiglioni, produzione C.S.R.T. Pontedera, Moro e il suo boia (1994), regia di Mauricio Paroni de Castro, produzione C.R.T. Milano, Curriculum vitae (1999), regia di Renato Gabrielli, produzione Centro Teatrale Bresciano, Giudici (2002), regia di Renato Gabrielli, produzione Centro Teatrale Bresciano, Vendutissimi (2003), regia di Renato Gabrielli, produzione Ferdydurke-Agon, in scena al Teatro Litta di Milano, Salviamo i bambini (2006), regia di Sabrina Sinatti, produzione Extracandoni, Tre - Una storia d’amore (2008), regia di Sabrina Sinatti, produzione pianozerotreteatro / Compagnia Lombardi-Tiezzi.

Premio Hystrio-altre muse a Teatro delle Albe
Nel 1983 Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni fondano il Teatro delle Albe. La compagnia sviluppa il proprio percorso intrecciando alla ricerca del “nuovo” la lezione della Tradizione teatrale: il drammaturgo e regista Martinelli scrive i testi ispirandosi agli antichi e al tempo presente, pensando le storie per gli attori, i quali diventano così veri e propri co-autori degli spettacoli. Nel 1988 la compagnia acquisisce al suo interno dei griots senegalesi: Mandiaye N’Diaye (da allora "colonna" africana della compagnia), Mor Awa Niang e El Hadji Niang. La formazione diventa afro-romagnola, e pratica un originale meticciato teatrale che coniuga drammaturgia e danza, musica e dialetti, invenzione e radici. Gli spettacoli, da Ruh. Romagna piu’africa uguale (1988) a All’inferno! (1996), da I Polacchi (1998) al Sogno di una notte di mezza estate (2002), da Salmagundi (2004) a La mano (2005), valgono alle Albe premi e riconoscimenti, nazionali e internazionali, evidenziando una poetica rigorosa, raffinata e emozionante, capace di restituire alla scena la sua antica e potente funzione narrativa. Nel 2006 la non-scuola fondata da Martinelli è approdata a Napoli trasformandosi in ARREVUOTO, un progetto triennale del Teatro Mercadante,, diretto da Martinelli, a cura di Roberta Carlotto, e nel 2008 in PUNTA CORSARA, sempre per la direzione artistica di Martinelli, un progetto della Fondazione Campania Festival che prevede l'apertura di un teatro "stabile" a Scampia.

La Compagnia ha ricevuto il Premio UBU per lo spettacolo STERMINIO .


Premio Hystrio-Provincia di Milano a Compagnia Alma Rosè
Fondata nel 1997 Alma Rosè ha vinto nello stesso anno il Premio ETI Scenario con lo spettacolo “Alma Rosè” che ha poi dato il nome al gruppo formato da Annabella Di Costanzo, Manuel Ferreira e Elena Lolli.
Alma Rosè segue un’idea di teatro che è quella di lavorare in piena autonomia, di pensiero e di ricerca, spaziando dalla fiaba a tematiche di tipo politico e civile, trovando di volta in volta spunti e temi di riflessione diversi. Oltre che nei teatri opera anche in situazioni non teatrali e in tutti quei luoghi di aggregazione, della cultura, del sociale, del lavoro, che sono interessati a promuovere dialogo e riflessione emozione. Di recente la compagnia si è distinta per l’iniziativa “IL GIRO DELLA CITTA’” un viaggio in Milano e dintorni in cui portare i propri spettacoli per stimolare riflessioni e partecipazione ai temi sociali di cui questi lavori si fanno portatori.

Premio Hystrio-Arte e Salute a Accademia della Follia
Viene fondata da Claudio Misculin, Angela Pianca, Cinzia Quintiliani nel 1992.
È un progetto teatrale e culturale. Formato da attori a rischio, è un’esperienza singolare-universale. Qui la sofferenza individuale trova lo spazio delle parole e dei gesti. Qui il Teatro diventa terreno comune per agire la diversità e la sua trasformazione. Si opera ai confini: geografici, culturali, etnici, di generazione, di centralità e marginalità, di rischio personale, di gruppo, di età, di status. L’Accademia della Follia è il risultato di un percorso teorico e pratico condotto dal Velemir Teatro, che nasce nel 1983 a Trieste, nell’ambito dell’esperienza basagliana. I riferimenti teorici di Accademia della Follia, elaborati all’interno di una pratica quotidiana incessante, sono certamente Artaud, Grotowskji, Living Theatre, ma anche Franco Basaglia , Franco Rotelli, Sisto Dalla Palma.


Nel corso delle giornate del Premio è possibile assistere ad una mostra curata da Andrea Messana che racconta 10 anni di Premio Hystrio attraverso di foto dei premiati, dei partecipanti alle audizioni, di alcuni momenti del backstage e poi, in occasione dei 20 anni della rivista Hystrio, sono esposte tutte le 82 copertine dalle origini a oggi. La particolarità di queste copertine è che sono tutte illustrate (unica eccezione il n. 1-1998 con Strehler, omaggio al maestre deceduto pochi giorni prima) quasi sempre su commissione e in stretta relazione con i dossier contenuti in ogni numero. Tra i nomi degli illustratori: Ferenc Pinter, Gianni De Conno, Ivan Canu, Zaira De Vincentiis, Sara Not, Graziano Gregori, Gastone Mencherini, Daniela Dal Cin, Alessandro Gottardo, Lele Luzzati, Emiliano Ponzi, Chiara Dattola, Georgia Galanti.

Secondo evento che si svolgerà nelle giornate del Premio è la presentazione del libro di Andrea Porcheddu Il falso e il vero. Il teatro di Arturo Cirillo per i tipi di Titivillus, un percorso nel teatro dell’attore, regista e capocomico napoletano che crea maschere stralunate ed inquietanti con cui popola la scena in un costante confronto tra Vita e Teatro, finzione e realtà.
Il libro sarà presentato da Gilberto Santini, Claudia Cannella, Arturo Cirillo e Andrea Porcheddu.

Il Premio Hystrio 2008 è stato realizzato in collaborazione con:
Consiglio Regionale della Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Milano-Settore Cultura, Fondazione Cariplo, Comune di Pieve Ligure, Circuito Teatri Possibili, Teatri Possibili Liguria, Festival Teatro-Arlecchino d’oro di Mantova, Associazione Arte e Salute.
E con il patrocinio di:
Ente Teatrale Italiano, Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.


PROGRAMMA

giovedì 26 giugno
ore 10-18 – Selezione. Audizioni di aspiranti attori provenienti da scuole di recitazione riconosciute a livello nazionale e dei candidati che hanno superato la pre-selezione.
ore 18.30 – inaugurazione della mostra Compleanni, a cura di Andrea Messana.

venerdì 27 giugno
ore 18.30 – presentazione del libro Il falso e il vero. Il teatro di Arturo Cirillo, di Andrea Porcheddu.

sabato 28 giugno
ore 10-13 – Selezione. Audizioni di aspiranti attori provenienti da scuole di recitazione riconosciute a livello nazionale e dei candidati che hanno superato la pre-selezione.
ore 15 – Comunicazioni della Giuria sui vincitori del Premio alla Vocazione.
ore 21 – Serata-spettacolo delle premiazioni. Conduce Roberto Recchia.

Le audizioni sono aperte al pubblico. L’ingresso alla serata del 28 giugno è libero

Giuria del Premio Hystrio alla Vocazione:
Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Arturo Cirillo, Monica Conti, Corrado d’Elia, Nanni Garella, Lorenzo Loris, Sergio Maifredi, Valter Malosti, Andrea Paolucci, Lamberto Puggelli, Gilberto Santini.

(teatroteatro.it)

... tanti tanti complimenti ai sigg.ri registi (e pure alla giuria!) :-))))

 
 
 

FRA POCO A TORINO SI COMINCIA...

Post n°48 pubblicato il 22 Giugno 2008 da erica_teatri
 

PROGETTO NON ESSERE - HAMLET'S PORTRAITS

1.Ombre: I Becchini, Le guardie

Torino, teatro Astra 22/06/08 ora: 18 durata: 2 ore

 in boccca al lupo a tutti!!!

www.festivaldellecolline.it

 
 
 

Ho un probelma

Post n°47 pubblicato il 21 Giugno 2008 da Cesonia00

Ho un problema: non riesco piu' a logarmi da casa. Cercherò di risolvere il problema ma per un po' sarò assente. Uffa. Proprio ora che iniziavo a divertirmi!
Statemi bene.
Baci
Dani

 
 
 

ANTONIO LATELLA A RADIO 3 DICE...

Post n°46 pubblicato il 21 Giugno 2008 da erica_teatri
 
Tag: Amleto

... ke al Festival delle Colline Torinesi si sta molto bene, si lavora in gran libertà (cosa ke nn capita ovunque), ha diretto il suo primo Amleto a 30 anni con l'irruenza d ki dice 'vado e spacco il mondo' per ritrovarsi ora 'senza saperne niente, sapendo per certo ke quel ke rimane alla fine è il testo' (sante parole!!!). si debutta domani sera con le prime 2 stazioni (d 11), ognuno può vedere qulle ke desidera ('come al mercato, 1 kg d peske, 2 d... Amleto a peso') o tutte quante alla maratona d sabato ('si inizia alle 10,30 d mattina e si continua fino alle 2-3 d notte'), il pubblico serrà confortato dall'organizzazione del Festifal, dicono...

 www.festivaldellecolline.it

 
 
 

Evviva! L'Avantprogramme dell'Elfo!

Post n°45 pubblicato il 17 Giugno 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Sono mattiniera. E questa mattina cosa trovo nella posta? la newsletter di Teatridithalia con il tanto atteso avantprogramme. Invito tutti ad impararselo a memoria!

....................
TEATRIDITHALIA 08/09
SOLO L’ AMARE, SOLO IL CONOSCERE / CONTA
Pier Paolo Pasolini

LEONARDO 26/28 settembre
ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO
Compagnia La Stravaganza

LEONARDO 14 ottobre/9 novembre
Piccolo Teatro e Teatridithalia presentano
GOMORRA
di Roberto Saviano e Mario Gelardi, regia Mario Gelardi
Mercadante Teatro Stabile di Napoli

ELFO 21 ottobre/16 novembre
Paolo Pierobon, Elena Russo Arman, Andrea Capaldi
BLASTED
di Sarah Kane, regia di Elio De Capitani
Teatridithalia / Asti Teatro

LEONARDO 11/23 novembre
CHICAGO SNAKES REUNION
di Bolek Polivka
Filarmonica Clown

ELFO 18/23 novembre
LUNARIA
di Vincenzo Consolo, regia di Vincenzo Pirrotta
Esperidio

LEONARDO 28 novembre/11 gennaio
LA LOCANDIERA
da Carlo Goldoni
regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido
Quelli di Grock

ELFO 4 dicembre/4 gennaio
Ida Marinelli, Elio De Capitani, Ferdinando Bruni
IL GIARDINO DEI CILIEGI
di Anton Cechov, uno spettacolo di Ferdinando Bruni
Teatridithalia

FILODRAMMATICI 9/18 gennaio
Elio De Capitani, Elena Russo Arman, Corrado Accordino
LIBRI DA ARDERE
di Amélie Nothomb © Editions Albin Michel
regia di Cristina Crippa
Teatridithalia

ELFO 13 gennaio/15 febbraio
ROMEO E GIULIETTA
di William Shakespeare, regia di Ferdinando Bruni
Teatridithalia / Estate Teatrale Veronese/Amat

LEONARDO 13/18 gennaio
INDIA
di e con Mara Baronti, regia di Alfonso Santagata
Teatro Stabile di Genova
Mercadante Teatro Stabile di Napoli

TEATRO CARCANO 14 gennaio/1 febbraio
Paolo Poli
SILLABARI
di Paolo Poli da Goffredo Parise
Produzioni Teatrali Paolo Poli
ospitalità in collaborazione con Teatro Carcano

LEONARDO 27 gennaio/8 febbraio
I GIGANTI DELLA MONTAGNA
di Luigi Pirandello, regia di Federico Tiezzi
Compagnia Lombardi-Tiezzi

ELFO 19 febbraio/ 15 marzo
Cristina Crippa, Patricia Savastano
LOLA CHE DILATI LA CAMICIA
drammaturgia di Baliani, Crippa, Ghiglione
regia di Marco Baliani
Teatridithalia

LEONARDO 3/15 marzo
IL VANTONE di Plauto
di Pier Paolo Pasolini, regia di Roberto Valerio
Associazione Teatrale Pistoiese / Teatridithalia

ELFO 17/29 marzo
L’ODISSEA
uno spettacolo di Cèsar Brie
ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione

LEONARDO 17 marzo/5 aprile
LA BISBETICA DOMATA
da William Shakespeare
regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido
Quelli di Grock

ELFO 31 marzo/9 aprile
Laura Curino, Natalino Balasso, Cristian Burruano
VIAGGIATORI DI PIANURA Tre storie d’acqua
di Gabriele Vacis e Natalino Balasso
regia di Gabriele Vacis
A.T.A. Teatro Regionale Alessandrino

ELFO 14/26 aprile
TRA LA TERRA E IL CIELO
di Giorgio Barberio Corsetti
regia di Giorgio Barberio Corsetti
Fattore K

ANGELS IN AMERICA
Parte Prima: Si avvicina il millennio
di Tony Kushner
regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
Teatridithalia / ERT Emila Romagna Teatro Fondazione

LEONARDO, 28 maggio/13 giugno
CAOS
di Valeria Cavalli e Claudio Intropido
regia Claudio Intropido
Quelli di Grock

 
 
 

BLASTED al festival Asti Teatro

Post n°44 pubblicato il 17 Giugno 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Per i Piemuntès! Mi raccomando...da non perdere.

Festival ASTI TEATRO

Teatro Alfieri, Asti
30 giugno 08

BLASTED

di Sarah Kane
regia Elio De Capitani
scene di Carlo Sala
con Elena Russo Arman (Cate), Paolo Pierobon (Ian), Andrea Capaldi
(soldato)
luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
una produzione TEATRIDITHALIA/Asti Teatro
prima nazionale
Teatro Alfieri, Asti - via al teatro 2 - biglietteria 0141 399057
Lo spettacolo sarà in scena all’Elfo dal 21 ottobre al 16 novembre 08

 
 
 

giovedì 19 giugno 2008 - Concerto di Sentieri selvaggi alla Festa della Musica

Post n°43 pubblicato il 16 Giugno 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Qualche anno fa mi piaceva andare ai concerti di Sentieri Selvaggi. Probabilmente anche perchè spesso erano accompagnate da "readings" di poesie recitate da Ferdinando. Ricordo ancora una meravigliosa lettura di testi di Ginsberg....che emozione. Ho imparato ad ascoltare un genere di musica che non conoscevo. Carlo Boccadoro mi piace molto anche se ho sempre avuto un debole per Filippo del Corno....chissàperchè!...non saltiamo subito alle ovvie conclusioni ( è un bel ragazzo), invece quando l'ho conosciuto ho parlato con lui molto volentieri. E' una persona piacevolissima. E suona da Dio.
E' passato qualche anno, non ho più visto gli spettacoli, con i bimbi piccoli centellino le serate fuori, e devo dire che sono tutte per gli Elfi.
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Concerto di Sentieri selvaggi alla Festa della Musica

giovedì 19 giugno 2008 / ore 19.30 / Chiostro del Palazzo delle Stelline

Paolo Coggiola Hume!
Filippo Del Corno La tigre nella bocca del diamante
Francesco Pennisi Commento a Euro
Carlo Galante La formula del fiore
Carlo Boccadoro Adesso
Ludovico Einaudi The apple tree


Ensemble Sentieri selvaggi

Paola Fre flauto
Mirco Ghirardini clarinetto
Andrea Rebaudengo pianoforte
Piercarlo Sacco violino
Aya Shimura violoncello

Carlo Boccadoro direzione

Ingresso libero

Chiostro del Palazzo delle Stelline - C.so Magenta 63 - Milano

www.sentieriselvaggi.org

 
 
 

La "mitica" intervista a Ferdinando

Post n°42 pubblicato il 16 Giugno 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

"Mitica" perchè...boh, è la nostra preferita ( mia e di Erica), ne abbiamo parlato a lungo, è divertente ed evocativa ( il Ferdi che si fuma una sigaretta dopo lo spettacolo mentre noi lo cazziamo è fantastico.....). E' un'intervista "vecchiotta", dei tempi della prima "Tempesta" a Roma....l'ho ritrovata in www.teatranti.com, e prima che sparisca meglio riportarla qua.
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Incontro Ferdinando Bruni nel camerino che occupa al Piccolo Eliseo di Roma, in un soleggiato pomeriggio. È ancora in borghese, ma si appresta ad andare in scena in poco più di un'ora per una pomeridiana. Mi chiede se mi dispiaccia la sua sigaretta accesa. Gli rispondo di no, mentendo, ma è un piacere averlo di fronte. Cerco di rompere il ghiaccio.

Dom: Come va?

Ferdi : Un po' stanco come sempre quando affronto una pomeridiana successiva ad una serale. È uno spettacolo faticoso. È l'ultima opera e si sente…nel senso che c'è tutto un lavoro che viene da un accumulo di esperienza, che viene poi…come passata ad un setaccio e viene raccontata attraverso una struttura semplice che è quella della favola, invece, una vicenda che è metafora di temi molto importanti, molto grandi, molto profondi.

Dom: È come se ci fosse una dicotomia tra forma e contenuto? Una forma semplice per un contenuto complesso.

Ferdi: Ma sì, una forma come è spesso nelle ultime opere…come, non so, per dire la 9° sinfonia di Beethoven ha dei temi che sono presi dalle filastrocche infantili, dai girotondi, sono semplicissimi eppure è quella più alta dal punto di vista anche etico, no? E la stessa cosa è un po' qua. Io sto facendo anche un lavoro sulle ultime opere degli autori, proprio perché c'è questa specie di quintessenza del loro pensiero sia dal punto di vista della forma che del contenuto. Ho appena finito la regia del "Giardino dei ciliegi" che è l'ultima opera di Cechov, ho fatto un lavoro che poi non ho messo in scena ma è servito molto anche per "La tempesta" su "I giganti della montagna" di Pirandello…

Dom: Infatti ho pensato molto a "I giganti della montagna" con Cotrone…

Ferdi: Cotrone perché c'è comunque un parallelismo Prospero/Shakespeare e Cotrone/Pirandello. E poi, va be', questo spettacolo è figlio di un altro spettacolo che è "sdisOrè" di Testori, che è l'ultima opera di Giovanni Testori che anche lì è la storia dell'Orestea raccontata da un solo attore che fa…che incarna tutti i personaggi: Oreste, Egisto, Clitennestra, Elettra, tutti quanti, e attraverso la voce, il movimento restituisce questa vicenda. Abbiamo fatto questo spettacolo con Frongia due anni fa e da lì è nata, poi, l'idea di continuare su questa linea dove l'attore si fa mezzo tra il testo e il pubblico.

Dom: C'è un continuo entrare ed uscire, come fosse uno straniamento brechtiano tra attore e personaggio?

Ferdi Sì, in realtà c'è una specie di distacco e avvicinamento. Nel senso che lo spettacolo inizia con Prospero che è Prospero in prima persona e che racconta tutta la sua vicenda precedente a Miranda che, invece, è una bambola. E poi, mano mano, si stacca sempre di più. Prima c'è Ariel, che è un'emanazione di sé, comunque in qualche modo fino ad arrivare alla scena centrale…

Dom: E anche Calibano è un'altra emanazione…

Ferdi E' un'altra emanazione, è il lato oscuro, il lato irrazionale. Poi invece c'è la scena in cui compaiono i personaggi della corte che sono quattro scheletrini, e poi la scena dei marinai che è un po' diciamo la parte più comica de "la Tempesta" che è un vero e proprio teatrino dei burattini. Fino a che, poi, adagio adagio, attraverso il ritorno di Calibano che in questo caso è una maschera (non una marionetta, NdR) attaccata al corpo di Prospero, fino a ritornare nel finale a Prospero in prima persona.

Dom: La decisione di sdoppiare Calibano da marionetta a maschera…

Ferdi: Viene proprio dal fatto che Calibano, come dice Prospero alla fine è una parte di sé, una componente di Prospero, quindi diventa una maschera, mentre prima è una specie di fantoccetto Voodoo. Perché la vicenda racconta il crearsi di un equilibrio: l'accettare dentro di sé anche il male che è componente dell'essere umano.

Dom: È stata una sua scelta, o di Frongia, il tipo di costruzione delle marionette, oppure è venuta da uno dei due attori che, poi, è il creatore delle marionette?

Ferdi: In realtà questo è stato un lavoro di gruppo, nel senso che con Frongia abbiamo iniziato a pensare allo spettacolo durante le repliche dell'altro. Poi abbiamo cominciato a fare tutta una raccolta iconografica di immagini, fotografie, disegni che è in parte restituita nel programma di sala. Abbiamo incontrato Giovanni De Francesco che era un nostro amico, che da tempo volevamo coinvolgere nel lavoro, e insieme con lui, adagio adagio, abbiamo messo assieme i materiali, abbiamo trovato il tipo di creatura che andava meglio per il tipo di situazioni. Per cui andiamo dalle bambole a delle specie di marionette del teatro giapponese Burako, fino a delle cose molto più tradizionali come i burattini.

Dom: addirittura alcuni burattini sembravano i modellini di "Nightmare Before Christmas"…

Ferdi: Be', noi siamo grandi fans di Tim Burton. E poi i gemelli Quay che sono due artisti che fanno cortometraggi in stop motion, che ci hanno ispirato per i personaggi di Ferdinando e Miranda.

Dom: Anche la scelta di vedere appeso alla bambola Miranda un uovo, rimanda alla procreazione…

Ferdi: Perché alla fine, oltre a ristabilire l'equilibrio attraverso il perdono di quelli che lo hanno tradito, Prospero sposa Miranda, sua figlia, con il figlio del suo nemico, e Miranda contiene dentro di sé nella metà del suo corpo che è una gabbia, quell'uovo che è, in qualche, modo, il simbolo della continuazione della vita. Perché si possa accettare la fine, bisogna essere tranquilli sul fatto che la vita possa continuare e che si ricompongano le fratture.


Dom: E al termine dello spettacolo, la scelta di eliminare il microfono è proprio perché si ritorna all'attore…

Ferdi: Perché si ritorna al corpo dell'attore, la magia di Prospero in qualche modo si sovrappone alla magia del teatro, e nel nostro caso è proprio una magia tecnica: l'uso della voce, del suono, della musica che è molto presente nello spettacolo, e alla fine, quando Prospero dice: "Non ho più spiriti al mio comando, la mia magia è finita" finisce anche la magia del teatro, quindi rimane l'attore che parla in prima persona al pubblico, senza nessun tipo di mediazione, neanche tecnica.

Dom: La scelta della musica, è avvenuta anche attraverso un periodo di improvvisazione nelle prove?

Ferdi: Noi con i musicisti che hanno composto le musiche, che sono Mauro Ermanno Giovanardi che lavoro nel gruppo La Crus e Fabio Barovero dei Mau Mau, avevamo già collaborato in altre cose, abbiamo fatto dei concerti insieme. Barovero suonava la fisarmonica in "sdisOrè" di Testori. C'è quindi una lunga frequentazione: lo spettacolo ha avuto una gestazione di un anno e mezzo, fra la riscrittura del testo e l'incontro con i musicisti. Loro hanno preparato una serie di materiali, anche eccedenti, e insieme a Gionata Bettini, che è il terzo autore della colonna sonora, abbiamo creato la vera colonna sonora definitiva. Ci sono delle scene in cui la musica è fondamentale anche per scandire il parlato.

Dom: Quanto è importante per un regista occuparsi in prima persona della traduzione, oppure affiancarsi ad un buon traduttore?

Ferdi: È fondamentale, perché - in questo caso, la traduzione l'ho fatta io in prima persona - vuol dire, per ogni battuta porsi un problema, quindi entrare nel merito. Qui in particolare c'era una cosa a cui tenevo, quella di restituire il blank verse (l'endecasillabo sciolto italiano), per mantenere una cadenza musicale nella traduzione. Nella traduzione c'è una specie di pre-regia. Anche adesso, per "Il giardino dei ciliegi", io ovviamente non so il russo, e insieme ad una russista ho attraversato tutto il testo di Cechov e anche lì ho scoperto che il linguaggio di Cechov è un linguaggio molto più asciutto ed essenziale di quello che ci viene restituito dalle traduzioni, alcune molto vecchie, altre più accademiche.

Dom: Per ritornare a riferimenti cinematografici. Dalla fondazione dell'Elfo all'abbandono di Gabriele
Salvatores, c'è stata una vostra pulsione verso una commistione di generi, tra teatro e cinema?

Ferdi: Noi siamo sempre molto attenti, nel senso che cerchiamo di portare nel teatro tutto ciò che fa parte della nostra esperienza di persone, tutti noi amiamo il cinema, quindi è continuamente una delle fonti di ispirazione forte. In altre culture teatrali c'è uno scambio forte tra cinema e teatro, in Italia molto meno. Altrove anche il teatro ispira il cinema, o gli attori di teatro sono più usati nel cinema. In Italia sono molto più separati. Noi ultimamente abbiamo prestato De Capitani al cinema nel film di Moretti, ma è un caso abbastanza eccezionale. De Capitani ha fatto un paio di film nella sua carriera, incluso "Il caimano". Io anche, poca roba. Eravamo tutti nel primo film di Gabriele Salvatores che era "Sogno di una notte di mezza estate", poi però anche lì, Gabriele preferisce lavorare con tutt'altro giro di attori.

Dom: È una separazione ragionata?

Ferdi: Ma…anche una separazione forzata, nel senso che noi con un teatro Milano che dobbiamo oltre a dirigere gestire, avremmo anche poco tempo. Elio ha fatto questo film facendo una vita d'inferno, facendo il pendolare tra Roma e Milano in aereo ogni giorno. Era in scena con Amleto, faceva Claudio, io facevo Amleto…era molto contento di questa cosa, ma non era semplice. E così è andato avanti un mese e mezzo.

Dom: Com'è Milano per il teatro, per queste compagnie che gestiscono uno spazio che non è del tutto ufficiale? Penso a voi, al teatro della Cooperativa di Renato Sarti.

Ferdi: Dunque, non è facile, nel senso che noi lo gestiamo da tanti anni quindi abbiamo una struttura che è più solida rispetto ad altre realtà nuove. È una città che sta vivendo un momento difficile, di passaggio e di stasi nel teatro. Anche il Piccolo Teatro che ha come consulente artistico Ronconi, non è riuscito a creare una presenza così importante come quando Ronconi era a Roma. Ronconi quest'anno è stato molto impegnato con la sua avventura torinese, e il Piccolo è diventato un teatro che ospita molte cose interessanti ma non ha più una personalità artistica così forte, così centrale, come quando c'era Strelher. Siamo tutti in due o tre realtà che, tra l'altro, hanno dei problemi di sede in questo momento. Noi siamo in attesa che ci venga ultimato tra un anno e mezzo o due il nuovo teatro e finalmente potremo riunire le nostre sale, noi ne abbiamo due divise nella città, e adesso con il nuovo teatro che si chiama Puccini, avremo una sede con tre sale in cui fare attività. Allo stesso modo il teatro Franco Parenti è in attesa che la sede sia ristrutturata; il CRT ha dei problemi…insomma è un momento di passaggio, un po' di crisi spero fruttifera.

Dom: Per poter vivere, e non sopravvivere, di questo mestiere, è ancora possibile preferire la formazione di una propria compagnia, all'attività da scritturato?

Ferdi: A Milano, da questo punto di vista qualcosa è successo. C'è il "Teatro della Cooperativa" di Renato Sarti e Bebo Storti che citavi prima; è nata ormai da una decina d'anni, forse più, la compagnia dell' ATIR di Serena Sinigaglia e Fausto Russo Alesi, che però non ha ancora una sede, ma sta facendo un lavoro importante dal punto di vista della creazione di un gruppo e di un progetto teatrale, e noi speriamo che quando lasceremo la sede dell'Elfo tra uno o due anni, loro possano entrare al nostro posto e avere una casa perché è molto importante in una città avere un luogo di riferimento.

Dom: Quanto è importante l' "Isola" in questo testo?

Ferdi: Questo è un testo che parla di esilio, l'esilio di Prospero, ma anche di Ariel. Calibano è figlio di una strega esiliata sull'isola (Sycorax, NdR). È una condizione umana di distacco, di un altrove, di un altro luogo dove è, forse, più semplice fare bilanci e guardare la propria vita. L'isola è un'idea mentale, è un'isola metafisica, in un mar mediterraneo di fantasia. Ma al tempo stesso è un'isola caraibica perché risente della tempesta delle scoperte recenti…le Bahamas, questi luoghi qua.

Dom: Questa è una rappresentazione non collocabile in uno spazio temporale né fisico. Quanto è importante attualizzare la messinscena di testi arcaici?

Ferdi: Io credo che sia importante lo sguardo che uno ha sul testo, non tanto i segni che uno mette in scena, per attualizzarlo. Qui l'isola è anche metafora del palcoscenico. Prospero, o l'attore, alla fine si rivolge al pubblico dicendo "non lasciatemi su quest'isola, datemi aiuto con le vostre mani", nel senso "battete le mani, lo spettacolo è finito, io me ne posso anche andare dal palcoscenico, posso chiudere con il teatro". Ad esempio, nel "giardino dei ciliegi" che abbiamo appena messo in scena, abbiamo rispettato alla lettera le didascalie e i luoghi che Cechov suggeriva. C'è un lavoro sul naturalismo, ma credo che, in qualche modo, passi una sensibilità contemporanea per cui il testo riesca a parlare allo spettatore come un testo contemporaneo. I grandi testi, appunto, non hanno epoca, sono tutti contemporanei. Non bisogna attualizzare ad ogni costo perché quando si affrontano questi grandi autori, è sempre più grande l'autore del regista, per quanto possa essere grande il regista che cura la messinscena. Quindi massimo rispetto per l'autore.

Dom: Questo "giardino dei ciliegi" quando vedrà la luce?

Ferdi: Ha già visto la luce per una piccola tournée di rodaggio di tre settimane nelle Marche. Ora sta riposando, verrà ripreso a metà ottobre con un'altra sessione di prove di una decina di giorni, poi debutta definitivamente il 2 novembre a Milano. Starà in scena un mese e mezzo a Milano e poi sarà in tournée nella seconda parte della stagione.

Dom: E questo spettacolo?

Ferdi: Questo spettacolo finisce la tournée a maggio e poi viene ripreso di nuovo a febbraio a Milano per un mese, dove è già stato l'anno scorso. E farà un altro pezzo di tournée in primavera.

Dom: Essendo voi legati alla sede dell'Elfo, i vostri spettacoli sono fatti per quegli ambienti. Come vi trovate negli altri teatri durante le tournée, dovete riadattare la scenografia?

Ferdi: Qui in particolare sì, nel senso che c'è un bellissimo rapporto tra il palco e la platea e ricrea un tipo di intimità che per questo spettacolo è perfetta, ma sacrifica molto dello spettacolo in termini di spazio. Questo spettacolo è nato sul palcoscenico del teatro dell'Elfo largo 20 metri e profondo 10. Qui si guadagna in termini di comunicazione ma si perde la vastità e la solitudine dell'isola.

Dom: La sua Ariel sotto forma di fantoccio, mi ricorda molto la leggerezza di Giulia Lazzarini nella versione di Giorgio Strelher.

Ferdi: Sì, c'è un omaggio. In più, i materiali che io uso i scena sono gli stessi che questa fabbrica specializzata ha inventato per "La tempesta" del Piccolo. La seta della Lazzarini è la stessa che uso qui, che si chiama appunto "Seta Tempesta" ed è ancora in produzione. E l'omaggio a Strelher è anche nella scelta delle luci.

Vlodja Brusà

 
 
 

Gocce di Memoria ed il Capitano Corelli.....

Post n°41 pubblicato il 15 Giugno 2008 da Cesonia00
 
Tag: canzoni
Foto di Cesonia00

Ecco un'altra canzone ed un altro testo che mi piace molto......e mi ricorda qualcosa.

"Gocce di memoria" di Giorgia.

Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinte volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te

--------------------------------

Oggi ho visto per la decima volta "il mandolino del capitano Corelli". con Nicholas Cage. Ecco, lui non è proprio bello, ma mi piace un sacco. Ma proprio tanto, con quell'aria da svanito! Gli dedico una foto!

 
 
 

Ary e Milvio: siete alla fine o all'inizio del Viaggio?

Post n°40 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Secondo me all'inizio......
Oggi i nostri amici partono per un lungo viaggio che cambierà le loro vite. Destinazione Vietnam. Lì incontreranno Gabriella Vui e scopriranno che meraviglia è avere una figlia. Una bimba così piccola, bella, urlante e scalciante.
La loro vita cambierà e da domani tutto sarà per lei e con lei. Ogni cosa che faranno, che diranno e che penseranno. L'hanno aspettata tanto ma ora non saranno mai più soli. Vedranno che movimento!
Auguri, ragazzi. Noi siamo qua: pronti ad accogliere Gabry e voi al vostro ritorno.
Dani, Max, Wil e Mary.

 
 
 

Piccoli attori crescono....

Post n°39 pubblicato il 08 Giugno 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Ieri mattina alll'asilo mio figlio ha fatto il suo primo "vero" spettacolo. Era la recita di fine triennio, preparata dalla scuola di danza "Aloysius" con una coreografa "vera" e due bravi ballerini. Hanno recitato il musical di "Mary Poppins". Oddio, Wil è piccolino e magruzzo (avrà preso dallo zio Ferdi) e si vedeva pochino però è stato bravo ed il balletto era difficile. I bimbi sono stati ordinati e lo spettacolo è riuscito proprio bene. Wil era contento ed impegnato. Per me una bella emozione. Chissà, magari un giorno....ma i figli non fanno mai quello che vorrebbero i genitori, si sa. Vero è che a lui piace molto mettersi in maschera...
BRAVO WILLIAM!!

 
 
 

1 REGIA DI ELIO DE CAPITANI

Post n°38 pubblicato il 08 Giugno 2008 da erica_teatri
 
Foto di Cesonia00

finalmente... in finale di stagione...

“E con lacrime di sangue egli lavò la mano,
La mano che aveva stretto l’acciaio:
Poiché solo il sangue può cancellare il sangue,
E solo le lacrime possono sanare”

Nel 1895 Oscar Wilde viene condannato a due anni di carcere duro e lavori forzati per "grave immoralità", un eufemismo per definire l’omosessualità. Una tragica esperienza che segna irrimediabilmente lo scrittore, minando la sua salute, costringendolo, dopo aver scontato la pena, ad allontanarsi dalla “buona società” che fino ad allora lo aveva accolto e vezzeggiato, ma soprattutto rendendolo incapace di dedicarsi alla sua arte.

Dopo la scarcerazione e fino alla morte, che lo coglie a Parigi nel novembre del 1900, Wilde non pubblica più alcuna opera, il suo genio creativo irrimediabilmente prosciugato dalla terribile esperienza e dalla fine definitiva del legame con Alfred Douglas. Di questi anni di dura solitudine, miseria e alcolismo, rimane Ballata del carcere di Reading, un atto d’accusa che Wilde si sente in dovere di scagliare contro la cosiddetta giustizia inglese. Testimone della brutalità del carcere, che non risparmia nemmeno i bambini, lo scrittore, attraverso il racconto degli ultimi giorni di vita di un condannato a morte, denuncia gli orrori cui aveva assistito e la profonda ingiustizia di uno stato che si arroga il diritto di togliere la vita.

A dare voce al disperato grido dei condannati di Reading, Umberto Orsini che recita il testo nella traduzione e adattamento da lui stesso curata con il regista Elio De Capitani, e Giovanna Marini che, con la sua musica colta e popolare, interpreta brani tratti dalla ballata originale.


Durata: 1 h

Orario spettacoli

locandina
Teatro Studio - Milano
dal 7 all’11 giugno 2008

Ballata del carcere di Reading
di Oscar Wilde
traduzione e adattamento Elio De Capitani e Umberto Orsini
regia Elio De Capitani
con Umberto Orsini e Giovanna Marini
musiche Giovanna Marini
luci Robert John Resteghini
suono Marco Olivieri


produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Eliseo

 
 
 

Copio spudoratamente dal blog di Erica

Post n°37 pubblicato il 06 Giugno 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Non avendo io le notizie in prima persona...preferisco riportare le parole di Erica. Invito tutti a curiosare nel suo blog http://mfecompagniabella.splinder.com

Scrive Erica:

da settimana scorsa sto trovando qui e là belle news spigolando i pochi programmi della nuova stagione teatrale 2008/2009... innanzitutto:

- 'gomorra' aprirà la stagione (al teatro leonardo) d teatridithalia

- 'il vicario' verrà prodotto dal teatro stabile dell'umbria e sarà al morlacchi d perugia e nuovamente al piccolo eliseo d roma
- marzo a roma: al teatro india 'angels in america' e a seguire 'non essere - hamlet's portraits'

- finalmente al piccolo strehler d milano a fine gennaio: 'moby dick'!!!


fin d'ora e sempre beaucoup de m.... a registi attori tecnici e... pubblico!!!

p.s. Erica se sei contraria al mio plagio...dimmelo che elimino!


http://mfecompagniabella.splinder.com

 
 
 

Teatro Comunale di Ferrara

Post n°36 pubblicato il 05 Giugno 2008 da Cesonia00
 
Foto di Cesonia00

Curiosando in internet ho trovato il sito del teatro comunale di Ferrara e guarda un po' che ci trovo?
incredibile che da noi non si abbiano anticipazioni.

dal 5 al 8 marzo

ROMEO E GIULIETTA
da William Shakespeare

con Ida Marinelli, Luca Toracca
regia Ferdinando Bruni
nuova produzione


Ripercorro il testo di Shakespeare e mi accorgo che uno dei motivi per cui la sua opera riesce a parlarci ogni volta come fosse la prima è una sua quasi magica capacità di muoversi insieme a noi attraverso le epoche della nostra vita, di sembrare ogni volta diversa, di raccontarci sempre qualcosa di nuovo.
Forse perché in quest’opera convive un doppio sguardo: tra eros e morte, tra gioventù e vecchiaia, tra destino e caso, tra poesia e prosa. (Ferdinando Bruni)

 
 
 
 
 

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Un blog di: Cesonia00
Data di creazione: 19/04/2008
 

 

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GLI ELFI NELLA MITOLOGIA

I mitologi della scuola germanica sostengono che gli Elfi non siano altro che le raffigurazioni simboliche degli elementi naturali del fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra. Sembra che gli elfi siano in grado di trarre la loro essenza da questi quattro elementi (sidifferenziano morfologicamente secondo l'appartenenza ai quattro elementi naturali).Dal gran numero di racconti popolari sono stati narrati come esseri socialmente organizzati, considerati come un popolo vero e proprio che viveva e agiva grazie alle proprietà degli elementi naturali. Gli elfi sono amici del genere umano, di indole indipendente e molto fiera, tra le loro caratteristiche vi è quella di indossare una cintura magica che consentirebbe di diventare invisibile, oggetto di alto valore simbolico nelle credenze non solo popolari ma anche colte delle genti europee dell'antichità. La razza della luce per eccellenza, sono ottimi arcieri e buoni maghi.
 

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