Il Mio Elfo

Il Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia.

 

TRA DIRE E FARE -GIORGIA.

 

DARREN HAYES - LOST WITHOUT YOU

 

THE ONLY ONE - DARREN HAYES

 

GULLIVER-MIGUEL BOSè-

 

meravigliosa! meraviglioso!

 

RENATO

 

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IL TEATRO DELL'ELFO

Dall'enciclopedia ENCARTA.... fondata a Milano nel 1972, la compagnia dell’Elfo si ritagliò fin dai suoi esordi uno spazio originale all’interno del panorama teatrale degli anni Settanta anche grazie all’allestimento di spettacoli come "1789: scene dalla rivoluzione francese, Pinocchio Bazaar, Le mille e una notte". Nel 1978, con l’acquisizione di una sala teatrale, la compagnia diede inizio a un nuovo corso, segnato dal grande successo di Sogno di una notte d’estate (1981), un’inedita versione musical-rock del testo di Shakespeare. Lo spettacolo costituì l’apice della crescita della compagnia, esperienza collettiva di un gruppo di registi e attori che vide in Gabriele Salvatores uno degli esponenti di maggior spicco. Negli anni successivi si affermarono nuove personalità registiche, come Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, mentre il gruppo si dedicò alla scoperta dei migliori autori contemporanei; nacquero così Nemico di classe di Nigel Williams e Visi noti, sentimenti confusi di Botho Strauss, per la regia di De Capitani; Comedians di Trevor Griffiths, per la regia di Salvatores; Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder, diretto da Bruni e De Capitani. Nel 1992 l’unione del Teatro dell’Elfo con il Teatro di Porta Romana diede vita a Teatridithalia. Portando al successo alcuni attori di primo piano della scena teatrale italiana, tra cui Paolo Rossi e Silvio Orlando, la compagnia proseguì la ricerca sulla drammaturgia contemporanea con gli allestimenti di testi di Brad Fraser, Steven Berkoff, Bernard-Marie Koltès, Yukio Mishima, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori e Mark Ravenhill. In tempi più recenti, il rinnovato incontro con Shakespeare ha dato vita a una versione violentemente espressionista di Amleto, a una nuova edizione del Sogno (1997) e a una brillante rivisitazione del Mercante di Venezia (2003).
 

 

Bandido!

Post n°276 pubblicato il 28 Marzo 2009 da Cesonia00
 

Amante Bandido

Yo seré el viento que va
Navegaré por tú oscuridad
Tú, Rocío, beso frío
Que me quemará
Yo seré tormento y amor
Tú, la marea, que arrastra a los dos
Yo y tú, tú y yo
No dirás que no
No dirás que no
No dirás que no

CHORUS
Seré tu amante bandido, bandido
Corazón corazón malherido
Seré tu amante cautivo, cautivo
Seré auuuuhhh
Pasión privada, dorado enemigo
Huracán, huracán abatido
Me perderé en un momento contigo
Por siempre

Yo seré un hombre por ti
Renunciaré a ser lo que fui
Yo y tú, tú y yo
Sin misterios
Sin misterios
Sin misterios

Repeat - Chorus

Por siempre, seré tu heroe de amor
Uhh Seré tu heroe de amor
Seré tu heroe

CHORUS 2
Seré el amante que muere rendido
Por amor por amor malherido
Seré tu amante bandido bandido
Seré auuuuh
En un oasis prohibido prohibido
Por amor por amor concebido
Me perderé en un momento contigo
Por siempre seré tu heroe de amor
Por siempre seré tu heroe de amor

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La dedico ad una zanzara di primavera....

 
 
 

Sarà la Primavera ma....

Post n°275 pubblicato il 23 Marzo 2009 da Cesonia00
 

 

Da quella telefonata rubata, ascoltata per caso non hai più smesso. Ed ora non posso più farne a meno. Aspetto, consapevolmente aspetto. Mi accorgo di tutto, ormai. e' così evidente chiaro, lampante, palese....bellissimo....bellissima canzone.

 

 
 
 

Autobiografia dell'Innato

Post n°274 pubblicato il 22 Marzo 2009 da Cesonia00
 

E' USCITO "AUTOBIOGRAFIA DELL'INNATO"
L'editore Giraldi di Bologna ha da ieri a disposizione la prima tiratura di "Autobiografia dell'innato". La distribuzione deve ancora iniziare e ci vorrà del tempo prima che il libro entri in un circolo virtuoso di facile reperibilità.
Al momento, però, "Autobiografia dell'innato" si può già ordinare direttamente all'editore via e-mail a questo indirizzo:

amministrazione@giraldieditore.it

Io corro a comprarlo, il libro di Andrea Rossetti è una garanzia di bellezza. Conosco un pochino Andrea, quel poco che il mondo virtuale mi permette, ma è già tanto. Entrare nel suo Salotto ogni giorno è sempre un atto di puro piacere per la mente, l'intelletto e gli occhi che leggono le sue parole, riflessioni, provocazioni, tenzoni.

 
 
 

Stagione di Musica Contemporanea 2009 di Sentieri selvaggi

Post n°273 pubblicato il 19 Marzo 2009 da Cesonia00
 

Lunedì 30 marzo 2009
inizia la Stagione di Musica Contemporanea 2009 di Sentieri selvaggi
Musica Leggera

Leggerezza: è il primo dei valori per il prossimo millennio che Italo Calvino indica nelle sue Lezioni americane. Alla leggerezza Sentieri selvaggi dedica la stagione 2009: alle musiche in cui scorre un’aerea levità di pensiero e agli autori che agilmente sfidano le leggi di gravità. Se la definizione “musica leggera” ha sempre identificato la musica di consumo in parallelo alla musica d’arte, il percorso di Sentieri selvaggi vuole esplorarne una nuova possibile declinazione.

Filippo Del Corno, Carlo Boccadoro, Angelo Miotto

Gli appuntamenti della stagione Musica leggera sono:

30 marzo, Teatro dell’Elfo
ALLEGRO CON ENERGIA
Musiche di Michael Nyman

6 aprile, Teatro i
CARTEGGIO
Musiche di Francesco Pennisi

20 aprile, Teatro i
MUSICA INAUDITA
Musiche di Philip Glass, György Ligeti, Mauricio Kagel

29 aprile, Teatro dell’Elfo
JOHN CAGE PARTY
Musiche di John Cage

11 maggio, Teatro dell’Elfo
IN AMICIZIA
Musiche di Karlheinz Stockhausen

26 maggio, Teatro dell’Elfo
BUONA LA PRIMA
Musiche di Giovanni Mancuso, Ana Gnjatovic, Carlo Boccadoro

9 giugno, Teatro i
POMERIGGIO AL SUD
Musiche di Franco Battiato

14 giugno, Triennale di Milano
MILANO SUONA IN DO
Musiche di Terry Riley


Teatro dell’Elfo via Ciro Menotti 11
Teatro i via Gaudenzio Ferrari 11
Triennale di Milano viale Alemagna 6

 
 
 

Ancora il "Sentiero"

Post n°271 pubblicato il 17 Marzo 2009 da Cesonia00
 

Seconda tappa della Tournée...

dal 18 al 22 marzo a Trieste, Teatro Rossetti Sala Bartoli -

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Spulciando qua e là..........

 

Il sentiero dei passi pericolosi

Notizia inserita il 16/03/2009

"Il canadese Michel Marc Bouchard, fra i più rilevanti autori contemporanei, costruisce ne Il sentiero dei passi pericolosi una storia realistica e metaforica: una tragedia familiare moderna, che Tommaso Tuzzoli mette in scena con straordinaria forza assecondato dagli interpreti Andrea Capaldi, Andrea Manzalini e Silvio Laviano. In cartellone alla Sala Bartoli, per altripercorsi, da mercoledì 18 a domenica 22 marzo. "

È uno degli appuntamenti portanti del cartellone altripercorsi dedicato alle nuove istanze del teatro contemporaneo, Il sentiero dei passi pericolosi di Michel Marc Bouchard che sarà in scena da mercoledì 18 a domenica 22 marzo alla Sala Bartoli dello Stabile regionale.

Prodotto dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, lo spettacolo si avvale della regia da Tommaso Tuzzoli, regista poco più che trentenne, talentuoso ed emergente, assolutamente incisivo ed essenziale nel linguaggio scenico.

Scritto nel 1998, il dramma è concepito come una tragedia classica, scritta però secondo la sensibilità moderna, secondo lo stile di Bouchard, un drammaturgo fra i più noti e nitidi del nostro tempo: «Perché scrivere un'opera triste? Perché scrivere della morte?» sostiene «Perché non esiste pensiero più lucido del pensiero spogliato dagli scudi-bugie della vita; il pensiero di chi è baciato dalla morte, di chi non ha più nulla da perdere ma una cosa sola da guadagnare, la franchezza. Perché osare scrivere? Per osare vivere!» e sintetizza in queste righe il proprio manifesto poetico affidandoci la chiave per comprendere il suo Il sentiero dei passi pericolosi.

Bouchard usa un linguaggio alto, ricco, per disegnare la realtà segreta ed esistenziale dei tre protagonisti, rivelata attraverso tagli di luce impervi, violenti, disincantati, anche cattivi, ma mai privi di emozione. Ad incentivare quest'intensità è una regia adamantina, che disegna lo spettacolo nell'efficacia di una scena spoglia e sapientemente illuminata, e oppone alla preziosità della drammaturgia una recitazione fisica, che "scolpisce" le battute e gli stati d'animo sul corpo degli attori.

I tesi confronti verbali fra Victor, Ambroise e Carl - i fratelli al centro dell'opera di Bouchard - si traducono infatti in scontri fisici nella koinée recitativa a cui Andrea Capaldi, Andrea Manzalini, Silvio Laviano - questi i nomi dei tre interpreti - sono giunti attraverso una preparazione intensa, che è passata tramite un attento lavoro sull'improvvisazione e addirittura un training di boxe.

L'assunto dell'autore, secondo cui il passaggio dalla vita alla morte è il momento estremo in cui poter guardare la verità dentro e fuori di noi, senza mistificazioni o filtri di sorta, si sostanzia in una messinscena costruita sul sottile confine fra morte e vita: la dimensione è infatti misteriosa al punto che i tre fratelli potrebbero essere già morti, e rivivere episodi del loro passato attraverso déjà-vu chiarificatori.

La trama de Il sentiero dei passi pericolosi (che porta come sottotitolo Una tragedia stradale) vuole che essi si riuniscano per compiere un viaggio: uno di loro sta infatti andando a sposarsi. La vita reale li attende, ma invano: incorrono infatti in un incidente automobilistico e restano prigionieri per sempre d'una foresta, nello stesso punto "pericoloso" dove quindici anni prima erano stati testimoni (volutamente inerti?) della morte per annegamento del loro padre. Un padre artista, poeta, ebbro... presenza ingombrante e ossessiva di cui hanno avuto la tentazione di liberarsi, ma che rappresentava per loro - lo capiranno troppo tardi, dopo averlo abbandonato ai flutti e aver vissuto anni nel senso di colpa - l'unica via di fuga dall'omologazione.

E davanti al loro "ultimo sentiero" ecco i tre fratelli dialogare, finalmente senza veli, in merito a questo misfatto condiviso e ad altre dolorose ombre dei loro profili e dei loro rapporti.

Carl - che avrebbe dovuto sposarsi - è il più giovane e quello che ha maggiori ambizioni a inserirsi in un ambito piccoloborghese: è commesso in una grande centro, "paradiso" del consumismo del Québec. Ambroise, gallerista ed esteta, è omosessuale e in passato ha avuto un'insana attrazione per il fratello piccolo: nelle sue battute dissacranti è da cercare il punto di vista dell'autore. Infine Victor, il maggiore, apparentemente un semplice taglialegna, ma in realtà il personaggio più misterioso e complesso, a cui è affidato il compito d'innescare il meccanismo drammatico delle rivelazioni.

Andrea Capaldi (Victor), Andrea Manzalini (Ambroise), Silvio Laviano (Carl) sono stati diretti da Tommaso Tuzzoli. Il disegno luci è di Simone De Angelis, il suono di Franco Visioli.

Lo spettacolo va in scena allo Stabile regionale dal 18 al 22 febbraio. Tutte le sere la recita è alle ore 21, tranne domenica 22 quando la replica è esclusivamente pomeridiana. Sabato 21 doppia recita sia alle 17 che alle 21.

Michel Marc Bouchard

Michel Marc Bouchard (1958) è uno degli autori canadesi più noti al mondo e docente universitario. Inizia la sua attività nei primissimi anni Ottanta, segnalandosi al National Arts Centre con La Contre-nature de Chrysippe Tanguy, écologiste (1983), ma il successo arriva alcuni anni più tardi con Le feluettes - in italiano Le mammole - prova o ripetizione di un dramma romantico (1988), tradotto in inglese (Lilies), e trasposto in film per la regia di John Greyson, presentato in Italia al festival a tematiche omosessuali "Da Sodoma a Gomorra" di Torino. Nello stesso anno compone Le muse orfane, testo rappresentato in vari paesi, Storia dell'oca (1991), Il viaggio dell'incoronazione (1995), Pierre et Marie... et le Demon (1997), Il sentiero dei passi pericolosi (1998), Sous le regard des mouches (2000), I manoscritti del diluvio (2003) e Occhi di vetro (2007).

Ha scritto appositamente per Intercity Festival Il pittore di madonne. Nascita di un quadro (2003), durante una sua permanenza in Italia. Ha ricevuto molti riconoscimenti fra i quali il Premio Chalmer, il Dora Moore, il premio dell'Associazione Critici Teatrali del Québec, il premio del Journal de Montréal, il premio del Centre National des Arts du Canada e il premio Candoni.

Tommaso Tuzzoli

Nasce a Napoli il 9 ottobre 1977.

Nel 2001 inizia la sua intensa attività di aiuto regia con lo spettacolo Edoardo II per la regia di Pierpaolo Sepe e Penultimi (2002) per la regia di Antonello Cossia, Raffaele Di Florio, Riccardo Veno.

Lavora come regista assistente di Antonio Latella per gli spettacoli: I Negri (2001), Querelle (2002), Porcile (2003), La Tempesta (2003), La bisbetica domata (2003), Bestia da stile (2004), Edoardo II (2004), La cena delle ceneri (2005), Aspettando Godot (2007).

Nel 2005 debutta con la sua prima regia per lo spettacolo I re di Julio Cortàzar e nel 2007 cura la regia de Il sentiero dei passi pericolosi di Bouchard, entrambi prodotti dal Nuovo Teatro Nuovo.

http://www.trieste.com/

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Angels In America

Post n°270 pubblicato il 17 Marzo 2009 da Cesonia00
 

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Angels in America si avvicina il millennio.
.Fantasia gay su temi nazionali
Prima parte: Si avvicina il millennio
.
20-29 marzo 2009
Teatro India - Roma

orari spettacolo
ore 20.30
domenica ore 18.00
lunedì riposo
Angels in America
di Tony Kushner

traduzione di Mario Cervio Gualersi (edita da Ubulibri)
regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
Elio De Capitani - Roy M. Cohn/Prior 2, fantasma
Elena Russo Arman - Harper Amaty Pitt, moglie di Joe/Martin Heller
Ida Marinelli - Hannah Porter Pitt, madre di Joe/Rabbino Isidor Chemelwitz/Henry, medico di Roy
Cristina Crippa - Emily/Ella Chapter/la donna del South Bronx/Ethel Rosenberg
Cristian Maria Giammarini - Joseph Porter Pitt/Prior 1, fantasma/l'Eschimese
Edoardo Ribatto - Prior Walter, il compagno di Louis/l'uomo nel parco
Fabrizio Matteini - Belize, ex amante di Prior/Mr Bugia
Umberto Petranca - Luis Ironson
scene di Carlo Sala
costumi di Ferdinando Bruni
video di Francesco Frongia
luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
una produzione TEATRIDITHALIA/Emilia Romagna Teatro Fondazione



Premio ANCT (Associazione Critici di Teatro) Premio Ubu per l'Attore non protagonista e per il Nuovo attore under 30, Premio Hystrio alla regia 2008

Miglior regia e Miglior spettacolo di prosa Premi Olimpici per il Teatro 2008


Questo bestseller del teatro americano, che ha fatto incetta di premi sia al suo debutto newyorkese che nella versione televisiva guidata da Al Pacino, ha portato fortuna anche ai registi e alla compagnia dell'Elfo. Con Si avvicina il millennio - la prima parte di Angels in America, coprodotta con ERT/Emilia Romagna Teatro Fondazione e debuttata con successo al Teatro delle Passioni di Modena nel maggio 2007 - Elio De Capitani e Ferdinando Bruni hanno da subito ottenuto il Premio ANCT (Associazione Critici di Teatro) «per la regia che segue uno sviluppo scenico più vicino all'allegoria che alla semplice metafora: dilata l'ampia scena oltre se stessa con virtuali proiezioni cinematografiche di grande effetto, con livelli sonori a volte alterati, che riescono a restituirci tanti piani di realtà, da quelli più chiaramente onirici a quelli di un realismo più tragico e concreto, in un insieme di grande intensità emotiva». E a questo riconoscimento sono seguiti due Premi Ubu 2007, il Premio Hystrio 2008 alla regia e due Premi ETI-Gli Olimpici del Teatro '08, come miglior regia e miglior spettacolo di prosa.
La seconda parte, Perestroika, debutterà nell'ottobre 2009 al Festival Vie, Scena contemporanea di Modena.

Il sottotitolo esplicito, "fantasia gay su temi nazionali", non sintetizza tutta la ricchezza di questa saga provocatoria e commovente: l'autore affronta di petto il tema dell'identità, ma non per esaurirlo sotto il profilo sessuale, bensì per sondarne in profondità tutte le componenti, razziali, religiose e culturali, e per dipingere un mondo - il nostro - nel quale gli esseri umani faticano disperatamente a riconoscersi e accettarsi con consapevolezza e dignità. I due testi raccontano le vicende sentimentali e i conflitti di due coppie: la relazione gay tra Prior Walter, che scopre di essere malato di AIDS, e Louis Ironson e il matrimonio fra l'avvocato mormone Joe Pitt e Harper, giovane moglie depressa; le loro storie s'intrecciano a quelle dell'avvocato Roy Cohn, perverso faccendiere, e di Belize, infermiere professionale ed ex travestito. Sono tutti rappresentanti del melting pot della Grande Mela, emblemi attuali e universali di un'umanità dolente.
Il registro della quotidianità, la concretezza del dolore e della malattia descrivono solo in parte questo testo immaginifico e barocco, nel quale gli angeli non sono quelli consolatori che volano sopra il cielo di Berlino, ma esseri grandiosi, narcisisti e un po' hollywoodiani, che hanno il compito di trovare colui che più di ogni altro sappia aprire gli occhi su quest'epoca confusa e infelice, orfana di ideologie e di ideali.

Lo scenografo Carlo Sala si è ispirato all'ambiente essenziale del Teatro delle Passioni di Modena, fatto di nude mura di mattoni chiari: si crea così uno spazio ampio e semivuoto, dove vengono introdotti pochi elementi essenziali, luogo ideale per le immagini video di Francesco Frongia, capaci di trasformare la scena ora nello skyline che domina Central Park, ora nel panorama di Salt Lake City, nei cumuli di ghiaccio dell'Antartico, in bilico tra realtà e allucinazioni mentali.
Il cast è guidato da Elio De Capitani, che ha vinto il Premio Ubu 2007 come attore non protagonista per il ruolo di Roy Cohn, personaggio realmente esistito, pupillo di MacCarthy, il senatore che scatenò la caccia alle streghe che infangò la storia degli Stati Uniti nel dopoguerra. Insieme a lui un gruppo affiatato di attori tra i trenta e i quarant'anni: Edoardo Ribatto nel ruolo centrale di Prior, Umberto Petranca in quello di Louis per il quale a vinto l'Ubu come attore under 30, Elena Russo Arman e Cristian Maria Giammarini, già interpreti di molti spettacoli dell'Elfo, Fabrizio Matteini. Oltre a loro due volti storici della compagnia, Ida Marinelli e Cristina Crippa.
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DALLA RASSEGNA STAMPA:

Per lo storico gruppo milanese ancora uno sguardo politico su realtà nascoste e fiammeggianti in un approccio severo e forte, costruito con semplicità ma anche con profondità nella casta scena di Carlo Sala. Un merito che tocca in egual misura agli interpreti e alla regia illuminista, ma anche carica di sentimento, firmata a quattro mani da Bruni e De Capitani che interpreta da par suo il ruolo di una carogna storica.

Maria Grazia Gregori, l’Unità

È con enorme emozione che si vede e si vive, tra il riso e il pianto, la prima parte di Angels in America. [...] Si sovrappongono dunque le situazioni intime e i dialoghi, in uno spettacolo ricco di fantasia e voglia espressiva che supera i vincoli ambientali, importa fantastiche visioni registrate e ridondanti sonorità. E per una volta si può contare su un’adesione interpretativa di felice compattezza in cui spiccano le tormentate raffigurazioni di Cristian Maria Giammarini e Elena Russo Arman, i trasformismi di Ida Marinelli, l’introspezione di Umberto Petranca e Edoardo Ribatto, assieme al redivivo Fabrizio Matteini.

Franco Quadri, la Repubblica

Cito il film di Nichols perché dalla prima scena De Capitani, nella parte dell’avvocato Roy Cohn, colui che nel 1952 spedì sulla sedia elettrica i coniugi Rosenberg, si diverte a gareggiare con Al Pacino, subito ponendo un problema: non solo chi sia più bravo, più gigionesco, più cattivo; ma che cosa sia la cosiddetta copia rispetto all’originale, e che cosa sia il teatro che nasce come teatro, diventa cinema, e torna a essere teatro. [...] D’altra parte la commistione dei mezzi tecnici e degli stili – da quello della recitazione psicologico-naturalistica a quello barocco delle visioni, sogni nel caso degli uomini, tutti omosessuali, allucinazioni nel caso di Harper, l’eterna moglie americana, insoddisfatta e impasticcata – questa commistione è l’essenza sia formale che concettuale di Kushner. Nel senso della forma per Bruni e De Capitani è una pacchia, un vero tripudio: sono a casa loro, sembrano i committenti di un testo spasmodico e appassionato, poi finito al cinema e in televisione.

Franco Cordelli, Corriere della Sera
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DATE DELLA TOURNEE
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Teatro India, Roma 20-29 marzo 2009
Teatro Piccini, Bari 1-5 aprile 2009
Teatro Asioli, Correggio 8 aprile 2009
Teatro Sociale, Brescia 15-19 aprile 2009
Teatro della Corte, Genova 21-26 aprile 2009
Teatro Fraschini, Pavia 28-30 aprile 2009
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tratto da facebook (teatro India),e www.elfo.org.


 
 
 

Mi Fai Stare Bene

Post n°269 pubblicato il 16 Marzo 2009 da Cesonia00

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Da quando tu, sei scesa dentro me
ho capito che non era bello niente, perché niente è come te......
e tu, in un quadro di VAN GOGH ti eri persa tra i sentieri....
ma dov'eri
prima di........toccare me..
da quando poi ..... innamorati o no...
ho capito che eri come ti immaginavo
e che eri proprio te
MI FAI STARE BENE MI FAI STARE BENE
E DI STARE BENE NON MI STANCO MAI
MI FAI STARE BENE, MI FAI STARE BENE
sembri l'alba di un mondo...che siamo noi 


ricordo che ....giocavi insieme a me.. mi parlavi di un
amore misterioso ed io geloso poi di chi ? ............. di me

E NON MI ACCORGEVO CHE....
ero già nei tuoi pensieri, e non capivo, non volevo, NON LO SO!!

MI FAI STARE BENE MI FAI STARE BENE
giocano i colori e non ti fermi mai
è bello ritornare, è bello per amore
in un giorno uguale non ti ho vista mai ...proprio mai
proprio mai...


MI FAI STARE BENE MI FAI STARE BENE
E DI STARE BENE .... NON MI STANCO ............ dai!
MI FAI STARE BENE, MI FAI STARE BENE
meglio di cosi non sono stato mai
mai..... E IO TI TENGO QUA............e io ti tengo qua!

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E' da un po' di tempo che Facebook mi chiede
-"a cosa stai pensando?"
ed io ti dico:

- sto pensando che sai essere presente nel modo giusto ogni volta, che mi fai sempre sentire importante, che hai un cuore grande, che il tuo affetto è prezioso e mi fa stare bene...che la tua amicizia mi fa felice, che ti simo e ti rispetto, che mi manchi quando non ci sei ma che ti sento vicino vicino anche quando sei lontanissimo, che le tue parole sono sempre tenere,  che oggi sono contenta ...e che ti voglio un mare di bene. e sono felice di essere tua amica 

dani

 
 
 

"L'anima buona di Sezuan": Elio de Capitani e Ferdinando Bruni dirigono Mariangela Melato

Post n°268 pubblicato il 16 Marzo 2009 da Cesonia00
 

Mariangela Melato, "L'anima buona del Sezuan"
Pubblicato in: Spettacolo
di Giulia Grondona - 8 Marzo 2009

Mariangela Melato festeggia i suoi 18 anni di Teatro Stabile di Genova con “L'anima buona del Sezuan” di Bertolt Brecht che debutterà in prima nazionale il prossimo 17 marzo sul palcoscenico del Teatro della Corte, per rimanervi fino al 9 aprile.

“Abbiamo cominciato a lavorare con Mariangela nel 1992 – dichiara il direttore dello Stabile Carlo Repetti - portando sempre in scena spettacoli di grande esito. Di comune accordo con lei, abbiamo scelto per questa stagione un testo molto adatto a valorizzare la sua tecnica e il suo virtuosismo, ma giusto anche per la nostra compagnia Stabile che vede in scena, tra gli altri, Margherita Di Rauso, Ernesto Maria Rossi, Rachele Ghersi. Si tratta del settimo spettacolo brechtiano proposto dal Teatro Stabile di Genova, secondo in questi quarant'anni solo al Piccolo di Milano nel suo stretto rapporto con il drammaturgo tedesco”.

locandina_1.jpg
“L'anima buona del Sezuan” impegna Mariangela Melato nel doppio ruolo della protagonista “buona” Shen-Te e del cugino “cattivo” di lei Shui-Ta. La vicenda narra di unaprostituta (Shen-Te), unica persona disponibile ad ospitare per una notte tre Dei, scesi sulla terra in cerca di “un'anima buona”. Ricompensata da questi con una grossa somma, Shen-Te abbandona la strada per avviare una tabaccheria, ma le sue risorse economiche verrebbero meno in poco tempo di fronte ai diversi miserabili del luogo che approfittano della sua bontà e del suo amore, se non fosse per il cugino di lei (Shui-Ta), accorto uomo d'affari che ogni tanto prende il posto di Shen-Te nella dissipata amministrazione della tabaccheria, dimostrando così (sino al colpo di teatro finale) come sia di fatto impossibile essere buoni in un mondo cattivo. La storia, ambientata in una lontana Cina di fantasia degli anni Trenta, si rivela estremamente attuale per gli avvenimenti e i conflitti etico-sociali che in essa si manifestano e che assomigliano in maniera impressionante alla realtà contemporanea, scossa dalle trasformazioni indotte da un'universale crisi economica.

Al loro debutto con Brecht i due registi dello spettacolo, Ferdinando Bruni e Elio De Capitani, autori anche della traduzione italiana del testo: “E' il nostro primo Brecht – sottolineano - un Brecht che parla più lingue, non solo quella epica. Per un linguaggio che arrivi ad ogni tipo di pubblico”.

Infine la soddisfazione dell'attrice: “Sono molto felice di essere tornata a Genova. Non solo per la grande intesa che mi lega al direttore Carlo Repetti con cui ho in comune lo stesso modo di intendere il teatro d'arte, ma ancora di più per la totale complicità che ho potuto stabilire con l'intera compagnia. Si tratta di uno spettacolo difficile e duro, di un testo molto profondo e attuale che pone davanti a molti interrogativi, ma vi garantisco che il massimo della gioia è poter condividere con i colleghi la creatività di questo mestiere. Ritengo infatti che il mestiere dell'attore debba partire da basi precise per giungere ad un lavoro di gruppo. E non sempre ci si riesce”.

“L'anima buona del Sezuan”
Teatro della Corte – Genova
dal 17 marzo al 9 aprile
orari: feriali ore 20.30, festivi ore 16.00
prezzi: 23,50 euro (1° settore) 16,00 euro (2° settore)
Prevendite dal 10 marzo
Info: www.teatrostabilegenova.it
e-mail: info@teatrostabilegenova.it
tel. 010.53421

 
 
 

13 marzo 2009 - Lola che dilati la Camicia all'Elfo. "la vita non è punto bella".

Post n°267 pubblicato il 14 Marzo 2009 da Cesonia00
 

Attraverso un angusto corridoio ed entro in punta di piedi nella stanza di Adalgisa Conti, una stanza di assi e bende logore, sudate, sporche, disfatte dal tempo e dal dolore. Adalgisa e la sua infermiera sono già li, nel cupo quadrato che delimita il mondo dell’ospedale psichiatrico. La paziente è seduta, di spalle, sembra parlare tra sé, in silenzio mentre l’infermiera, in piedi, sistema con gesti lenti dei nastri di tessuto: bende.

Rose di carta sparse sul pavimento. Adalgisa viene lavata, denudata, spogliata di tutto, della sua dignità e dell’intimità.  Una sorta di battesimo, che battesimo non è. Non sembra una rinascita, ma la cancellazione della vita passata, la privazione dei propri vestiti, degli effetti personali, l’arrendersi alle mani meticolose di altri che si occuperanno della pulizia del corpo e dell’anima. Le mani altrui che lavano, vestono, pettinano i capelli incessantemente. Il ritorno ad essere bambina, la privazione della volontà e dell’autonomia.

 E, da questo momento Adalgisa apre la sua anima ed il suo cuore a noi spettatori seduti in silenzio di fronte a lei. Racconta il suo racconto ossessivo e lascia intorno a sé dietro di sé, addosso a sé elle lettere. Nell’atto dello scrivere riesce a dare senso al tempo ed al suo vissuto.

 L’infermiera parla con lei , risponde pacatamente creando un contrappunto di voce, un duetto a tratti ripetitivo, a tratti complementare. Le due donne danno un’unica voce ai ricordi intonando un coro che quasi assomiglia ad un canto.

 La narrazione soggettiva di Adalgisa – la sua percezione del vissuto – s’intreccia, si confonde e si oppone alla narrazione oggettiva dell’infermiera – portavoce del resoconto della cartella clinica della paziente “Adalgisa Conti” e della lettura delle ritrovate lettere. Momenti intensi, toccanti, mescolano la vita in manicomio ai ricordi. S’intrecciano come fotografie, episodi della vita passata: l’esuberanza di ragazza, la scoperta di un amore che non era amore, il matrimonio, la sua sessualità scontenta, i sensi di colpa e la sua pazzia. Risate, urla di rabbia, sogni lontani. Le esperienze di bambina, le illusioni di ragazza, i desideri di donna. Il matrimonio frettoloso, la prima deludente notte di nozze, la finzione coniugale,  il senso di castrazione per la mancata maternità, il suo sentirsi donna a metà. E poi l’ingresso in manicomio, l’incontro in parlatorio con il marito. Il vissuto della mente che si confonde con la realtà.

 Le richieste di aiuto di Adalgisa sono semplici e sono indirizzate al “dottore” che metaforicamente diventa pura luce bianca ed accecante al di là della porta: un messia, colui che “Può”, che potrebbe dare un senso alla vita di Adalgisa  privandola dell’inedia e dell’ozio. Lei chiede ossessivamente un’occupazione qualsiasi, lavorare, scrivere, impegnare le ore vuote dell’esistenza reclusa. L’assenza di scansione del tempo l’allontana dalla realtà, le confonde la mente ed i pensieri portandola alla pazzia.

E’ un crescendo di emozioni che, incontrollate ed incontrollabili,sfociano in una crisi rabbiosa e violenta. Una pazzia che non è pazzia ma repressione. Adalgisa, diventa incapace di controllare l’irruenza dei suoi ricordi: improvvisamente si agita, urla di rabbia, e di dolore. L’infermiera con pochi e pacati gesti l’afferra, la placa, ne distende il corpo e le mani. Adalgisa si placa, ansimante ed esausta tra le sue braccia. Nella sua ricerca infinita d’amore si aggrappa a chi l’accudisce, amando, accarezzando, baciando. La donna stenta ormai a trovare le parole per continuare il suo racconto, l’infermiera le suggerisce, lei dimentica. Il suo monologo diventa sempre più frammentario: non resta ormai che la rassegnazione della vecchiaia e del silenzio.

 L’infermiera diventa artefice del decadimento fisico di Adalgisa. Con pochi abili tocchi di trucco la trasforma in  un vecchio cadavere, i capelli sporchi e spettinati, i denti marci, le guance scavate, gli occhi vuoti. Del suo vivere rimane soltanto la lunga vecchiaia del manicomio, scandita dal passare degli anni, dall’elenco di date di una cartella clinica, dai sintomi del degenerare della malattia, dall’imbruttimento, e dal silenzio.

 L’incalzare delle date si conclude con l’accenno al nostro presente: “oggi 13 marzo 2009”.  Adalgisa, abbandonata cade in ginocchio, e grida senza voce. E’ il suo muto grido finale, disperato, sdentato, rassegnato che contiene tutta la sofferenza del mondo; del tempo di allora e di quello di oggi. Un grido che rivela il senso definitivo, intimo ed assoluto delle parole dette quando ancora era una donna giovane, sana, viva: "la vita non è punto bella".

Grande, intensa, immensa, commovente, coraggiosa e forte Cristina Crippa. Decisa, solida, avvolgente, pietosa l’infermiera Patricia Savastano. Coraggiosa Cristina, che sa mettersi a nudo, piccola e nel contempo grandissima davanti a noi.

Uno spettacolo che lascia un segno forte, che fa riflettere, appassionare ed emozionare. Che ci ricorda i limiti della nostra libertà, che è prima di tutto dell’anima. Che srotola il leggero filo che unisce salute e pazzia, mostrandone la vacuità.

Mille intense suggestioni che lasciano il segno nella bella regia di Marco Baliani: le parole affidate alle lettere, un ombrellino ed un vestito da sposa, Il colloquio continuo con il pubblico, il canto doloroso dell’infermiera, la musica, il canto di Adalgisa. Ed infine le rose sul pavimento, costruite con cura dall’infermiera/nutrice, le rose raccolte, poi rigettate e sparse per terra, come fiori morti, lasciati lì ad appassire.

Daniela Conti.

 

Il bellissimo disegno è di Renzo Francabandera ed è stato eseguito nel corso dello spettacolo.

 

 

 
 
 

Inizia la Tournée del Sentiero dei Passi Pericolosi...

Post n°265 pubblicato il 12 Marzo 2009 da Cesonia00
 

.
.
Eccoci alle prime date della Tournée di questo spettacolo fantastico: toscani, triestini, emiliani, romagnoli...ve lo consiglio molto caldamente!!! Mai consigliato così tanto uno spettacolo in vita mia, quindi prendetemi in parola e fatevi il regalo...
Io aspetterò maggio (su coraggio) e poi mi farò una settimana full intensive: il mio scopo è impararlo a memoria!
Merdissima a voi, merdissimmaaaa! 
Vi posterò le news dalla tournée se riuscirò ad averne...
per ora mi prendo il bacio e l'abbraccio e ricambio con tutto il cuore! Merde, Merde mon ami.
dani.
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TEATRO NUOVO DI NAPOLI
presenta
in tourneè nazionale

 

TOURNÉE 2008/2009
IL SENTIERO DEI PASSI PERICOLOSI


13_14 Marzo 2009

Sesto Fiorentino, Teatro della Limonaia

18_22 Marzo 2009
Trieste, Il Rossetti - Sala Bartoli

24_25 Marzo 2009
Bologna, Teatri di Vita

26_28 Marzo 2009
Modena, Teatro delle Passioni

7_9 Aprile 2009
Napoli, Nuovo Teatro Nuovo

19_24 Maggio 2009
Milano,Teatro Out Off

IL SENTIERO DEI PASSI PERICOLOSI
DI M.M. BOUCHARD


REGIA DI TOMMASO TUZZOLI
CON
SILVIO LAVIANO
ANDREA CAPALDI
ANDREA MANZALINI

Nuovo Teatro Nuovo
teatro stabile di innovazione
Pim Spazio Scenico
in collaborazione con
Festival Internazionale
Castel dei Mondi di Andria

Victor:
Andrea Capaldi

Ambroise:
Andrea Manzalini

Carl:
Silvio Laviano

disegno luci
Simone De Angelis

suono
Franco Visioli

trainer
Sabrina Jorio

personal boxing trainer
Lino Silvestri
(Napoli Boxe/Mediterranea)

foto di scena
Brunella Giolivo
Giuseppe Distefano

progetto video
Paco Capaldi

assistente alla regia
Luisa Tuzzoli

regia Tommaso Tuzzoli

Un tempo assente, un incontro
di tre fratelli da tempo lontani.
Credere di aver percorso luoghi.
Credere di conoscersi, conoscere
e credere che il passato possa
svanire. Dal risveglio di una memoria
che diviene ossessione e ripetizione
in forma di poesia giunge un
padre/poeta/ubriacone che era
meglio lasciar morire.
Una colpa che non svanisce e una
lingua dura, violenta che non scende
a compromessi.
Scontro/incontro; ogni battuta ha la
forza e la velocità di un pugno dato
allo stomaco. Un ritmo vertiginoso
che rende gli attori pugili, capaci
con le parole di schivare colpi con
cinismo o incassare verità scomode
ma anche capaci attraverso un nudo
abbraccio di sentire il respiro e gli
affanni dei propri fratelli.
Una ripetizione che è tragedia, coro
per mezzo della poesia. Per poter
vivere, farsi ascoltare vomitando.
Una sofferenza che ci rende estranei
agli altri e a noi stessi.

Tommaso Tuzzoli
(notizie tratte da facebook, un grazie a Silvio Laviano)

 
 
 

Senza Fiato Official video Dolores O riordan & Negramaro

Post n°264 pubblicato il 06 Marzo 2009 da Cesonia00
 

 

 
 
 

recensione: Studio Edipo '09

Post n°263 pubblicato il 04 Marzo 2009 da Cesonia00
 

"Studio Edipo ’09” a Il Lanificio 25

Lo spettacolo teatrale del gruppo napoletano Tourbillon Teatro

Studio Edipo 09  - 4 - 5 - 6 marzo 2009 ore 21.00

Lanificio25 Piazza Enrico De Nicola, 46 - Napoli

Tourbillon Teatro e Lanificio 25 presentano in anteprima il lavoro su Edipo, frutto di un percorso iniziato l'anno scorso e arrivato oggi alla creazione dello studio-spettacolo Studio Edipo 09 ideato e diretto da Alessandra Asuni che andrà in scena nei giorni 4, 5 e 6 marzo 2009 alle ore 21.00 al Lanificio25 di Napoli.

Edipo figlio di Laio e di Giocasta viene esposto lattante perché un Oracolo ha predetto che il figlio non ancora nato sarà il suo assassino. Edipo viene salvato e cresce come figlio di re in una corte straniera, finché incerto della propria origine interroga l’ Oracolo e ottiene il consiglio di star lontano dalla patria perché sarebbe costretto a divenire l’assassino di suo padre e lo sposo di sua madre.

La tragedia prende per materia la leggenda eroica. Essa non inventa i personaggi né l’intreccio delle sue opere, ma li trova nel patrimonio culturale comune dei Greci relativamente a ciò che credono essere stato il loro passato, l’orizzonte lontano degli uomini di un tempo. L’Edipo Re di Sofocle ha affascinato nei secoli autori teatrali, filosofi, storici, poeti, saggisti. La psicologia ha elaborato complessi con cui capire il comportamento umano, una fonte inesauribile di studi e approfondimenti. Il mito di Edipo continua nei secoli ad affascinare, ha ispirato e ispira grandi autori teatrali e non solo. Perché? È una domanda che ci si pone molte volte; non si può mettere a fuoco solo un aspetto della vita di Edipo.

I testi che hanno fatto da guida al percorso che ha portato alla creazione dello spettacolo. Oltre alla tragedia di Sofocle, sono tratti dalle opere "Edipo” di Seneca, “Amleto” di Shakespeare, “Edipo e la Sfinge” di Hofmannsthal, “Cattedrale” di Carver, “Edipo Re” di Pasolini (sceneggiatura). Rispetto alla tragedia di Sofocle si è avuta l’esigenza di riscoprire l’origine di Edipo, creando così un antefatto onirico e visionario: l’Oracolo come sogno: il messaggio divino degli antichi Greci che impone il suo responso, così come nei nostri sogni l’istinto grida d’essere accolto e rappresentato. I sogni sono diventati ossessione, incubi sempre presenti nella mente.

Edipo, in questo Studio, non soffre del "complesso di Edipo" perché inconsapevole e razionale nelle scelte di uomo adulto. La tragedia di Edipo ha un tempo rappresentato non definito ma di volta in volta necessario alla scena e a ciò che accade. Edipo dice: “Da bambino mia madre mi diceva di non guardare mai fisso il sole. Ma una volta, a sei anni, l’ho fatto…e per un momento vidi e capii”.

Lo spettacolo vede in scena Andrea Capaldi (Corifeo), Andrea de Goyzueta (Laio/Creonte), Sabrina Iorio (Giocasta/Sfinge), Giuseppe Papa (Edipo), Fabio Rossi (Tiresia); il disegno luci è di Marcello Falco, i suoni e le musiche sono di Luigi Stazio, la parte video è stata curata da Alessandra Carchedi; il progetto e la messa in scena sono di Alessandra Asuni.

La ricerca di uno spazio ideale, una stanza bianca da abitare da far vivere. Uno spazio reale per un lavoro onirico, non uno spazio che è teatro, ma una struttura che può accogliere e sostenere lo sviluppo delle idee, ha trovato un luogo speciale nel Il Lanificio25. Uno spazio dell’800 con grandi finestre, archi, pavimento in pietra e pareti bianche. Nello spazio bianco puoi trovare qualsiasi messaggio.

 Sul sito www.tourbillonteatro.it è possibile leggere le note dettagliate e la storia completa del progetto Studio Edipo 09. Studio Edipo 09 4, 5, 6 marzo 2009 ore 21.00 Lanificio25 Piazza Enrico De Nicola, 46 - Napoli tel. 081.6582915 email: tourbillon@tourbillonteatro.it www.tourbillonteatro.it

tratto da www.napoli.com
 
 
 

DIMMI CHE CI SEI - Alex Baroni.

Post n°262 pubblicato il 04 Marzo 2009 da Cesonia00
 

 

 

 
 
 

StudioEdipo09

Post n°261 pubblicato il 02 Marzo 2009 da Cesonia00
 

StudioEdipo09

Siamo edipici, quando eroicamente ci sforziamo di vedere (Hillman )

4 - 5 - 6 marzo 2009 - 21:00

Lanificio 25
Indirizzo:
Piazza Enrico de Nicola 46
Città/Paese:
Napoli, Italy


 testi tratti da “Edipo Re” di Sofocle, “Edipo” di Seneca, “Amleto” di Shakespeare, “Edipo e la Sfinge” di Hofmannsthal, “Cattedrale” di Carver, “Edipo Re” di Pasolini (sceneggiatura)
con
Andrea De Goyzueta - Laio
Andrea Capaldi - Corifeo
Fabio Rossi - Tiresia
Peppe Papa - Edipo
Sabrina Iorio – Giocasta / Sfinge
Luci Marcello Falco
Suoni e musiche Luigi Stazio
Collaborazione movimenti scenici Arianna d’Angiò
Video Alessandra Carchedi
Assistente alla regia Francesco Panachia
Progetto e messa in scena Alessandra Asuni

Note StudioEdipo09
Siamo edipici, quando eroicamente ci sforziamo di vedere (Hillman).

 Il mito di Edipo continua nei secoli ad affascinarci, ha ispirato e ispira grandi autori teatrali e non solo. Mi chiedo perché. È una domanda che ci siamo fatti parecchie volte: non si può mettere a fuoco solo un aspetto della vita di Edipo ed è per questo che autori come Pasolini, Hofmannsthal, Seneca, Sofocle ci hanno aiutato quasi a svelarne l’enigma.
Edipo è Figlio - Laio è Padre - Giocasta è Madre.
Edipo è Laio - Edipo è Giocasta
Poi, Edipo è Edipo.
Rispetto alla tragedia di Sofocle abbiamo avuto l’esigenza di riscoprire l’origine di Edipo, creando così un antefatto onirico e visionario: l’Oracolo come sogno: il messaggio divino degli antichi Greci che impone il suo responso, così come nei nostri sogni l’istinto grida d’essere accolto e rappresentato. I sogni sono diventati ossessione, incubi sempre presenti nella mente.
Edipo:
“…Da bambino mia madre mi diceva di non guardare mai fisso il sole. Ma una volta, a sei anni, l’ho fatto…e per un momento vidi e capii…”

Purtroppo Napoli è molto lontana. Ma tra di voi ci sarà sicuramente qualcuno che potrà andare.
Io auguro a tutti di poter assistere a questo spettacolo!  lo auguro di cuore. Non ne so molto per ora, spero di potervi dare notizie più precise dopo il debutto.
Un abbraccio speciale e tanta tanta merda ad un amico caro.
 


 
 
 

L'AMICIZIA

Post n°260 pubblicato il 02 Marzo 2009 da Cesonia00

Io all’amicizia chiedo tre cose: la reciprocità: non è amico chi dice di esserlo a parole ma chi lo è nei fatti.

Chiedo la sincerità, la trasparenza.

Chiedo l’onestà, il rispetto per la mia persona, i miei sentimenti ed i miei affetti che non devono per forza essere condivisi e messi in comune.

Chi è mio amico si guardi dentro al cuore, e se trova questi sentimenti allora può essere felice, perché nella comune amicizia io darò tutta me stessa. Non avrò segreti, sarò pulita.

Ma chi invece, guardandosi dentro, troverà invidia, senso di possesso, rivalsa, volontà di “ridimensionare” le mie gioie, o di possederle anziché rispettare, di subentrare ai miei affetti per puro senso di competizione nei miei confronti. Chi troverà il seme della gelosia, allora non sarà mio amico.

Un amico che mi ha visto stare male per un arrivederci, è mio amico se ne prende atto, comprende e tace. Oppure conforta.

Un amico non si mette in mezzo, mai. Né con le parole, né con i fatti quando capisce l’importanza delle cose. Perché io sono la prima a condividere quello che può essere condiviso. Quello che non può essere condiviso, invece, non si deve cercare di prendere a forza..

Un amico non compra e non vende.

Un amico comprende. Ed appoggia. Oppure critica, ma resta in disparte.

Un amico capisce quando una cosa è davvero importante.

Non lavora di nascosto, non agisce sotterraneo.

Ad un amico ho dedicato tanti anni, tanto affetto, tanta pazienza, tante parole, tanti segreti.

Sbagliando, forse, a riporre tutta la mia fiducia e complicità

Un amico deve guardarsi dentro e domandarsi se è DAVVERO mio amico. Altrimenti si fa e mi fa solo del male.

E con questo metto fine alla questione. Da ora in poi non ne parlo più. Attendo riscontri, evidenze, cambiamenti di rotta e scuse.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Cesonia00
Data di creazione: 19/04/2008
 

 

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GLI ELFI NELLA MITOLOGIA

I mitologi della scuola germanica sostengono che gli Elfi non siano altro che le raffigurazioni simboliche degli elementi naturali del fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra. Sembra che gli elfi siano in grado di trarre la loro essenza da questi quattro elementi (sidifferenziano morfologicamente secondo l'appartenenza ai quattro elementi naturali).Dal gran numero di racconti popolari sono stati narrati come esseri socialmente organizzati, considerati come un popolo vero e proprio che viveva e agiva grazie alle proprietà degli elementi naturali. Gli elfi sono amici del genere umano, di indole indipendente e molto fiera, tra le loro caratteristiche vi è quella di indossare una cintura magica che consentirebbe di diventare invisibile, oggetto di alto valore simbolico nelle credenze non solo popolari ma anche colte delle genti europee dell'antichità. La razza della luce per eccellenza, sono ottimi arcieri e buoni maghi.
 

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