Il Mio Elfo

Il Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia.

 

TRA DIRE E FARE -GIORGIA.

 

DARREN HAYES - LOST WITHOUT YOU

 

THE ONLY ONE - DARREN HAYES

 

GULLIVER-MIGUEL BOSè-

 

meravigliosa! meraviglioso!

 

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IL TEATRO DELL'ELFO

Dall'enciclopedia ENCARTA.... fondata a Milano nel 1972, la compagnia dell’Elfo si ritagliò fin dai suoi esordi uno spazio originale all’interno del panorama teatrale degli anni Settanta anche grazie all’allestimento di spettacoli come "1789: scene dalla rivoluzione francese, Pinocchio Bazaar, Le mille e una notte". Nel 1978, con l’acquisizione di una sala teatrale, la compagnia diede inizio a un nuovo corso, segnato dal grande successo di Sogno di una notte d’estate (1981), un’inedita versione musical-rock del testo di Shakespeare. Lo spettacolo costituì l’apice della crescita della compagnia, esperienza collettiva di un gruppo di registi e attori che vide in Gabriele Salvatores uno degli esponenti di maggior spicco. Negli anni successivi si affermarono nuove personalità registiche, come Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, mentre il gruppo si dedicò alla scoperta dei migliori autori contemporanei; nacquero così Nemico di classe di Nigel Williams e Visi noti, sentimenti confusi di Botho Strauss, per la regia di De Capitani; Comedians di Trevor Griffiths, per la regia di Salvatores; Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder, diretto da Bruni e De Capitani. Nel 1992 l’unione del Teatro dell’Elfo con il Teatro di Porta Romana diede vita a Teatridithalia. Portando al successo alcuni attori di primo piano della scena teatrale italiana, tra cui Paolo Rossi e Silvio Orlando, la compagnia proseguì la ricerca sulla drammaturgia contemporanea con gli allestimenti di testi di Brad Fraser, Steven Berkoff, Bernard-Marie Koltès, Yukio Mishima, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori e Mark Ravenhill. In tempi più recenti, il rinnovato incontro con Shakespeare ha dato vita a una versione violentemente espressionista di Amleto, a una nuova edizione del Sogno (1997) e a una brillante rivisitazione del Mercante di Venezia (2003).
 

 

Il Sentiero dei Passi Pericolosi

Post n°259 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da Cesonia00

Il Sentiero dei Passi Pericolosi

Spettacolo Teatrale di Michel Marc Bouchard
traduzione di Francesca Moccagatta
con Andrea Capaldi, Andrea Manzalini, Silvio Laviano
disegno luci Simone De Angelis
suono Franco Visioli
direttore allestimento Clelio Alfinito
trainer Sabrina Jorio
personal boxing trainer Lino Silvestri (Napoli Boxe/Mediterranea)
foto di scena Brunella Giolivo
progetto video Paco Capaldi
assistente alla regia Luisa Tuzzoli
regia Tommaso Tuzzoli

TOURNÉE 2008/2009



13-14 Marzo 2009 Sesto Fiorentino, Teatro della Limonaia

18-22 Marzo 2009 Trieste, Il Rossetti - Sala Bartoli

24-25 Marzo  Bologna, Teatri di Vita

26-28 Marzo 2009 Modena, Teatro delle Passioni

7-9 Aprile 2009   Napoli, Nuovo Teatro Nuovo

19-24 Maggio 2009  Milano,Teatro Out Off

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Noi ci proteggiamo.
Facciamo tutto in modo tale da proteggerci dagli altri e da noi
stessi, dalla parola e dal silenzio, dalla vita e dalla morte.
Siamo in guerra col pensiero. Ci sbarazziamo dei ragionamenti, ci
armiamo di emozioni. La parola è rischiosa.
Gli intellettuali sono pericolosi. I filosofi sono noiosi. I poeti
sono preistorici.
La parola è morta! Viva l'immagine!
Allora?
Tacere!
Uccidere le verità. Erodere le opinioni. Sdrammatizzare con una
battuta. Isolarsi dietro l'anonimato di uno schermo catodico. Far
affari in silenzio e lasciare a chi fa affari il controllo di tutto,
anche del silenzio.
Non dire che i politici mentono, non dire che rubano la nostra acqua
e che radono al suolo le nostre foreste, non dire che la questione
nazionale è in ostaggio, che i giornalisti non sono più liberi, che
la prostituzione deve essere legalizzata..Non dire niente.
Fare della nostra esperienza un talk show di sorrisi rassicuranti e
di seggiolini a espulsione.
Perchè scrivere una pièce triste?
Perchè scrivere della morte?
Perchè non esiste pensiero più lucido del pensiero spogliato dagli
scudi-bugie della vita; il pensiero di chi è baciato dalla morte, di
chi non ha più niente da perdere ma una cosa da guadagnare: la
franchezza.
Perchè osare scrivere?
Per osare vivere!
.............................................
Dovrò cercare di capire come fare ad aspettare fino a metà maggio, quando lo spettacolo arriverà a Milano: Davvero conto i giorni, i minuti, quasi.
Rimane Bologna, vediamo quel che riesco a fare.
Io vi consiglio di raggiungere la città a voi più vicina ed assistere a questo spettacolo, poi non ve lo leverete più dalla testa!

 
 
 

E Ti Amo - Marco Masni

Post n°258 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da Cesonia00
 

E ti amo, ti amo di brutto...

E ti amo ti amo da sempre, anche se ti conosco da un giorno...

E ti a amo ti amo per sbaglio, ma è la cosa più giusta che faccio...

Come il mare che aspetta alla foce il suo fiume di vita e di pace...

e ti amo ti amo sul serio, e ti amo ti amo lo giuro, anche se resterà un desiderio che la pioggia cancella dal muro....

E ti amo ti amo davvero
E ti amo ti amo lo giuro
Te lo scrivo di rosso e di nero
Sulla pagina enorme di un muro
E ti amo ti amo di brutto
E ti amo più della mia vita
Anche se sono più di trent’otto
Gli anni persi su questo pianeta
E ti amo anche se è incomprensibile
Per la gente che ancora non sa
Che ti amo e doveva succedere
A questa età
E ti amo ti amo da sempre
Anche se ti conosco da un giorno
Come un’Africa che si riempie
Di falò sotto un cielo notturno
E ti amo ti amo per sbaglio
Ma è la cosa più giusta che faccio
Da quando ero un ragazzo al guinzaglio
E con tutte facevo il pagliaccio
E ti amo anche se è intraducibile
Nella lingua di questa città
Ma è davvero così imperdonabile
Se ti amo già
E ti amo come se
Non avessi amato mai
Senza rabbia e senza che
Abbia fatto niente per volerlo ormai
Dimmi che ci sei
Che mi vuoi
(Na na na na na na na na
Na na na na na na na na
E ti amo ti amo ti amo)
Come un mare che aspetta alla foce
Il suo fiume di vita e di pace
E ti amo e mi sento ridicolo
Senza maschere ne gravità
Ma ti amo e mi sembra un miracolo
Se ti amo già
E ti amo ti amo sul serio
E ti amo ti amo lo giuro
Anche se resterà un desiderio
Che la pioggia cancella dal muro…

 
 
 

Lola la rossa: confronto sul teatro con Cristina Crippa - Krapp's Last Post

Post n°257 pubblicato il 24 Febbraio 2009 da Cesonia00
 

Una bellissima ed affascinante intervista alla brava Cristina Crippa!

Krapp's Last Post è un sito bellissimo, un sito vivace, stimolante, creativo ed appassionato. Grazie agli autori, vi leggiamo TUTTI I GIORNI con moltissimo piacere!!

http://www.klpteatro.it/index.php?option=com_content&view=article&id=634:cristina-crippa-intervista&catid=37:video&Itemid=72

 
 
 

Odissea, spuntini di viaggio

Post n°256 pubblicato il 21 Febbraio 2009 da Cesonia00
 

Oggi è iniziata la prima stagione teatrale per bambini nel mio paesello. L'esigenza, in una realtà teatralmente attiva come la nostra, è quella di riuscire ad animare e raccontare coinvolgedo bambini e genitori ed avvicinandoli alla drammatizzazione di   fiabe e racconti.

Il primo spettacolo l'abbiamo visto oggi, la storia di un viaggio epico, l'ODISSEA rivissuta in chiave leggera, comica ed a tratti drammatica da due meravigliose attrici: Mimma Pieri e Lilli Valcepina.

Ci siamo divertiti tutti e - sebbene lo spettacolo fosse indirizzato a bambini dagli 11-16 anni - tutti l'hanno gradito e compreso. Devo dire che anche i miei bambini di 3 e 6 anni l'hanno seguito benissimo. E' vero che i miei figli sono avvezzi al teatro, li porto da sempre, ma tutti i bimbi in sala sono stati silenziosi e tutti si sono divertiti, grandi e piccini. Tutti si sono commossi ed hanno riso alle ridicole e ben recitate, simpatiche e vivaci battute delle due bravissime attrici. Ci sono state grandiose sorprese di regia - come la tempesta di riso, grana, coperchi e pentole. Lunghi applausi, dunque, raccolti dalle bravissime ragazze che hanno anche dialogato con i bambini in sala. Ottima merenda a base di chiacchiere per ricordarci che domani è carnevale.

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Millima (Milano)
UN’ODISSEA spuntini di viaggio

  • Di e Con: Mimma Pieri e Lilli Valcepina

Uomini, dei, viaggi, miraggi, magie, bugie… questi sono gli ingredienti fondamentali per cucinare qualcosa di delizioso da servire al banchetto degli dei, sempre affamati di nuove storie.
E chi sta ai fornelli? Apollo e la sua fedele Musa ispiratrice! Ma, come spesso accade, gli ambiti manicaretti si rivelano pasticci e i sospirati ritorni a casa…un’Odissea!
Cosa bolle in pentola?

Lo raccontano due attrici trasformandosi nei diversi personaggi che Ulisse incontra nel suo viaggio verso Itaca dopo la fine della guerra di Troia.
Comicità, invenzioni e colpi di scena, fanno da contorno e alla fine (con buona pace delle interpreti che non citeranno tale battuta)…il pranzo è servito!
Il racconto del viaggio di Ulisse parla di curiosità, nostalgia, paura, coraggio, amore: sentimenti universali che appartengono all’essenza dell’uomo.

Affrontare ostacoli, misurarsi con Dio e con l’ignoto, lottare per un’idea, incontrare mostri e persone fantastiche, fa parte del vissuto di ognuno. Queste sono le motivazioni che ci hanno spinto a riproporre, attraverso la metafora e la trasformazione di oggetti di uso quotidiano, uno dei miti più importanti della nostra cultura.

Una rilettura di Omero in chiave “gastronomica”. Possibile? Certo. Basta utilizzare come oggetti di scena, padelle, posate e tegami. Basta trasformare la Maga Circe in una locandiera un po' speciale e creare come per incanto, tempeste marine dentro ad una pentola. Lo hanno fatto, con divertenti risultati, Mimma Pieri e Lilli Valcepina, due simpatiche e brave protagoniste di "Un'Odissea - spuntini di viaggio". In primo piano c'era proprio il testo immortale della cultura occidentale, ovvero l'Odissea. Lo spettacolo ne proponeva un racconto fedele e abbastanza completo, ma declinato in chiave divertente e autoironica, senza tuttavia travisarne il significato. Accanto al registro comico, utilizzato dalle attrici a piene mani, ma sempre con garbo e attenzione al pubblico più giovane, non mancavano alcuni momenti più intensi e anche drammatici. L'elemento più originale e creativo, pare proprio l'uso di padelle e posate. Gli utensili della cucina diventano ora onde del mare, ora strumenti di percussione, ora veri e propri accessori d'abbigliamento. Uno scapestrato Apollo e la sua Musa, si raccontano e raccontano, tra una pentola e un mestolo, il peregrinare di Ulisse, storia piena d'incanto. Applausi e risate.

Sara Cerrato, da “la Provincia di Como” del 30-01-2005

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Mimma Pieri e Lilli Valcepina, attrici, diplomatesi nel 1991 presso la Civica Scuola dArte Drammatica
Paolo Grassi di Milano, partecipano a numerose produzioni teatrali tra cui Aquarium,
pluripremiato spettacolo del Laboratorio Teatro Settimo (TO).
Collaborano con registi quali Marco Baliani, Gabriele Vacis, Roberto Corona, Gianluigi Gherzi,
Eugenio Allegri, Beppe Rosso, Claudio Cavalli.

Nel 1998 si associano dando vita a "millima teatro" e realizzando diversi progetti che vanno dalla conduzione di laboratori rivolti a studenti e corsi di formazione per insegnanti nelle scuole, alle animazioni per bambini, letture teatrali e percorsi di avvicinamento alla lettura (anche inseriti nel progetto "Nati per leggere") presso la biblioteche comunali della Lombardia.

Sono, inoltre, autrici e interpreti di spettacoli di teatro ragazzi :
"Rumore di mostro" (2004)
"Un'Odissea, spuntini di viaggio" (2005)

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Happy Family

Post n°255 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da Cesonia00

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Inizia la Tournée del bellissimo spettacolo di Alessandro Genovesi!! HAPPY FAMILY!!!!
Eccole date.....Gira l'Italia Ale!!
Happy Family
.
uno spettacolo di Alessandro Genovesi
una produzione TEATRIDITHALIA
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-Monza 21-22 febbraio 2009 Teatro Binario 7 039 2027002
-Cremona 23 febbraio 2009 Teatro Ponchielli 0372 022010
-Perugia 25-26 febbraio 2009 Teatro Morlacchi 075 5722555
-Foligno 27 febbraio 2009 Teatro Politeama Clarici 075 57542222
-Foggia 1 marzo 2009 Oda Teatro 0881 568278
-Imola 3-8 marzo 2009 Teatro dell’Osservanza 0542 25860
-Stradella 10-11 marzo 2009 Teatro Sociale 0385 246569
-Pordenone 13-15 marzo 2009 Teatro Comunale G.Verdi 0434 247624
-Magenta 17 marzo 2009 Teatro Lirico 02 97003255
-Gallarate 18 marzo 2009 Teatro del Popolo 0331 784140
-Bologna 19-22 marzo 2009 Teatro Duse 051 231836
-Sinalunga 23 marzo 2009 Teatro Comunale 0577 631200
-Scandiano 24 marzo 2009 Cinema Teatro Boiardo 0522 854355
-Bergamo 25 marzo 2009 Teatro Donizetti 035 4160601
-Biella 27 marzo 2009 Teatro Sociale Villani 015 2524259
-Rivoli 28 marzo 09 Il Teatro di Rivoli 011 5217099
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Happy Family
uno spettacolo di Alessandro Genovesi
con Gabriele Calindri Vincenzo, Linda Gennari Anna, Elisa Langone Filippo, Martina Galleta Anna, Roberta Rovelli Caterina
Corinna Agustoni Nonna Anna, Olga Rossi Mamma, Massimiliano Speziani Papà, Alessandro Genovesi Ezio, Jean-Christophe Potvin Gianni
luci di Rocco Colaianna
suono di Jean-Christophe Potvin
oggetti e arredi 1380
Premio speciale della giuria Premio Riccione per il Teatro 2005
una produzione TEATRIDITHALIA
in collaborazione con Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi

Al debutto nel maggio scorso Happy Family ha ottenuto un successo di pubblico (5000 presenze) e di critica sorprendenti, rivelando il talento registico e drammaturgico di Alessandro Genovesi, apprezzato fino ad allora solo come attore. Lo spettacolo torna in scena con un cast parzialmente rinnovato, riconfermando la collaborazione con la Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi e con 1380 per gli arredi scenici.

Due famiglie incrociano i destini a causa dei figli quindicenni caparbiamente decisi a sposarsi. Un banale incidente stradale catapulta il protagonista-narratore, Ezio, al centro di questo microcosmo, nel quale i genitori possono essere saggi, ma anche più sballati dei figli, le madri nevrotiche e coraggiose, le nonne inevitabilmente svampite, le figlie bellissime e i cani cocciuti e innamorati. In poche parole, due famiglie di oggi, che sfuggono alle catalogazioni e alle etichette, in evoluzione continua, in equilibrio precario, vive felici e confuse.

Ezio ha trentuno anni, sostiene di non avere grossi problemi (ma soffre di mal di schiena e di crisi di panico), è ricco (perché ha ereditato dal padre il brevetto della pallina per lavatrice), è stato mollato dalla fidanzata: «Il momento era arrivato. L’incidente aveva rotto qualcosa e non parlo solo di alcune mie ossa... da quel momento in poi non ho mai più avuto voglia di stare da solo, di mangiare da solo, di vivere da solo».

DALLA RASSEGNA STAMPA:

Da un giovane attore all’esordio come drammaturgo sarebbe lecito attendersi qualche approssimazione, qualche incertezza di scrittura. Invece il trentaquattrenne Alessandro Genovesi non mostra una sbavatura, un cedimento: il testo di cui è autore e regista, Happy family, scorre lieve e brillante seppur venato da un sottofondo di sottile dolore, evidenziando una mano decisamente sicura, e una sorprendente coerenza stilistica. (...) Ciò che realmente gli sta a cuore, ciò che gli riesce meglio e ne fa davvero un autore-rivelazione è la sua capacità di mettere a fuoco le sfumature dei sentimenti, di giocarci con destrezza, di suscitare emozioni per poi abbandonarle e di nuovo riprenderle, passando in un attimo dal divertimento alla commozione più sfacciata, ma con delicatezza, senza quasi che lo spettatore se ne accorga.

Renato Palazzi, del Teatro.it

Sul palcoscenico nudo e dilatato su più piani, dove si può circolare in bici, inventarsi una pizzeria, giocare sull’ubiquità, ognuno si può coltivare il suo orto di sorprese, evasioni programmate e scoperte, senza ignorare i sentimenti e anche i cani si fidanzano. (...) E il miracolo si avvera grazie al bellissimo cast di cui vanno ricordati l’inventiva di Massimiliano Speziani, la nonna con l’Alzheimer di Corinna Agustoni, la vena assorta di Gabriele Calindri, e il cane che pensa in francese di Jean-Christophe Potvin.

Franco Quadri, la Repubblica

Un autore è pirandellianamente sul palcoscenico con i suoi personaggi, con loro dialoga e entra nella storia che fa loro vivere. È Alessandro Genovesi che recita nel ruolo del giovane scrittore alle prese con una trama che gli si forma in testa, e prende vita immediatamente sulla scena. (...) Con una felice idea drammaturgica, con taglio cinematografico, dialoghi veloci, brevi monologhi, fa vivere una commedia di bella leggerezza che si intreccia lungo molte vite per raccontare una quotidianità di ordinaria nevrosi, paura di solitudine, insicurezze di ogni tipo e bisogno d’amore.

Magda Poli, Corriere della Sera
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da www. elfo.org.
.
Ale, merdissima merdissima per la tua tournée. un grandissimo abbraccio!

 
 
 

Lola che dilati la camicia

Post n°254 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da Cesonia00
 

ELFO | 19 febbraio - 15 marzo 09
LOLA CHE DILATI LA CAMICIA
dall’autobiografia di Adalgisa Conti
a cura di Luciano Della Mea
drammaturgia Marco Baliani, Cristina Crippa e Alessandra Ghiglione
regia Marco Baliani
con Cristina Crippa e Patricia Savastano
scene e costumi di Carlo Sala
luci di Nando Frigerio
suono di Renato Rinaldi
produzione Teatridithalia

 

“Gentilissimo sig. Dottore, questa è la mia vita”. Con queste parole, che testimoniano da subito un’intenzione sincera e penetrante, Adalgisa Conti, internata in manicomio a ventisei anni nel 1914, indirizza una lettera al proprio medico nella speranza che riconsideri il provvedimento di ricovero.
Con esplicito candore e concretezza d’immagini, Adalgisa rivela richieste d’amore deluse, una sessualità insoddisfatta, troppi desideri avviliti. C’è nelle sue parole il riaffiorare prepotente dell’infanzia, dei brevi giochi, dei sogni di una bambina e di una ragazza che scopre il proprio corpo, bello vivo sensibile. C’è il capriccio, c’è la malinconia e, poco dopo, c’è l’infrangersi dei sogni in un matrimonio senza gioia, l’impossibilità di comunicare con il marito Probo, che presto la colpevolizza, imponendole di soffocare desideri e pulsioni, fino a giudicarla pazza e volersene liberare affidandola al manicomio.
Non ricevendo risposte, dopo questa lettera Adalgisa tace; diventa, realmente, una paziente del reparto agitate, ‘sudicia, erotica, impulsiva’, e, per quasi settant’anni, ‘invariata’. Abbandonata a se stessa, senza più una famiglia, è destinata a rimanere in manicomio fino alla fine dei suoi giorni, ormai novantenne.

Questa storia, tornata alla luce grazie a Luciano Della Mea che aveva pubblicato nel 1978 la lettera e altre testimonianze (ristampate da Jaca Book nel 2000), ha appassionato Cristina Crippa che, con Marco Baliani, Alessandra Ghiglione e Patricia Savastano, nella primavera del 1996 ne ha tratto una versione teatrale.
Lo spettacolo diretto da Marco Baliani, Lola che dilati la camicia, dà nuovamente voce ad Adalgisa coinvolgendo gli spettatori in una sorta di intenso rito della memoria: Cristina Crippa è una protagonista intensa e commovente che ripercorre tra afasie e illuminazioni improvvise, parole smarrite e ritrovate, il labirinto della memoria di Adalgisa, destinato a sfociare in una disperata follia. Patricia Savastano è la sua infermiera-guardiana, ma anche sua sorella e custode, quasi ossessivo doppio delle visioni dell’altra.

DALLA RASSEGNA STAMPA:

La potenza delle parole, nel naufragio di sintassi e senso, si disperde nella scarna dimensione sonora di rumori e brani operistici. E non conta solo il rigore degli esiti, ma l’onestà e la passione che si respira: Cristina Crippa s’incide come un’icona violenta e insieme diafana, con lo sguardo perduto e il corpo proteso nel nulla, scosso dai raptus o placato negli abbandoni. Con lei Patricia Savastano, secondina e solidale, inserviente e narratrice, che si divide tra trasfigurazione e testimonianza. [...] Toccanti la scena dell’abluzione nella tinozza e il duetto con la “nutrice” a imboccare le parole alla donna perduta. Così, tra un bagno purificatore e la trasformazione finale in grottesca maschera della follia, la vita si smarrisce fissandosi in un urlo senza respiro alla Munch e la proiezione del reperto della scrittura.

Antonio Calbi, La Repubblica

Rudemente lavata in un catino, rivestita da un ruvido camicione, alla fine anche grottescamente impiastricciata con un orribile trucco da vecchia, Cristina Crippa è intensa e penetrante nell’evocare gli insondabili umori della protagonista, mentre Patricia Savastano incarna una figura che è insieme di infermiera, suggeritrice, alter ego.

Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore

È uno spettacolo bello e persuasivo perché senza artifici, capace di far vivere con levità e discrezione i sentimenti. Baliani muove la rappresentazione in un continuo e sottile gioco di distanze e di coinvolgimenti, di gesti minimi e di parole perdute e ritrovate e ripetute. Basta una voce che esca da un vecchio e gracchiante fonografo, basta il rumore di una goccia che ossessivamente cade per costruire un’atmosfera.

Domenico Rigotti, L’Avvenire
Tratto dal sito www.elfo.org.
Tanta, tantissima "MERDE!" Cristina, verrò a vederti presto!!!.
 
 
 

Gulliver - Miguel Bosè

Post n°253 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da Cesonia00
 

 

Gulliver.

 

En esta noche eterna busco un resto de mi sol
El mundo que recuerdo
Vida a vida como todo, se apagó,
Pensar que pude haber salvado
Quise ser Gulliver
Y nunca fui Gulliver
En esta noche oscura como siempre me perderé
Pisando tierra yerma
Y perseguido por la voz de lo que sé
Y sé que se me fue la mano
Pero era ya tarde
Muy tarde
Y grito herido no
Un no que estalla en mil pedazos
Un no que cae en el olvido
Inútil, pequeño y perdido
Y grito herido no
Tan fuerte y tan desesperado
Tan grande, solitario y vencido
Inútil, pequeño, perdido...
Y grito no no...
En esta noche oscura ya no cabe posibilidad
De darle vida a nada
Lo que muere para siempre muerto está
Y duele tanto echar de menos
Quise ser Gulliver
Y nunca fui Gulliver
Y grito herido no
Un no que estalla en mil pedazos
Un no que cae en el olvido
Inútil, pequeño y perdido
Y grito herido no
Tan fuerte y tan desesperado
Tan grande, solitario y vencido
Inútil, pequeño, perdido..
Inútil, pequeño, perdido...
Perdido mi último aullido
Y grito herido no
Un no que estalla en mil pedazos
Un no que cae en el olvido
Inútil, pequeño y perdido
Grito no, no
Perdido
Salvado
No salvado.

  

Ma che infinita meraviglia questa canzone. E lui, bellissimo soldato in viaggio nel tempo....

 

 
 
 

Romeo e Giulietta inizia la Tournée

Post n°252 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da Cesonia00
 

Ecco le date della Tournée Emilio-romagnola-marchigiana dei nostri Elfi...


Pesaro 20-22 febbraio 2009 Teatro Rossini 0721 387621


Porto San Giorgio 25 febbraio 2009 Teatro Comunale 0734 902107


Rimini 27 feb / 1 mar 2009 Teatro Novelli 0541 24152


Castelfranco Emilia 3 marzo 2009 Teatro Dadà 059 927138


Maranello 4 marzo 2009 Auditorium Ferrari 0536 943010


Ferrara 5-8 marzo 2009 Teatro Comunale 0532 202675


merde! merde! merde!!

 
 
 

IN SCENA AL PICCOLO ELISEO DI ROMA: FLESSIBILE, HOP HOP! REGIA DI ROSARIO TEDESCO

Post n°251 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da erica_teatri
 

PICCOLO ELISEO PATRONI GRIFFI

 

Via Nazionale 183, Roma

 

Lunedì 16 febbraio 2009 ore 20.45

 

ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

 

 

FACE À FACE

 

Parole di Francia per scene d’Italia

 

III edizione - 2009

 

Flessibile, Hop Hop!

 

 

di EMMANUEL DARLEY

 

 

traduzione di Maruzza Loria

 

 

mise en espace a cura di Rosario Tedesco

 

 

con Silvia Ajelli, Matteo Caccia, Marco Foschi,

 

 

Annibale Pavone, Enrico Roccaforte,

 

 

Cinzia Spanò, Rosario Tedesco

 

 

 

Flessibile, Hop Hop! (2004)

 

Maurice e André lavorano nell’officina dei fratelli Klang. I macchinari sono stati aboliti, troppo cari. Ormai i nostri due operai fabbricano dei Klangs a mano! Un’attività rigorosamente imbecille, ma presto verrà il momento in cui saranno licenziati per essere rimpiazzati da una donna – è meno cara! - e subito dopo anche lei, fuori, rimpiazzata da altri, altrove, molto molto lontano… Seguendoli, si scoprirà «il mondo meraviglioso dell’insicurezza sociale, dell’amministrazione. La felicità degli stage, della formazione e degli aggiornamenti»

 

 

 

Emmanuel Darley (1963)

 

Nato a Parigi nel 1963, è cresciuto fra l’Africa e la Lorena. Tornato a Parigi nel 1977 si è poi stabilito nell’Aude, dove vive tuttora. Dopo brevi studi di cinema, dal 1999 dirige laboratori di scrittura. Ha scritto tre romanzi e ha iniziato a scrivere per il teatro. Fra le sue pubblicazioni: Le bonheur (2007) Un des malheurs (2003) Pas bouger e Qui va là, Actes Sud-Papiers, 2002; Indigents, Actes Sud-Papiers, 2001; Souterrains, Théâtre Ouvert, 2001; Une ombre, Théâtre Ouvert, 2000; Ici, l’inconnu, testo sulle fotografie de Djan Seylan, « Carnets de voyage », Le point du Jour, 1999; Badier Grégoire, Théâtre Ouvert, 1998; Des petits garçons, romanzo, P.O.L, 1993. Alcune sue opere vengono lette, messe in scena, pubblicate, altre recitate e tradotte. Collabora con la compagnia Labyrinthes.

 

 

 
 
 

FLAVIO BOTTO & I JACK'S OBSESSION

Post n°250 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da Cesonia00
 

 

Guardate questo video, è geniale ed esilarante. Mr. Botto, a parte il fatto che quando mi rispondi al telefono sembri un radiotaxi e mi prendi in giro, direi che siete fortissimiiii!

 

Grazie per il bicchierinoooo! bellissimo!!! E' entrato a far parte della nostra collezione.

 
 
 

Un regalo x San Valentino.

Post n°249 pubblicato il 14 Febbraio 2009 da Cesonia00

 
 
 

Note al Romeo e Giulietta – Teatro dell’Elfo – 13-2-09

Post n°248 pubblicato il 14 Febbraio 2009 da Cesonia00
 

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Ho già scritto di Romeo e Giulietta qualche post addietro, devo confessare però che, come ho più volte confermato, rivedere uno spettacolo importante a poche settimane di distanza, è un’esperienza intensa ed edificante.

Prima di tutto ho dato libero sfogo alle emozioni, la poca attenzione prestata al susseguirsi delle azioni mi ha permesso di concentrarmi sui volti, sulle parole dette, sui dettagli. Sarà colpa di un mio nuovo modo di sentire la vita, ma le frasi dette hanno raggiunto il mio cuore. E mi sono emozionata.

Giulietta mi ha commosso, tantissimo. Il suo coraggio, la sua sincerità, il suo osare con le parole,  i suoi giochi di parole ( penso ad esempio a quando la madre le annuncia l’omicidio del cugino per mano di Romeo…)

E Mercuzio, una forza della natura. Nonostante la serata fosse disturbata da alcune scolaresche ridacchianti, ad ogni sua apparizione era silenzio, rotto solo da qualche oportuna risata ( e più di un sospiro di fanciulla mi pare di aver capito). Una forza della natura, i suoi monologhi hanno conquistato tutti…e tutte… alla fine, quando è uscito dal camerino e ci ha salutato “Signoreee, buona seraaa” alcune ragazzine sono scattate fuori dai bagni per inseguirlo!! Lui ovviamente non se ne è accorto. Ah, i ragazzi!! ( a dire il vero il fatto che ci abbia chiamato “Signore” non ci è piaciuto troppo, eh!!!)

Sempre Frate Lorenzo e la Balia, affetti opposti alla misura fredda dei genitori naturali e sempre Romeo.

Ma anche Paride, proprio bravo ieri sera. Ho notato che la scena in cui muore è l’unica veramente “fisica” di tutto lo spettacolo. Bravo Silvio!!!

Ho pianto ieri sera, ragazzi. HO PIANTO come nelle migliori tragedie, e se volete vi dico anche quando: alla morte di Mercuzio, quando gli incappucciati raccolgono i cadaveri delle risse notturne, al monologo di Giulietta di fronte alla madre ed alla scena in cui il padre l’insulta, al monologo di Giulietta quando decide di bere la pozione, e giù nella cripta tra Paride, Romeo e Giulietta….

Non volevo piangere, giuro. Ma non ci sono riuscita e così, tra il raffreddore e la lacrimuccia ero tutta un tirar su col naso.

Sono felice di aver salutato gli amici cari, sono felice che lo spettacolo sia piaciuto a chi l’ha visto insieme a me, spero di aver fatto innamorare dell’ELFO almeno un paio di persone….

Ho anche guardato un paio di poltroncine, proprio nella fila davanti alla mia…sarebbe stato fantastico vederle occupate da noi due, come in una sorta di “sliding doors”, sdoppiamento creativo. Ed allora ti avrei sussurrato “Shakespeare in love” anziché mandarti un sms. ;-))

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Una chicca: io e Francesca abbiamo cercato disperatamente la panetteria-cremeria ma, complice il poco tempo non l'abbiamo trovata e siamo capitate in un simpatico ( si fa per dire) ristorante dove abbbiamo aspettato mezz'ora un piatto d gnocchi (che vengono pure a galla presto, voglio dire)  e dovuto inventarsi di essere attrici dello spettacolo per indurli a servirci e, soprattutto, portarci il conto in tempo per non far troppo tardi!! Vuoi dire che dopo tanta assidua frequentazione ho imparato a recitare perfino io???

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Edoardo Ribatto ed il bravissimo ( e proprio carino) Alessandro Rugnone

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.Il bravo Paride - Silvio Laviano ( Vedi anche spezzone del Sentiero dei Passi Pericolosi qua a lato.)

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.La meravigliosa Ida Marinelli - la balia di Giulietta-

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Frate Lorenzo (Luca Toracca), l'uomo che io adoro.

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Andrea Fugaro, inutile dirlo, il suo personaggio mi fa pensare ad un suo omonimo, Per questo mi piace tantissimo.

Tutte le foto sono di  Luca Piva e sono tratte da www.elfo.org. Sul sito potete trovare le foto di tutti gli altri meravigliosi attori della tragedia. Io ho copiato solo quelle delle persone a me più care o degli attori espressamente citati nel post.

 
 
 

Buon S. Valentino a tutti!!!

Post n°247 pubblicato il 14 Febbraio 2009 da Cesonia00
 

 
 
 

Ancora Teatro, Ancora Elfo, Ancora Romeo.

Post n°246 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da Cesonia00

L'avevo detto, con un po' di compiacimento: devo tornare a vedere lo spettacolo. Ed ormai il tempo stringe, siamo agli ultimi giorni di replica.

Così domani è il gran giorno. Strano sentire già nascere una certa attesa, non dovrei sentire l'agitazione da "prima volta".  Eppure c'è, la leggera ansia che ti accompagna nelle ore precedenti, e che ti da la misura di quanto sia importante essere lì, in quel momento.

Sarà bello rivedere Romeo e Giulietta. Respirarne di nuovo tutta la magia. Non so come sarà, lo dico davvero. Difficile, probabilmente perchè son giorni di attesa, e lontananza da alcuni affetti. Giorni in cui sento molto le distanze che mi separano da chi è amico. Distanze fisiche e non solo. A volte mi sembra di desiderare gesti semplici ed innocui. So però che non sono nè semplici nè tantomeno innocui per chi vorrei li facesse.

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mi rendo conto anche di quanto tutto questo sia relativo. Mentre scrivevo quanto sopra ho dovuto mollare tutto all'improvviso, correre alla scuola materna perchè mia figlia aveva la solita irrefrenabile e copiosa emoraggia nasale. corsa al pronto soccorso. Non abbiamo risolto molto, il succo è "te la tieni finchè diventi grande": ma lei è uno straccio ed io sono morta di paura. Un figlio ti insegna l'assoluta relatività di tutte le altre cose.

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e mi basta così poco perchè tutti i dubbi vadano a farsi benedire. preoccupazioni di oggi a parte IO SONO FELICE.

 
 
 

Ai naviganti in Ascolto

Post n°245 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da Cesonia00
 

Ai naviganti in ascolto

Ai naviganti fuori di ogni porto
da sempre in alto mare
sempre in ascolto
di un sogno di un segnale
di un suono un pò speciale
che arriva fin laggiù

E la poesia sospesa tra le onde
che timida si affaccia
che si diffonde
aprendo la sua scia
come una melodia di musica del sud

Naviganti, contro tutte le correnti
negli
oceani trasparenti
verso nuovi mondi
Naviganti, un pò eroi un pò perdenti
europei e un pò emigranti
un pò come noi

E con le stelle
sfidare gli orizzonti
attraversare i venti ed inseguirli
così senza sapere
fantastiche sirene
di musica del sud

Ai naviganti fuori di ogni porto
da sempre in alto mare
sempre in ascolto
di un sogno un sentimento
come in un ballo lento
di musica del sud


(Eugenio Bennato)
.

 
 
 
 
 

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GLI ELFI NELLA MITOLOGIA

I mitologi della scuola germanica sostengono che gli Elfi non siano altro che le raffigurazioni simboliche degli elementi naturali del fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra. Sembra che gli elfi siano in grado di trarre la loro essenza da questi quattro elementi (sidifferenziano morfologicamente secondo l'appartenenza ai quattro elementi naturali).Dal gran numero di racconti popolari sono stati narrati come esseri socialmente organizzati, considerati come un popolo vero e proprio che viveva e agiva grazie alle proprietà degli elementi naturali. Gli elfi sono amici del genere umano, di indole indipendente e molto fiera, tra le loro caratteristiche vi è quella di indossare una cintura magica che consentirebbe di diventare invisibile, oggetto di alto valore simbolico nelle credenze non solo popolari ma anche colte delle genti europee dell'antichità. La razza della luce per eccellenza, sono ottimi arcieri e buoni maghi.
 

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