Il Mio Elfo

Il Mio Elfo è il mio mondo. Un mondo fatto di teatro, arte, musica e vita. Il mio mondo di attori, spettacoli, amici, bambini, viaggi e piccole avventure. IL mio Elfo è la mia grande passione, è IL TEATRO DELL'ELFO di Milano, il teatro del mio cuore. All'Elfo ho pianto, ho riso, mi son scordata preoccupazioni ed HO VISSUTO GRANDI EMOZIONI. All'ELFO ho conosciuto i miei più grandi amici, ho scoperto un mondo nuovo. All'Elfo dedico questo blog. Il mio primo ed unico blog. Cesonia.

 

TRA DIRE E FARE -GIORGIA.

 

DARREN HAYES - LOST WITHOUT YOU

 

THE ONLY ONE - DARREN HAYES

 

GULLIVER-MIGUEL BOSè-

 

meravigliosa! meraviglioso!

 

RENATO

 

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IL TEATRO DELL'ELFO

Dall'enciclopedia ENCARTA.... fondata a Milano nel 1972, la compagnia dell’Elfo si ritagliò fin dai suoi esordi uno spazio originale all’interno del panorama teatrale degli anni Settanta anche grazie all’allestimento di spettacoli come "1789: scene dalla rivoluzione francese, Pinocchio Bazaar, Le mille e una notte". Nel 1978, con l’acquisizione di una sala teatrale, la compagnia diede inizio a un nuovo corso, segnato dal grande successo di Sogno di una notte d’estate (1981), un’inedita versione musical-rock del testo di Shakespeare. Lo spettacolo costituì l’apice della crescita della compagnia, esperienza collettiva di un gruppo di registi e attori che vide in Gabriele Salvatores uno degli esponenti di maggior spicco. Negli anni successivi si affermarono nuove personalità registiche, come Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, mentre il gruppo si dedicò alla scoperta dei migliori autori contemporanei; nacquero così Nemico di classe di Nigel Williams e Visi noti, sentimenti confusi di Botho Strauss, per la regia di De Capitani; Comedians di Trevor Griffiths, per la regia di Salvatores; Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder, diretto da Bruni e De Capitani. Nel 1992 l’unione del Teatro dell’Elfo con il Teatro di Porta Romana diede vita a Teatridithalia. Portando al successo alcuni attori di primo piano della scena teatrale italiana, tra cui Paolo Rossi e Silvio Orlando, la compagnia proseguì la ricerca sulla drammaturgia contemporanea con gli allestimenti di testi di Brad Fraser, Steven Berkoff, Bernard-Marie Koltès, Yukio Mishima, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori e Mark Ravenhill. In tempi più recenti, il rinnovato incontro con Shakespeare ha dato vita a una versione violentemente espressionista di Amleto, a una nuova edizione del Sogno (1997) e a una brillante rivisitazione del Mercante di Venezia (2003).
 

 

L'ascolto e riascolto

Post n°228 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da Cesonia00
 

la canzone si intitola "sorella mia", ed è una bellissima poesia d'amore. direi perfettamente adatta a come mi sento. La sorella non c'entra, nemmeno ce l'ho una sorella, io.

 
 
 

il meme dei buoni propositi 2009

Post n°227 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da Cesonia00

non so bene cosa siano 'sti meme, mi pare delle gran catene. mi si chiede di dire, confessare i miei buoni propositi per il nuovo anno. dieci, no dico DIECI. non ne ho così tanti. o forse ne ho molti di più.

allora, ci provo.

1) prendermi cura di chi amo, coltivare le mie piantine ed essere coltivata da loro.

2) dire "ti voglio bene" alle persone a cui voglio bene, abbracciare, abbracciare, abbracciare.

3) andare a teatro, non solo dagli elfi ma oltre, oltre il confine.

4) continuare a stare "oltre la linea", si sta troppo bene

5) ritornare magrissima. siamo a meno 9.

6) comprare il nuovo libro della mazzantini

7) iniziare bene il lavoro, se mi chiamano

8) continuare questo blog scemo

9) andare a vedere il sentiero dei passi pericolosi almeno tutte le sere, tipo psicopatica

10) convincere il parrucchiere a farmi taglio e piega gratis. in cambio gli riporto i commentini delle ammiratrici quindicenni che spettegolano fuori dal negozio, convincerlo con le cattive a tagliarmi sempre lui i capelli senza far fare alla Patty che è simpatica ma taglia da schifo.

11) essere compresa da chi amo. non passare per superficiale, infantile

12 coltivare imiei slanci

13) bip, bip, biiiip. censura.

il tutto in ordine sparso.

il tutto subito, adesso. Voglio tutto adesso. Faccio il woodoo o come si scrive e realizzo i miei sogni.

ok? va bene così? buona la prima?

grazie dell'invito, liberatorio.

 
 
 

CHE TRAGEDIA! a Massa.

Post n°226 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da Cesonia00

un ultima data. MASSA, Teatro Guglielmi. giovedì 22 gennaio. per chi si trovasse a passare di lì, per chi abita nei dintorni, per chì ha voglia di passare una bella serata.--

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Con il nuovo anno torna al Guglielmi un ‘classico’ che più classico non si può. Stiamo parlando della nuova edizione della rassegna I Classici Nostri Contemporanei, un appuntamento divenuto - grazie all’apprezzamento riscontrato - ormai fisso nel cartellone del Teatro Guglielmi.  Rivolta a tutti gli amanti del teatro, delle novità, della classicità e dell’impegno questa rassegna propone ancora una volta quattro spettacoli classici riletti da registi e interpreti giovani, riconosciuti da critica e pubblico per la egregia impostazione artistica. Inoltre il percorso degli spettacoli sarà integrato da incontri pomeridiani (il giorno dello spettacolo, alle ore 16.30 presso la Biblioteca civica Giampaoli) all’interno dell’iniziativa - anche questa un ‘classico’ della programmazione - Il Teatro in Biblioteca, la Biblioteca a Teatro. E una piacevole novità aspetta il pubblico per questa edizione 2009: gli incontri saranno arricchiti da vere e proprie ‘performance’ tenute dagli artisti presenti nel cartellone della rassegna che ricreeranno l’atmosfera del teatro, partendo dai testi e dalle suggestione che da questi derivano. Apre la rassegna, giovedì 22 gennaio alle ore 21.15, uno spettacolo da non perdere, un vero concentrato di poesia, giovinezza, classicità, modernità e bellezza: CHE TRAGEDIA!,  frutto di un progetto teatrale di Lorenzo Gleijeses ed Egumteatro, tratto da testi di classici greci poeticamente tradotti da Edoardo Sanguineti e diretto da Annalisa Bianco e Virginio Liberti.Con questo ironico titolo i due registi di Egumteatro finalmente, dopo aver indagato le drammaturgie contemporanee di Copi, Koltès, Müller e Fassbinder, incontrano il teatro classico e lo fanno con la loro consueta geniale abilità di artigiani del teatro. Brani dei cori e dei messaggi da Le Baccanti, I Sette contro Tebe, Fedra, Le Troiane, vengono interpretati con travolgente energia dai quattro giovani protagonisti ed è così che le parole tragiche danno vita ad un'intensa emozione musicale che accompagna il pubblico nella discesa degli abissi della sofferenza umana senza nome, senza passato come i morti del Darfur, dell’Iraq e del Rwanda. Liberti e Bianco, in questo modo, non hanno scelto una 'tragedia', ma la riflessione sul senso del tragico, quello del passato e quello di oggi. In scena alcuni fra i migliori ‘attori giovani’ del panorama teatrale italiano che comunicano con imbarazzante vitalità una vera pura passione per il teatro; parliamo di Lorenzo Gleijeses, Andrea Capalbi, Armando Iovino, Davide Pini Carenzi. Le inconsuete e affascinanti scene e i geniali costumi sono di Horacio de Figueiredo. 

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ecco dove l'avevo visto. CAPALBI?? mah, almeno i nomi, anzi i cognomi.hanno fatt "copia-incolla" da un altro sito senza controllare...ehe

 
 
 

Films e Cartoni

Post n°225 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da Cesonia00

.......

Piove, piove, ed il cielo del mattino mi crolla addosso, a dirla alla Cammariere, e lascia un segno del tempo che passa e che cambia con te.

C'è buio, questa mattina. Ed Alice non è molto contenta, oggi.

Ieri sera su Iris ho visto "l'ultimo bacio". non volevo vederlo. Non amo molto il genere di quelli che si urlano addosso. Già la vita è un casino, se devo anche complicarmela con i film. meglio i cartoni. Lilli ed il Vagabondo, per esempio, storia di due che si amano. Del vagabondo che salva lilli e di lilli che ama il randagio....od i film tristo-ironici alla Verdone. Crisi di coppia miste all'ironia. A volte siamo tutti un po' Furio. Pesanti senza accorgercene. Triti, tristi.

Non capisco. ma voglio fortemente continuare ad essere come sono, un po' Alice, un po' Lilli, un po' Cesonia....tanto per iniziare.

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A proposito, nel film di ieri, in tv, c'era la musica del promo di Blasted. Quasi svengo. Che sorpresa, ci ho riflettuto un po'...si, insomma, sul filo che unisce i due spettacoli.....

...ed ho capito di avere un trilocale al posto del cuore: la famiglia, il teatro, gli amici, in ordine sparso....

...e "che cane" non ha niente a che vedere con la sacra arte eh?!!!!! mi raccomando, non fraintendiamo.

...e cercate di capire: noi andiamo a fasi. Per marina è la fase di Lilli ed il vagabondo. me lo sono imparato a memoria, ormai. anzi, provo un vago senso di nausea ogni volta che mi dice "mammaaaaa lilli e va aboddoooooo!"

 
 
 
 
 

così.

Post n°223 pubblicato il 17 Gennaio 2009 da Cesonia00

 

Così.

sono felice.

sono immensamente e profondamente felice. Perchè l'amore dato e l'amore preso rendono felici. Perchè la dolcezza e la tenerezza fanno bene. Perchè certe alchimie nascono per caso, e raramente diventano oro. ma se diventano oro riempiono tutto di luce.

E così sono felice, questa sera.

E pur essendo qua, sono  un po' altrove.

ecco.

 
 
 

un invito speciale.

Post n°222 pubblicato il 17 Gennaio 2009 da Cesonia00

Un invito speciale, questo pomeriggio, mi ha reso il cuore felice. E lo voglio scrivere qua. E nessuno saprà di chi parlo, fatta eccezione degli interessati che peraltro non so se leggono il blog.

S. e T. sono felice del vostro invito. Sono felice di testimoniare il vostro amore che dura da anni. Sono felice di averti abbracciato S. anche se sei un legno. Erano anni che non ti abbracciavo, tantissimi.

Le nostre serate a ridere, a parlare di "ciunzo" e del "Frigeri", la passione per Jarre e Battiato, la camera divisa in due, da un lato i tuoi poster, da un lato i miei. Spandau Ballett con di fianco Mark Hatley.

Mi è toccato sentire anche gli Iron Maiden.

Ed il Furuset, noto critico letterario strainventato, che usciva alle interrogazioni ed i prof pensavano "mizzega quanto studia!" senza capire ch si trattava del nome di uno sciatore!!!!!. E la tv, una sera quello che voglio io ed una sera quello che vuoi tu.

Un po' mi mancano, tutte quelle serate.

buona strada, allora. Buon amore.

E meno male che ora ci vediamo più spesso, in questi anni vi abbiamo dati un po' per dispersi...

dani

 
 
 

Che tragedia! bellissima recensione.

Post n°221 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da Cesonia00
 

Ultimi giorni di repliche. E trovo per caso una bellissima ed appassionata recensione. Non posso non riportarla qui, sono ripetitiva, lo so. ma è più forte di me. della mia ragione. Se una cosa è bella è bella e basta.

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 ''CHE TRAGEDIA!'', IL TEATRO TRASVERSALE

 Al nuovo teatro nuovo
di Napoli in scena
il Progetto teatrale
di Lorenzo Gleijeses
ed Egumteatro
dal 13 al 18 gennaio 2009


Sipario spalancato, quattro corpi inguainati in teli bianchi, distesi su una lunga pedana, suono, e luci basse. Così si presenta agli spettatori "Che Tragedia". Un Progetto teatrale di Lorenzo Gleijeses ed Egumteatro tratto dai testi Greci tradotti dal poeta Edoardo Sanguineti.
Sin da subito si ha la sensazione di trovarsi dinanzi ad una scelta particolare e trasversale. Il lavoro, diretto da Annalisa Bianco e Virginio Liberti, è una riflessione sui testi della classicità che parte da quelle parole lontane e spesso sconosciute, per scavare nelle tragedie della nostra quotidianità, anonime e ignorate. La tragicità dell’esistenza umana viene rimodulata e tratteggiata, attraverso quattro monologhi che potrebbero sembrare lontani, inutili e pretestuosi, ma che a ben vedere sono inesorabilmente ancorati alla quotidianità umana, vivono dentro la natura umana, sempre uguale a se stessa, sempre orribilmente attuale.



Quattro corpi che si dibattono, urlano, si straziano in spasmi di vita, facendo a brandelli un esistenza incongrua, desolata, asfissiante. Il tutto, calato nelle bellissime scenografie di Rita Bucchi, che riesce a distribuire lo spazio scenico in maniera straordinariamente dinamico, colpendo per la estrema funzionalità, e perfettamente sottolineato dai suoni di Otto Rankerlott, forti, precisi e concreti.
Lorenzo Gleijeses, Andrea Capaldi, Armando Iovino e Davide Pini Carenzi sono quattro giovani attori sotto la trentina, che tirano fuori da se stessi una recitazione ammaliante e corrosiva, che attraverso esatti movimenti del corpo, sbalorditive espressioni facciali e una precisa scansione ritmica del testo, decostruiscono i classici ridonando loro nuova vita, una nuova energia, portando lo spettatore a due passi dal baratro.
Alla fine ci si sente storditi e incapaci al movimento, ma felici e soddisfatti, perché se il teatro non è sudore, fatica, rabbia, dissoluzione nel personaggio, ricerca, innovazione, resta un inutile adattamento a certi standard produttivi, un inutile esercizio di stile, incapace di scuotere dal torpore le menti e i corpi.
Insomma un gran bel lavoro, concreto e mai retorico. Fatevi un piacere, correte a vederlo.

Marco Boccia

 
 
 

Romeo e Giulietta.

Ecco, ci siamo. oggi debutta. Romeo e Giulietta. E resterà in scena per un mese esatto, fino al 15 febbraio.

L'ho aspettato così tanto, il mio sogno che si avvera. Romeo e Giulietta. Una vita che lo aspetto.

Sono romantica. e Romeo e Giulietta messo in scena dai miei Elfi è un qualcosa, un qualcosa di incredibile.

Non vedo l'ora di vederlo, di sentirlo, di respirarlo. Spero insieme agli amici, spero con loro.

e poi, scusate se è poco, c'è in scena la vera, originale ed indimenticabile CESONIA!!!!!!!!!!!!!!!!!  quella donna meravigliosa!

Intanto mando merda, merda, merda, tanta merda a tutti loro.

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ELFO | 15 gennaio - 15 febbraio 09
ROMEO E GIULIETTA
di William Shakespeare
regia e traduzione di Ferdinando Bruni
scene di Andrea Taddei
costumi di Ferdinando Bruni
con Nicola Russo, Federica Castellini, Ida Marinelli, Luca Toracca, Edoardo Ribatto, Alessandra Antinori, Fabiano Fantini, Alberto Mancioppi, Alessandro Rugnone, Andrea Fugaro, Nicola Stravalaci, Silvio Laviano, Jacopo Fracasso
luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
duelli e risse a cura di Beniamino Caldiero
maschere di Giovanni De Francesco
durata 180'
una produzione Teatridithalia in collaborazione con Estate Teatrale Veronese e AMAT
novità

 Un nuovo “Shakespeare” messo in scena da Teatridithalia dopo Amleto (1993), Sogno di una notte di mezza estate (1997), Il mercante di Venezia (2003) e La tempesta di Shakespeare (2005), quattro titoli di successo tuttora tra i più richiesti del repertorio della compagnia. Anche questo spettacolo, debuttato lo scorso luglio, nella cornice magica del Teatro Romano di Verona, è stato prodotto con il contributo dell’Estate Teatrale Veronese e di AMAT.
Ferdinando Bruni dirige un cast ricco di giovani interpreti, affidando il ruolo di Giulietta a Federica Castellini, attrice venticinquenne, formatasi alla Scuola del Piccolo Teatro e già apprezzata tra gli interpreti del Ventaglio di Ronconi, e quello di Romeo a Nicola Russo, attivo nelle produzioni dell’Elfo sia come interprete (Sogno, Resti umani, Zoo di vetro, Come gocce su pietre roventi, Bottega del Caffè) che come regista (Le muse orfane e La storia dell’oca di Bouchard). Edoardo Ribatto (lo straziante Prior Walter di Angels in America) è Mercuzio. Alla loro prima collaborazione con la Compagnia e non ancora trentenni Alessandro Rugnone (Benvolio), Andrea Fugaro (Tebaldo), Silvio Laviano (Paride), Jacopo Fracasso (paggio). I ruoli cruciali della Balia e di Frate Lorenzo sono affidati a due nomi storici dell’Elfo: Ida Marinelli e Luca Toracca. Accanto a loro Alessandra Antinori (Donna Capuleti), Alberto Mancioppi (Capuleti), Fabiano Fantini (Principe) e Nicola Stravalaci (Montecchi).

«Brucia fino in fondo la tua vita e muori giovane. Questo motto – ci ricorda il regista nelle sue note – che nel corso degli ultimi decenni del secolo scorso ha avuto tanta influenza sulla cultura (e sulla sottocultura) giovanile, alimentato dai miti delle vite spericolate e delle morti premature delle icone del cinema e della musica, da James Dean a Jim Morrison, racchiude in sé due possibili opposti significati: da una parte la fiducia nell’eroismo di una fine sfolgorante, nel pieno del vigore e della bellezza, che allontani per sempre lo spettro noioso della maturità e l’orrore della vecchiaia, dall’altro un avvertimento catastrofico che mette in guardia contro i pericoli di una vita che non vuole compromessi. Uno sguardo giovane quindi che sfida il buon senso in nome della passione e uno sguardo maturo che osserva questa sfida con la trepidazione del disincanto.
Anche in Romeo e Giulietta questo doppio sguardo sembra convivere: da una parte un inno alla giovinezza, alla passione, alla velocità, al pericolo, dall’altra un presagio di rovina, un memento mori. Tutta l’opera riverbera di contrasti, fra buio e luce, notte e giorno, gioia e lutto, balli e funerali, ma il contrasto portante, quello che muove la dinamica delle emozioni, del coinvolgimento di chi assiste fosse anche all’ennesima rappresentazione di Romeo e Giulietta e che la rende sempre tragicamente attuale è quello tra un amore assoluto e un odio altrettanto assoluto, in quanto cieco, in quanto ormai immemore delle ragioni della sua nascita.
Una lunga scia di sangue frutto di faide, di lotte faziose, di scontri politici o religiosi perseguiti con l’ottusa bestialità delle risse fra tifoserie collega la storia tragica dei due amanti di Verona con le vicende sanguinose della nostra epoca, e non c’è bisogno di ambientare la vicenda in Kossovo o in Israele, perché le parole di Shakespeare e la tragica fine dei suoi personaggi non risuonino in noi, perché le lotte fra Capuleti e Montecchi non richiamino alla mente altre lotte molto vicine nel tempo e nello spazio».

DALLA RASSEGNA STAMPA:

Gli impeti dei due giovani amanti, il loro essere estremi, irragionevoli, ebbri di vita, di sentimento, di desiderio, e il continuo, pervasivo presagio di morte che sin dall’inizio incombe sulla vicenda sono i tratti più riusciti della lettura registica [...]. Nella lignea, duttile scena di Andrea Taddei, bravi i due giovani protagonisti, Federica Castellini è una Giulietta innamorata del suo amore, sicura e fragile che corre impavida e terrorizzata verso il sepolcro, e Nicola Russo è un Romeo nevrotico e irrequieto, affettuoso e aspro, inesperto e assoluto, anche lui in corsa verso la stessa meta stabilita dagli uomini più che dal destino.

Magda Poli, Corriere della Sera

Trionfalmente applaudita Ida Marinelli, la balia d’una splendida verità. Luca Toracca nella tonaca di quel Frate Lorenzo che è il vero protagonista della tragedia, in quanto causa numero uno, per la vocazione a combinare continui pasticci, dei dolorosi eventi. Nell'essenziale impianto scenografico di Andrea Taddei e con i bellissimi costumi, anche questi, opera del traduttore e regista, sono poi da ricordare Edoardo Ribatto, Alessandro Rugnone, Alessandra Antinori.

Carlo Maria Pensa, Libero

Sin dall’inizio l’impronta della versione di Bruni sembra puntare sulla forza della parola e su una recitazione marcata che nel lungo fa emergere la bravura di Edoardo Ribatto-Mercuzio e della veronese Federica Castellini nel ruolo, pur sempre difficile di Giulietta. Plauso anche alla balia Ida Marinelli e a Luca Toracca, un frate Lorenzo degno di De Filippo.

Tiziana Cavallo, Corriere di Verona
da www. elfo.org.
 
 
 

Che Tragedia! : una recensione

Post n°219 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da Cesonia00
 

Debutterà a Napoli, martedì 13 gennaio 2009 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 18) al Nuovo Teatro Nuovo, Che tragedia!, progetto teatrale di Lorenzo Gleijeses ed Egumteatro tratto dai testi greci tradotti da Edoardo Sanguineti, per la regia di Annalisa Bianco e Virginio Liberti.

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Calabria, in collaborazione con Festival Magna Grecia Teatro 2007, si avvale della presenza, in scena, di Lorenzo Gleijeses, Andrea Capaldi, Armando Iovino, Davide Pini Carenzi. Le scene e i costumi sono a cura di Rita Bucchi, il suono di Otto Rankerlott.

Intitolando, con ironia, Che tragedia! questa loro ultima messa in scena, i due registi di Egumteatro incontrano il teatro classico, dopo aver indagato le drammaturgie contemporanee di Copi, Koltès, Müller e Fassbinder.

Brani dei cori e dei messaggi da Le Baccanti, I Sette contro Tebe, Fedra, Le Troiane, sono interpretati da quattro giovani attori, Le parole tragiche, nella poetica traduzione di Sanguineti, danno vita ad un’intensa emozione musicale, che accompagna il pubblico nella discesa degli abissi della sofferenza umana: senza nome, senza passato, come i morti del Darfur, dell’Iraq e del Rwanda.

Liberti e Bianco non hanno scelto una ‘tragedia’, ma la riflessione sul senso del tragico, quello del passato e quello di oggi.

“La violenza dei nostri giorni – sottolineano i due registi  – è anonima e le vittime sono corpi senza nome, senza passato, quasi sempre senza una identificazione. Ci accorgiamo della loro esistenza solo quando una bomba li ha uccisi e ha fatto a pezzi i loro corpi. Insomma, i testi tragici non sono un fatto culturale ma un preciso racconto di orrori. Vogliamo entrare nel labirinto dei testi greci per restarci, per perderci senza cercare un'illusoria via d’uscita. Il Tragico come un conflitto senza soluzione. Il Tragico come una macchina di sterminio per l’astuzia della ragione. Il Tragico come antidoto all’indifferenza del dolore altrui”.

In una biblioteca comunale, con tavoli, sedie e ovviamente libri, entra uno studente. Cerca un libro, lo trova e si siede. Inizia a leggere parole lontane, parole quasi incomprensibili. Lo studente alza il volume della voce e si avvicina un secondo studente, che guarda e ascolta le frasi tragiche. Ascolta, sorride, piange e inizia, anche lui, a leggere, a dire frasi tragiche di 2500 anni fa. Dallo zaino il secondo studente tira fuori un velo, una spada e, in una semplice biblioteca comunale, appare l’eroe lontano e sconosciuto, letterario e mitologico. Diviene l’eroe tragico, come un tempo, quando dal rito del Ditirambo un sacerdote era uscito dal cerchio sacro per parlare in prima persona, per diventare un attore, per ripetere parole di un morto, di uno sconosciuto, dire le parole di qualcuno che non si conosce come se fossero nostre.

“Inizia proprio così – concludono i registi - il nostro spettacolo sulla tragedia greca. Forse questo è il principio che ci guiderà nel labirinto tragico: risuscitare i morti per scoprirci vivi”.

Che tragedia!, un progetto di Lorenzo Gleijeses e Egumteatro
Napoli, Nuovo Teatro Nuovo – dal 13 al 18 gennaio 2009
Info e prenotazioni al numero 0814976267   email botteghino@nuovoteatronuovo.it

 
 
 

Bella!

Post n°217 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da Cesonia00
 

Voglia di aprire la porta, partire ed andare a Napoli per vedere uno splendido spettacolo (CHE TRAGEDIA!), per fare una (spererei bella) sorpresa questa sera. Per provare forti emozioni e sentire battere il cuore.
Non è prossibile, peccato. Ma è come se l'avessi fatto! Tanta tanta tanta merda, merda, merda merda!
dani

 
 
 

Avviso alla navigante.

Post n°216 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da Cesonia00

Non ritengo di dovermi vergognare quando parlo di sentimenti e grande amicizia. Il fatto che sia un blog pubblico non mi interessa. Le cose che decido debbano rimanere private restano tali, e spesso ometto i nomi proprio per non causare imbarazzo. Però il blog è mio, personalissimo, visitato da amici, personalissimi. E ritengo di dover essere libera di esprimere i miei affetti. Non sono obiettiva, può darsi, quando parlo dei miei amici del teatro. E se uso frasi "da fascio" come mi è stato fatto notare, lo faccio per una completa adesione di cuore. Io parlo di persone che amo, stimo immensamente. Ed è un teatro fatto da grandi professionisti.

Il mio blog è, per definizione, un blog sul teatro fatto da persone che ritengo cari amici. Non sono complimenti quelli che faccio loro. Mai. Non è per "amicarmeli". E' per amore. AMORE. Per una passione grande, una passione che colma i vuoti, che da senso al mio percorso, che mi fa emozionare e sentire viva.

Mi hai detto, poco tempo fa, che dovrei pensare un po'meno al teatro ed un po' più ai mie figli e, sottinteso, a mio marito. Massimo, pur non partecipando spesso personalmente, appoggia la mia passione e la sostiene.  Non condiziona le mie scelte ma si fida di me. E cosa c'entrano i miei figli in tutto questo?  Il cuore è grande e, a saperlo usare, può contenere tante cose e tante persone.

Se provo amicizia ed amore verso una persona, sia uomo o donna, è così grave?  cioè, mi dovrei vergognare di cosa?. Giuro, non ho ben capito il tuo discorso, che non mi ha offesa, ma rattristata. poi, parliamo sicuramente di due persone diverse.

Ed io non mi vergognerò mai di voler bene a qualcuno. Se quel qualcuno mi vuole bene ed è così speciale da farmi stare bene. Uomo o donna che sia.

Comunque, tranquilla, non mi sono offesa, perchè mi offende solo la verità.

Punto.

A capo.

 
 
 

il mio preferito.....Le mie preferite

Post n°215 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da Cesonia00
 

Stella del mio cuore, splendi su di me.....non mi chiedere perchè, l'amore non si spiega, tu sola sei per me....

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bella voce, bella voce. Non strilla, è dolce. Bell'uomo, anche, vah. E poi, se uno scrive canzoni così...insomma...

 
 
 

I miei "Libri da Ardere"

Post n°214 pubblicato il 10 Gennaio 2009 da Cesonia00
 

Una bella serata, la mia serata. Avete presente Cenerentola? Bene, quella era sicuramente più carina, è vero, ma io mi son sentita felice come lei, quando va al party alla reggia del Principe.

E' iniziato tutto molto presto e molto bene, con un giro di valzer in Rinascente insieme ad Erica. Saldi squisiti, dal 50 al 70%, pochissima gente, cappotti di Caractère a 130 euro...ho comprato un braccialetto, beddo beddo, cosa che faccio sempre quando si preannuncia una serata da ricordare. Una di quelle serate da raccontare ai nipotini, davanti al caminetto quando e se sarò vecchietta.

Un braccialetto da guardare quando sarò un po' triste.

Mi ricordo che da ragazzina andavo con le amiche al "burghy" sotto la Galleria. E lì avevamo appuntamento con i ragazzini amici. Quante risate, e quante risate ieri, come allora, con Erica, proprio lì, davanti alle stesse vetrine del fast food che ora ha un altro nome.  Non siamo cambiate, in fondo.

Un passaggio da Piazza della Scala, l'appuntamento con un amico meraviglioso. Che dire, solo vederlo dall'altro lato della strada, alto e bellissimo, mentre ci saluta è stata un'emozione. Una bella serata ai tavolini di un bar, conoscendoci di più, parlando di noi. E poi abbracci affettuosi, parole tenere. Non siamo cambiate, in fondo. Proprio no.  E certe belle persone un po' ti fan tornare ragazza. E scopri che ragazza ci sei sempre stata, solo un po' distratta dalla vita e dalle incombenze quotidiane.

L'allegra leggerezza, che non è superficialità, la voglia di gioire degli attimi, di quel meraviglioso piccolo miracolo che è l'amicizia, l'affetto, il voler bene.

E scoprire che ti si allarga proprio il cuore, dalla felicità, quando scopri un'intesa grande, quando senti proprio dal profondo il bene che vuoi a chi ti sta vicino. E scoprire di essere in pace nei suoi abbracci d'amico.

Poi, in teatro. Lo spettacolo: mi intimoriva molto. E mi attraeva allo stesso modo. Solo chi mi conosce bene sa quanto mi son sempre rifiutata di vederlo. Un po' di pendenze quà e là, mai definitivamente chiuse, mi rendevano un personaggio piuttosto difficile da sopportare. Invece non è stato così, perchè il personaggio in questione nulla aveva da spartire con il mio ricordo.

Meno male, meno male. Ero un po' distratta, un po' accaldata. Sul palco i personaggi morivano dal freddo, noi, in platea, morivamo dal caldo. Un peccato, davvero, la differenza di temperatura rendeva difficile l'immedesimazione. Vedere sul palco gente semi assiderata e tremante mentre stai fondendo sulla poltroncina, insieme ad un odore di gomma bruciata che aleggiava nell'aria è un po' incongruente.

Bravi gli attori, ma vah? ma chi se lo aspettava eh? Elio, prof! Un cerchio che si chiude, per me. Il personaggio di Elio mi è sembrato molto difficile e faticoso, sempre in bilico tra cinismo, boriosità accademica (uuh, la conosco, il "so tutto io, ora ti insegno") e sentimento. Un uomo meschino e saggio nello stesso tempo. Un uomo di Università, attempato, attratto dalla giovane donna, di cui si approfitta usando la stessa autorità despota di chi è abituato a comandare, ad essere adulato, temuto, esaltato dai propri studenti. E se per lei è sopravvivenza, per lui è dominio. Almeno credo, ma la mia impressione è distorta, sicuramente, da alcuni pregiudizi.

Elena - Marina - io l'adoro. Sempre alle prese con personaggi complessi, difficili, stremati. Elena dolcissima, elena accattivante, Elena rassegnata, Elena attaccata al suo libro del cuore, per non perdersi nella barbarie, per avere qualcosa in cui sperare, qualcosa che possa mantenerla umana nell'orrore del gelo e della guerra.

E l'assistente: un uomo che scopre di essere innamorato della sua amante. Ma non lo so, Non conoscevo l'attore e non ho capito bene il personaggio. Non abbastanza coraggioso da correre a cercare Marina quando bombardano l'università, non abbastanza coraggioso da capire la ricerca di calore ( umano?) di Marina. Lei era sempre sola. Lui andava a scaldarsi all'università. mah.

ed il quarto personaggio: i libri della biblioteca personale dell'accademico. I libri parlano in "libri da Ardere" e, se a volte si sorride, è solo per pietà. I libri parlano, dicono tante cose a partire dai i titoli citati, per finire all'l'ultimo libro sacrificato per pura bestialità.

Bella la regia di Cristina Crippa.  Bella la scena finale della neve, che ho d'istinto associato con la fine dei Dubliners di Joyce, la neve che cade e copre tutto, vincitori e vinti, nell'immobilità totale delle cose. Wow, non so se sono visionaria o no...

E così ho superato la prova-spettacolo e ne sono uscita non solo INDENNE ma proprio felice. Già liberarsi dagli "spettri" del passato è cosa buona. Ed ora ne ho la felice conferma.

Non descrivo i saluti finali con gli amici, (ancora una volta non sono riuscita a salutare Elio, cacchio). Non li descrivo perchè voglio possano restare una cosa personale ed intima. Sono stata felice, non me ne sarei mai andata da li. Avrei passato ore ed ore.

Ed invece, proprio come le migliori cenerentole mi son sciolta dal caro ed avvolgente abbraccio e son corsa a casa! in taxi, of course, moderna carrozza scarrozzante.

WOW.

il fatto è che nella vita ho deciso di non dar più niente per scontato, di dire "ti voglio bene" quando è VERO, di vivere ogni momento, di dire quello che sento e, soprattutto, di abbracciare forte forte!

E questa volta non ho sentito l'esigenza di cercare quella porta da spalancare con un calcio...

 
 
 

Che Tragedia! a Napoli

Post n°213 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da Cesonia00
 

Ecco alcune date di "Che Tragedia!", bellissimo spettacolo con il caro Andrea (Capaldi). Lo consiglio a chi si troverà in quelle zone. Se andate date un abbraccio al bravo attore da parte mia!!

Dello spettacolo ho già parlato qualche post fa. Ha appena replicato per qualche giorno a Milano. Spero ritornerà presto. Uno spettacolo che vale la pena di vedere, mie amicizie a parte.

Io non potrò andare a Napoli, naturalmente. E mi dispiace. Un'altra bella occasione persa, ma non si può andare dappertutto!!

Però, questa volta, potrei a ragion veduta citare la favoletta della montagna e maometto...

ecco le date:

da martedì13 gennaio 2009 
alle ore 21.00
a domenica 18 gennaio 2009
alle ore 18.00
Al Nuovo Teatro Nuovo
in via Montecalvario 16
Napoli, Italy

 

Una biblioteca comunale. Tavoli, sedie e ovviamente libri. Entra uno studente. Cerca un libro. Lo trova. Si siede. Inizia a leggere. Parole lontane. Parole quasi incomprensibili. Lo studente alza il volume della voce. Si avvicina un secondo studente e guarda e ascolta le frasi tragiche. Ascolta. Sorride. Piange. Inizia anche lui a leggere, a dire frasi tragiche di 2500 anni fa, dallo zaino il secondo studente tira fuori un velo, una spada e in una semplice biblioteca comunale appare l’eroe lontano e sconosciuto, letterario e mitologico, l’eroe tragico, come un tempo quando dal rito del Ditirambo un sacerdote era uscito dal cerchio sacro per parlare in prima persona, per diventare un attore, per ripetere parole di un morto, di uno sconosciuto, dire le parole di qualcuno che non si conosce come se fossero nostre. Inizia così il nostro spettacolo sulla tragedia greca.

La nostra avventura nel labirinto tragico è vissuta da giovani attori. Nessun pregiudizio anagrafico. Sappiamo che l’aspettativa di vita nell’antica Grecia era di 40 anni. Aldilà della filologia anagrafica, quello che ci interessava era formare un piccolo gruppo di lavoro composto da giovani e realizzare una formazione attoriale come si faceva un tempo, cioè, attraverso la realizzazione di spettacoli. Noi abbiamo avuto una formazione nelle scuole di teatro italiane ma crediamo che un attore debba studiare e contemporaneamente dormire, mangiare, bere, respirare e sognare e soffrire su un palcoscenico, come un pilota che ha bisogno di ore di volo o di un marinaio tanto bisognoso di tempeste e forti venti. Detestiamo le immagini retoriche per parlare di cose concrete e la poetica dell’attore è l’arte concreta di far apparire (poiesis) i morti mai dimenticati perché eternamente ricordarti nelle e dalle parole di un vivo per altri vivi. Ecco, forse questo è il principio che ci ha guidato nel labirinto tragico: resuscitare i morti per scoprirci vivi.
Annalisa Bianco e Virginio Liberti

 
 
 
 
 

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GLI ELFI NELLA MITOLOGIA

I mitologi della scuola germanica sostengono che gli Elfi non siano altro che le raffigurazioni simboliche degli elementi naturali del fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra. Sembra che gli elfi siano in grado di trarre la loro essenza da questi quattro elementi (sidifferenziano morfologicamente secondo l'appartenenza ai quattro elementi naturali).Dal gran numero di racconti popolari sono stati narrati come esseri socialmente organizzati, considerati come un popolo vero e proprio che viveva e agiva grazie alle proprietà degli elementi naturali. Gli elfi sono amici del genere umano, di indole indipendente e molto fiera, tra le loro caratteristiche vi è quella di indossare una cintura magica che consentirebbe di diventare invisibile, oggetto di alto valore simbolico nelle credenze non solo popolari ma anche colte delle genti europee dell'antichità. La razza della luce per eccellenza, sono ottimi arcieri e buoni maghi.
 

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