Amelie

Spesso il male di vivere ho incontrato...


Sono passati cinque anni. Azumi torna a casa dopo essere stata così tanto tempo lontana dal suo paese natale e il suo primo pensiero è Kacchan, il suo amico del cuore, dal quale si è allontanata per un trasferimento di lavoro del padre. Adesso è il momento di quell'incontro sognato e voluto che si rivela inaspettatamente una delusione!Kacchan la ingabbia coi silenzi, non è affettuoso, al contrario appare tremendamente lontano.E poi la verità sussurrata dai compagni di classe: Kacchan è malato, ha una strana malattia che lo fa improvvisamente sparire e disperdersi..nel mondo.Azumi parla più volte al suo amico, è convinta che riuscirà ad aiutarlo, a far sì che Kacchan non si disperda più come polvere al vento. Lei lo capisce, è forse l'unica a capirlo; crede fermamente che il suo affetto sarà la giusta ancora. Kacchan sembra per un attimo credere alle parole di Azumi, poi cede di nuovo alla sua debolezza... e via, le particelle del suo corpo si disgregano per perdersi nell’aria.La piccola Azumi non può e non vuole seguirlo:"Dovessi anche morire domani... sarebbe sempre meglio che vivere disperdendosi".Promette però a se stessa che attenderà per sempre il suo amico. Ma Azumi è giovane, c'è un mondo in agguato, un intero mondo da scoprire e la ragazza non può rinunciare al mondo per Kacchan. Una nuova vita si presenta sotto le sembianze di Fujieda, un ragazzo gentile che la apprezza per quello che è.E Kacchan? Kacchan si materializza di volta in volta in paesi lontani e sono emblematici i personaggi che incontra, ognuno dei quali è un insegnamento di vita. Hideji Oda è un autore giovane, abilissimo sia nella narrazione che nel personalissimo disegno: dettagli accurati, tratteggio fitto e dei personaggi che si distinguono dai classici manga in quanto caratterizzati dall’aspetto chiaramente orientale, diverso quindi dal solito connubio occhioni grandi e luccichii.L’autore è sconosciuto ai più, io stessa che sono un’appassionata di fumetti giapponesi, l’ ho scoperto per caso tramite una sua seconda opera pubblicata qui in Italia: i due volumi dal titolo “Il mondo di Coo”.La dispersione di Kacchan può essere intesa metaforicamente come quel senso di angoscia , di incapacità di vivere che ci allontana dal resto del mondo. È il sentirsi diversi, l’impossibilità di comunicare che relega in un limbo che non è vita, ma non è neanche morte.Kacchan cerca delle risposte e, senza svelarvi il finale, vi dirò che quelle risposte non le troverà mai; scoprirà invece che spesso è più saggio agire piuttosto che isolarsi e crogiolarsi nei dubbi, scoprirà che il male di vivere si combatte semplicemente vivendo.