(Ladyhawke - R. Donner, 1985)
Corre l’anno 1239. Ci troviamo nella cittadina di Aquila
(in alcune traduzioni riportata come Avignone);
attraverso i labirinti fognari, il giovane ladruncolo Philippe Gaston
(Matthew Broderick) riesce a scappare
dalle locali prigioni, sfatando una leggenda che le voleva a prova di evasione.
Braccato dalle guardie del Vescovo di Avignone, riesce a salvarsi solo grazie all’intervento
di Etienne Navarre (Rutger Hauer), solitario e misterioso cavaliere che non tarda a rivelare
i propri scopi: usare le doti dell’abile Philippe per entrare di nascosto in Avignone e compiere
una vendetta.
La sua storia inizia due anni prima, quando, Capitano delle Guardie innamoratosi (ricambiato)
dell’incantevole Isabeau d’Anjou – Isabella d’Angiò – (Michelle Pfeiffer), è costretto a fuggire
con lei per sottrarla alle ossessive e sacrileghe attenzioni del Vescovo in persona, follemente
stregato dalla bellezza della giovane. Tremenda allora la maledizione lanciata su di loro
dall’ecclesiastico, e sostenuta da un patto scellerato con le più empie forze delle tenebre:
dall’alba al tramonto lei sarà un bellissimo falco, e lui, dal tramonto all’alba, un temibile lupo
nero, almeno “fino a quando esisteranno il giorno e la notte”.
Costretto al seguito di Navarre, Philippe ne scoprirà gradualmente il segreto, divenendo
suo malgrado intermediario tra i due sfortunati amanti. Quando, nel corso di uno scontro
con gli implacabile armigeri del Vescovo, il falco/Isabeau viene colpita quasi a morte da
una freccia, sarà lo stesso Philippe a salvarla, portandola dall’unica persona in grado di
curarla e nasconderla: Imperius, il prete che, in preda ai fumi dell’alcool, aveva a suo
tempo tradito il segreto del loro amore denunciandolo al Vescovo nonostante il vincolo
della confessione.
Roso dal rimorso, proprio Imperius rivelerà l’esistenza di una via di salvezza per i due amanti:
da lì a tre giorni, “un giorno senza notte ed una notte senza giorno” avrebbe finalmente
permesso loro di affrontare il Vescovo come uomo e donna, e spezzare così la maledizione.
“Sempre insieme eppure eternamente divisi” è forse la frase più suggestiva che riassume
la vendetta del Vescovo.