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Le streghe di San Giovanni...


Il 24 giugno è anche il giorno in cui, secondo le tradizioni italiane, le streghe si recano,in volo, verso il "Grande Noce di Benevento";l'albero sul quale una dea lunare avrebbe sconfitto il diavolo, rimandandolo negli inferi.Nel rispetto di questa credenza, si sono sviluppati molti rimedi per evitare che lestreghe si soffermassero, durante il lorolungo viaggio, in casa di qualche sventurato. L'uso del rosmarino e dell'ulivo benedetto edi un barattolo di sale e una scopa di sagginasull'uscio, erano ritenuti i più efficaci. Le streghe infatti, prima di entrare in casa,erano costrette a contare i chicchi di sale ei ramoscelli della scopa, cosa che richiedevacosì tanto tempo da non permetter loro difinire prima della mezzanotte, momento in cui iniziava il giorno di San Giovanni, ed erano costrette a fuggire.Chi, invece, in quella notte non poteva mettersi al riparo, si proteggeva nascondendosotto la camicia le erbe di San Giovanni: iperico, aglio, artemisia e ruta. Il primo perché i suoi petali rossi erano ritenuti pregni del sangue del santo, il secondo perché è una pianta che protegge dalle creature malefiche (il nome sanscrito dell'aglio significa infatti "uccisore di mostri"),la terza perché è la pianta della dea Artemidee l'ultima, detta anche "erba allegra", perché è un'efficace talismano contro il maligno.La notte di San Giovanni, a Roma, fino al 1872 (anno in cui la festa fu soppressa dal governo italiano), dopo l'Ave Mariaveniva sparato un colpo di cannone che dava inizio ai festeggiamenti. Chi voleva si metteva in attesa del passaggio delle streghe, sedendosi,con il mento appoggiato ad un bastone doppio,con lo sguardo rivolto alla Santa Croce, scrutandoil cielo. Anche nelle notti più nuvolose, il buonvino dei Castelli romani faceva il più del lavoro, permettendo a tutti di avvistare streghe e fantasmi delle grandi malvagie eroine capitoline, comeLucrezia Borgia, la papessa Giovanna e la famigerata donna Olimpia, patrona deicorrotti e dei corruttori.