IlRegnoDegliElfi

La Ragazza e l'Inquisitore di Nerea Riesco


...Salazar, con il passare degli anni...approfondì la tesi che l'essere umano abita il mondo solo e soltanto perchè Dio ha bisogno di lui: Dio ha bisogno degli uomini per essere Dio proprio come gli uomini hanno bisogno di Lui per essere completamente umani. E arrivò alla conclusione che proprio questo è il significato della vita. Accettare tale conclusione gli fece trovare un filo di luce, perchè se la vita in quanto tale non è che un accidente dei più inverosimili, a maggior ragione vale la pena di godersela sino in fondo senza opporre resistenza. Se l'uomo nasce dal nulla e al nulla è destinato a tornare, meglio vivere il tempo che ci è dato godendo dell'esistenza stessa. In questo modo Salazar liberò Dio da molte e pesanti responsabilità, perchè se già parecchio tempo prima era giunto alla conclusione che l'uomo è ciò che decide di fare di sé stesso, allora non si può scaricare sul Signore la colpa di tutti gli errori commessi dagli esseri umani. Gli sembrava di capire finalmente con chiarezza che la sua verità, ciò che aveva creduto vero in tutti quegli anni, sortiva come unico effetto quello di angosciare l'animo, e che in fondo alla salute spirituale dell'uomo giova molto di più la verità della religione...di qualsialsi religione.  Tutto ha inizio quando l’inquisitore generale di Spagna Bernardo de Sandoval y Rojas invia nei Paesi Baschi il suo fidato collaboratore Alonso de Salazar y Frías per fare chiarezza su numerosi casi di stregoneria e morti sospette accaduti in quei luoghi. Ligio al dovere, dotato di grande perspicacia e intelligenza, Salazar, uomo “di formidabile statura, sempre così sicuro e padrone di sé in ogni situazione”, intraprende la missione affidatagli con zelo e si trasforma in un vero e proprio detective ante litteram: si spinge persino ad effettuare un’autopsia sul cadavere di una donna annegata per verificare la reale causa del suo decesso, rischiando di essere denunciato lui stesso alle autorità religiose. Al suo fianco compaiono presto altri personaggi, tra cui spiccano il giovane novizio Íñigo, che parlava perfettamente il castigliano e il basco (“il che lo rendeva imprescindibile durante gli interrogatori dei penitenti”) e che, soprattutto, “aveva il potere di ammorbidire il suo pessimismo e di farlo ridere”, e una ragazza, Mayo de Labastide, seguace della bella Ederra, da cui aveva appreso le doti di guaritrice, erborista, aggiustaossa e profumiera, sempre accompagnata dall’asino, Beltrán, sotto le cui spoglie pare nascondersi un uomo, vittima di un incantesimo. Si affacciano sulla scena anche Rodrigo Calderón, potentissimo segretario del Duca di Lerma e persino la sfortunata figura della regina Margherita d’Austria. Saranno tutti coinvolti nelle indagini di Salazar, che si inoltrano nel mondo sfuggente della fobia collettiva e della magia ma anche in quello molto più pericoloso e tangibile degli intrighi politici e religiosi, orditi da personaggi senza scrupoli. Il tutto senza dimenticare gli scherzi del destino che riusciranno ad avvicinare anime che mai avrebbero potuto immaginare di condividere i loro desideri d’amore. Personaggi ben delineati, trama dai risvolti imprevedibili, avventura, mistero e suspense si abbinano sapientemente all’attenta ricostruzione storica, arte in cui Nerea Riesco si dimostra molto abile. Tutto questo rende il racconto molto accattivante non solo per gli amanti dei romanzi basati sulla fantasia in cui aleggiano mistero ed elementi esoterici, ma anche per gli amanti dei romanzi ambientati in epoche passate.