Il Rigattiere

Post N° 3


Passami quel vaso”. Alzai troppo la voce, sicuramente, quantomeno dal soprassalto che fece. Il solo pentimento fu quello di aver messo a rischio l’unico vaso finto-Ming buono che mi era rimasto in bottega. “Cazzo Luca, devi passarmelo non sfasciarmelo". L’aria assente richiedeva una domanda che, puntualmente venne “Cosa c’è?”. Gli sfilai il vaso dalle mani come un abito ad una vergine: me lo voleva dare ma non mollava. “sono stato tutto il pomeriggio al caffè con una tipa conosciuta l’altro ieri dai Simpson” "Beh” “Niente” “Bello!” Mentre riponevo la scaletta nel ripostiglio, mi rincorsero le sue parole. “Io le donne non le capisco!” “Smettila di frequentare extracomunitarie” “Questa è italiana” "Già, il problema è che l’italiano l’hai dimenticato.” Luca si mise una mano a sorreggere il mento. Una volta mi disse che lo aveva visto fare ad una persona di rilievo, durante un dibattito politico in TV. Quell’atteggiamento per lui stava a significare che era prossimo a dire qualche cosa di importante. Luca era un tipo magro, troppo alto per il suo peso. Si portava dietro un carico immaginario sulle spalle. Il suo camminare goffo era dovuto al fatto che, fin da adolescente, portava degli scarponi una misura o due più piccola di quella propria: non gli piaceva vedersi con delle pinne ai piedi. “Sai, questa donna, che ho conosciuto l’altro ieri dai Simpson, è stata tutto il pomeriggio a parlarmi del fatto che lei non cerca niente dagli uomini” "Le hai offerto il caffè perlomeno” “No, ha pagato lei” fece togliendosi la mano dal mento e sfregandola sui jeans. “Ha detto che era una questione di coerenza” http://www.selmer.de/kuenstler/seebkatalog002.htm