Il Sole di Notte

«Vietato il carcere ai malati psichici»: la Cedu condanna l’Italia


La sentenza della Corte di Strasburgo per un uomo che non aveva trovato posto nelle Rems. «Spetta al governo garantire le cure». Antigone: «Ora un altro modello per la salute mentale»Articolo di Eleonora Martini pubblicato il 25 gennaio 2022 da Il ManifestoLa Corte europea dei diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per aver trattenuto illecitamente in carcere per più di due anni un cittadino italiano con problemi psichici. Per Giacomo Seydou Sy, classe 1994, sofferente di disturbo della personalità e disturbo bipolare, accusato di molestie nei confronti della sua ex fidanzata, resistenza a pubblico ufficiale, percosse e lesioni, il Gip di Roma aveva disposto già nel gennaio 2019 il suo «immediato collocamento» per un anno in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), le strutture che hanno sostituito gli Ospedali psichiatrici giudiziari. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non aveva però trovato posto nelle Rems (di competenza del ministero della Salute) per il giovane malato. Eppure, sottolinea la Corte di Strasburgo, Sy «non ha beneficiato di alcuna strategia terapeutica globale per la gestione della sua patologia, e questo, in un contesto caratterizzato da cattive condizioni carcerarie».Nella stessa giornata di ieri – mentre il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma denunciava un suicidio ogni tre giorni tra i detenuti dall’inizio del 2022 e chiedeva di «ridurre le tensioni» nelle carceri e «ridefinire un modello detentivo» – la Corte costituzionale con la sentenza n. 18 (redattore Francesco Viganò), accogliendo la questione sollevata dalla Cassazione, ha dichiarato illegittima la censura sulla corrispondenza dei detenuti sottoposti al 41 bis con il proprio avvocato difensore. Secondo la Consulta, il diritto alla difesa può essere «circoscritto entro i limiti della ragionevolezza e della necessità, purché non sia compromessa l’effettività della difesa». Mentre la censura della corrispondenza con il proprio legale, anche per i detenuti sottoposti al “carcere duro”, è una «irragionevole compressione del diritto di difesa». Tanto più perché, ricordano i giudici costituzionalisti, le circolari del Dap in vigore dal 2017 escludono già questo tipo di controlli sulla corrispondenza dei detenuti in 41 bis.Leggi l'articolo completo sul seguente link:https://ilmanifesto.it/vietato-il-carcere-ai-malati-psichici-la-cedu-condanna-litalia/