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"Malati di mente"

Post n°370 pubblicato il 15 Maggio 2018 da Giuseppe_TV
 

Alcune persone e persino giornalisti definiscono le persone con disturbi mentali "malati di mente". Il sito "Parlare Civile" spiega perché questa definizione non si dovrebbe usare:

La locuzione "malato di mente" riduce l'individuo alla sua malattia, come un oggetto che viene investito di significati che qualcun altro gli attribuisce dall'esterno. Così ai tanti problemi derivanti dal disturbo mentale si aggiunge quelli del marchio, della discriminazione, dell'emarginazione e dell'esclusione sociale. Questo rende difficili anche le cure. Il carico di vergogna e pregiudizi che bisogna sopportare nell'accettare di essere malato di mente ritarda la richiesta d'aiuto. 

Secondo Massimo Cirri, psicologo e giornalista conduttore di Caterpillar su Radio 2, non si dovrebbe usare nemmeno la locuzione malato mentale. “Mi sembra cattiva – spiega il giornalista - perché malattia mentale è una cosa in negativo. Adesso che non ci sono più i muri, che sono chiusi i manicomi, i meccanismi dell’esclusione passano tutti attraverso le parole, dai meccanismi che separano il noi dal loro. Quindi meglio parlare in positivo di salute mentale”.

In anni recenti, il ministero della Salute ha lanciato una campagna contro il pregiudizio per dire che i “i disturbi mentali si possono curare”. L’Oms stima che i disturbi mentali siano ai primi posti come carico di sofferenza e di disabilità per la popolazione e che tendano all’aumento nei paesi industrializzati. In Italia poco meno del 10% della popolazione soffre, nell’arco di un anno, di uno dei disturbi mentali più frequenti, quali depressione e ansia, poco meno dell’1% soffre di disturbi meno frequenti e più gravi. Sono molto numerose le persone che hanno problemi psicologici che non sono abbastanza gravi perché si possa fare una diagnosi secondo i criteri delle classificazioni internazionali delle malattie, ma che comunque causano malessere e difficoltà nella vita di tutti i giorni. Si preferisce parlare di “disturbi” perché non si conoscono ancora bene le cause di queste condizioni, alcune diagnosi sono ancora controverse ed è molto marcata l’influenza delle situazioni di vita e delle esperienze personali.Secondo il ministero della Salute, per farsi un’idea dei disturbi mentali è meglio parlare non dei disturbi stessi quanto dei loro sintomi, alcuni dei quali sono comuni tanto che molte persone li hanno sperimentati nel corso della loro vita. I più frequenti e più noti sono quelli depressivi e ansiosi (ansie, fobie, attacchi di panico, sintomi ossessivi e compulsivi). Altri sintomi riguardano il comportamento alimentare e le dipendenze, da alcol, sostanze o dal gioco d’azzardo. Vi sono poi sintomi rari detti psicotici, di due tipi: alcuni strani ed evidenti tra cui pensieri sconnessi, allucinazioni come avere le visioni o sentire le voci, o deliri cioè credere in cose incredibili per tutti o di essere dotati di inesistenti poteri eccezionali o di sentirsi ingiustamente perseguitati e di conseguenza avere comportamenti apparentemente stravaganti. L’altro gruppo di sintomi psicotici è la tendenza all’isolamento, l’inerzia e la mancanza di iniziativa, povertà di emozioni e di affetti. Avere uno o più sintomi non significa soffrire di un disturbo mentale. È necessario che i sintomi siano associati tra loro e si presentino per un certo periodo di tempo. Per tutti questi sintomi ci sono terapie efficaci con farmaci, psicoterapia, attività individuali e di gruppo.

Leggi l'articolo completo cliccando il link seguente:

http://www.parlarecivile.it/argomenti/salute-mentale/malato-mentale.aspx

 
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