Creato da ilconfessionale0 il 21/11/2008

Mea Culpa

Il Blog delle confessioni di tutti...

 

 

Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da animainquieta43

                         elemento naturale..............

che sa dominare..........privando di ogni capacità di difesa.......

                                         fuoco.....passione............

che invade la nostra pelle..........rabbrividendo nel piacere.............

                                  avvolgendo le membra.........

                          in un dolce ..impetuoso.........

                                     orgasmo........fisico......mentale......

                il desiderio.........invade prepotentemente .....rendendomi

                       viva........esplosiva nelle mie vibrazioni............

                senza pudori...........divenendo esigente..

                      avida...............golosa............affamata.........

                             droga per le mie carni...........

.......per la mia mente........accecata di desideri............

                           i desideri ........diventano ancor piu esigenti........

........la fame...la sete........assume ricche forme.........

                              di espressione....per essere....

                   dominando........lasciandosi dominare.......

 
 
 

Post n°12 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da ilconfessionale0
 
 
 

Igenuità

Post n°11 pubblicato il 02 Dicembre 2008 da zizza.l
Foto di ilconfessionale0

Piccola stella  volgi  sguardo nel vuoto, luce  da dentro emani alone soffuso,  lampo dalle tue pupille arde di passione , pelle nuda  vento carezza seni col coraggio di ergere alto il capezzolo rosa come punta estrema, bagnando il segreto al vertice di gambe tornite dall'acqua,li tormento ansante stravolge il viso,inarca la voce nel sospiro ultimo, bagnando quel filo sottile dolce per la lingua assaporare il succo dell'estasi tua.

 

 
 
 

Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 02 Dicembre 2008 da sweetpoison01

 
 
 

Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 30 Novembre 2008 da sweetpoison01

 

Io sono il vampiro che sempre ti sorprende
E succhia il tuo sangue.
Mi nutro del tuo sudore,
delle tue lacrime,
dei tuoi umori.
Ti tolgo il fiato
E ti penetro baciandoti
 

Finchè non ti rendi più conto
Che vivo dentro te.
Come un parassita.
Come una serpe.
Come un virus.
Sono il tuo cuore e il tuo fegato.
Sono il tuo cervello e le tue mani.
Sono i tuoi piedi e la tua lingua.
E così ti porterò alla follia
Come un demone rinchiuso nel tuo petto,

delle tue lacrime,
dei tuoi umori.

Ti tolgo il fiato
E ti penetro baciandoti
Finchè non ti rendi più conto
Che vivo dentro te.

Come un parassita.
Come una serpe.
Come un virus.
Sono il tuo cuore e il tuo fegato.
Sono il tuo cervello e le tue mani.
Sono i tuoi piedi e la tua lingua.
E così ti porterò alla follia

Come un demone rinchiuso nel tuo petto.
Sarai mia senza scampo
 

La donna del diavolo.
E quando dormo,
perché allora mi addormenterò,
mi pianterai i canini nella gola
e sarai tu la mia vampira
e succhierai il mio sangue

E ti nutrirai del mio sudore,
delle mie lacrime e del mio seme.
Mi toglierai il fiato
E mi penetrerai baciandomi

Fino in fondo all’anima.
E io vivrò dentro di te.
E tu vivrai dentro di me.

                

(di Pedro Juan Gutierrez)

 
 
 

Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 30 Novembre 2008 da AronneMicaelBelial

Photobucket

- Mi faccio un’altra doccia! Poi mi vesto di profumo! – disse, infilandosi nel bagno.

Ne uscii nuda avvicinandosi felina al letto, il profumo intenso la precedette; non mi diede modo di parlare impalando la lingua nelle fauci, azzannò le labbra lacerando la carne. Strappò i bottoni dei pantaloni e dopo averlo denudato, lo appoggiò alla sua umida amica, e in un gemito di piacere, lo ingoiò nel suo antro.

Era una forsennata, mai una ragazza mi aveva cavalcato con tanta violenza; la sua vagina sfregava vogliosa, contro il pube, i grigi occhi spalancati, fissavano il profondo dei miei. Le unghie entrarono nella carne delle spalle, nell’attimo in cui cattivo ci raggiunse l’orgasmo. Il fuoco divampò nello sguardo, avvolgendo il mio pensiero; bruciava il corpo, bruciava la mente in una fiamma purificatrice, in un’espiazione assoluta, in quel piacere lascivo.

La sua azione però non si fermò, continuava a muoversi lungo il pene, che nonostante avesse perso forza, restava duro in lei. Il suo corpo correva selvaggio; la sua vulva fremeva selvatica, mai doma, mai sazia. E ancora quel fuoco, a incendiare gli ultimi echi, di un’umanità ormai assente.

Mi alzai sbalzandola dal fallo, tolsi gli indumenti e girando attorno al letto la raggiunsi, si voltò graffiandomi il collo, arando un solco che immediato, prese a sanguinare, e poi brada scappò. La afferrai per una gamba, trascinandola scalciante; dopo averla voltata, la appoggiai al materasso tenendole il viso conficcato nel cuscino e le mani ammanettate nelle mie. Le appoggiai il pene alla vagina, da dietro, penetrandola in un colpo, sbattendo violento contro il suo inguine, per poi cominciare a montarla esercitando tutta la potenza possibile. La afferrai per i fianchi, liberandole le mani, e imprimendo ancora maggiore brutalità, gridai mischiando lo sperma al suo umore. Il suo strillo giunse parecchi secondi dopo, con una scossa elettrica, si divincolò assestandomi un ceffone in volto, per poi mordermi le mani e baciarmi empia di bramosia il collo cosparso di sangue. Come una vampira succhiava il caldo succo, impiastricciandosi il viso.

Non era sufficiente, morse tutto il fisico, scivolando su lui, sino a raggiungere il membro semirigido; prima lo ingoiò, per poi leccarlo ricoprendolo con una camicia di saliva, poi prese a morderlo con sempre maggior voracità, resistetti ai suoi affondi per alcuni minuti, poi la presi per i capelli avvicinando la sua bocca alla mia, mi morse la lingua mentre la inserivo fra le labbra. Allora la voltai bloccandola sotto il corpo, poi proposi il pene al suo piccolo foro anale, e nutrendo la speranza di farle male, entrai lacerando le sue ultime resistenze. Ora era compiutamente mia, succube e schiava, oscena femmina, addomesticata e docile. Venni godendo all’unisono con lei, che volgendo la testa supplicò la mia lingua, mangiandola ingorda, il gusto: del sangue, dello sperma, del suo umore, delle nostre salive, si mischiarono in un sacrilego cocktail.

Avevo domato una puledra imbizzarrita, che ora si era accoccolata sotto il mio braccio. Non parlammo, non vi era nulla da dire, sapevamo entrambi che tutto sarebbe durato poco, che quel fuoco non avrebbe potuto alimentarsi in eterno.

Entrai nel bagno col fiatone, riconoscendo il gusto che ingolfava la bocca, riconoscendo che in un altro mondo avevo già fatto sesso con lei.

 
 
 

INFERNO...PARADISO...PURGATORIO

Post n°7 pubblicato il 30 Novembre 2008 da sweetpoison01

 
 
 

MEA CULPA AL CALAR DELLA SERA...

Post n°6 pubblicato il 27 Novembre 2008 da sweetpoison01

Me lo avessero detto prima che era così: giorni ad aspettare, anni a combattere, un’ora per goderne e un minuto per perdere tutto.

Inizio a pensare che nella mia vita mi sono sentita troppo spesso vittima del destino, ho dato troppo spesso la colpa agli altri, agli eventi. Forse siamo molto più artefici del nostro destino di quanto pensiamo. Se è così ho fatto proprio un pessimo lavoro.

Meno di un anno fa, il bilico mi sembrava già un precipizio e mi chiedevo se la vita valesse la pena. Non ho mai considerato che ero io a viverla, io a costruirmela.

E’ stata solo una la sofferenza che non è dipesa da me. Di tutte le altre sono stata artefice, almeno in parte, pur non riuscendo mai a smettere di pensare che fosse tutto ingiusto con me. Forse non lo era poi tanto, forse era giusto così.

La verità è che sbando, continuamente, in tutto ciò che faccio: sbando, scappo, torno, vado, mi perdo, sbaglio. Ed è strano ora prendermi tutta la responsabilità delle mie azioni, dalla prima all’ultima, guardare in faccia tutte le volte che ho chiesto al mondo “perché?” senza chiederlo a me stessa.

Mea culpa al calar della sera.

 
 
 

Mani

Post n°5 pubblicato il 24 Novembre 2008 da zizza.l
Foto di ilconfessionale0

Mani forti un corpo nella meraviglia di nuda pelle,solca il domani attendendo il desiderio dell’oggi,

freme tocco con fredda cera cosparge l’essere donna,sottile il brivido nel tocco glutei ansanti verso il cielo apre la fessura degli dei.

I monti della luna ergono sulle cime tese del polpastrello che tormenta,il piacere annulla mani calde

Nel dono di amplessi carezzati con la mente,con gemito tenue di labbra in fiore mani una cento

Perdono il tempo cavalcando dimensioni nell’alchimia finale,corpi nei corpi sesso nel sesso dimenticando l’alba che nasce.

 

 
 
 

Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 23 Novembre 2008 da imperatoreghiaccio
 

Photobucket

Un vento gelido che gli mangiava le carni, strappandole dalle ossa. Fu quella la sensazione che, per prima, aggredì i suoi sensi annebbiati non appena fu tornato cosciente del mondo. Vento e poi neve, tanto gelo. Fiocchi pesanti e fitti che lo colpivano ovunque, batuffoli che dirompevano bastonando l’epidermide, acuendo il gelido tocco del turbine. Lentamente, in un tempo che gli parve infinito, la nebbia che avvolgeva i suoi pensieri iniziò a diradarsi, e le sensazioni vaghe e confuse che già avevano cominciato a blandire i margini più esterni della sua coscienza divennero sempre più chiare e distinte. Il freddo mordeva con ferocia, affondando i suoi affilati denti, nella pallida carne, le prime piaghe si aprirono sul volto, squarciando la cute ormai arresa, lasciando stillare il sangue. La gelida morsa lo avvolgeva completamente, intasando ogni azione, bloccando il pensiero. Aveva già sentito la tormenta percuotergli il corpo ed il vento sottrarre ogni più intima traccia d’energia, ma soltanto ora si rendeva veramente conto del glaciale abbraccio che gli intorpidiva le membra, era qualcosa di più della semplice sensazione, era come se il suo intero corpo si stesse trasformando in ghiaccio, era come se stesse diventando un corpo solidale con quell’universo.

Il gelo era entrato in lui, ed ora non gli faceva più paura, sentiva la sua immane forza scorrere nelle vene, riscaldando il cuore, che rallentava il battito tranquillo.

Non poteva strappargli dal petto il sogno, non poteva annullargli l’anima, quel gelo poteva solo possedere il suo corpo.

Chiuse di nuovo gli occhi ed immaginò il mondo che aveva perso, sentì pesante la sconfitta, ma anche il dolore del vuoto avvolgente, lui sacerdote della solitudine, come poteva arrendersi a quella parte di se, cui aveva imposto il silenzio e taciuto la sua sofferenza di calde profezie. Tentò di lottare, cercò in un conato di disperazione, le ultime forze. Ora ricordava e soffriva mentre il morso del ghiaccio vinceva le carni. Lo spirito non poteva, e non voleva perdere quella parte preziosa, nascosta in una crepa del cuore. Gli occhi ruotavano raccogliendo i ricordi, l’unica parte del suo essere non congelata, dalla nebbia confusa nel bagliore accecante, apparve una donna.

Suo il ricordo, suo il dolore, suo il destino, suo il freddo colpevole, suo l’abominio dell’uomo.

La lacrima nella nemesi del suo assassino, si uccise sfracellandosi nella tempesta.

Il buio lo aggredì brutale violentando anche la memoria.

- Mi senti, cerca di alzarti, aiutami – disse la figura strattonandolo energicamente. Ma Diaccio non poteva sentire, ora non più, era in un limbo meraviglioso dove il suo spirito volteggiava leggero, e dove la luce era pace.

- Forza aiutami cerca di resistere, fatti salvare… mi senti… – riprese la voce scrollando con più energia, colpendo con forza il volto con le mani, nel vano tentativo di riattivare una minima circolazione sanguigna.

Una piccola stilla scivolò dagli occhi di lei, precipitando lenta fra chicchi di tempesta, sbalestrata dal vento, osteggiata dal destino, ma desidera di impattare la luce dei suoi occhi. Atterrò sulle palpebre gelide, scardinando la brina ossidata ai lati della crepa, sciolse la paura intrufolandosi nel vitreo sguardo.

Una crepa nella luce immensa del suo paradiso, si aprì lentamente, facendo entrare il gelo e il buio, Diaccio tentava di resistere, cercando invano di richiudere la falla, arginando quello squarcio senza riuscirci. Il suo corpo era rigido e non voleva più lottare, era stanco di credere.

Ma la lacrima non voleva arrendersi, non voleva essere solo una goccia nella burrasca, voleva quella vita e voleva che si lasciasse conquistare. Prese a scorrere all’impazzata nel bulbo oculare sino ad indurre un gesto automatico, non volontario, sino a fargli muovere la mano nel tentativo di sfregarsi l’occhio. Il braccio si allungò dirigendosi verso il viso, la lacrima sorrise sparendo in fondo al suo pensiero.

- Dammi la mano e alzati – disse la ragazza stringendolo.

 
 
 

a volte...

Post n°3 pubblicato il 22 Novembre 2008 da AronneMicaelBelial
 

Water2Fire Pictures, Images and Photos

- Sei arrivato? Noi abbiamo portato il lavoro avanti – mi dissero mentre entravo nella stanza, i visi sconvolti, i corpi sudati, l’odore acre e pungente, il sapore del sesso, fluttuava magicamente nell’aria, spensero le luci, il buio era impenetrabile, dappertutto attorno a me, mi avvolse traslocandomi sul letto. Ero già nudo, loro non parlavano, mi presero le mani di scatto  ammanettandomi alla spalliera del letto.

- Non facciamo cazzate! – dissi, preoccupato. La loro risposta, altre due manette ai piedi.

- Ragazze cosa volete fare? –

“La situazione è leggermente anomala, credo che sia sfuggita di mano “

- Ti facciamo impazzire, farai un’indigestione di sesso, sarai tu a dire basta! Hai sete? Allora ti diamo da bere… –

 Una delle due ragazze, mettendosi a cavallo mi accostò la vulva calda alla bocca, senza sfiorarmi,  poi fece scorrere dello champagne che scendendo lungo la ferita finì nella mia gola aperta. Il liquido frizzante colava sul mio torace; bagnando il letto, facevo fatica a bere tutta quell’ambrosia, che riempiva la gola. Il calore del suo corpo mi bruciava, il profumo camuffato dalle bollicine; mi traeva in inganno, ma il sapore era inconfondibile.

- Cristina! – rimase ferma colta impreparata dal mio riconoscimento.

Poi l’altra spalmò sul membro, una notevole quantità di crema al cioccolato; si rialzò aspettando la complice.

- Cazzo, la nutella no, mi si appiccica...–

Prima una e poi l’altra s'alternò a rimuovere la crema, leccando comodamente il fallo turgido, quando non vi fu più traccia d’emulsione, si cambiarono a succhiarlo.

- E’ facile, sei Loredana!  – morse dolcemente, il membro, accettando il verdetto.

Si allontanarono dal letto.

- Dove siete finite? Pazze? –

- Lo sai che potremmo fartele pagare, per il male che ci hai fatto? –

- Si potremmo essere molto cattive –

- Il male che vi ho fatto lo avete voluto voi, e lo sapete! –

- Sei uno stronzo anche in condizione d’inferiorità –

- Sapete e come la panna, se non si sbatte si smonta… –

 Un lungo silenzio poi una s’infilò il pene nella vulva, cominciando a cavalcare selvatica. –

- Cristina –

- Come sai che sono io? – ansimò spingendo sul pube.

- Da come lo fai; dalla tua figa, dal tuo profumo, dal tuo respiro. Sono solo dispiaciuto di non poterti vedere e toccare –

- Chiudi il becco! – esordì, Loredana poggiandomi in viso l'orchidea, voltata a baciare Cristina. 

La morsi, poi lentamente rilasciai le labbra cominciando a lambire, il suo sesso affamato che reclamava una dose di lussuria. Appoggiò con forza la sua, facendomi male al naso, era esaltata come mai, la sentii godere, allagandomi il volto, mentre la sua amica m’inondava il ventre. Restarono tranquille, per un certo momento, gioendo dell’atto rubato. Poi fu nuovamente battaglia, scambiando più volte posizioni e i giochi. Non ero stanco, ma dolorante della posa anormale in cui dovevo forzatamente restare, quindi chiesi un atto di clemenza.

 
 
 

Mai

Post n°2 pubblicato il 22 Novembre 2008 da zizza.l
Foto di ilconfessionale0

Mai sguardi incroceranno

Mai mani stringeranno l’una all’altra

Mai luce irradierà il mio essere

Mai calore sul mio

Mai timpano fletterà tua voce

Mai riva del mare coglierà carezze

Nulla teme il tocco dell’anima.

 

 
 
 

Mea culpa...

Post n°1 pubblicato il 21 Novembre 2008 da ilconfessionale0

Mea culpa, mea culpa mia grandissima... mea culpa

 

 
 
 
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