Creato da Il.fu.micio il 28/07/2012

Frammenti

Quattro fogli riordinati

 

 

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Post n°25 pubblicato il 15 Maggio 2015 da Il.fu.micio

Tutta colpa di certe lontane meteore: pronte a squilibrare ogni cosa.

 
 
 

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Post n°24 pubblicato il 15 Maggio 2015 da Il.fu.micio

 

... e se invertissimo i soggetti?

 
 
 

Lo sguardo a quella finestra

Post n°23 pubblicato il 08 Marzo 2015 da Il.fu.micio

Mi domando spesso, senza trovare risposta, se e quanto sono fortunate quelle persone che con estrema disinvoltura fanno della loro vita una continua proiezione verso il futuro, votandosi ad una voracità compulsiva di "nuovo". La mia idea sull'argomento c'è, e non la ritengo più sbagliata o più corretta di altre: la ritengo la più giusta e la più adatta a me. Mi riecheggiano sempre in testa diversi rimproveri, sia velati sia espliciti, del mio essere malinconico quando racconto qualcosa che ho vissuto, in particolare quando si parla di vita sentimentale: non capisco infatti da quali sfumature si percepisca questa tossicità dei miei momenti.

E' certa una cosa: che chi mi conosce potrebbe facilmente concludere che se sono come sono ora è tutta colpa di ciò che è stato, quindi tenere lontano ciò che è stato non può che farmi bene. Ebbene no, non è così. Sono convinto che in taluni soggetti ci sia talvolta il desiderio di fermarsi e riguardare qualche vecchia fotografia, senza troppi rimpianti. Io onoro questa categoria, e anche altre, ma tralascio volentieri la mia misantropia, il mio distacco, le mie giornate sarcastiche quasi da esser fastidiose (toglierei il quasi) perchè non sono affatto bravo nell'introspezione psicologica né è questo il motivo del mio scrivere.

Già, perchè scrivere. Sarà una delle tante cose sciocche che si fanno ogni giorno, e che definisco sciocche solo per comodità, perchè nel profondo una spiegazione c'è, ed è pure di un certo spessore. E' una risposta che do a me stesso sottovoce, in mezzo a tanta altra confusione, con cento altre risposte contrarie e urlate.

Tralascio volutamente l'antefatto, perchè il mio pensiero, ora, è verso una persona precisa, che come me ora qui, ha affidato i suoi pensieri ad un messaggio, e son certo che quel suo momento di sana malinconia volesse avere un destinatario, e l'ha avuto. Non sarebbe stato impossibile, non lo sarebbe stato affatto perchè, parafrasando una delle tante cose "sciocche" che ho fatto  c'è anche quella di gettare uno sguardo alla sua finestra. Non è nulla di morboso, né di ossessivo: una curiosità innocente che veniva soddisfatta anche dal semplice vedere la luce accesa, ed è stato così per molto tempo. Mi bastava sapere che c'era, non con chi né perché, ma solo che c'era, che stava bene, con la sua vita che continuava. Un giorno la luce la trovai spenta. In cuor mio pensai che il momento del distacco definitivo era arrivato: che d'ora in poi non avrei avuto neanche più motivo di passare per quella strada, ormai quella finestra era buia, la sua vita l'aveva portata via, lontano da quel vicolo che ci aveva visto insieme, e che aveva i nostri segni, i nostri graffiti. Una delle scuse che mi davo per passare di lì infatti era proprio per dare uno sguardo ai nostri "segni".

Un colpo di scena avvenne dopo altri giorni, quando tornò la luce a quella finestra, e, soprattutto, quando tra i graffiti faceva bella mostra una lettera. Lessi le prime righe: affermazioni precise sull'argomento che andava affrontando: si trattava di sentimenti trascorsi. Mi convinsi che quell'ultima sua storia non fosse andata a buon fine, e continuai a leggere: mi bastarono un altro paio di righe per capire che i riferimenti mi erano stranamente familiari, e poco oltre i dubbi svanirono del tutto: parlava di me, non c'era da forzare niente: non poteva esserci un altro "stupido" oltre me che potesse essersi comportato in quel modo. Leggendo alternavo istanti di gongolamento ad altri di mortificazione, scanditi ogni 4-5 parole. Un turbinìo di contrasti che diventava man mano il disegno del perfetto fallimento. L'unica consolazione che mi restava era che per quel momento aveva pensato a me, ma non c'era spazio per altre illusioni. Tutto suonava come una presa di coscienza di ciò che era stato, con evidenziato il suo ruolo da me trascurato, talvolta maltrattato, e relegato a sfondo. Il senso era chiaro, ed era quello, e mi faceva male. 

Ci sono rapporti che si instaurano con una facilità disarmante, che continuano nel tempo con la stessa schiettezza e restano tali, ed altri che invece dopo i primi momenti entusiasmanti, nuovi e briosi, iniziano a deteriorarsi  evolvendo in un ambiente ostile, caratterizzato da orgogli, gelosie mascherate, conclusioni affrettate, falsità costruite ad arte da "terze parti", ripicche e controvendette. Persa la spontaneità iniziale, tutto mi è apparso segnato e ovvio. Ricordo che mi concessi (anzi, ci concedemmo) una seconda possibilità dopo un attimo di tipica burrasca, ricadendo da lì a poco negli stessi difetti. Eppure ricordo quanta pazienza dedicavo ad affrontare anche le questioni minime (non hai mai capito quanto possa essere sbrigativo su certe faccende), quanto combattevo il tuo orgoglio, quanto poco motivo avevi di essere gelosa (a dispetto delle apparenze), quanto chiedevo la tua presenza, e quanto volevo il tuo pensiero e la tua parola. Errori ne abbiamo fatti entrambi, dando per scontato cose che non lo erano e poi troppo silenzio tra noi: sono finito a convincermi che l'interesse fosse solo mio, e nel momento che ho iniziato a dare qualche spinta al muro del castello, per verificarne la solidità, questo è venuto giù pezzo dopo pezzo. Abbiamo rinunciato, proclamandoci sconfitti entrambi, tu col rimpianto di non essere riuscita a comunicarmi quello che sentivi, e io quello di non esser stato un bravo capitano nel destreggiarmi nel nostro mare. Il costante paradosso mi accompagna sempre: mi vedevi sicuro, autonomo, razionale, stabile, e non posso darti torto perchè sono così, ma lo sono in un altro ambito di vita, non in quello sentimentale: in questo sono pari a te, per questo ti volevo "responsabilizzare", ti volevo alla mia pari: è il più bel sostegno.

Tutto ciò che è stato ci sarà utile: l'ho pensato diverse volte, sperando di averti "migliorato" un briciolo. Ero anche invidioso del mio "intervento" perchè ne avrebbe giovato un altro, trovandoti una persona diversa. A me resterà l'immagine di una persona che ho intravisto, idealmente innamorata dell'amore, una fanciulla piena di poesia, che nonostante le lacrime salate, non smetterà di cantare.

 
 
 

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Post n°22 pubblicato il 23 Febbraio 2015 da Il.fu.micio

 
 
 

Gli addii

Post n°21 pubblicato il 23 Febbraio 2015 da Il.fu.micio

 
 
 

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