Cielo

Porsenna contro Olta...misteri etruschi


  Sono stato a Volterra anni fa, e ho visitato l'interessantemuseo etrusco.Sull'origine controversa degli etruschi,io penso che arrivino dall'asia minore,sia per la scrittura (da destra a sinistra), che per alcuni aspetti della cultura.Era il periodo Pasqua, ricordo faceva freddo.Ero con mia moglie e una coppia di amici.Dopo aver visitato Firenze e Siena,dovevamo andare verso Pisa, ma su insistenzadell'amica ci dirigemmo invece verso Volterra.Qui arrivati, dopo aver addentato un panino,cominciammo la visita al  museo etrusco.Le donne furono interessatesoprattutto ai monili, io invececome al solito (!) alle antiche iscrizioni.
Fu Annamaria a fare per prima l' osservazionesulla lingua etrusca, cioè il fattoche veniva scritta da destraa sinistra, come si usa nei paesi d' oriente.La lingua etrusca non è stata completamentetradotta, ma comunque nella maggior parte dei casisi riesce a fare una buona traduzione.Questa iscrizione riguardo al mostro Olta,attirò la mia attenzione.  Un'iscrizione di un vaso parla dell'apparizione del mostro Olta Uomo con testa di lupo che esce da un pozzo, creando scompiglio tra un gruppo di guerrieri, alla presenza di un demone femminile. Contro di lui, che devastava i campi e minacciava la città, il re di Chiusi Porsenna aveva invocato il fulmine. 
 
Plinio il Vecchio, nel descriverci il leggendario mausoleo del sovrano chiama Porsenna non re di Chiusi ma “Re d’Etruria” (Nat. Hist. XXXVI) ed, infine, nel riportare una storia etrusca secondo la quale un fulmine fu evocato da Porsenna per distruggere il mostro Olta che minacciava la città di Volsinii, indica Porsenna come re di Volsinii (Nat. Hist. II, 140).secondo la leggenda romana, assediò Roma, ma, pieno di ammirazione per gli atti di valore di Orazio Coclite, di Muzio Scevola e di Clelia, desistette dal conquistarla, ritornando a Chiusi. La leggenda è stata probabilmente creata ad arte dagli storici romani dell'età imperiale, Tito Livio e Tacito, per nascondere la disfatta romana contro gli etruschi di Porsenna; infatti secondo un'altra versione, più attendibile, egli invece occupò Roma e la dominò a lungo, secondo molti storiografi, il lucumone etrusco, pur non infierendo, costrinse la città a scendere a patti e non riconsegnò il trono a Tarquinio. Da Plutarco veniamo a sapere che a Porsenna fu eretta una statua di rame in prossimità del senato e che la città dovette pagare decime per molti anni. Anche Plinio il Vecchio lascia intendere, in Historia Naturalis XXXIV (“… in foedere quod expulsis regibus populo romano dedit Porsena, nominatium comprehensum invenimus, ne ferro nisi in agro culturam uterentur.”), che Porsenna proibì ai romani l’uso del ferro se non in agricoltura.