Cielo

La sindrome di Biancaneve


La sindrome di Biancaneve concerne il rapporto madre-figlia.“Oh, se potessi avere una bambina dai capelli neri come l’ebano, dalle labbra rosse come il sangue e dalla pelle bianca come la neve!” Poco dopo, diede alla luce una bambina a cui fu dato il nome di Biancaneve.Queste le parole pronunciate dalla regina che,ricamando ed osservando dalla finestra i fiocchi di neve scendere silenziosi,inizia a proiettare le aspettative, le speranze ed i desideri sulla propria figlia.Quello tra madre e figlia è infatti uno dei legami principali presenti al mondo;infatti la mamma rappresenta per la figlia femmina il primo modello,il punto di riferimento al quale rifarsi per le future relazioni.Il rapporto si costruisce già dai primi giorni di vita,in cui la bimba inizia gradatamente a sperimentare il concettodi separazione grazie alle transazionied agli scambi che avvengono con la madre che,sintonizzandosi sui bisogni della bimba, provvede al loro soddisfacimento.E’ fondamentale che la madre sia sufficientemente buona,in modo tale che la bambina possa avvertire i propri disagi,tollerare il momentaneo senso di frustrazioneper non essere immediatamente corrispostae poi essere soddisfatta adeguatamente.Allo stesso modo è bene che essa riescaa riconoscere i segnali della figlia, così da rispondervicoerentemente permettendo alla piccola di imparareche c’è qualcuno che si interessa alle proprie necessità,senza sostituirvici o senza offrirvi una soluzioneprima che la bimba ne faccia richiesta (e questo è un punto importante).Questi passaggi sono alla base di un processoche si sviluppa nel corso della vita e che si evolvenei diversi momenti di crescita,ovvero quello della separazione-individuazione.Nella prima infanzia, la madre è per la bambina la regina buona,colei che si occupa del suo benessere,senza usare altri metodi se non l’amore e l’affetto.Con l’adolescenza, il bisogno di separazionee di individuazione della ragazza riaffiora,in modo molto più irruento rispetto all'infanzia,e scandisce le tappe di un processo di crescitadifficoltoso di per sé.La regina buona così si trasforma,diventando la matrigna cattivache però è dotata anch'essa di una rara bellezza,tanto che ogni giorno comanda al suo specchio magico:Specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”La matrigna arriva proprio nel momento di maturazionedi Biancaneve, al punto che tra le due non si sa quale sia la più bella.La maturazione fisica e sessuale della ragazza,produce un momento di impasse in entrambe le donne:la figlia infatti vede mutarsi ed assomigliare sempre piùalla madre dalla quale però si vorrebbe distanziare,e la madre vede attraverso lo sviluppodella figlia il suo lento processo di invecchiamento.Ed è durante l’adolescenza che riaffioranoanche le aspettative materne:la madre guarda la figlia rivedendo in lei ciòche avrebbe voluto essere, e la figlia è combattutaper il fatto di voler abbandonare la madre, avendo però paura di farlo.La lotta contro la regina è insito in ogni ragazzaperché tutte, nel normale sviluppo, hanno bisogno di idealizzare una figura;ed il fatto che questa sia la madre, rende ancora più difficile la lotta.Per una crescita sana, c’è bisogno del naturale disinvestimentonei confronti dei genitori, di saper vedere i loro limitie di apprezzarli non più in quanto onnipotenti,ma in quanto esseri umani.Questo comporta lotta e sacrificio in una ragazza,perché accettare che la matrigna non è più bellissima,vuol dire accettare i suoi difetti e conseguentementenon avere più qualcuno di perfetto con il quale rispecchiarsi.Questo passaggio, seppur doloroso,è importante sia per le mamme che per le figlie,perché permette ad entrambe di confrontarsi con la realtà,tralasciando le proiezioni e le perfezioni,ma semplicemente aiutando ad accettarsied a sperimentarsi come OK anche con le differenzee soprattutto con i propri difetti.Forse sotto questa luce, guarderemocon occhio diverso sia le regine buone e soprattuttole matrigne presenti nelle favole che hanno accompagnatoi racconti di tutte le ragazze fin dalla nascita,e probabilmente saremo più clementi e meno giudicanti con loro,comprendendo il perché della loro “cattiveria”e rispecchiandoci un po’ in esse.