Il mignolo

My thai.

Non ho mai pensato di avere abitudini, ma come posso chiamare il mio percorso mattutino quotidiano, quello che precede l'ingresso al lavoro, dalle ore 8:45 alle ore 9:00 se non un'abitudine? Parto di casa alle 8:20 circa, arrivo in quel diavolo di paese alle 8:45, parcheggio (ho due o tre postazioni strategiche), passo di fronte ad un bar, entro dentro, prendo un caffè, scambio poche chiacchiere, esco, faccio 100 metri ed entro al lavoro timbrando più o meno sulle 8:53-54. Che se timbro qualche minuto dopo mi sembra già di essere arrivata in ritardo... . In ogni caso, temo proprio che questa sia un'abitudine. E ci son cascata anch'io, anzi, questa è proprio una certezza radicata che ha preso piede da novembre.
C'è una cosa che è cambiata negli ultimi mesi e lo avevo notato, forse con qualche settimana di ritardo, ed è il barista, una persona solarissima, gentilissima, educatissima, sui 45 anni. E' cambiato perchè da qualche mese non ha più i capelli, il suo colore è verdognolo, le occhiaie sono spesse, corpose, sono evidenti anche quando sorride sparando una battuta su questo caldo infernale. Per qualche mese non ho avuto il coraggio di dirgli niente, lo osservavo, rispondevo alla sua gentilezza e ringraziavo cortesemente... questo è stato il nostro dialogo da novembre, nulla di più. Poi, due giorni fa, la svolta.
Mi chiede quando ho in programma le ferie, gli rispondo con non curanza e di seguito, quasi volessi continuare a parlare di vacanze o del più e del meno, non so come, dal nulla, dandolo per certo pur non avendone mai parlato con lui esordisco con - e lei quand'è che finisce la chemioterapia?-. Così, una domanda come un'altra, no? Con il timore che da un momento all'altro mi potesse anche mandare a fanculo. Lui si ferma, si appoggia al bancone dietro di lui, mi guarda e fa un sospiro e mi risponde -l'ultimo ciclo è il 16, poi ho la tc e si vedrà com'è andata...", mi sorride.
Linfoma non-hodgkin. Ha pure difficoltà a pronunciarlo, il nome, e prende fuori da sotto il bancone una busta che purtroppo conosco bene, sono referti di una TC, che mi sento anche in imbarazzo a leggere ad un certo punto. Glielo faccio presente, ma lui mi incalza e mi spinge a leggere. - leggi pure-, mi ripete, - ma veramente non volevo invadere così tanto la sua privacy-, -leggi, leggi...-, così leggo.
Chi l'avrebbe mai pensato che sotto al bancone dove regolarmente prendo il caffè ogni mattina ci fosse un referto in cui è scritta la storia di un'altra persona, di un altro tumore. Entro al lavoro intontita, non dal caldo, ma dalla coincidenza, e mi sento bene... ma forse anche male.