Il mignolo

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E mi accorgo che di fronte ai miei errori posso trovarmi fondamentalmente in due stati molto differenti: il primo è in solitudine il secondo è in compagnia. Il primo, naturalmente quello che sto vivendo, non mi da molta fiducia riguardo l'efficacia dei risultati. Sarò fredda e cruda, ma le parole rendono bene il mio sentire: mi confronto da sola, mi sparo monologhi interiori e flussi di coscienza ininterroti che lasciano solo una domanda: sarà poi vero? boh. Questo è ciò che porta, a me, l'assenza di dialogo e di condivisione. Mi guardo allo specchio e sbaleno, mi dico "brava" e poi rinnego, mi vedo bella e poi penso allo spirito che è stato invece crudele e ha affondato qualcosa... ha affondato qualcosa. Mi insulto e mi abbraccio, ragiono e sento istinto, sento mancanza di natura e vedo tutto artificiale, vedo una gabbia e libertà insieme. Sento che cado, che cado giù e poi risalgo. Mi sento inorridita, mi sento offesa. Vorrei fare ma non faccio. Non lo so. Questo è il centro dei miei pensieri. Non lo so. Non ho tanta fiducia in questo silenzio. Su di me.Non so neppure cosa ne verrà fuori. Di me.Non so parlarmi da sola. E' un difetto? boh. Non lo so. Ecco sono al punto di partenza. Allora fanculo e leggo. Ho ragionato anche sulle nuove filosofie di vita, dai movimenti musicali alle svariate etiche (cioè, mica penserete che ce ne sia solo una vero???). Ho approfondito anche, in modalità interdisciplinare e per rimanere al passo con i tempi, temi di fisica quantistica. Sì, in certi casi essere pragmatici e spaziare può dare una mano. In certi casi, in altri no. (continua)