Il mignolo

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Esistono situazioni che non saranno mai accettate completamente per quanto la rassegnazione faccia il suo corso.Esci di casa, noti che pioggia ha sporcato con la sua polvere l'auto. Maledici questo inizio primavera, tua figlia ti chiede se anche domani pioverà, ti dice anche che ha un po' mal di gola... "tesoro non ci provare, all'asilo ci vai". Entri in auto e porti la pargola al suo dovere, tanto poi sarà un piacere. La lasci fra i suoi amichetti, voli nuovamente in auto e parti. Pensi alla giornata, pensi a quali battute potrai fare a qualcuno per farlo sorridere, non sai perché lo pensi, lui va in automatico, è sempre con il viso sorridente, anche quando scuote la testa e pensa a Roma... O alle sue pastiglie che sul comodino della sua stanza, la sera, erano due, il giorno dopo solo una e si fa prendere dall'ansia. Pensi a lui, sei serena, davanti ad un semaforo, proseguendo su un rettilineo, curvando e parcheggiando. L'unica cosa che ti viene in mente è una battuta sul tempo, al limite gli racconterai di venerdì e della beata passeggiata dentro i fori imperiali o della vertigine di fronte al Quirinale o di Frida o di tutto. Esci così dall'auto, entri nel bar e bevi la tua "coccola", caffè con cioccolato. Neanche lo hai mai chiesto, sarà che ispiri questo. Esci ed attraversi la strada. Percorri ghiaia ed osservi l'aiuola che sboccia sotto il cielo grigio -accidenti primavera, ci speravo in un inizio migliore-. Prendi l'ascensore, sali al primo piano, con l'immagine di farfalle in testa, con i pensieri spazi, sei già lontana ma fra qualche minuto ritorni. Entri. Vedi la sua porta chiusa, lui non è in corridoio, neppure a far colazione, stai ancora sorridendo e salutando quando arriva la tua collega che ti prende in angolo e ti aggiorna. Lui non c'è più.