Il mignolo

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L'ultima notte è stata pessima, ho passato ore di dispersione in un vortice di echi passati e speranze future, dove l'essenziale scompare e lascia il posto al superfluo vagare fra carcasse di immagini e disegni ancora da abbozzare. E lo schianto ciclico dentro una stanza grigia abitata da intenti osceni e volgari silenzi. E poi gli sbagli, e poi il rimorso, anche il rimpianto. Un suono metallico che sa di ruggine antica mi riporta ad osservare il soffitto scuro. Se solo la casa potesse togliersi il tetto. Ancora il marasma che avanza, passano minuti ed ore. Scivola un piede sul pavimento fresco, mi sento un fantasma che barcolla fra cucina e salotto. E nuovamente una quiete, se il cielo finalmente potesse crollare. Io riuscirei a riposare. Ma come fate a non dormire lo sapete solo voi.