Il mignolo

Binario 21.


 E’ raro scendere alla stazione di Milano Centrale e avere come primo pensiero la coscienza di camminare al di sopra di un luogo tragicamente sacro. Drammaticamente vissuto. Il sottosuolo è la nostra vergogna e lì si trova l’Esempio. All’ingresso delle aree di manovra è stato realizzato un muro, sulla sua superficie compare la parola:  Indifferenza. Sembra uno schiaffo, tanto vasto quanto imponente ed anche le anime più belle non possono fare altro che leggerla con colpa, ricordando magari episodi della loro vita, seppur brevi, in cui la non curanza ha guidato le proprie azioni. Quindi umiltà, perché l’arroganza non è giustificabile a nessuna altezza, neppure intellettuale, figuriamoci fisica. In quel sotterraneo arrivavano camion pieni di persone che sarebbero state deportate tramite treni in campi concentramento.  In quel luogo i vagoni venivano riempiti poi elevati sino ai binari superiori dove li attendeva la locomotiva.  I treni partivano come oggi, ma erano saturi di sofferenza e angoscia. Esiste anche uno spazio situato in una “fossa”, se hai abbastanza coraggio per riflettere in silenzio ci entri perché quello è il “Luogo della Riflessione”,  realizzato con l’obiettivo di offrire al visitatore uno spazio in cui meditare e raccogliere il proprio spirito e sentire coscienza che parla. Magari anche evolvere. Oggi, come mi capiterà domani e probabilmente anche in futuro, sento colpa in ogni passo fatto indifferentemente. Con lo sguardo allibito e le gambe desolatamente paralizzate di fronte all’ennesima ingiustizia, ferme alla soglia dell’azione, ho ricordato quel sotterraneo..