Creato da ladonnadelmare2 il 07/08/2011
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la sirena sullo scoglio

sirenetta sullo scoglio

 

 

Ed è quasi ieri

Post n°34 pubblicato il 09 Dicembre 2011 da ladonnadelmare2

 campanile

 

Il vento accarezzava dolcemente
i fianchi alle campane,

(complice il campanile
fingeva di non vedere.)

Il cielo stendeva sulle case
veli azzurri
e rimuoveva le ultime ombre
attardate nei vicoli.

Un canto di donna,
in lontananza,
sferzava la pigrizia
indugiante
nel tepore notturno
delle membra.

I bimbi a malincuore
si svegliavano,
abbandonando i familiari luoghi
dell'inconscio,
dove esorcizzavano
le giovani paure.

I vecchi depennavano
ancora un giorno al calendario
quasi a sfidare il tempo
temuto.

Si annunciava
un giorno come tanti.

Era oggi,
ed è quasi ieri.

 
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Chiedetelo alle strade

Post n°33 pubblicato il 05 Dicembre 2011 da ladonnadelmare2

stradine

 

 

Le strade

Quello che sono e sono stato

domandatelo alle strade

dei paesi della sete.

Tufi lucertole spine,

bell'uva sulle colline

dove fui ladro di galline.

Strade di cenere e pomice

lavorate dallo scorpione.

Dove ramingo io vissi

la cicala ancora muore.


(Raffaele Carrieri)

 

Quella che io sono e sempre sarò

chiedetelo alla luna agostana

quella che sembra in disparte dalla Vita

ma sbatte il suo sguardo intrigante

sulla mia persiana stupita.



Chiedetelo ai muretti

di pietra

muti testimoni d’anime

in silenzi di controre costretti.

Chiedetelo alle silenziose stelle

sorelle rilucenti

di lacrime cristallizzate,

custodi fidate di donne tarantate

dai moti del cuore asfissiate.


Chiedetelo alla fontanella

del piccolo slargo di paese

dove mi recavo, fanciulla,

con la giara pesante

d’acqua gocciolante.


Paese senza "acchiature" di sorprese,

panni stesi a forconi di ristrettezze ereditate,

e menta e ruta fiorenti

da muretti di selce recintate.


Quella che io sono e sempre sarò

chiedetelo alle case addormentate,

chiedetelo alle strade,

perché io ciò che sono
e ciò che sarò,

ancora non lo so.

 

 
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MI NUTRO DI PANE LACRIME E ROSE

Post n°31 pubblicato il 11 Novembre 2011 da ladonnadelmare2

 

Mi nutro di pane lacrime e rose
per  sfamare digiuni d'amore
e restare tra i viventi.

Le lacrime sono il mio pane
notte e giorno,
senza di te, amore,

 disconosco significanze di sorrisi.

Vorrei chiederlo alle nuvole d'agosto,

 ai cespugli di corallo degli abissi…

alle nuvole guanciali di sospiri...
alle stelle compagne d'illusioni...

 

In questa notte

così violenta di desiderio

così azzurra di sogni

così nera d'illusioni

vorrei sostare su una panchina di nuvole

per narrarti le cose

che non ho mai detto

nemmeno al mio cuore gitano.

 

Vorrei sfogliare la rosa

che appassisce di lacrime e silenzi,

vorrei guardarti negli occhi

e raggiungerti ovunque tu sia,

cercarti in ogni latitudine

fino agli estremi confini della ragione.

 

Sciolgo i miei brividi

in catini di vetro

trasparenti come lacrime,

 

 taglienti come lame di luna,

spinosi come rovi senza frutti,

né fiori, né sospiri, né baci, né deliri.

 

Ma tu soccorrimi, amico,

donami briciole di sogni,

strofe di poesia infinita,

lacrime dolci di miele d'acacia,

bocconi d'assenzio e acqua di rose...

 

Toccami l'anima, sfiorami il viso
senti, che dolci le lacrime di marzo
sono gioielli di quarzo
per chi ne vorrà.

 

Non negarmi i  tuoi sogni

buia notte!

domani avrò fame di stelle

e mi nutrirò di sospiri.

 

Questa notte sfoglierò

pagine d'ombra

in attesa di sognare

albe di rugiada.

 

Qui e Ora voglio restare
abbracciata alla notte
per farmi addormentare…

 

Domani sarò certo un altro giorno!

Mi toccherà nuovamente vivere…

Mi toccherà di nuovo indossare

una collana di spine senza rose…

 

 

 

ieri..ore 23

 

 

 
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La Donna azzurra

Post n°30 pubblicato il 07 Novembre 2011 da ladonnadelmare2

Conosco una donna che vive
nel folto di un incalzante silenzio,
accarezzando le palpebre del tempo,
spingendo lo sguardo verso il sole:

vede i millenni scorrere ai suoi piedi
come un fiume di uomini e parole.

Attraversa secoli alberati
con le scarpe bianche di solitudine,
condivide i sonni delle colline
masticando pane di trincee.

Ogni sera, discorrendo
con le ceneri dei suoi sogni,
spinge la mente oltre la luna
e con sguardo di sagittario trafigge
il limitare di un cielo addormentato.

Di quanto pane, di quanto pane ancora
si dovrà privare
per raggiungere l'altezza delle stelle
rifuggendo il vuoto di abitudini?

Quanto mare,
quanto mare dovrà ancora svuotare,
col cavo delle sue mani,
per giungere alla pace degli abissi?

Ogni notte, quando il pensiero
del sonno l'impaura
come un ronzio d'alveari immobili,
chiude a chiave la sua mente
paventando la comparsa della morte,
a depredare ricchezze di ricordi

Nella notte silenziosa qualche volta sogna.
Sogna d'essere musica negli atri del cielo
a consolare il pianto dei tramonti.

Ascolta, cupo silenzio dei monti:

un giorno lei scriverà una canzone,
la riverserà sui popoli senza prospettive.

Sarà come la manna del deserto.
Sarà acqua di nuvola sottile.

 
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Velleitario

Post n°29 pubblicato il 06 Novembre 2011 da ladonnadelmare2

 

 

 

Velleitario sei cuore mio

si, velleitario,

nulla placa l’arsura che t’incide

feritoie nella mente.

Nulla riesce a saziare la tua fame implacabile,

cerchi, cerchi e non trovi,

tra ruderi di ricordi,

tra pagine di presente,

tra cattedrali di futuro

la tua configurazione

persistente

in attesa di vivere

non t’avvedi che ogni giorno

muori un poco..




 

 
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