CroceeDelizia

Sere d'estate (parte seconda)


Arrivò il momento di andare a casa. Tutti un po frastornati di musica e buon vino. Lui camminò accanto a me verso il cancello dell'area feste e chiese al compagno della mia amica se poteva dargli passaggio perchè gli girava un po la testa. Marco non si tirò certo indietro, tra l'altro abitavano a circa cento metri di distanza, per cui salì in macchina con noi, dietro, accanto a me.Mi tenne la mano per tutto il tragitto, accarezzandomi tra le dita. Seppi solo l'indomani che era tornato a piedi dove aveva lasciato la macchina. Insomma, il passaggio era soloo una scusa per stare ancora accanto a me. La cosa mi lusingò e mi fece anche sorridere.L'indmani sera tornammo nello stesso posto. Lui non c'era e la cosa mi lasciò un po desolata. Ma la comitiva era talmente allegra, come al solito, che presto dimenticai la sua assenza. Sul tardi però, eccolo che arrivò anche lui. Sportivo e bello come sempre. Salutò tutti insieme, a me riservò un bacio sulla gancia. Vidi Marco che osservava, feci finta di nulla, ma in fondo ero imbarazzata. Marco per me è come mio fratello ed è anche un po perbenista, ma gli voglio ugualmente bene.Il Sosia si sedette come la sera precendente, accanto a me, riparandomi le spalle con il suo torace. Di nuovo mi abbracciò, stringendomi forte. Ma stavolta, accadde di più. I sussurri erano decisamente frequenti, non volgari, ma di complimenti e parole dolcissime. La mia amica, dal canto suo, faceva finta di nulla e chiaccherava senza fermarsi un attimo. Uno dei commensali, un po brillo, fece un apprezzamento su di me. Per tutta risposta, il Sosia, gli disse di alzare i tacchi e andar via chè la gente poco educata non era gradita. Tutto in modo molto tranquillo senza scatenare situazioni poco gradite. Quello andò via subito. Parlammo molto di politica, della situazione attuale, dei nostri sogni e passioni. Ancora una volta fu come stare da soli nonostante la quindicina di persone che stavano al tavolo. Ormai era corte spietata e senza pudore alcuno. Mi stavo divertendo e poco mi interessava di Marco, già un po irritato o della Lella che odia il Sosia da oltre venti anni e non so ancora perchè. Roberto, pareva il più assente ed era anhe il più lontano, ma fu il primo, quindicii giorni dopo a dire alla mia amica che tra me e il Socia c'era qualcosa. In realtà non c'era ancora nulla, ma il nostro comportamento era stato troppo chiaro. Il bello di tutta questa situazione è che era talmente spontanea da non sentire il bisogno di nasconderci.Anche questa sera, chiese passaggio a Marco, ma con una variante rispetto alla sera precedente: mi salutò con un tenero bacio sulle labbra.Marco dallo specchietto vide tutto e a casa, visto che mi fermai da loro a dormire, mi disse che ero un'incosciente. Insomma fece il fratello maggiore. La mia amica non sentì nulla e non disse assolutamente nulla.Dirà qualcosa la prossima volta....Conntinua...