Ophelia's Madness

sproloqui egocentrici


Ho paura, anche questa volta. Non devo parlare di me. Ma non posso prescindere da questa paura che ho dentro. E' come un paio di occhiali attraverso cui guardare il mondo. Non posso fingere che non ci sia la paura ne di non esserci io.L'osservazione non partecipante, signori, è una gran cazzata. L'antropologo c'è, esiste, respira. Non può fingere di non esserci. Molto più onesto a livello intellettuale secondo me, se si decide di non fare un'osservazione partecipante, premettere che tutto ciò che si sta per descrivere è visto e descritto attraverso il filtro della propria esistenza. Per quanto si cercherà di limitare la propria soggettività, questa esiste. Potrà arrivare a quasi zero, ma mai a zero. Meglio allora conoscerli i miei occhiali,no? Almeno posso definirli e dire "iniziano da qui e finiscono qui. Questo è dovuto alla mia paura e questo no".  Se conosci la bestia che stai per affrontare, non la temerai di meno, ma almeno ne avrai la consapevolezza. Di cosa ho paura? Di non star vivendo, questo sì. Corro, faccio-dico-penso cose, ma... sto vivendo? Boh. Di me, della persona che sono diventata. Chi sono? Non lo so più. Ciò che sono è meglio o peggio di ciò che ero? Boh. Il mio migliore amico mi ha detto che se continuo così, di sicuro tra una decina di anni sarò "in Congo a vaccinare bambini con una mano e a tenere a bada i guerriglieri con l'altra. Vita fighissima e di una generosità spettacolare ma... se non hai il tempo per farti una doccia, per pensare un po' a te, quando un guerrigliero a 40 anni t'ammazza potrai dire che la tua vita l'hai vissuta?". Gli ho spiegato che se stare in Congo è ciò che volevo davvero, allora si - anche morendo a 40 anni senza avere avuto tempo "per me" (se faccio ciò che mi piace e voglio, quello è tempo per me), allora avrò vissuto e come! Ma la domanda è.. cosa voglio? Sugli obiettivi a breve termine ho una risposta abbastanza certa. Le certezze arrivano all'incirca a dicembre 2009, ma poi? Il mondo finirà con quella data? Spero di no. E quindi che succede? Parafrasando un noto film di Veronesi e un'altrettanto nota canzone di Grignani..  che ne sarà di noi?Parti da quello che sai e ti piace fare, mi han sempre detto così. Cosa so fare? Mica lo so bene. Non mi son mai sentita una gifted in qualcosa di particolare. Ero una che s'arrangiava in varie cose ma non brillava in nulla di specifico. Cosa mi piace fare? Su questa, forse, son più preparata. Mi piace scrivere, leggere tra le pagine, tra le parole e tra le pieghe della vita. Mi piace ascoltare la gente. Passioni inutili, forse. E adesso che sotto la paura Si scioglie insieme a me Ed è adrenalina pura E non mi chiedere come farò, Io non lo so perché l’unica risposta che ora sento è una domanda.. Ho paura dei miei rapporti con il mondo e con gli altri. Con gli altri a cui tengo, sopratutto. Ho sbagliato spesso nei rapporti con gli altri. Più o meno inconsapevolmente mi sono lanciata in amicizie e rapporti sbagliati, mi son lasciata usare. Ho imparato a farlo anch'io in piccola parte. La vittima inizia a somigliare all'agguzzino prima o poi. Molti rapporti lasciati senza una conclusione. Lasciati morire lì, da soli. E prima o poi ci si deve fare i conti, lo so. Bisognerà rispondere anche a quelle pagine lasciate lì ad ingiallire. Prima o poi. Forse sarà che poi Perdendoci ci ritroviamo.. Ho paura di non aver ancora imparato ad amare. Di non averci ancora capito nulla.Ogni tanto quelle fitte forti allo stomaco le sento ancora. Riesco a razionalizzarle e a farci i conti però. Ho capito molte cose in questo lungo anno di parole. Ho sofferto molto ma non me ne pento, rifarei tutto da capo. Certo, potendo eviterei qualche cazzata.. ma non quelle che han fatto soffrire me, anzi. Quelle mi han fatto crescere. Eviterei quelle che han fatto soffrire gli altri. Questo sì, lo farei volentieri e con tutta l'anima se solo potessi.. E ora lo so che non si annega Quelle volte che non c’é un perché Come a vela sul mare che si spiega Io mi lascerò portare fino a che…