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Superstar animali


 di Otta von BassSi sa, lo strabismo di Venere è indice di bellezza e da oggi lo potremo dire anche parlando del mondo animale. Questa è Heidi, una femmina di opossum di due anni, che vive nello zoo di Lipsia, in Germania, e che grazie al suo sguardo particolare, e molto raro in natura, è diventata la beniamina dei visitatori ed è balzata all’onore delle cronache.Non è la prima volta che un animale ospite di un giardino zoologico viene adottato dal grande pubblico per la sua storia.Tutti ricorderanno l’orsetto Knut, il cucciolo di orso polare rifiutato dalla madre nel 2006 e allevato quindi dal personale dello zoo di Berlino. La sua storia fece il giro del mondo e gli portò le simpatie di migliaia di amanti degli animali dopo che il giornale tedesco Bild riportò le parole di un attivista per i diritti degli animali che sosteneva che sarebbe stato meglio per Knut morire da cucciolo piuttosto che subire l’onta di essere cresciuto come un qualsiasi animale domestico. Com’era ovvio prevedere tali affermazioni portarono a un esito totalmente opposto, non solo l’orsetto divenne una baby star, ma fu il primo cucciolo d’orso polare nato nello zoo a sopravvivere all’infanzia degli ultimi trent’anni.Un altro animale diventato famoso è il polpo Paul, anch’egli vissuto in Germania, in un acquario pubblico di Oberhausen, che nell’estate del 2010 divenne noto al pubblico per aver “predetto” i risultati esatti delle partite dei Mondiali di calcio giocatisi in Sudafrica. Purtroppo la celebrità non ha portato fortuna a Paul, che è morto alla fine dell’ottobre dello stesso anno.Merita una menzione a parte la storia di Copito de Nieve (o Floquet de Neu in catalano), l’unico gorilla al mondo affetto da albinismo mai osservato. “Fiocco di neve” venne catturato il 1° ottobre 1966 in Guinea Equatoriale e da lì arrivò al giardino zoologico di Barcellona di cui divenne il simbolo più celebre e dove visse per il resto della sua vita. Purtroppo nel 2001 Copito de Nieve manifestò le prime avvisaglie di una forma di cancro della pelle, probabilmente legata alla sua mancanza di pigmento; quando nel settembre 2003 i veterinari annunciarono che ormai non c’era più nulla da fare, in migliaia si riversarono a Barcellona per un ultimo saluto allo sfortunato gorilla, che fu addormentato il 23 novembre successivo. La particolarità di Copito de Nieve non sta solo nel suo colore e nella sua storia, ma è dovuta anche al fatto che, se in media i gorilla vivono 25 anni, la sua vita sarebbe durata tra i 38 e i 40 anni (la data di nascita, sconosciuta, è collocata nel 1964), un vero e proprio record.