Immaginevolmente

Post N° 341


Settembre.Incontro prescolastico nella scuola in cui avrei lavorato quest’anno.- La bambina non parla, comunica a fatica, sono chiari i disturbi dell’attenzione, non regge molti minuti seduta... La dottoressa dice di non sperare nemmeno nella scrittura... quindi ci conviene preparare da subito un percorso alternativo... Che ne pensi? – Emma mi guarda tranquilla. E’ trentacinque anni che insegna, ed è una maestra con le palle quadrate e la dolcezza del miele, insieme. Grandiosa.- Penso che la conoscerò. E poi potrò dire la mia. – rispondo, mandando giù il caffè che ci siamo appena fatte di nascosto. - Ma il quadro è piuttosto chiaro.- - Sembra. Ma non riesco a farmi un’idea vera, così. Non so se io le piacerò o no. Magari mi detesterà. Magari ci sarà feeling, spero. Però fino a quando non ci conosceremo, io non posso dire nulla. Non ne ho i mezzi. Direi qualcosa che non è quello che sento. Perché ora, oltre alla curiosità, non sento nulla. -Emma sorride.- Va bene, allora rimandiamo questo dialogo alla settimana prossima. -Da settembre sono passati 4 mesi. La bimba è arrivata che non teneva in mano la matita. Stava seduta tre minuti e poi scappava dal banco. E io a farle da “camicia di forza”. Braccia e gambe in tensione per 4 ore di fila. In certi momenti diventava pesante. E i pianti veri mescolati ai capricci, da capire. E le stereotipie da fermare, quando erano l’unica cosa che la tenevano ferma. E...Beh, per le feste di Natale mi è arrivato un biglietto piegato in due.Su un lato, una bella scrittura, “... il regalo più bello è questo biglietto che la bimba ha scritto AUTONOMAMENTE!!!”, la sua mamma. Dalla parte opposta, in uno stampatello disordinato ma chiaro, c’è scritto: “BUON NATALE, ALESSIA.”Mi sono sciolta.